Recensione Berserk

Animeye offre l'analisi definitiva della serie TV di Berserk

Recensione Berserk
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Berserk è uno dei manga più interessanti degli anni ‘90, nonché una delle opere più fortunate del periodo capace di riscuotere l’apprezzamento delle generazioni X nelle varie parti del globo, andando a toccare fasce di pubblico anche del tutto estranee al mondo dei manga giapponesi. Come tutti saprete l’opera è incompiuta e ormai da tempo si trascina avanti stancamente, con una pubblicazione lenta e sempre più carente di qualità: indubbiamente il livello generale di quest’ultima, se paragonato a quello della prima parte, è ormai tanto degradato che non vediamo come possa non compromettere quello della serie intera, anche una volta che questa fosse compiuta. C’è da dire però che nel 1997 venne realizzata una celebre serie animata che, al tempo per mera necessità, si fermava nella trasposizione proprio al finire della prima e migliore parte. Per anni ci si è lamentati di un’opera orrendamente tranciata di netto, ora si comincia a vedere questo tranciamento come un provvidenziale accidente: ad oltre 10 anni dalla sua uscita in Giappone, il sottoscritto si prepara a farne un esaustiva recensione che, se per cause di forza maggiore non potrà pronunciarsi molto sul senso finale di un’opera incompiuta, potrà però sviscerarne fin nelle profondità ciò che l’ha resa grande ed indimenticabile, ovvero la perfetta costruzione dei personaggi e il clima di incombenza del destino che riduce al minimo ogni esaltazione da fomento facendo sentire soprattutto un fato implacabile. Tutto ovviamente oltre i combattimenti fichi e i bei disegni, ma è tempo che gli animefan accendano il cervello! Di tutte le interviste a Miura che ci è capitato di leggere nessuna si concentrava su quei pochi momenti di introspezione che rendono Berserk speciale nella sua categoria, forse stiamo sopravvalutando quest’opera ma non c’è alternativa: o Berserk è egregio nella costruzione dei personaggi per i motivi che sotto elencheremo oppure si tratta dell’ennesimo mito di una generazione che troppo spesso ha scelto idoli dannatamente vuoti e insignificanti.

Dramatis Personae

“Se credi che ti leghi a lui un’amicizia sincera farai bene a prepararti agli eventi: quando le sue ambizioni avranno trovato compimento, in quel preciso istante tu troverai la morte”

La vicenda si svolge in un medioevo che solo in due o tre momenti sconfina nel fantastico e tutto ruota intorno alle vicende di Gatsu, Grifis e Caska. Il primo pare come destinato alla sofferenza eterna: quando nasce sua madre muore, accudito da un tutore per via della compagna di questo, verrà maltrattato e ingannato ( nel manga anche prostituito ) finché non si risolverà ad ucciderlo. Adolescente, maneggia la sua spada con odio e risentimento, e in ogni colpo che sferra si può scorgere una sfida rivolta al fato a chi picchia più forte.
A Grifis la vita va nel senso opposto: costretto a molte sofferenze per inseguire il suo sogno, è differente da Gatsu principalmente per il fatto che, mentre questo combatte solo con risentimento e come per reazione ai colpi subiti, egli progetta la sua esistenza come un cammino per avere gradualmente sempre più presa sul mondo fino a dominarlo del tutto. Con un piano del genere trattare le persone come fini sarebbe un lusso troppo grande, non possono essere più che strumenti, come dice lui stesso esplicitamente; giocoforza, essendo impossibile provare amicizia per un individuo trattato come oggetto, questo sentimento potrà nascere solo nei confronti di qualcuno disposto a contrastare come soggetto col suo progetto, un qualcuno con il quale lo scontro sarà alla fine inevitabile.
Caska è forse lo strumento preferito di Grifis, l’unico individuo prima di Gatsu per il quale prova un accenno di amicizia, lei a lui deve tutto ed anche più. Incontrata mentre stava per essere violentata, Grifis, nel momento in cui viveva la sua femminilità e debolezza con intensissima drammaticità, non le diede la salvezza ma una spada con la quale conquistarsi la salvezza, liberandola cosi non solo dallo stupratore ma anche da quella debolezza femminile per la quale lei soffriva profondamente. Va notato che, anche se nel finale prova sentimento di amore per Gatsu, lei rimarrà sempre fedele a Grifis: non è lei che accetta di andar via con Gatsu ma questo che infine accetta l’armata dei falchi come sua famiglia e suo fine.
La narrazione vera e propria prende il via quando un Gatsu adolescente incontra l’armata dei falchi e sedotto dal carisma di Grifis decide di seguirlo. L’ambientazione estremamente fascinosa e dei comprimari che non soffrono troppo il loro essere figure stereotipate sono il companatico che ci voleva per questa memorabile serie. Animazioni belle ancora oggi e opening ed ending dal grande fascino contribuiscono a far si che anche a 2010 inoltrato sia tra i prodotti più appetibili in commercio.

Fato, volontà e tematiche

" Esiste in questo mondo una legge in qualche modo trascendente che governa il destino degli uomini, ovvero la Mano di Dio? Una cosa è certa: concesso non è agli uomini il libero arbitrio."

Come detto nell’introduzione il punto forte di Berserk è la caratterizzazione dei personaggi, decisamente sopra la media per un opera del suo genere. La tematica, ovvero il ruolo del fato e della scelta nel mondo, non è invero trattata adeguatamente e con acume sufficiente per interessare vivamente lo spettatore in quanto tale. Tuttavia va rilevato che molte delle scelte che pare i personaggi compiano per propria volontà sono in realtà delle non-decisioni, ovvero scelte quasi obbligate dalla situazione: si rende quindi necessaria, anche per il solo scavo dei personaggi, un'indagine approfondita sul ruolo del destino nell’opera.
Cominciamo col dire che l’unica fiera opposizione alla Mano di Dio è Gatsu, ma non col suo sopravvivere a forza ( pare infatti destinato alla sofferenza, il che richiede che egli sia vivo ) bensì col suo porsi in relazione a Grifis, destinato a diventare Phemt e strumentalizzare tutti i suoi (non) amici, come un vero amico. Il vero colpo che Gatsu infligge al destino è il risveglio della sensibilità umana di Grifis, che vacilla anche nel momento del sacrificio finale ( cfr. "Gatsu non venire perché so che se mi prenderai per le spalle non ce la farò" ).
Ciò che però è più interessante è vedere fino a che punto Grifis scelga di sacrificare tutto nell’ora decisiva piuttosto che rassegnarsi, inghiottendo le proprie lacrime, a un destino di potere tanto inebriante quanto amaro. Se è vero che il Bejelit chiede di “rinunciare alla propria vita per dominare il mondo”, è infatti anche vero che Grifis prima di diventare Phemt si rende conto che la sua vita come corpo inerme è ormai ridotta ad un'agonia ineffabile. Il sogno spezzato di una famiglia insieme a Caska - sogno che si accende non tanto per gelosia nei confronti di Gatsu quanto perché veder lui realizzare ciò che egli ha sempre disdegnato glielo fa rivalutare - è proprio il simbolo che ormai la vita non gli offrirà più nulla, né gloria né quiete. A cosa rinunciare quindi?
È chiaro che la rinuncia più che scelta fu predeterminata!

Edizione DvD

Attualmente la serie di Berserk è in vendita presso Yamato Video, che la presenta in un Box, denominato Epic Box, contenente in 5 dvd tutti e 25 gli episodi. La traccia video, cosi come quelle audio ( una 1.0 DD in italiano e l’altra 2.0 DD in giapponese ), non hanno dato adito a lamentele mentre si potrebbe sollevare qualche voce contro la totale mancanza di extra, esclusi trailer e un ciondolo del Bejelit in allegato. Tuttavia ciò è proporzionato al prezzo molto moderato di 49 euro, molto spesso ridotti almeno a 39 per via di promozioni varie. Se vi piace tenere in casa le vostre serie preferite questa potrebbe essere la volta buona per accaparrarsi Berserk ad un prezzo competitivo!

Berserk ( anime ) Un anime fatto d’avventura, azione e combattimenti difficilmente insieme all’entusiasmo dei più infantili guadagna anche l’apprezzamento dei palati fini, ciò accade solo quando dietro ai combattimenti ci sia un’anima vera e non un cartoccio dall’irrisorio spessore. Berserk è una di queste opere, ben lontani dall’esagerare col dire che è un capolavoro con la C maiuscola - a ben altro spessore riserviamo quest’onore - dall’accurato esame a cui lo abbiamo sottoposto è risultato essere un anime degno di intrattenere anche i più esigenti.