Recensione Basilisk - I Segreti Mortali dei Ninja

Due giovani amanti, i loro clan in lotta da secoli. Vincerà l'amore o la morte?

Recensione Basilisk - I Segreti Mortali dei Ninja
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I ninja, insieme ai samurai, sono da sempre le figure della tradizione giapponese che più affascinano l'immaginario di noi occidentali. Implacabili assassini, macchine da guerra addestrate ad agire nell'ombra, da sempre strumento indispensabile nelle lotte di potere, è inevitabile che anche la letteratura e l'arte ne abbiano tratto ispirazione. Ed è infatti proprio attorno a questi silenziosi e letali combattenti che si sviluppa la vicenda di Basilisk, manga in 5 volumi pubblicato da Planet Manga, disegnato da Masaki Segawa e ispirato ai racconti di Futuro Yamada, da cui è stata recentemente tratta anche una seria animata.

Un amore osteggiato dal sangue...

Protagonisti della narrazione sono Oboro e Gennosuke, innamorati sin dal loro primo incontro, ma che si trovano loro malgrado coinvolti nella secolare guerra che infuria tra le rispettive famiglie, i temibili clan di Iga e Koga. I due ragazzi, forti dell'amore che li unisce, intendono porre fine alle ostilità grazie al proprio matrimonio, ma, come sempre, in concomitanza di buone intenzioni il destino avverso ci mette lo zampino... Lo shogun Ieyasu Tokugawa, infatti, si trova nella difficile situazione di scegliere chi, tra il suo primogenito Takechiyo e il secondo figlio Kunichiyo, dovrà ereditare il titolo di successore della casata e, spronato dal suo infido consigliere, sceglie di servirsi dei due clan per determinare il vincitore. Tokugawa decide, quindi, di porre fine al patto di non aggressione stipulato dal suo predecessore tra le due casate, e di scatenare così una guerra tra clan, nella quale i dieci membri più temibili di entrambi, segnati su due apposite liste, dovranno sfidarsi con ogni arma a loro disposizione, fino alla sopravvivenza di un solo combattente. In caso di vittoria di Koga verrà nominato erede Kunichiyo, mentre se dovesse spuntarla il clan di Iga lo shogunato passerà a Takechiyo. Sono proprio i due capoclan, Danjo Koga e Ogen di Iga (nonni rispettivamente di Gennosuke e Oboro) a dare inizio alle ostilità, e se all'inizio le sorti della battaglia sembrano pendere a favore di Iga, nello svolgersi della narrazione si riveleranno quantomai incerte, tenendo il lettore in sospeso fino all'ultima vignetta. Ognuno dei venti ninja coinvolti nella lotta possiede infatti straordinarie abilità di combattimento, esclusa la sola Oboro, il cui potere innato, però, può essere ugualmente pericoloso, sia per il proprio clan che per quello nemico... E' infatti in grado, semplicemente posando lo sguardo su chi le sta di fronte, di vanificare l'effetto di qualunque tecnica egli stia utilizzando, ma nel contempo non è per lei possibile controllare tale abilità. Resta da vedere se e come la giovane vorrà utilizzare la propria capacità per danneggiare l'amato, e come lo stesso Gennosuke si comporterà di fronte alla prospettiva di dover uccidere la sua promessa sposa. I restanti membri dei clan, al contrario, sono completamente esenti da qualunque scrupolo morale, e danno il via ad una vera e propria guerra aperta, senza esclusione di colpi, in una girandola di tecniche di combattimento tra le più disparate, passando dall'uso di una mortale nebbia di sangue per arrivare persino alla possibilità di essere invincibile, grazie ad un simbiote in grado di rimarginare qualunque ferita. Senza dubbio però l'abilità più sorprendente è quella dello stesso Gennosuke, che tramite il proprio sguardo induce i nemici ad autoinfliggersi ferite mortali. E, tra morti cruente e subdoli sotterfugi, le liste vedono sempre più nomi cancellati con un segno di sangue, fino all'inevitabile resa dei conti... Saranno in grado Oboro e Gennosuke di porre fine al massacro o cadranno vittime degli eventi, in balia di una guerra non loro? Solo nell'ultimo numero scopriremo se un finale romantico sarà possibile...

Tra chine e pc, un giovane mangaka al lavoro

Per quanto riguarda il character design, il lavoro di Masaki Segawa risulta di un buon livello, anche considerando che il giovane mangaka è alla sua prima opera di discreta rilevanza. I vari personaggi sono ben delineati, e diversamente caratterizzati anche in base alle proprie abilità di combattimento. Proprio questo aspetto è forse portato un po' troppo all'esasperazione, ottenendo in certi casi un effetto eccessivamente caricaturale, che anche nell'ambito dell'intera opera, seppur non votata al realismo più estremo, a tratti stona leggermente. Tale difetto, se così lo si vuole chiamare, è evidente in particolare per i protagonisti maschili, anche perché la caratterizzazione dei personaggi femminili si rifà a stilemi piuttosto convenzionali, non brillando certo in originalità (le ragazze sono tutte bellissime, formose e anche piuttosto discinte, sul modello di altri manga incentrati sul combattimento, primo fra tutti Inferno e Paradiso), senza dimenticare come l'autore cada neanche troppo raramente nella facile tentazione di far spogliare le giovani ninja ad ogni piè sospinto, senza alcuna logica apparente. L'aspetto psicologico, come è naturale per un'opera in cinque numeri, non è particolarmente approfondito, ma a favore di Segawa si può dire che, nonostante il poco spazio a disposizione, davvero pochi personaggi risultano anonimi, e come, anche grazie all'espediente di qualche immancabile intreccio amoroso, si possano apprezzare le differenze caratteriali tra i vari membri dei clan.
Dal punto di vista prettamente grafico, è da notare il massiccio uso di fondali realizzati al computer, che se da un lato conferiscono un effetto indubbiamente ordinato e pulito alle tavole, dall'altro possono risultare eccessivamente freddi, specialmente perché, data l'ambientazione, l'autore poteva cogliere l'occasione di descrivere in maniera più personale gli splendidi paesaggi giapponesi, le caratteristiche locande e le residenze dei ninja, cosa che avrebbe sicuramente impreziosito l'opera e reso felici gli appassionati della tradizione nipponica. Un accorgimento sicuramente originale adottato da Segawa è quello di contornare spesso i personaggi con una sorta di sottile alone bianco, in particolare durante le scene notturne, forse allo scopo di farli risultare meno "incollati" sullo sfondo in grafica computerizzata, e quindi di smorzare il contrasto tra il caratteristico tratto a china e l'atmosfera più ovattata dei fondali. Anche questo aspetto può essere opinabile, ma tutto sommato non risulta particolarmente sgradito alla vista. Le scene di combattimento, fondamentali visto l'argomento del manga, risultano piuttosto chiare e comunque mai troppo confusionarie, ancora grazie all'ausilio della grafica computerizzata per la resa del movimento.

L'edizione

Per quanto riguarda gli aspetti editoriali, il lavoro di Planet Manga è di un buon livello: il volumetto, piuttosto spesso, è provvisto di sovraccoperta, e nel primo volume anche di alcune pagine a colori, caratteristica che purtroppo si perde nell'oblio per gli altri, come è già avvenuto altre volte nelle edizioni Planet Manga. La qualità della carta è piuttosto buona, così come quella della stampa, che appare netta e senza sbavature. La traduzione non presenta difetti evidenti, e l'adattamento risulta credibile anche per quel che riguarda le espressioni gergali utilizzate. Il prezzo di 4 euro, per un volume di queste dimensioni, è sicuramente competitivo, anche se sarebbe stata gradita l'aggiunta di alcuni approfondimenti sulla figura del ninja, sulla scia di quelli realizzati per l'edizione Deluxe di Vagabond.

Basilisk In definitiva, Basilisk rappresenta un manga di discreto livello, che potrebbe far felici da una parte chi ama le opere incentrate sul combattimento, per l’indubbia originalità delle tecniche adottate, e dall’altra gli amanti della figura del ninja, a patto che sappiano concedersi qualche excursus in ambiti non propriamente realistici.