Recensione The boys

Servirà pur qualcuno che controlli i supereroi, no?

Recensione The boys
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In missione per conto di Ennis

In un mondo dove i super eroi non sono (solo) paladini della legge, ma sono corrotti e abbietti tanto quanto i criminali che combattono, qualcuno deve controllare che non esagerino. E qualcuno lo fa. Sono i Boys, un gruppo di individui estremamente pericolosi che “vigilano sui vigilantes” per conto della CIA. Alcuni devono essere ammoniti, alcuni messi in riga. Per altri invece la soluzione deve essere permanente, e magari molto dolorosa... Ed è qui che entrano in gioco i Boys.
Garth Ennis rappresenta la deriva matura del fumetto super eroistico e questa serie The boys è il riassunto di tutto la sua bravura.
Dopo aver sviscerato l’hard boiled nel fumetto su serie come Hitman, Preacher e The Punisher, Ennis ci regala “The Boys” .
Un'altra grande prova di uno tra i migliori scrittori contemporanei del panorama a fumetti.

I ragazzi sono in giro

Il mondo di The Boys è una realtà dove esistono i super eroi, ma sono personaggi lontani da esempi come l'Uomo Ragno o Superman; privi di etica e di morale si dimostano essere tizi in calzamaglia senza freni e senza limiti.
Qui i super eroi sono al pari delle classiche divinità viziate, immature, egoiste, violente e depravate che giocano e si divertono con il destino degli uomini.
E quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Scendono in campo così i Boys.
Un gruppuscolo di emarginati, agli ordini della C.I.A., che deve tenere in riga con le buone (ma molto più spesso con le cattive), questi super esseri capricciosi.
I ragazzi sono: Billy il macellaio, accompagnato dal suo fedele bulldog chiamato Terrore, Piccolo Hugie, Latte Materno, il Francese e la Femmina. Disadattati che per diversi motivi odiano i super tizi in costume.
Ad esempio in questo primo volume scopriamo la storia di Piccolo Hugie, che per uno scherzo del destino, e per una disattenzione da parte di un super eroe, perde grottescamente la fidanzata. Ennis crea un mondo pescando a piene mani dalla classica iconografia super eroistica.
Attinge così a serie come Damage Control, dove un gruppo di agenti federali era incaricato di porre rimedio ai disastri causati dagli scontri tra eroi in costume e villain; strizza l’occhio in maniera sardonica alla classica Justice League of America scimmiottando Superman, Wonder Woman, Flash e co. per arrivare a tentare l’impossibile, avvicinarsi a una serie mito come “Watchmen” di Alan Moore ma sempre enza prendersi troppo sul serio.

I primi sei episodi, raccolti in questo volume nell’edizione italiana della Panini Comics, sono stati pubblicati dalla Wildstorm/Dc Comics, che ha deciso poi di interromperne la pubblicazione per i contenuti violenti scritti da Ennis che ha portato la serie alla Dynamic Entertainment facendola diventare un vero e proprio successo nel panorama della scena indipendente, tanto che secondo la celebre rivista Variery, Columbia Pictures avrebbe già opzionato i diritti cinematografici della serie, mentre dall’Hollywood Reporter ci viene detto che Phil Hay (già sceneggiatore di "Aeon Flux" , di “Lo Smoking” (di Jackie Chan) e di Crazy/Beatiful) starebbe lavorando sulla sceneggiatura.
Anche Darick Robertson, disegnatore regolare della serie, sotto un rigido contratto con la DC Comics ha ottenuto un permesso speciale per poter continuare a lavorare su questa serie.
L’introduzione del primo volume è stata scritta da Simon Pegg, l’attore inglese che ha prestato le sue fattezze al personaggio di Piccolo Hugie, diventato famoso con “La notte dei morti dementi”

Assieme ai ragazzi Ennis e Robertson

Il duo Ennis Robertson funziona a meraviglia.
Se Ennis continua a non deludere sovvertendo tutte le regole classiche del classico fumetto dei super eroi, il tratto di Darick Robinson si dimostra ancora una volta essere una garanzia per il successo di serie alternative.
Garth Ennis non crea, distrugge. Strapazza tizi in costume, li macina e li frolla con irriverenza.
Ci mostra il lato deviato e perverso dell’eroismo: la libido, l’arroganza e l’avarizia, e lo fa mantenendo dietro a ogni sua storia un ghigno beffardo, tipico di chi sa quello che sta facendo.
The boys è una serie per un pubblico adulto, non adatta ad uno sensibile, dove scandali sessuali e scene forti sono il corollario di un mondo, quello dei super eroi , che va alla deriva.
Robinson rende bene graficamente le volontà di Ennis, grazie al suo tratto rotondo riesce a rendere l’atmosfera grottesca di questa serie dosando con sapienza un mix di tavole minimaliste e di scene di super dettagliate. L’autore ha affilato il suo pennello su serie come Transmetropolitan e Wolverine, arrivando a the Boys con un tratto tagliente e irriverente, capace di domare la tavola e di mostrare tutto quello che ci era sempre stato negato prima d’ora nelle storie di super eroi.

The Boys Se dovessimo dare un voto, di certo non andremmo sotto ad un 9: The Boys se l'è sudato tutto. Fumetto sporco, non certo nobile ma fuori dall'ordinario, geniale quanto schizzato, è l'offerta più interessante di questo periodo. Attendiamo con ansia l'uscita del secondo volume. Il primo raccoglie i primi sei numeri della serie in un 100% Cult Comics, edito da Panini Comics. Unica pecca le note a cui tanto bene ci ha abituato la Panini, mancano del tutto a pare le note biografiche sugli autori e l'introduzione di Simon Pegg. 13 € per 128 pagine a colori di Garth Ennis sono una buona spesa