Recensione Sakura Mail

Una commedia sentimentale firmata da U-Jin

Recensione Sakura Mail
Articolo a cura di

Sakura Mail

Se in Italia è difficile uscire dall’università, in Giappone è arduo entrarci: gli esami di ammissione, soprattutto per le facoltà più prestigiose, richiedono una preparazione ed uno sforzo particolarmente elevati, e spesso costringono molti studenti a riprovare per più anni. Di sicuro tornerà alla mente Maison Ikkoku e le avventure dello sfortunato Godai, ed in effetti questo Sakura Mail non si pone molto distante.
Già pubblicato in VHS diversi anni fa, quest’opera partorita dalla fertile mente di U-Jin, apprezzato esponente del genere erotico, viene riproposta nel più consono formato DVD da Dynit, serializzata in 3 uscite.
La formula è quella già collaudata: un protagonista sciocco e ingenuo, inserito in un contesto scolastico, cerca di farsi strada nel cuore di una ragazza; la principale differenza è il set in cui si svolgono gli avvenimenti, ovvero la famosa università Keigo.

I ciliegi sono in fiore...

Pronto a riposare nella sua camera d’albergo di Tokyo, Toma è intento a riflettere sul suo prossimo futuro: avrà studiato abbastanza? Riuscirà a passare l’esame di ammissione? Improvvisamente qualcuno suona alla porta ed una attraente ragazza, Urara, entra in tutta fretta, facendo intendere di essere una di quelle liceali che si prostituiscono per mettere via qualche soldo. Turbato di fronte alla cosa, Toma, imbranato quale è, non riesce a ricordarsi che quella è una sua cugina che non vedeva da qualche tempo e che in realtà si tratta di una specie di scherzo. O almeno per tale viene spacciato, dato che in realtà Urara è profondamnete innamorata di lui, a causa di un bel ricordo che conserva di quando avevano passato del tempo insieme diversi anni or sono.
E’ così che iniziano le disavventure di Toma, alle prese con i complessi test d’ammissione e con una nuova conoscenza, Mieko, coetanea più matura della rivale e ben più affascinante, che non tarda a conquistare il nostro protagonista.
Ma il destino è avverso: di fronte alla bocciatura Toma non riesce a escogitare altro che mentire, e per lui cominciano i classici guai che scaturiscono da una bugia a cui irrimediabilmente non possono che seguirne altre.
Non c’è molto di nuovo (ma del resto non lo è neppure l’anime) sotto il sole: Toma non fa altro che prendere la decisione sbagliata ogni volta che ha l’opportunità di scegliere, risultando non solo ottuso, ma addirittura deplorevole in alcune circostanze; Urara invece fa di tutto per conquistare il suo cuginetto, riservandogli continuamente estreme attenzioni ma, nonostante la fama dell’autore, senza usare troppo le sue armi femminili. In effetti, nonostante la nomea di U-Jin, non ci sono grandi scene a sfondo erotico, al massimo qualche seno e alcuni ammiccamenti, tanto che il target di questo tipo di storie resta pressappoco lo stesso di sempre.
La narrazione è piacevole, con un ritmo scorrevole, adatto agli eventi raccontati; sebbene si sia cercato di tenere un tono più serio e maturo, gli episodi sono infarciti da alcuni rari momenti di comicità, per lo più derivati dai pensieri stralunati di Toma.
Il risultato è una commedia sentimentale che cerca di raccontare, forse con qualche assurdità di troppo, la società giapponese degli anni ’90, e in parte ci riesce, perché se da un lato lo spettatore difficilmente si può sentire coinvolto da questi primi episodi, d’altro canto è probabile che provi la curiosità di vedere come si evolve la situazione.
Il maggior pregio di Sakura Mail è riuscire a dare un minimo di credibilità ad un genere in cui solitamente gli avvenimenti e gli equivoci si susseguono ad un ritmo esagerato, quasi ridicolo, dando una conseguente idea di trama artefatta e fittizia. In fin dei conti gli eventi che scandiscono le giornate di Toma sono abbastanza naturali, e tutto sommato alcune sue scelte, per quanto criticabili, non sono poi lontane dal comportamento della gente comune.
L'unica vera, grossa forzatura è forse il fatto di aver voluto creare un rapporto di parentela tra Urara e Toma, tipico cliché hentai che tuttavia appare fuori luogo.

L'edizione

Visivamente siamo di fronte ad un ottimo lavoro: la mano di U-Jin per il character design dona a questa serie quello stile particolare che colpisce e la rende unica, ma d’altronde non ci si poteva aspettare di meno. Ottima la cura delle proporzioni dei corpi femminili.
Rapportate alla data d’uscita (1997), anche le animazioni sembrano sopra la media, risultando fluide e curate in ogni aspetto. Nonostante complessivamente si noti l’effetto di colorazione tipico degli anime prodotti verso la fine del secolo scorso, si può dire che Sakura Mail non senta troppo del passare degli anni.
Discrete le due sigle, forse un po’ troppo lenta quella iniziale, seppur decisamente “romantica”, mentre per quanto riguarda la colonna sonora possiamo dire svolge adeguatamente la sua funzione.
L’edizione proposta da Dynit appare abbastanza semplice, ma adatta: il video 4:3 risente del passaggio da VHS, mostrando in alcuni punti del rumore video, anche se complessivamente appare sufficiente.
Il comparto audio prevede due tracce, italiano 2.0 e giapponese 2.0 (entrambe in DD). Vista la natura dell’opera appare una scelta adeguata e la resa è decisamente onesta. Ottimo il doppiaggio, diretto al meglio e con alcune tra le migliori voci.
Tra gli extra troviamo le due sigle in plurime versioni (giapponese, con traduzione, con testo), i trailer giapponese e italiani, le schede dei personaggi e un’art gallery. Davvero difficile chiedere di più sotto questo profilo per una serie ormai datata.

Sakura Mail Chi va pazzo per I”S o 100% Fragola di sicuro qui troverà pane per i suoi denti: nulla di particolarmente originale, anzi forse l’assenza di comicità non permette di stemperare l’irrefrenabile antipatia per il protagonista, ma in fin dei conti la storia funziona, presenta meno fraintendimenti di altri manga sopra citati e riesce ad essere piacevole. Sommesso il lato erotico: bene per chi non apprezza il genere, meno per chi sperava in qualcosa di più “ecchi” e per i fan più sfegatati delle opere di U-Jin. In sintesi un prodotto discreto, ma non per tutti.