Recensione The Sky Crawlers

Mamoru Oshii ci regala la sua più recente visione

Recensione The Sky Crawlers
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Dal romanzo al grande schermo

Estate 2008, 2 Agosto per la precisione. Nei cinema giapponesi veniva proiettato per la prima volta The Sky Crawlers, l'ultima fatica dell'acclamato regista Mamoru Oshii, conosciuto ai più per titoli del calibro di Ghost in the Shell, Patlabor e Urusei Yatsura (Lamù).
Il film è un'adattamento di una serie di romanzi dello scrittore Hiroshi Mori, che ne ha permesso la trasposizione dopo aver appreso il nome di colui che si sarebbe occupato della regia, data la difficoltà del progetto. All'animazione troviamo Production I.G, che riconferma la lunga e proficua collaborazione con Oshii; la sceneggiatura è di Chihiro Itõ, il charecter design di Tetsuya Nishio e le musiche di Kenji Kawai.
Polygon Pictures è la società che si occupa della superba computer grafica, che ritroviamo anche in Ghost in the Shell: Innocence (in Italia ribattezzato L'Attacco dei Cyborg).
Il film venne presentato alla 65ª Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto International Film Festival; ottenne inoltre il Digital Award al Future Film Festival.

Una storia di vita, amore e morte

Tutto ha inizio fra le nuvole, dove assistiamo impotenti alla cruda uccisione di un pilota durante uno spettacolare combattimento aereo, un dogfight per chi se ne intende.
Titoli di testa, cambio di scena e ci ritroviamo in avvicinamento ad una pista, sperduta in mezzo ad una campagna di un paese a metà fra Irlanda e Polonia, in un periodo storico indefinito. I motori si spengono, e dal velivolo scende il protagonista di questo film. Si tratta di Kannami Yuichi, nuovo membro in forze alla base Urisu, chiamato a sostituire il collega perito in battaglia. Quello che salta subito agli occhi dello spettatore è l'apparente giovane età, ma a dispetto di questo, lo vediamo fumare pesantemente, bere alcolici e frequentare bordelli. La contraddizione di questi elementi però, trova una logica nella natura del ragazzo. Yuichi, infatti, è un “kildren”, un individuo geneticamente modificato creato col dono della giovinezza eterna e condannato a non morire mai, se non abbattuto in volo.
La terra è in pace e la vita scorre tranquilla, ma l'umanità non sa stare lontano dagli orrori della guerra; così viene riprodotta artificialmente: un macabro spettacolo con l'unico scopo di intrattenere. Artefici di questo sono due compagnie: Rostock e Lautern, che utilizzano questi eterni giovani, pedine sacrificabili di un gioco perverso, mandandoli al massacro in quello che si può definire a tutti gli effetti uno show. Fra un combattimento e il successivo, Yuichi vive e intreccia il suo destino con quelli degli altri personaggi che popolano la base, e in particolare col comandante, Kusanagi Suito, anch'essa kildren e con un oscuro passato alle spalle. Con lo scorrere del tempo i rapporti fra i due vanno via via intensificandosi, e i sentimenti sempre più profondi, complice anche il ricordo ricorrente del pilota sostituito dal ragazzo in cui egli stesso ritrova misteriose similitudini.

Il cielo e la terra

In The Sky Crawlers ritroviamo tutti gli espedienti registici tipici di Oshii. Sequenze confuse e adrenaliniche durante le battaglie fra i cieli, inquadrature che enfatizzano la tensione dei piloti all'avvicinarsi del pericolo mortale di un proiettile nemico, si contrappongono alle scene di vita quotidiana a terra. Qui ritroviamo lunghi momenti di silenzio e ritmi estremamente lenti, come a sottolineare l'atmosfera di pace che regna nel mondo. Questo aspetto viene delineato e amplificato anche dalle scenografie in cui si muovono i personaggi: colori morbidi e rilassanti dipingono le tranquille pianure che circondano Urisu, mentre irrequiete nubi e tonalità accese fanno da cornice ai combattimenti aerei. Ogni elemento, quindi, ha al suo interno un valore metaforico che contribuisce a rendere il film un'esperienza da approcciare con una certa attenzione, non adatta a chi vuole semplicemente il blockbuster d'azione. Lo spettatore meno smaliziato, infatti, non riuscirà a cogliere tutti i messaggi intrinsechi nei piccoli gesti che caratterizzano i kildren o nelle carrellate sul paesaggio, e verrà sopraffatto ben presto dalla noia. Di contro, chi è gia avvezzo allo stile di Oshii riuscirà ad apprezzare al meglio cio che il maestro ha da dire con The Sky Crawlers.
Tutto il film, in effetti, è una metafora che può essere letta in diversi modi, a seconda di come la si interpreta; le esistenze dei kildren sono in qualche modo lo specchio della società odierna, dove i giovani si isolano dalla società per vivere un'esistenza vuota e priva di scopo, ripetendo ogni giorno le medesime azioni senza mai avventurarsi nel mondo degli adulti, con questi ultimi che li utilizzano, guardandoli dall'alto in basso e senza preoccuparsi del loro futuro.
Una condizione indubbiamente facile e vantaggiosa, il doversi semplicemente preoccupare di salire ogni tanto sul proprio velivolo e sparare qualche colpo verso uno sconosciuto. Una routine che rende i kildren apatici e inespressivi una volta ritornati alla base. Questo viene egregiamente sottolineato da queste sequenze dove il ritmo cala vertiginosamente, quasi a fermarsi. Ed è qui che Oshii sfoggia tutta l'esperienza di cui è dotato, andando a caratterizzare attraverso piccoli gesti quotidiani ripetuti all'infinito, con animazioni volutamente riciclate.
Grande importanza, inoltre, viene data al “maestro”. Un pilota, di cui non ci viene mai mostrata la figura, apparentemente imbattibile che fa pesare la sua aura dall'inizio alla fine. Costui viene dipinto come una sorta di figura paterna che segue a distanza l'andamento delle battaglie, ma pronto a punire severamente in caso di ribellione da parte dei kildren.
Tematiche difficili e profonde quindi, che sapranno stimolare il pubblico più smaliziato e avvezzo al regista Oshii, ma che annoieranno fin dalle prime battute chi si aspetta il classico blockbuster d'azione.

Oltre al cervello, i muscoli

The Sky Crawlers riunisce al suo interno tutto il meglio che l'animazione moderna ha da offrire. Le sequenze in computer grafica sono impressionanti e a tratti fotorealistiche con scorci da lasciare a bocca aperta. I combattimenti aerei, complice anche un attento uso dei movimenti di camera degni del migliore dei Top Gun, risultano spettacolari e adrenalinici e creano un coinvolgimento unico. Raramente infatti abbiamo potuto godere di cotanta magnificenza.
Una volta atterrati, verremo accolti da paesaggi modellati sulla base della campagna irlandese e polacca, con colori morbidi e pastellati, dosati sapientemente in modo da immergere completamente lo spettatore nella tranquillità tipica di questi luoghi. L'aspetto che forse va a stridere con l'impatto globale, è forse la scelta di mantenere i personaggi con il tradizionale tratto manuale, che risultano forse troppo distaccati dallo scenario circostante; minuzie, comunque, che non minano assolutamente l'esperienza.
Da lodare inoltre la colonna sonora di Kenji Kawai, che riesce a sottolineare con efficacia sia le sequenze d'azione, sia i momenti di tranquillità.

Edizione home video

La versione Blu-Ray de The Sky Crawlers è edita in Italia da “Dall’ Angelo Pictures” con ottimi risultati. Il video si presente in formato 1,78:1 Anamorfico 1080p; una vera gioia per gli occhi per chi almeno possiede un televisore HD Ready. Nessuna sbavatura, nessuna compressione sul nero e nessun segno troppo evidente di artifici. Sugli stessi livelli anche il reparto audio suddiviso in: Italiano 5.1 DTS HD; Italiano Dolby TrueHD 5.1 e per gli amanti della lingua originale Giapponese 5.1 Dolby Digital. Un po’ meno soddisfacente, piu’ per la quantità che per la qualità, la parte relativa agli extra dove troviamo una intervista al maestro Mamoru Oshii e un documentario intitolato “Dall’idea al film”; oltre naturalmente agli immancabili trailers. Consigliato a tutti coloro che possiedono un buon impianto audio capace di processare le nuove codifiche; in caso contrario esiste anche la versione DVD dove pero’ gli extra sono quasi completamente assenti. Quindi seconda prova (“su due”) piu’ che positiva per la piccola casa di distribuzione romana che è solo un po’ carente nella parte degli extra.

The Sky Crawlers The Sky Crawlers è la massima espressione dello stile registico di Mamoru Oshii, rendendolo uno dei migliori prodotti che il Giappone ha da offrire. Si rivela però un'arma a doppio taglio: se da una parte i fan del maestro troveranno il film visivamente e intelletualmente stimolante, coinvolgente e profondo, chi si avvicina per la prima volta a questo genere rimarrà sperduto e annoiato. Consigliamo dunque a questi ultimi di dare uno sguardo a opere precedenti, quali ad esempio Ghost in the Shell, considerato forse il massimo esponente dell'animazione giapponese, in modo da valutare lo stile del regista.

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