Speciale Intervista a Francesca Dani e Masaki Kaneuchi

The Italian Cos-Couple

Speciale Intervista a Francesca Dani e Masaki Kaneuchi
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Due Come Loro

Due persone che, come spesso capita nella vita, si sono semplicemente "trovate". Due persone che son partite probabilmente da vite differenti ma che, come altrettanto spesso capita, hanno scoperto fin da subito di avere una passione in comune.Una passione che li ha avvicinati, li ha attratti, li aveva sedotti quasi sicuramente già da prima che si incontrassero ma che non li ha abbandonati, anzi: li ha fatti ritrovare. Due persone che io ho conosciuto e scoperto (lui) e ritrovato dopo anni (Lei) in maniera assolutamente impensabile;  ancorché dissacrante e quasi casuale anche nell'era internet, spero che questo (re)incontro possa dar vita ad un'amicizia fiera di essere vissuta.Due persone probabilmente fatte per essere l'una accanto all'altra, due persone che io stesso, nel mio ineguagliabile romanticismo che queste stesse pagine mi riconoscono da tanti anni oramai, non potrei immaginare in un luogo e in una situazione differente da quella che stanno vivendo oggi, l'una accanto all'altra. Lei è la Venere del cosplay italiano, Lei è il principio e la fine, è la passione e l'ossessione, è il tutto e il nulla: è Francesca Dani. Lui è quello che in Italia è oramai riconosciuto meglio e con maggior successo dello stesso Leonida del fillm "300". E' lo spartano a cui scattai una foto con ammirazione quasi per caso a Lucca 2007, e i cui successi nel corso di quest'anno hanno fatto gridare al fenomeno cosplay per la prima volta non solo come "feminae" ma anche "homines" : è Masaki Kaneuchi. Quello che molti non sanno è che Masaki e Francesca sono felicemente fidanzati e che sono ad oggi, vista anche l'ultima performance a Lucca 2008 (Masaki come Portuguese D. Ace costume realizzato da Francesca), sono la coppia d'oro del panorama cosplay italiano.

La Situazione di Lui & Lei

Ragazzi è un piacere avervi qui sulle nostre pagine.Francesca, visto che tu sei già capitata da queste parti vorrei che entrambi ci deste qualche dettaglio in più sul vostro personale (Nome, Cognome, età, attività professionale, etc)M: Preso e schedato insomma! Sapevo che prima o poi sarebbe successo...(sorride) Mi chiamo Masaki (nome, nel mio caso è doveroso specificarlo) Kaneuchi, mio padre (a.k.a. "quiddisgraziatodimmibabbo") è giapponese (già, proprio così, non è che si sono divertiti a darmi questo nome solo per far bestemmiare la gente agli sportelli pubblici quando devo rilasciare le mie generalità) e mia mamma (a.k.a. "quelladisgraziatadimimà") Italiana. Sono nato nel 1978, in un piccolo paese dove è impossibile non conoscersi praticamente tutti. Hanno fatto da sottofondo alla mia infanzia quei cartoni animati come Ken il Guerriero che ti insegnavano che due schiaffoni assestati bene erano una soluzione più democratica di mille parole o che gli allenatori in grado di formare i veri campioni erano quelli che ti colpivano a morte con le spade da kendo... Insomma,  sono cresciuto in quei tanto compianti anni '80. Attualmente lavoro nel settore fotografico/ottico e nel tempo libero mi occupo di fitness e personal training.Sempre tempo permettendo, mi dedico al volontariato prestando servizio come autista e soccorritore di livello avanzato in ambulanza.Hmm, altri dettagli importanti? Beh, direi di sì, da un po' di tempo a questa parte la mia esistenza si è totalmente rivoluzionata grazie all'arrivo di una certa persona che mi ha regalato una direzione diversa e fatto prendere coscienza di certi valori che finora avevo praticamente ignorato.F: Francesca Dani, età segreta visto che alle donne non si chiede mai (vabbè dai, ne ho quasi 30!), netmodel per scelta e per professione! Si, sono io! Quella più chiaccherata, quella osannata ma anche allo stesso tempo disintegrata dal pubblico. Io sono il tutto e il nulla come hai scritto tu, io sono il bene e il male, il bello e il brutto, lo ying e lo yang. Dipende solo da come mi si guarda. La mia personalità è sfaccettata e il mio mondo è allo stesso tempo banale ma anche trasgressivo. O mi si odia o mi si ama, non ci sono vie di mezzo.

Voi siete fidanzati già da qualche mese, ma come vi siete conosciuti? Come siete entrati in contatto?M: È una cosa piuttosto bizzarra, pensa che il nostro primissimo incontro risale ad una vecchissima edizione di Lucca, erano gli anni '90, il cosplay era una cosa praticata da pochi che iniziavano a approcciare con questo fenomeno. Abbiamo fatto una fotografia insieme, roba di pochi istanti. Il resto è stato tutto un gioco del destino fino al nostro ritrovarsi praticamente 10 anni dopo.                                                                                                                                              F: (ride)... io mi sento un po' dentro un film... Dopo la sua interpretazione a Lucca 2007 nei panni dello spartano di "300" iniziarono a girare le sue foto e threads interminabili di commenti più o meno pesanti da parte delle ragazze su di lui. Leggendo queste cose su internet mi ero fatta l'idea che lui fosse una persona altezzosa e pieno di se, anche se non ci avevo mai scambiato due parole ne tantomeno mai visto di persona. Poi dopo vari mesi, maggio 2008, lui mi fece una richiesta di amicizia su myspace.com e sono stata tentata di negargliela perchè come detto prima mi ero fatta una cattiva idea su di lui e non volevo assolutamente entrarci in contatto in nessun modo... Poi mi son detta "Vabbè, perchè no?" e così siamo entrati in contatto tramite il social network di myspace. Ci scrivevamo spesso, quasi tutti i giorni, raccontandoci le banalità delle nostre giornate, e alla fine siamo diventati molto amici ma niente di più, non ci eravamo mai incontrati. La prima volta che l'ho visto è stato a Pisacosplay nel Luglio scorso, è stato un modo come un altro per conoscere una persona che avevo incontrato e conosciuto nei meandri di internet. Mi sono trovata a mio agio parlando con lui durante tutta la giornata ma ancora a quei tempi non mi sarei mai immaginata che un giorno mi sarei fidanzata con lui, lo vedevo come un amico e basta, perchè così era. Sono passati altri mesi e io ho avuto un cambio radicale nella mia vita sotto alcuni aspetti. Ai tempi che conobbi Masaki non ero sola poi dopo le ferie estive ho iniziato a frequentarlo più assiduamente perchè non ero fidanzata e da li in poi è nato quel sentimento che ora c'è. In pochissimo tempo ho rivoluzionato tutto: da persona casereccia quale ero un giorno dal nulla ho detto a mia madre "Ciao, mi trasferisco di casa e di città". Ho fatto le valigie e sono andata a vivere da lui dove attualmente abito. Masaki mi ha cambiata tanto e mi sta ancora cambiando radicalmente ogni giorno, in tutti i sensi e sotto tutti i punti di vista. Lo ringrazio perchè ha tirato fuori di me una persona nuova che prima non conoscevo. Lo spartano altezzoso, il quale avevo timore di conoscere, si è rivelato un ragazzo dolcissimo e nonostante porti con se lancia ed elmo dietro la sua schiena ci sono ali da angelo.

Quanto è importante per voi avere qualcosa in comune da poter condividere in concreto giorno dopo giorno all'interno della vostra relazione? E non mi riferisco solo al cosplay ma anche altro aspetto riteniate che aiuti avere in comune.M: Direi di sì, il cosplay alla fine ricopre solo una piccolissima parte delle cose che ci accomunano. Le abbiamo scoperte piano piano, a volte sono solo quelle che agli occhi di un esterno sono solo piccolezze ma ci sono casi in cui rimaniamo un po' sorpresi anche noi da certe "coincidenze", se vogliamo chiamarle così.Tendenzialmente sono sempre stato una persona che ama lo scherzo, la battuta e la goliardia. In lei ho trovato una compagna ideale anche da questo punto di vista. Mi risulta difficile dire con esattezza quanti e quali aspetti abbiamo veramente in comune, sarà che è qualcosa che sento molto a livello emotivo e quindi non mi risulta facile tirarne fuori una descrizione decente.Uh, quasi dimenticavo... Il primo "omaggio" che le ho fatto, anziché un classico mazzo di fiori, fu un pannello di forex! F: Si, come ha appena detto lui il cosplay ricopre una minima parte del nostro rapporto. La maggior parte delle volte che ne parliamo è per dire "Ma ti ricordi come era bello quando eravamo solo 10 cosplayers in fiera ???". Il cosplay ci ha avvicinati, quello sicuramente, ma non è mai stato il fulcro principale su cui si è basata la nostra amicizia ai primi tempi. Parlavamo di tutto ma di cosplay quasi mai. Adesso poi ancora meno, giusto l'ultima Lucca quando c'era in ballo il suo cosplay di D. Ace Portgas e tutte le sere lavoravamo assieme maledicendo il cosplay! (ride)In una relazione di coppia è fondamentale avere qualcosa in comune da condividere. Io con Masaki sento di avere tanto in comune , quel qualcosa che molto spesso mi completa. Siamo fondamentalmente uguali e vediamo il mondo con gli stessi occhi. Tante volte lui mi aiuta a capire me stessa perchè io fondamentalmente sono una persona fragile e ho sempre bisogno di un confronto (e conforto) con gli altri. Tornare a casa da lavoro e trovare il proprio partner in casa che ti aspetta e poter condividere con lui fino alle prime luci del mattino le piccole gioie e dolori della giornata è una cosa che rigenera la mente e da fiducia nel futuro.

Io sono tutt'altro che sfacciato di natura anzi, ma quando scrivo perdo ogni freno.Chiedo venia se mi prendo questa libertà ma qualcosa mi dice, chiamatelo anche semplice sesto senso (o settimo senso che dire si voglia) che al di là di quest'aspetto o di qualsiasi altro in comune voi siate fatti per stare assieme.Masaki, Francesca, volete farci un'esempio di un qualcosa che particolamente vi ha colpito sul piano personale l'uno dell'altra?M: Alex, questa stessa intervista in alcuni momenti mi lascia piacevolmente colpito per i punti che hai toccato, complimenti per l'intuito... Venendo alla tua domanda, Francesca per me è stato qualcosa di stordente che in qualche modo mi ha colpito a 360°. Troppo facile e scontato parlare del piano fisico. Il suo modo di essere mi stimola, la sua creatività e genialità nel plasmare concetti e idee. A dispetto dell'immagine che ci si può fare vedendola in foto, è di una simpatia disarmante, non ho mai incontrato una ragazza che mi facesse ridere come lei prima d'ora, senza contare che è di una dolcezza e una sensibilità sconfinata... Insomma tutte le qualità che avrei potuto cercare in una donna le ho trovate racchiuse (con una splendida confezione, lasciatemelo dire) in lei.Ho sentito che Francesca mi completava fin dai primissimi tempi quando abbiamo iniziato a frequentarci, a costo di passare per sognatore e usare quella che può sembrare una frase fatta, ho sempre avuto la netta sensazione di conoscerla da tempo immemore.A poco a poco ci siamo relazionati l'uno con l'altra trovando una sintonia che tra due persone si può sviluppare solo dopo anni che si sta insieme.F: Quando l'ho conosciuto era ben diverso da ora...  (ride) eh si, bisogna che lo ammetta. Era molto più sulle sue e faceva la parte del bel tenebroso di turno insomma, e infatti io all'inizio mi sono trovata un po intimorita, io che ho fiducia e autostima sotto i piedi mi sono trovata un po a combattere con i fantasmi di me stessa e del mio non sapersi accettare fino in fondo. Pensa che al nostro primo appuntamento ho fatto una settimana di dieta  quasi drastica perchè avevo paura del confronto fisico con lui, lui che è tutto in botta piena per il fintess mi avrebbe guardata storta alla prima minigonna che mi fossi messa! Nonostante questo, la prima impressione è durata poco: Masaki non è così, se lo conosci capisci che è una persona concreta e che non sta molto dietro a questo genere di cose così superflue. E' una persona semplice che ama vivere spensieratamente ed è questo che mi ha colpito molto di lui. E' divertente, mi fa ridere, ma allo stesso tempo è uno che sa stare ad ascoltare ed è sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno. E' una persona molto dolce e sensibile, un vero eroe romantico. Non a caso è il mio spartano, un eroe di altri tempi. (sorride)


Un Giappo molto italiano, una italiana molto Giappo

Di recente girando per la rete, tra blog e forum di discussione degli appassionati, ho notato che in tanti hanno criticato l'ultima fiera di Lucca: si dice che oramai i costumi più "commerciali", tratti dalle serie più famose e in buona parte anche più facili da realizzare abbiano preso il sopravvento. Cè meno cura per la realizzazione dei costumi.Cè meno voglia di creare.Siete d'accordo? Come pensate che sia cambiato il cosplay italiano nell'ultimo anno?                                                                                            M: Credo che il cosplay Italiano abbia subito un po' quella che si può definire una massificazione del fenomeno perdendone in parte il significato (almeno quello che gli assegno io, sto parlando sempre dal mio punto di vista) e acquisendo sempre di più la forma di una moda.Rispetto a quello che era il cosplay  all'origine mi pare di aver notato che la tendenza sia quella del voler "emergere a tutti i costi", cercare una porzione di visibilità che poi altro non è che fine a se stessa e non porta chissà dove, men che meno se cercata forzatamente.A mio avviso, il cosplay sta perdendo molto le sue potenzialità di legare persone che condividono una passione comune, se vissuto con un continuo spirito di competizione.La mia opinione non lascia solo spazio alle amarezze però, devo dire che ho visto dei lavori veramente spettacolari sia come fattura che come idea in se. Sicuramente il passare degli anni e la possibilità di condividere anche in rete tecniche o poter studiare soluzioni hanno portato a un grande balzo in avanti del livello qualitativo delle creazioni.Francesca sicuramente saprà dare un'opinione migliore di quanto non possa fare io per gli aspetti "tecnici". Io focalizzo la mia idea di cosplay, parlando forse un po' da "vecchio" avendo vissuto gli anni della "nuda e fredda ghiaia" di Lucca Comics negli anni '90, rimane quella di un tributo a un personaggio o una serie che piace particolarmente o che si sente di poter interpretare nella giusta maniera. E' qui che poi nasce lo stimolo per iniziare a creare e dare forma al proprio personaggio.F: Non credo di poter aggiungere poi molto a quello che già ha detto Masaki. Anche io come lui ho iniziato a fare cosplay agli albori, alla fine degli anni 90 (io ho iniziato con il mio primo costume di Sailor Moon nell'Ottobre 1998 a Lucca Comics) e il fenomeno cosplay che a quei tempi era davvero agli inizi, era vissuto con un atteggiamento più spensierato. Purtroppo col passare degli anni si è un po perso questo spirito ed oggi lo si vive con più competizione. E' per questo che io ho lasciato l'ambito fieristico del cosplay (da qualche anno a questa parte frequento solo convention estere, una, al massimo due volte all'anno), perchè non accetto molto il modo in cui si tende a vivere la cosa adesso. Ho visto nascere faide e guerre intestine per un premio fine a se stesso, ho visto morire amicizie per una gara persa e scusate il termine, tutto questo mi fa schifo. Già bisogna districarsi tra problemi simili nell'abito del lavoro ogni giorno (cosa molto più importante del cosplay...) figuriamoci se ho voglia di sorbirmi tutto questo anche per un hobby. Continuo ad amare il cosplay come forma pura, il divertirsi travestendosi e farsi le foto in costume, ma non mi sento più tanto vicina al modo in cui viene vissuto oggi. Porto ancora nel mio cuore, come Masaki, il ricordo delle primissime fiere, quando eravamo tre persone in croce a vestirsi e dove le gare non portavano altro che a un sano e puro divertimento, dove non c'erano invidie e gelosie di nessun tipo.

So che per la realizzazione di un costume PERFETTO sono necessari oltre che tanto tempo a disposizione, anche dei macchinari tipici di chi si occupa di tessile o design a livello professionale: quanto conta per voi la passione e la cura dei particolari in un costume anche senza avere a disposizione certe risorse? E' possibile realizzare un costume perfetto o quasi anche senza essere dei designers professionisti?M: Sicuramente poter utilizzare macchinari e utensili particolari è un grosso vantaggio, anche se credo che con un discreto dispendio di energie e ingegno si possano realizzare dei lavori più che dignitosi, magari non replicheranno alla perfezione quelli di un oggetto creato ad hoc a partire da zero, ma già si possono ottenere ottimi risultati anche modificando ciò che è già stato creato da terzi.Una cosa fondamentale, che penso sia basilare anche oltre a uno studio fatto a tavolino, in certi casi, è sicuramente l'esperienza. La mia prima esperienza col fiberglass è stata un vero incubo, ora riesco già a destreggiarmi bene e realizzare oggetti partendo da zero rendendo forme e consistenze definite, sicuramente i miei prossimi lavori saranno ancora più facili da realizzare sotto certi aspetti. In ogni caso l'esperienza e la volontà di andare avanti, anche se i primi tentativi non sono soddisfacenti per non dire deprimenti, saranno i punti chiave per una realizzazione sempre migliore.F: Masaki è bravo nella realizzazione degli oggetti, delle armature ed è un mostro nell'usare il fiberglass. Io posso permettermi solo di esprimermi per quanto riguarda la sartoria: io non ho nessun macchinario particolare in casa, cucio con la vecchissima e obsoleta Singer di mia madre quando era giovanotta, quindi in casa mia i macchinari da professionisti non esistono, eppure i miei cosplay sono belli no? :P

Una domanda personale a cui sono particolarmente interessato visto che dopo dieci anni finalmente quest'anno ho realizzato il mio sogno di fare un viaggio in Giappone: Masaki tu sei di padre giapponese, tu invece Francesca sei stata in Giappone per il WCS e diciamo che in generale sei di casa.Cosa credete vi affascini di quella cultura e cosa secondo voi rende ancora oggi, nel 2008, tanto distanti la cultura orientale da quella occidentale?M: Fondamentalmente sono sempre rimasto colpito prevalentemente da quelli che sono gli aspetti comportamentali della cultura nipponica. Mi ha sempre affascinato come a dispetto di uno stile di vita per lo più frenetico si riesca a trovare comunque spazio per una meticolosità e una cura decisamente degni di nota.Una cosa che mi ha colpito di molti grandi centri è la totale "chiusura", se si può dire così, nei confronti di chi viene da fuori: i cartelli in inglese comprensibili anche da chi non è in grado di interpretare ideogrammi sono pressoché inesistenti.Io sono anni che non rimetto piede nella terra del sol levante, dal mio ultimo viaggio in Giappone ne è passata di acqua sotto i ponti, ricordo che già 11 anni fa mio padre mi faceva notare che gli sorgeva spontaneo fermarsi a riflettere su come il suo paese fosse cambiato. Oggi la società muta in tempi ancora più rapidi, dopotutto ci troviamo sempre più facilmente a poter confrontare le differenze culturali e in qualche modo assimilarle facendole diventare parte integrante della nostra, muovendo un altro passo verso un'ulteriore evoluzione.Il Giappone che piace vivere a me comunque non è solo fatto di grandi centri commerciali, grattacieli e tecnologia a ogni angolo, dopo una giornata in mezzo a tutto quel bordello non troverei posto migliore che una bella stazioncina termale immersa nelle montagne.F: Io sono stata per tre volte in Giappone, dopo questa estate avevo giurato che non ci sarei più tornata in vita mia ma ora che mi ritrovo alle mani un mezzo giapponese con parenti e compagnia bella in Giappone ho proprio paura che dovrò tornarci molto presto... (ride) A parte tutto, io non mi sono mai sentita così legata alla cultura giapponese, mi affascina molto ma non la sento così vicina a me. Anzi, la sento molto distante dal mio modo di vivere. I manga, gli anime ma sopratutto il cosplay mi hanno avvicinata molto al Giappone e al suo popolo, mi è piaciuto andarci per tre volte consecutive, ci tornerò sicuramente ma non sono una vera fanatica di tutto quello che ronza intorno al Giappone. Sono italiana e vado fiera della mia cultura e delle mie radici.

E per quanto riguarda il cosplay?Ho visto quest'anno alcuni costumi a Harajuku assolutamente incredibili, ma mi è parso quasi che per loro il cosplay sia anche e soprattutto un modo per distinguersi prediligendo vestiti stile gothic o dark rispetto a noi che invece traiamo spunto dalle serie animate...forse sbaglio ma credo che loro abbiamo battuto fin troppo questa vena d'ispirazione rispetto a noi e che adesso il loro modo di fare cosplay sia diverso.M: Poco ma sicuro, in quanto con questo mi riallaccio a quello stavo dicendo poco fa: evoluzione. Anche il cosplay deve averne una. Nel nostro paese siamo ancora molto legati a quello che era questa pratica, non stiamo certo viaggiando su binari paralleli, molto più semplicemente credo che  certi stili si limitino ad avere  presa su un numero di persone inferiore in proporzione rispetto a chi ancora pratica il cosplay interpretando i personaggi dell'animazione/manga che magari non condivide o trova stimolante vestirsi gothic o dark.Per quanto riguarda il Giappone posso solo dire che per questa tendenza sostanzialmente sia solo questione di affibbiare un altro nome diverso da Cosplay tanto è lontana da quello che era in origine.F: Molto spesso ci sono fraintendimenti su questo tema: il cosplay non ha niente a che vedere con il gothic, il dark, il visual key e tutti gli altri trend di stile giapponesi. Come appena detto questi ultimi sono veri e propri stili di abbigliamento, con cui le persone vanno in giro normalmente, come poteva essere il punk e il grunge, mentre il cosplay è solamente un hobby in cui ci si traveste da personaggi di serie animate, manga o videogiochi. E' molto facile confondersi perchè in Giappone questi stili di abbigliamento sono veramente eccentrici e i ragazzi che li usano sembrano usciti da un fumetto quando invece sono loro che si costruiscono la propria moda con abiti e accessori stravaganti ma che non hanno niente a che vedere con l'animazione giapponese.

Masaki tu cosa pensi di avere del Giappone dentro di te, o cosa ti piacerebbe far tuo?M: Ti giuro che questa domanda la vorrei saltare perché  quando toccano il tasto "Giappone" con me è un po' come quando si tira la leva "eject" su un caccia: fuggo lontano lontano...Il punto, che mi porta a essere infamato tantissimo quando arrivo a rivelare questa cosa, è che del Giappone io ho più materiale genetico in termini di cromosomi (e nemmeno un'esagerazione a vedermi)  che non cultura. Sono nato e cresciuto in Italia e nonostante la buona volontà di mio padre, che quando ero piccolo almeno un po' di lingua me l'aveva fatta imparare, mi sono state sufficienti le distrazioni (o distruzioni) che la vita mi ha proposto durante la crescita per perderne quasi completamente ogni traccia. Ormai che ci sono mi rovino completamente: Francesca in Giappone sopravvive di sicuro meglio di me perché conosce più parole di quante non ne conosca io... Ebbene sì, io sono un mezzo giapponese finto insomma... Non sono mai stato un granché a dare giudizi su me stesso, forse Francesca, che di giappone ne ha visto abbastanza, può dire cosa possa avere in me di questo paese.Quanto al fare mio... Beh, potrei vedere se mi salta addosso un po' buona volontà (praticamente si fa prima a ritrovare il Santo Graal) e vedere se prima o poi recupero e imparo qualcosina! Almeno la lingua impariamola.F: Aggiungo solo una cosa: della cultura giapponese ha sicuramente il senso della cucina! Quando cucina cibo giapponese (è davvero bravo!) e apparecchia la tavola a lume di candela con tutti i piattini, ciotoline giappo e chopstick è davvero romantico!

Gli amici, un'anulare sinistro...e il nostro prossimo tète à tète!

Un pensiero su Paolo Cellamare, tuo fotografo ufficiale Francesca nonchè fotografo ufficiale di Cosplay.com che sarà presto ospite su queste pagine.                                                                                                                                M: Ho avuto modo di conoscere Paolo di persona a Lucca Comics, direi che i suoi shooting siano sufficienti a dare un'idea della sua capacità espressiva. Anche in situazioni di semplice "reportage" come in occasione della fiera di Lucca è stato in grado di dare forma a composizioni sceniche degne di un set fotografico creato appositamente per l'occasione.F: Paolo è il mio alter ego, lui per me è una cosa unica e rara,  una delle 4-5 persone a cui voglio più bene in assoluto e che avrà sempre un posto nel mio cuore. Una di quelle persone il cui ricordo porterò insieme a me anche nel momento che lascerò questo mondo terreno. Io e Paolo abbiamo vissuto insieme quasi 8 anni e tutti questi anni sono stati bellissimi sia per me che per lui. Ne abbiamo passate tante insieme, abbiamo riso e sofferto, siamo caduti, ci siamo presi la mano e ci siamo rialzati insieme. Adesso le nostre strade affettive sotto il punto di vista "fidanzamento" hanno preso due direzioni diverse, abbiamo strappato le pagine della nostra storia ma non le abbiamo buttate via, ce le conserviamo gelosamente nello scrigno dei ricordi più belli tra tutto quello che abbiamo costruito insieme. Continuiamo a lavorare insieme come fotografo e modella, fianco a fianco come abbiamo fatto fino ad ora per 8 anni consecutivi. Perchè ognuno tiene all'altra e viceversa, perchè amiamo quello che abbiamo costruito in tutto questo tempo. Lui ha costruito Francesca Dani e io ho costruito Paolo Cellammare, il fotografo che attualmente sta tentando la carriera e che io sosterrò con tutti i modi a me disponibili. Sono sempre stata e sarò la sua prima sostenitrice. Quando ci siamo lasciati ci sono stati i soliti denigratori che hanno gridato "Ora Francesca Dani è lavorativamente morta e sepolta". Ma la professionalità non muore così, essere professionali lo si capisce anche da queste cose, quando si mette da parte il cuore e si pensa al lavoro e alla propria arte. E io e Paolo lo siamo, siamo professionisti in quello che stiamo facendo. Francesca Dani e Paolo Cellammare non sono due stupidi che si nascondono dietro una macchina fotografica, siamo professionisti e siamo artisti e la nostra arte e il nostro lavoro morirà solo quando lo decideremo assieme a tavolino, quando entrambi non ne avremo più voglia, quando decideremo di appendere il nostro brand al chiodo o quando semplicemente non avremo più niente da dire. Fino a quel momento saremo sempre noi, il fantastico duo-team che ha avuto tanto dalla vita e che continuerà a lavorare assieme per ancora tanto tempo. Abbiamo tanti progetti e traguardi ancora da raggiungere. La nostra strada è ancora lunga. Attualmente Paolo gestisce i miei contatti e il mio lavoro a 360°, è il mio manager ed è l'unica persona di cui mi fido a dare in mano la gestione della mia immagine e tutto quello che mi circonda.

Nadia Baiardi?Credo abbia fatto un figurone allo scorso WCS e sò che la conoscete entrambi di persona.M: Anche Nadia l'ho conosciuta in occasione di Pisa Cosplay. Ho avuto modo di vedere la sua performance in rete, la sfortuna ha voluto metterci lo zampino ma seguendo una delle leggi fondamentali dello spettacolo, "the show must go on", ha portato avanti l'esibizione in maniera ineccepibile. La conosco molto meno rispetto a quanto la conosca Francesca, ma fin dalla prima chiacchierata extra contesto fiere-eventi ho scoperto che è anche un'ottima compagnia con la quale è un piacere stare a chiacchierare fino a notte fonda.F: Di Nadia non posso dire tanto, risulterei troppo mielosa per i miei canoni: lei è la mia migliore amica. Una persona come poche che mi è sempre stata vicina nei miei momenti più bui qualche mese fa. Non mi ha mai voltato le spalle come spesso succede in molti casi, è sempre pronta al dialogo, a dare consigli e aiuti. Sono sicura che la nostra amicizia andrà avanti in eterno perchè siamo davvero tanto legate. E per quanto riguarda il lato cosplay, non c'è molto da dire: lei è la cosplayer di punta ora come ora in Italia e se lo merita davvero perchè in quello che crea e in quello che fa ci mette impegno, tanta dedizione e, permettimi il termine, si fa un culo tanto quando lavora ai suoi costumi. Fa tutto da sola e senza aiuti da terze parti e i costumi che ha portato al WCS erano dei veri capolavori di sartoria. Io prima della sua partenza in Giappone sono stata spesso a casa sua, l'ho vista fare mattina a cucire e costruire gli oggetti per i suoi cosplay. Quindi tanto di cappello a questa ragazza che si merita tutto il successo che sta avendo. E non dico così solo perchè è una mia grande amica. La carta canta e basta guardare i suoi lavori per capire che ho ragione su tutto. Peccato per il WCS di quest'anno, dove lei faceva parte del team italiano, ma si sa bene, non sempre i migliori vincono.

Giorgia Vecchini e Laura Barbaresi. Due bellissime ragazze oltre che ottime cosplayers.Francesca sai però che per me sei il top (Masa non essere geloso): sono arrivate dopo di te alla ribalta e hanno ottenuto un gran successo.Credete siano state facilitate, visto che quando iniziò Francesca fenomeno cosplay era visto come un qualcosa di totalmente nuovo e di nicchia?Ricordo che ad uno dei primi WCS assieme a Laura c'era anche la bella Sonia Segreto ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata...M: I fattori  determinanti in un contesto come quello del cosplay sono diversi e si presentano sotto molteplici forme. Credo che ognuno finisca per concretizzare la propria capacità creativa nella maniera che gli è più congeniale.Francesca ad esempio, ha iniziato come cosplayer, ha adattato le sue capacità a questa pratica esprimendosi nei lavori che l'hanno fatta apprezzare anche all'estero e finendo per dare forma a quella che ad oggi si identifica in qualcosa che è andato ben oltre. Una figura che giustamente, a seguito dei risultati conseguiti nel corso degli anni, i più ancora associano al cosplay e che quindi non può fare a meno di rappresentarlo in qualche maniera, ma che si è concretizzata in qualcosa di più ampio. Qualcosa che è la pura espressione della sua arte creativa.F: Sicuramente le nuove leve del cosplay sono molto più avvantaggiate rispetto a chi ha iniziato a praticarlo i primissimi anni. Noi della vecchia guardia ci siamo spesso sentiti dire "Ma perchè ti vesti così? Ma non sei più un bambino!" perchè il cosplay non era conosciuto e la gente ci vedeva come ragazzi non cresciuti che si divertivano a "vestirsi da cartoni animati". Negli ultimi anni il cosplay è stato preso in mano da molti media a livello nazionale, si sono viste anche apparizioni di cosplayer ai vari telegiornali, nei programmi televisivi nazionali e su famose riviste e quindi la gente ha iniziato a capire che i cosplayer non sono ragazzi non cresciuti ma veri e propri artisti. Si è fatta molta luce sul fenomeno del cosplay e adesso non si sente più dirsi dietro le spalle "Ma sei scemo a vestirti così?" ma anzi, le persone si fermano incuriosite e i complimenti si sprecano.

Sermemole, HelloLen, Tatiana, Aura, Nadia...tutti volti nuovi del cosplay italiano: è un fenomeno che sta sicuramente prendendo piede a livello femminile tanto quanto maschile.Il fatto che il Romics sia diventato praticamente una fiera fumetto quasi interamente dedicata al vestirsi con la selezioni nazionali per il WCS e il resto, credete sia sintomatico dell'attenzione che oramai il nostro paese dimostra nei riguardi del cosplay?M: è fuori da ogni dubbio, questo tipo di eventi sono molto apprezzati e non mi stupisce affatto che vengano presi in seria considerazione da chi organizza fiere e eventi simili. Praticamente non esiste fiera che non inserisca all'interno del proprio programma un evento cosplay e questo penso sia ancora più sintomatico di quanto la cosa abbia presa sui frequentatori di quanto non lo sia una manifestazione affermata come Lucca Comics o che possa fregiarsi del logo del WCS per selezionare i partecipanti. F: Si, ormai le fiere nascono come funghi e molte di esse fanno fulcro sul fenomeno cosplay e sugli eventi ad esso legati. Sono tornata a Lucca Comics quest'anno, dopo 5 anni di voluta assenza (Masaki è riuscito nell'intento di trascinarmi di nuovo in quel casino!), e ho potuto vedere che che erano i cosplayers che "facevano" la fiera. Ormai il cosplay è il punto fisso di questo genere di eventi, non so quante centinaia di cosplayers ho contato nella sola giornata di domenica, impressionante! L'ultima volta per me fu 5 anni fa e i cosplayers presenti erano si e no un decimo di quelli che ci sono ora! Mi ricordo che i primi anni a cui partecipavo alle gare in cosplay si contavano circa 30 partecipanti, non di più. Adesso ho visto che superano i 500 iscritti e tutto questo è mostruosamente impressionante! Tutti questi numeri aiutano a capire come in così pochi anni il cosplay sia diventato il punto fisso di ogni fiera e dell'attenzione che il nostro paese dimostra al suo riguardo.

Adesso una domanda che è diventata un pò il tormentone dell'anno: pensate mi debba vestire alla prossima fiera? Occhio a quello che dite perchè con un parere favorevole da parte vostre non solo non potrei esimermi ma conterei anche sul vostro aiuto per la realizzazione del costume!M: Mi rendo conto che sei nel contesto "qui le domande le faccio io", ma prima di rispondere a una domanda simile mi sentirei in dovere di domandarti quali personaggi ti ispirano particolarmente, a quali vorresti "rendere omaggio" con la tua interpretazione. F: ... non so neanche io da cosa mi vestirò la prossima volta (è sempre una gran fatica mentale per me scegliere i miei prossimi cosplay, fidati! figurati se posso darti un consiglio a te! (ride)!Una domanda assolutamente in puro stile DocG Kensei e quindi irriverente e provocatoria: vi vestite mai in intimità? giocate mai a infermiera e paziente?M: Alex, come avrai visto già i miei costumi hanno una percentuale di stoffa veramente irrisoria e sono in mezzo alla folla, tra le mura domestiche non vado di certo a coprirmi di più.In ogni caso, qualora prendesse il sopravvento la voglia di un po' di trasformismo, beh... Aprire le ante dell'armadio è un attimo.F: No, mai, in intimità meglio nudi no? (ride) Ma non ti nego che una volta gli ho fatto indossare la mise di Sparta solo per il gusto di vederlo così.

Una domanda per Masaki: che effetto fà essere fidanzato con una star? Ti infastidisce a volte, ti rende orgoglioso...pensieri, emozioni, sensazioni? M: Rimando a qualche risposta precedente, poter aver accanto una persona con una simile ricchezza creativa non è soltanto qualcosa che inorgoglisce. Credo che quando al frutto del lavoro della persona che hai accanto viene riconosciuto il valore che merita non ci sia che da essere contenti.Finché non ci sarà da interrompere una cena romantica per cimentarsi in una rocambolesca fuga dai paparazzi nessun problema.F: ... credo di essere più gelosa io. Ogni volta che riceve una mail, un messaggio privato su facebook, myspace o anche un semplice SMS, mi giro verso di lui, lo guardo malissimo senza dire una parola e lui sa che è "obbligato" a dirmi chi è e cosa gli hanno scritto!

Rimanendo sul personale che progetti avere per il futuro?M: Anche se per chi non mi conosce può sembrare una cosa da niente o semplicemente  incomprensibile, Francesca  sa bene a cosa mi riferisco...Ho racchiuso tutto me stesso, a partire dalla più insignificante delle sensazioni, in qualcosa che poi ho consegnato nelle sue stesse mani... F: Guarda il mio anulare sinistro. Porto una promessa che brilla. E c'è chi ha detto che brilla della mia luce riflessa.

Detto questo, quando verrete finalmente a trovarmi a Milano? Volete proprio che mi offenda?M: Beh, se non erro a Marzo ci sarà Cartoomics...F: Si, a marzo a Cartoomics credo proprio che ci faremo un salto. Io non so ancora se saro' in cosplay o no, credo proprio di no, passerò di li giusto per salutare qualche amico!


Si Ringraziano Masaki Kaneuchi e Francesca Dani per l'intervista, la simpatia e la disponibilità.Se volete passare a trovarli non avete che da cliccare:Francesca:

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