Recensione Wanted

Il crimine paga...

Recensione Wanted
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Intro

Pensate ai supereroi: forti, bellissimi, coraggiosi, sempre accompagnati da luci sfavillanti che evidenziano la loro già ovvia propensione al bene. Prendete ora i loro antagonisti: brutti, codardi, spietati assassini che vogliono conquistare il mondo fondamentalmente perché sono solo dei frustrati, continuamente messi a mangiar polvere dai paladini della giustizia. E se così non fosse? Se quelli a dettar legge fossero i cattivi? Se non ci fossero più le imponenti ombre dei mantelli dei supereroi a gettar in un baratro i loro piani di conquista? La risposta esatta a queste domande è “Wanted”, di Mark Millar e J. G. Jones.

La storia

Il suo miglior amico si passa la sua ragazza. Il suo capo di lavoro ha sempre qualcosa da gridargli contro per farlo sentire inferiore. Ogni giorno un gruppo di ispanici lo aspetta alla fermata dell’autobus per prenderlo in giro per come si veste. Ogni giorno lo stesso piatto da sfigato: salmone in crosta di sesamo con verdure alla senape e salsa wasabi. Ogni giorno la stessa normalissima e squallida vita. Ma qualcosa cambierà per il giovane Wesley Gibson. Anzi: qualcosa lo cambierà. Suo padre, che lo aveva abbandonato quando era ancora un infante, muore lasciandogli una enorme eredità; unica clausola da rispettare è diventare un supercriminale. Con l’aiuto di Fox, un’affascinante donna dal grilletto facile, Wesley sarà inserito in un corso accelerato di cattiveria e insensibilità dinanzi alle morti altrui e alle grandi quantità di sangue, fino a diventare The Killer, un pistolero dalla mira infallibile. Il giovane, con la sua nuova identità, scoprirà quindi un nuovo mondo sotterraneo che governa una immensa cospirazione mondiale atta a garantire libertà d’azione ai supercriminali. Non esistono più i supereroi pronti a salvare l’umanità dal giogo dei perfidi; gli unici contro cui ora si deve lottare sono quanti desiderino il potere all’interno della fratellanza.

“The WATCHMEN for super-villains”

Parlare di personaggio, buoni o cattivi che siano, distaccati da una loro possibile nemesi non è un discorso completamente nuovo. Studiare come potrebbe essere la vita di individui con poteri straordinari al di fuori di quella che può essere la loro attività di vigilante o di delinquente non è nemmeno lavoro semplice. Il riferimento è ovvio: “Watchmen” di Alan Moore. Il capolavoro dell’autore inglese, certamente, è unico nella maestria con cui tratta il tema del supereroe snaturato delle sue potenzialità di combattente, dimostrandosi così un essere comune, e in taluni casi debole, nel rapportarsi con il mondo di tutti i giorni e con una società spesso ostile (in questo caso si faccia eccezione per Dr. Manhattan, che è pari ad un dio). L’analisi, in questo tipo di romanzi grafici, consta nel verificare i nuovi obiettivi del supereroe nel momento in cui non ha più alcuna nemesi da combattere: la domanda che Millar affronta, prima di iniziare questa miniserie (che viene inserita all’interno di quella collana personale, dall’autore stesso denominata “Millarworld”), è, più che sicuramente, cosa farebbero i supercriminali se riuscissero ad abbattere ogni ostacolo frapposto tra loro e la conquista del mondo. Ovviamente lotterebbero per accaparrarsi la fetta più grande. Il Sunday Times, a tal proposito, ha definito “Wanted” come una nuova generazione di “Watchmen” per supercattivi. Tale dichiarazione, però, merita delle specificazioni: la sceneggiatura di Moore ovviamente ha fini e metodi più filosofici e quasi di denuncia sociale (nel momento in cui dimostra come i supereroi sappiano sconfiggere un uomo con una pistola a raggi laser, ma non riescano a far nulla per i disagi creati dalle guerre e dalla delinquenza urbana), mentre la storia di Millar tende a scioccare e a sorpassare i limiti imposti dalla moralità per quasi farsi beffa del lettore stesso nei molteplici twist presenti nel corso della narrazione. Certamente il punto in comune tra questi due obiettivi sta nella maniera in cui vengono creati i personaggi. Entrambi gli autori cercano di utilizzare come modelli soggetti già esistenti, e in molti casi famosi, all’interno dell’ambiente supereroistico: Fox ricorda parecchio Catwoman e sempre dalla serie dell’uomo pipistrello Penguin è ricordato dal personaggio di Avian; The Killer stesso rievoca la figura di Deadshot; Moore da parte sua richiamerà, ad esempio, le figure di Wonder Woman e Capitan America nei suoi due eroi Silhouette e Capitan Metropolis.
Altri esempi di questo tipo di tematiche le possiamo ritrovare in “Top 10” (di Moore in collaborazione con Gene Ha) e nel poliziesco supereroistico “Powers” (di Brian Michael Bendis).

Da grande voglio fare il cattivo

Lo sceneggiatore di fumetti scozzese Mark Millar, soprattutto negli ultimi tempi, ha fatto parecchio parlare di sé: sfrontato, dissacrante, amorale, pronto sempre a farsi beffa del lettore stesso e in tutto questo anche un bel po’ blasfemo, non solo a livello religioso, ma anche per quanto riguarda il fumetto supereroistico. Con “Chosen”, ad esempio, Millar pare riscrivere la Bibbia secondo le sue regole, dimostrandosi agli occhi della critica quasi come il nuovo profeta senza Dio pronto a sorpassare le sceneggiature di Garth Ennis e dei suoi discussi “Preacher” e “Just a Pilgrim” (e non solo). Blasfemo anche per quanti non amino vedere andare troppo fuori dalla norma la vita dei loro supereroi preferiti: la serie “Ultimates” e la miniserie “X-men: gente di domani” sono l’esempio palese di come i paladini della giustizia possano avere problemi ben più seri di una minaccia alla loro città, problemi interiori che non fanno altro che evidenziare la loro fragilità e spesso la loro insania. Gli scritti di Millar non si fermano solo nell’ambito MARVEL, ma nascono appunto dalla parte opposta, con la DC lavorando su “Swamp Thing” (in cui si è avvalso della cooperazione di un altro grande del fumetto, Grant Morrison) “Superman”, “The Flash” e più di recente ha collaborato in “The Autority” (prodotto Wildstorm), proseguendo il lavoro di Warren Ellis.
La sceneggiatura per “Wanted” sembra essere quasi un riassunto di tutte le esperienze lavorative dell’autore nell’ambito superoistico. Si è già spiegato come i personaggi di “Wanted” siano delle emulazioni di figure già esistenti nel mondo del fumetto DC e MARVEL. A questo punto il lavoro dello scrittore scozzese consterà solo nell’aggiungere la sua visione cupa della comicità: l’unico supereroe esistente nella serie è cerebroleso e lavora come servo per i cattivi; tra i nemici di The Killer c’è un enorme ammasso di sterco vivente assemblato dalle feci dei più cattivi del mondo (da Hitler a Edward Gein, al il serial killer cannibale Dahmer); di tanto in tanto alcuni membri della alleanza vanno per realtà parallele, in cui i supereroi non siano ancora stati devastati, e si divertono nel derubarli di reliquie e oggetti preziosi. Si potrebbe continuare a parlare per ore delle figure studiate da Millar per rendere veramente unico questo volume all’interno della storia del fumetto supereroistico.
Niente di unico o particolare hanno i disegni di J.G Jones e Paul Mounts. Certo, sono particolareggiati, attenti alle dimensioni e agli studi sulla dinamicità, fluidi e realistici, ma non dicono nulla di diverso dal normale approccio artistico delle serie standardizzate MARVEL. Per alcuni questa scelta stilistica del disegno può essere rimandata alla decisione degli autori di non voler alienare troppo la storia dall’ambiente supereroistico: richiamare elementi visivi topici del mondo dei supereroi (come ad esempio pose plastiche e sfavillii nei colori) può garantire un’atmosfera atta a far comprendere come quella realtà può essere il possibile futuro per ogni storia di supereroi; può significare la concretizzazione del mito che si infrange tra le mani del lettore. Una posizione questa discutibile, ma non da escludere. Nonostante le illazioni, il prodotto è visivamente ben curato e le citazioni al mondo dello spettacolo non mancano: The Killer è una versione disegnata di Eminem (chiamato anche per far parte del casting del possibile riadattamento cinematografico del fumetto), Fox è molto simile ad Halle Berry e The Killer senior è modellato su Tommy Lee Jones.

Wanted Continuare elencando l’immensa mole di idee narrative, a dir poco geniali dato il contesto, significherebbe togliere il gusto al lettore di rimanere impressionato dal modus operandi di Mark Millar e dal finale decisamente imprevedibile. Un volume da non perdere e da ricercare immediatamente prima che termini tra gli scaffali delle vostre fumetterie. La miniserie di sei numeri (risalente come pubblicazione in america al 2004) è raccolta, in Italia, nel volume “Wanted: il crimine paga”, edito nella collezione 100% Cult Comics dalla Panini. Per ora facilmente reperibile e con i prezzi, ragionevolmente standard, dei volumi stampati dalla suddetta casa editrice.