Recensione Otaku No Video

Non sai cos'è un Otaku? Vergogna...

Recensione Otaku No Video
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Otaku no Video

Otaku letteralmente significa “persona che resta in casa”, ma da lungo tempo in Giappone e nel resto del mondo indica gli appassionati di qualcosa, generalmente manga o anime ma non solo; tuttavia solo il termine otaku rende appieno il livello maniacale di interesse provato da certe persone verso il loro argomento preferito. Essere un otaku non significa, ad esempio, possedere tutte le videocassette di una serie animata e magari gli anime comics: solo quando cerchi spasmodicamente ogni piccola informazione, ogni insignificante articoletto anche di poche righe, ogni adesivo-action figure-disegno amatoriale-gadget e così via di ciò che adori, solo allora ti stai appena avvicinando ad essere un otaku. Chiaramente uno stile di vita così monotematico verrebbe visto con sospetto in qualunque paese del mondo, figuriamoci in Giappone (casa del rassicurante proverbio “il chiodo che sporge si becca una martellata”); dal sospetto all'ostilità il passo è brevissimo e questo Otaku No Video è stato creato dalla celebre Gainax (Il mistero della pietra azzurra, Evangelion, Le situazioni di lui e lei....) proprio nel periodo di massima sfiducia verso gli otaku in Giappone. Un misto di animazione e interviste a veri otaku rendono questo video un perfetto documentario sul fenomeno in questione, nonché un ottimo modo per vedere se e quanto si è vicini a raggiungere il glorioso titolo di Otaku.

Sarò il re degli Otaku!

Atipico nello scopo, Otaku No Video lo è anche nella struttura: lungo circa un'ora e mezza, è diviso in due parti basate su obbiettivi ben differenziati tra loro. Nella prima, si vede la “rinascita” del protagonista, Ken Kubo, quale nuovo otaku: attraverso l'incontro con il suo ex-compagno di liceo, Tanaka, Kubo scoprirà il fascino dell'animazione, dei manga, della fantascienza e così via distanziandosi sempre più da quello che il mondo “normale” considera la vita vera: fidanzata, sport, lavoro da scrivania eccetera. A intervalli regolari (10 minuti o meno) l'anime viene interrotto dalle interviste, generalmente a ex-otaku ora membri produttivi della società: elemento comune tra loro è sia il desiderio di nascondere il loro passato (tutti hanno il volto nascosto, e tutti hanno chiesto di modificare elettronicamente la loro voce) sia un'enorme nostalgia verso il passato, considerato come il momento più felice della loro vita. L'impressione generale fornita da questa prima parte è come essa sia di gran lunga la meno divertente del video (in termini di risate) ma anche la più affascinante: in appena tre quarti d'ora si comprende appieno il fenomeno otaku nei suoi vari aspetti, sia quelli positivi come l'affiatamento tra i vari appassionati, sia quelli negativi come l'effettivo distacco che si viene a creare tra l'otaku, interamente assorbito dal suo mondo, e tutti quelli che non condividono la sua enorme passione; l'anime e le interviste collaborano appieno nel mostrare la “trasformazione” del giovane Kubo e il suo distacco dalla vita precedente.
Simile nella struttura, la seconda parte rovescia tuttavia l'obbiettivo dell'anime: le interviste sono ancora presenti, ma in numero minore e di minor durata; a farla da padrone è quindi la sezione animata, ora molto più viva e divertente. Rifiutato dalla società (e sopratutto tradito dalla fidanzata!) Kubo decide che, se deve essere discriminato per la sua natura di otaku allora tanto vale percorrere quella strada sino in fondo: con l'appoggio di Tanaka deciderà di diventare Otaking, il più grande degli otaku. Da lì partirà la sua scalata al successo attraverso i suoi prodotti per otaku, incontrando lungo strada tutta una serie di avventure, amori, progetti, tradimenti e colpi di scena: solo molti anni e molte sofferenze dopo Kubo potrà finalmente dichiararsi “il più grande otaku nella storia dell'umanità!”.

Invecchiar male con l'età

Otaku no video è stato creato nel 1991 e l'età, purtroppo, si vede: pur essendo disegnato e colorato ragionevolmente bene (gli autori son pur sempre la Gainax) gli anni passati e la sua natura di prodotto semi-didattico hanno portato a un anime pieno di animazioni semplificate e vuoto di effetti di alto livello: la qualità di una serie televisiva di quegli anni, insomma, gradevole da seguire ma assolutamente incapace di competere con le animazioni da film cinematografico. Ironicamente le mancanze saltano all'occhio sopratutto quando, durante “l'addestramento” di Kubo, gli vengono mostrate scene-capolavoro di anime dell'epoca piene di effetti, particolari e altro indubbiamente assenti in Otaku No Video.
Per il resto, in quanto edizione, Otaku No Video è nella media: nessun problema nel DVD, piccoli extra presenti (niente di spettacolare, certo) e una confezione ragionevolmente curata. L'aspetto più interessante va invece ricercato nel linguaggio: Dynit ha infatti mantenuto l'audio originale giapponese (unico presente), ovviamente sostenuto dai sottotitoli in Italiano; fortunatamente la traduzione è impeccabile. Una scelta in fondo indovinata, in quanto le voci originali giapponesi sono perfettamente abbinate ai vari personaggi e danno un maggior “tono” all'argomento otaku, prettamente giapponese.

Otaku No Video Otaku No Video è davvero un anime particolare.... chi vuole solo un po' di svago potrebbe rimanerne deluso, perlomeno dalla prima parte: chi vuole invece avvicinarsi di più al mondo degli otaku, comprendere un po' più a fondo la natura del fenomeno (presente, anche se molto più diluito, anche in Italia) lo vedrò come una specie di Graal, un capolavoro da non mancare assolutamente. Otaku No Video può essere tradotto anche come “il tuo video” (tuo inteso come tu otaku) e i veri appassionati nostrani di manga e anime non potranno che gradire un prodotto così pieno di affetto verso di loro.