Anteprima Eureka Seven

Due giovani sono l'unica speranza per la salvezza del loro mondo.

Anteprima Eureka Seven
Articolo a cura di

Eureka Seven è uno degli ultimi lavori del noto studio BONES (RahXephon, Full Metal alchemist, Soul Eater). Fondato nel 1998 da alcuni ex membri della Sunrise, per la precisione il produttore Masahiko Minami ed i character designers Hiroshi Osaka e Toshihiro Kawamoto, inizialmente si dedica alla produzione di film di animazione cinematografici: I Cieli di Escaflowne nel 2000 e Cowboy Bebop (Knockin' on Heaven's Door) nel 2001 ma è solo con la serie del 2002 - RahXephon - che raggiungono la notorietà ed il successo. Nel 2005 con Eureka Seven compiono un ulteriore passo avanti: prendendo spunto dalla serie Patlabor e dal suo creatore Oshii, creano un progetto a più ampio respiro che non comprende solo una serie televisiva, di mole considerevole con i suoi 50 episodi, ma anche videogames (due per la precisione: Eureka 7 TR1: New Wave e Eureka 7 TR2: New Vision), film e merchandising vario.

Surf e Mech

In un lontano pianeta molto simile alla Terra, (la Terra di Kanan) dominato da inspiegabili correnti invisibili ad occhio nudo, le così dette Onde Trapar, vive il giovane Renton Thurston insieme a suo nonno Axel, nella città di Bellforest dove gestiscono una piccola officina meccanica. Renton è un ragazzino di 14 anni, figlio del famoso Adrock Thurston, lo scienziato che anni addietro sacrificò la propria vita per la salvezza del mondo. Cosi come ogni ragazzino della sua età sogna mirabolanti avventure leggendo la rivista più famosa tra i “reffers”: [ray = out]. Tra i reffers più famosi troviamo il gruppo Gekko State, capitanati dal leggendario Holland Novak, vero e proprio eroe per Renton. Un giorno proprio il Nirvash, il più potente LFO in mano al gruppo Gekko State, cade sulla sua casa, distruggendola e rivelando al suo interno una bellissima ragazza che risponde al nome di Eureka. Utilizzando uno strano oggetto regalatogli dal padre defunto, il giovane riesce a riattivare il potente robot ed utilizzarlo in uno scontro nei cieli contro le forze governative, pilotandolo in coppia con Eureka. Dopo un’apparente facile vittoria il nostro “eroe per caso” si unisce al leggendario gruppo di “reffers”, realizzando il suo più grande sogno. Ben presto l'eccitazione iniziale si trasforma però in frustrazione poiché tutti i membri del gruppo sembrano trattarlo come un bambino, prendendolo continuamente in giro e trattandolo male, e la vita nei cieli perde d'interesse. L'unica cosa che ancora lo spinge a restare è Eureka per cui crede di provare un sentimento più forte della sola amicizia. Ma il futuro per lui ha in serbo ben altre cose: sarà a lui a dover trovare una risposta al mistero che avvolge il passato del pianeta e dei Coralians.

Eureka

Come abbiamo già accennato in apertura di questo articolo, la serie di Eureka Seven è struttura in ben 50 episodi, il doppio di quasi tutte le normali produzioni “anime” giapponesi: questo comporta una storia ed uno sviluppo dei personaggi di più ampio respiro, col pericolo però di tempi morti e “soporiferi” sempre dietro l’angolo. Ma andiamo con ordine. A livello di trama possiamo contare due separazioni abbastanza nette, messe in evidenza anche da un profondo cambio delle due sigle di aperture e chiusura: una prima parte introduttiva sia a livello di personaggi che a livello di ambientazione e storia; una seconda sotto certi versi più matura e votata all’azione ed alla risoluzione dei vari interrogativi che erano potuti nascere nella prima parte dell’anime. Come appena accennato la prima parte ha come scopo principale l’introduzione del contesto e dei vari personaggi, principali e non, che popolano questa serie ma, facendo una rapida somma gli è concesso circa il doppio del tempo di quello che normalmente gli viene riservato; questo, come in molti altri casi, porta ad un eccessivo dilatarsi dei tempi, producendo molti punti morti ed una lentezza estenuante in alcune situazioni. Per fortuna sono pochi i casi, e solo nella prima parte, il resto è molto ben strutturato e spesso la sindrome ”ancora un altro episodio e poi stacco” fa capolino. Ottima si dimostra anche la caratterizzazione dei vari personaggi, dove tra tutti spiccano, come è giusto che sia, il “piccolo” Renton e l’austera Eureka: il primo, almeno nelle fasi iniziali, esprime il tipico modello del ragazzino di 14 anni, alla continua ricerca della propria affermazione come adulto, soprattutto per far colpo sulla bella co-protagonista, ma finisce inevitabilmente solo per rendersi ridicolo ed ancora più infantile. La seconda invece sembra insensibile a tutto ciò che la circonda; solo la perseveranza di Renton riuscirà a scalfire il velo di mistero ed apatia. Su alti livelli si attestano anche i disegni, grazie anche al alto budget della serie, cosi come il mecha design molto ispirato ed originale: basti pensare ad enormi robot che “surfano” nei cieli. Le musiche non sono mai troppo invasive e riescono a donare la giusta atmosfera sia nelle scene più concitate che in quelle più intime e riflessive. Tornando al discorso trama è importante far notare come in molti, almeno inizialmente, abbiano criticato la serie per le sue somiglianze col mostro sacro del genere, Evangelion. Effettivamente ad un primo sguardo molte sono le similitudine: i vari complessi di Renton ricordano molto quelli di Shinji, l’apatia verso il mondo esterno di Eureka ha forti rimandi a Rei, lo stesso Nirvash che nasconde uno strano ed immenso potere al suo interno. Fortunatamente tutto si risolve con le prime puntate, con il proseguo della storia scopriremo che quelle piccole somiglianze sono solo la punta di un iceberg di un qualcosa di totalmente autonomo ed originale.

Eureka Seven Eureka Seven è un ottimo anime escludendo quei piccoli momenti di noia che ogni tanto fanno capolino, specialmente nella “prima parte”. Tutto è molto ben diretto: dalla parte del design fino ad una trama molto accattivante e con spunti originali passando per una buona caratterizzazione dei vari personaggi. Non ci rimane altro che aspettare la futura edizione della Dynit e sperare che si dimostri all’altezza della produzione.