Recensione Il Castello errante di Howl

Dove anche i Castelli si muovono...

Recensione Il Castello errante di Howl
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Un nome una garanzia

Chi non conosce il nome di Hayao Miyazaki? Un mucchio di gente purtroppo, considerando come i film d'animazione, nonostante siano ormai sfuggiti alla fama di "roba da bambini" dopo grandi successi come Shrek e simili, rimangono comunque osservati con un certo distacco dal grande pubblico. Tuttavia l'appassionato, o anche solo chi ha avuto occasione di visionare uno dei lavori "storici" del famoso animatore, sicuramente riconosce e apprezza nel giusto modo il valore di praticamente tutti i suoi lavori compreso, appunto, Il castello errante di Howl creato dall'immancabile Studio Ghibli nel 2004 (rilasciato in Italia nel 2006). Tratto dall'omonimo libro di Diana Wynne Jones, questa storia fantasy rientra perfettamente nell'ottica di Miyazaki combinando un mondo fantastico e il rapporto degli uomini con esso e le forze che lo abitano (che si tratti di magia, come in questo film, o della natura in fondo non cambia molto). Che Il castello errante di Howl sia un'ottima trasposizione di un bel libro è dimostrato anche dalla lunga lista di premi e nomination ricevute in giro per il mondo, tra le quali si può citare per orgoglio nazionalistico la nomination al Leone d'Oro nel festival di Venezia.

C'era una volta...

Il castello errante di Howl racconta la storia di Sophie, una venditrice di cappelli e ragazza come tante altre che conduce una vita tranquilla nel suo piccolo negozio assieme alle sorelle; un'esistenza fin troppo serena, in effetti, senza colpi di testa né altro ma destinata a cambiare di colpo a seguito dell'incontro con un bel ragazzo biondo, delle strane ombre e sopratutto la terribile Strega delle Lande, la quale lancia sulla povera ragazza una maledizione trasformandola, da quel momento, in una donna vecchissima. La sua unica speranza per ritornare alla normalità è ricorrere all'aiuto del famoso mago Howl (nonostante quest'ultimo abbia, fra i cittadini comuni, una gran brutta fama), così Sophie parte alla ricerca del suo castello errante; da lì partirà la sua nuova vita, destinata a cambiare il modo in cui sia lei che il mago si affacciano alla realtà. Pur senza scendere troppo nei dettagli, il rapporto tra Sophie e Howl, e tra quest'ultimo e la magia, è il tema portante del film, cosa che condiziona notevolmente il ritmo dell'opera: non che manchino anche scene d'azione o simili (del resto, il film è ambientato in un paese in guerra) ma la maggior parte del tempo viene dedicata alla lenta costruzione del rapporto tra i due e al modo in cui essi si aprono pian piano l'uno verso l'altra, cosa che minimizza forse in modo eccessivo altri elementi importanti della storia, quali le sottotrame relative alla magia (che diventano in parte incomprensibili nella seconda metà del film). Buona parte degli altri personaggi rimangono sullo sfondo nonostante la loro importanza nella storia; se fosse stata proporzionale al loro ruolo, avrebbe dovuto essere maggiore. Questo probabilmente è dovuto alle difficoltà nel condensare un libro ricco di dettagli in un film seppur lungo 120 minuti come Il Castello errante di Howl; un difetto peraltro già visto in altre opere tratte da libri (ad esempio, quelli di Harry Potter) e che rischia di scontentare eventuali lettori del libro rimanendo fortunatamente solo un piccolo fastidio per gli altri. Anche il finale, nonostante il prevedibile lieto fine, rimane un po' abborracciato: per "risolvere" la storia vengono adottate alcune forzature troppo visibili e di conseguenza fastidiose; tutto questo senza nulla togliere al valore complessivo del film che rimane comunque sempre godibile. La progressione della storia è infatti ben realizzata, ne ci si trova a sorprendersi dei forti legami che si vengono a creare tra i vari personaggi; anche la complessa relazione tra la maledizione lanciata dalla strega delle lande e il rapporto di Sophie con Howl (comprensibilmente un elemento essenziale nel film) è qualcosa che si apprezza appieno solo verso la fine.

Edizione DVD

Come tradizione dello Studio Ghibli, il film presenta un disegno curatissimo fin nei minimi dettagli: gli ambienti del resto sono sempre molto vari, essendo il mondo dell'opera uno strano mix tra il più classico mondo steampunk (macchine a vapore, dirigibili ecc) con le grandi vallate e ambienti simili delle opere fantasy; il perfetto simbolo di ciò è proprio l'immagine del castello errante che vaga in spazi di natura incontaminata.
L'eccellente lavoro svolto dallo Studio Ghibli è ben valorizzato dalla qualità dell'immagine offerta dal supporto:
Lucky Red propone l’ultimo film del maestro Miyazaki in un’edizione Digipack doppio disco contenente un fotogramma della pellicola su stampa.
Il formato in cui è proposto è l’originale 1.85:1 anamorfico, sul fronte audio sono presenti 3 tracce in 5.1 canali di cui 2 in DTS per italiano e giapponese. La nostra lingua è presente anche in Dolby Digital 5.1
La traccia giapponese si dimostra certamente la migliore per spazialità e potenza mentre la traccia nostrana è certamente di buona fattura ma non così riuscita.
Il video è il punto che dà adito a più dell’edizione. Si vede che il materiale di partenza è particolarmente buono, privo di graffi e con un’ottima definizione. Ciò che più stupisce sono i colori, veramente appaganti.
In negativo va segnalato che in alcuni punti il DVD presenta degli spixellamenti abbastanza evidenti su schermi di grosse dimensioni che potrebbero disturbare la visione ma si tratta di momenti brevi, un paio di secondi, che passano quasi inosservati nel quadro sostanzialmente corretto che ci è proposto.
Extra abbondanti per quest’edizione con interviste all’autrice del libro da cui è tratta la storia ed un breve contributo della visita di Miyazaki negli studi Pixar.

Il castello errante di Howl Il Castello errante di Howl è un bel film, questo non si può discutere, ma presenta qualche piccola imperfezione non nel disegno (curatissimo) ma nella struttura della trama. E' possibile che il problema sia stata la mancanza di tempo ma a guardarlo sembra che manchi qualcosa, qualche scena o qualche spiegazione; forse sarebbe stato meglio tagliare in blocco qualche personaggio secondario o delle sottotrame piuttosto che lasciarle incomplete come sono. Ciò nonostante, il film in sé rimane eccellente: bello da vedere e divertente da seguire, con una storia capace di appassionare e che sicuramente non deluderà gli appassionati dei lavori dello Studio Ghibli e di Miyazaki o gli quelli dell'animazione in generale.

7