Recensione Harlock Saga. L'anello dei nibelunghi - Manga

Il capolavoro di Wagner adattato in manga da Leiji Matsumoto

Recensione Harlock Saga. L'anello dei nibelunghi - Manga
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Dramma musicale senza musica

Ci sono cose impossibili a realizzarsi e che, se tentate, conducono sempre ad esiti fallimentari: spiegare Bach ad un sordomuto col solo linguaggio dei gesti, dare una “vera” definizione del bene in sé, e, il nostro caso, rendere la poesia di un dramma musicale di Wagner senza la sua musica. L’utopia (o la follia ?) nacque nella mente di Matsumoto nel lontano 1992 quando mise su fumetto il primo atto dei quattro che compongono L’Anello Del Nibelungo, realizzando quei primi due volumi del manga poi trasposti anche in serie OVA. Attraverso molte vicissitudini, apprese dagli articoletti presenti come extra nei vari volumi del fumetto, riuscì poi a continuare la sua serie nella seconda metà degli anni '90 ed ora, pubblicati 8 degli undici volumi previsti, ha quasi portato a termine quello che lui stesso ha definito un sogno avuto fin dall’infanzia.

La fusione di due universi

La trama di questa bizzarra trasfigurazione dell’anello nasce dalla fusione di due universi differenti tra loro per personaggi e ambientazione spazio-temporale: quello dell’anello wagneriano e quello “matsumotiano” con tutti i suoi personaggi; rimandiamo pertanto a fonti diversi (e.g. Wikipedia) chi si trovasse in confusione con nomi e quant’altro.
In un futuro lontano nel quale le vicende dell’Anello vengono prese come una leggenda tramandata da antichi libri, si ripropongono le gesta che furono una volta e di cui serbano ricordo come eventi realmente accaduti solo gli esseri che le vissero in prima persona. L’immortalità degli dei, garantita dalla melodia congiunta di due organi suonati da Freija e Mime, è in pericolo poiché Mime, avendo saputo che suo fratello Alberich vuole rubare nuovamente l’Oro Del Reno, ha lasciato il suo organo ed è andata nel leggendario pianeta ad aiutare le tre fanciulle custodi del tesoro nel loro compito.
Gli eventi volgono però al peggio: Alberich ha pieno successo, riuscendo anche, appena rubato l’oro, a farsi forgiare lo straordinario anello che dà potere inimmaginabile e la fuga di Mime alla ricerca del fratello si è rivelata inutile.
Il mondo è ormai sull’orlo del chaos e sugli dei si cominciano a scorgere piccoli segni di vecchiaia. Harlock, Tochiro e altri eroi dell’universo di Matsumoto, tutti amici di Mime, decidono allora di correre in aiuto dell’eterea suonatrice che, intanto, è stata duramente richiamata da Odino al suo dovere. In questi tragici eventi anche Freija, responsabile dell’altro organo, si trova in un amara situazione: Odino l’ha infatti promessa in sposa ai due orribili giganti Fafner e Fasolt come pagamento per la costruzione d’una magnifica dimora celeste; i due però, fiaccati come gli altri dalla mancanza del duplice suono degli organi, richiedono un piccolo anticipo nel pagamento.

Nato sotto un segno sbagliato

Ahimè, daremo forse un dispiacere alla maggiorparte dei nostri lettori, probabilmente più vicini a Matsumoto che a Wagner, criticando fortemente la natura stessa di questo manga e non tanto il suo livello generale che, volendo, raggiungerebbe anche la sufficienza. Si rimprovera all’autore giapponese di aver tentato di rendere la poesia di Wagner senza l’ausilio della sua splendida musica, trasfigurando e snaturando completamente la trama dell’opera, forse attratto più da meri miraggi commerciali che da un reale amore per il maestro. E questo a dispetto di quello che si può leggere in ogni volume nell’anticipazione del numero successivo dove ci viene detto che Harlock e compagni, “trasportati dalle possenti note delle sinfonie wagneriane”, ripercorrono la Saga dei Nibelunghi. Ops, che peccato! È davvero una sfortuna che nel fumetto non ci siano, ovviamente, né le note né le parole del maestro tedesco e che ascoltare l’anello mentre si legge il manga è impossibile dato il tempo (breve) di lettura dell’uno e quello (lungo) d’ascolto dell’altro.
Concettualmente il discorso è più complesso: se da una parte si perdono infatti le sottigliezze e gli intenti filosofici di Wagner, dall’altra si acquistano alcuni temi della “poetica” di Matsumoto. I conoscitori del compositore avranno infatti già notato nella breve introduzione di sopra molte differenze tra l’originale e la riproduzione; tra queste, ad esempio, il fatto che Freija non venga rubata dai due giganti ma a loro promessa come pagamento, atteggiamento certamente meschino e, nell’accezione negativa del termine, aristocratico. Ciò che infatti guadagna l’opera, a fronte delle molte perdite, è il forte anarchismo di Matsumoto, sempre teso nelle sue opere ad affermare ideali di uguaglianza e pertanto chiaramente avverso agli dei e al loro dominio oligarchico e sfruttatore dell’universo e, più da vicino, degli esseri inferiori quale appunto è Freija.

Harlock Saga. L'anello dei nibelunghi - Manga Come ben deducibile dalla recensione di wagneriano in questo lavoro di Matsumoto c’è veramente poco: mancano le sue tematiche, la sua musica, molti eventi sono del tutto stravolti. L’unica via per non dare una totale bocciatura a questo tentativo di adattamento è vederlo come un’opera che da Wagner prenda in prestito solo personaggi e situazioni, dimenticando del tutto che ci dovremo trovare di fronte ad un’interpretazione, per quanto libera, dell’Anello. L’acquisto, visto il prezzo esoso (10 euro cadauno per dei normali volumi con sovracoperta a cui, talvolta, è allegato un piccolo contenuto speciale), è sconsigliato pressoché a tutti.