Speciale Captain Tsubasa: Road to 2002

La nuova serie di Holly & Benji

Speciale Captain Tsubasa: Road to 2002
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Captain Tsubasa : Cosa ci Aspetta...

Pochi giorni fa si è conclusa la serie televisiva di Holly e Benji, lasciando l'amaro in bocca a chi non vedeva l'ora di gustarsi i nuovi episodi, annunciati da Mediaset, ma mai realizzati in giappone. Fortunatamente abbiamo la possibilità di leggere il manga e di venire a conoscenza dei campionati mondiali che Tsubasa & Co. disputano nel corso della loro carriera: l'unico problema sarà la cadenza mensile, molto meno godibile della quotidianeità della televisione. Ma cosa ci possiamo aspettare da questi nuovi episodi? Yoichi Takahashi saprà ancora farci sognare?

Alla conquista del mondo ( Spoiler begins )

Che Captain Tsubasa fosse un'opera decisamente patriottica lo si sapeva, ma andando avanti si raggiungono vette di indicibile "presunzione"... La storia che conosciamo noi, vista in TV, si ferma alle qualificazioni per la coppa del mondo under 19, dopo che Holly & co. hanno sconfitto faticosamente la Thailandia. Da quel momento la storia è un crescendo di avvenimenti: nella squadra tornano tutti i giocatori di punta, forti dell'allenamento necessario a battere i sette del Giappone reale. Dopo aver battuto agevolmente anche l'Uzbekistan, iniziano le partite che contano: contro Cina, Arabia Suadita e Korea i campioni Giapponesi incontreranno le maggiori difficoltà, riuscendo comunque a vincere e a qualificarsi per i primi, veri, mondiali di Tsubasa Ozora. L'autore d'ora in poi mostra una certa attenzione agli eventi "esterni", sminuendo quella superficialità che contornava le serie precedenti, in cui tutti gli avvenimenti si svolgevano sul campo o poco al di fuori di esso. Iniziamo a vivere i primi momenti di "paura": la gamba rotta di Taro è la conferma che gli infortuni non si possono guarire solo con la forza di volontà (e stringendo i denti in condizioni precarie) ma solo astenendosi dal gioco, al contrario di quello che ha sempre fatto Tsubasa. Altro assente di lusso è il nostro caro Benji-Genzo, alle prese con delle mani martoriate, è proprio il termine adatto, dalle tremende bordate ricevute durante le qualificazioni. I mondiali iniziano con la partita d'esordio contro il Messico, mostrandoci subito una prima sorpresa: le magliette dei giocatori sono quelle vere, perfette repliche di quelle indossate dai grandi campioni... e finalmente direi! Addio maglietta verde per l'Italia quindi, bentornata maglia azzurra! Casualmente Holly-Tsubasa è reduce da un infortunio subito durante un'allenamento speciale: ovviamente gioca per intero la partita, riuscendo a ribaltare un risultato compromesso dall'abilità del portiere avversario, insuperabile in porta e pericoloso in attacco (!!!), grazie anche all'aiuto di Rob-Shingo autore del gol della vittoria. Nell'Italia fa la sua apparizione Gentile, un giovane difensore di estremo talento (e vai con i luoghi comuni, gli unici italiani forti sono il portiere e il difensore centrale...tra l'altro molti giocatori portano il nome più o meno uguale dei grandi di Spagna '82) a rendere competitiva una squadra che viveva solo di contropiede, come quella reale..forza Trap!
Purtroppo gli azzurri, sempre tra i favoriti in ogni torneo, faranno l'ennesima brutta figura, eliminati dall'Uruguay di Nico Holder- Hino e Ruben Pablo-Carlos Victorino. Causa della dipartita saranno gli inforuni che colpiranno i due fuoriclasse italiani, causati dal gioco duro dei sudamericani. Proprio i sudamericani sono i prossimi avversari dei giapponesi...
Hino, battuto da Hyuga con i sette del Giappone reale, dimostra di essere riuscito a acquisire un tiro di pari potenza del temibile "Tuono Bestiale" (e non "Tiro del Dragone" come Mediaset insegna) del centravanti orientale, e segna ben 4 gol, grazie anche all'assistenza del fenomenale Victorino.
Il risultato è un altalena che vede gli uruguagi portarsi in vantaggio a pochi minuti dalla fine: ma ovviamente Tsubasa non ci sta e, dopo l'acrobatico pareggio di Hyuga, fornisce un altrettanto spettacolare assist per il numero 9 giapponese, in puro stile "Sky Lab Hurricane" ("Catapulta Infernale" in Italia).
Hyuga tira una bordata delle sue e l'Uruguay torna a casa, con Hino che lancia l'immancabile sfida al cannoniere giapponese per i prossimi mondiali. E siamo alle semifinali, dove il Giappone incontra la Svezia, capitanata da Steven Levin.
Questa partita vede il ritorno tra i pali del grande Genzo Wakabayashi, ma allo stesso tempo la defezione di Challagan-Matsuyama, costretto ad assistere la sorella in ospedale, vittima di un incidente stradale.
Per la seconda volta nella storia, credo, il primo tempo si conclude 0 a 0, per merito di Genzo, capace di fermare senza problemi le assurde bordate di Levin, e della difesa svedese, allenatasi per contrastare il tiro di Hyuga e le giocate di Tsubasa.
Il secondo tempo sembra mettersi male per i "nostri", a causa del trattamento speciale che Levin regala al sostituto di Matsuyama, costringendolo all'uscita.
Solo l'arrivo in extremis del capitano della Flynet-Furano, confortato dal miglioramento della sorella, permetterà ai giapponesi di ritrovare il loro gioco e vincere grazie al "Floting Drive Shot" di Tsubasa. La finale è ovviamente contro il brasile di Roberto e Santana;per non rovinarvi le tante sorprese di questa partita, posso solo dirvi che tra gol acrobatici, infortuni e sostituzioni, Takahashi da il meglio di sé, regalandoci la partita più assurda e più ricca di colpi di scena di tutta la serie. A spuntarla sarà inevitabilmente il Giappone con un gol segnato da Tsubasa. A confermare l'attenzione dell'autore per gli eventi di contorno, assistiamo al matrimonio tra Tsubasa e Patty-Sanae, dopo che il numero 10 le aveva regalato l'anello proprio nel campo della finale... mi sa che per lui viene prima il pallone delle donne!

ROAD TO 2002

Dietro a questo titolo si nasconde l'ultima serie realizzata da Takahashi.
In World Youth Hen viene citato spesso lìepisodio in cui Tsubasa regala a Shingo le 3 monete dei paesi ospitanti gli ultimi mondiali, compresi quelli Nippo-Coreani, con la promessa di ritrovarsi insieme per disputare il torneo più importante del mondo, proprio nel 2002. In RT2002, come si evince dal titolo, viviamo le esperienze dei vari talenti giapponesi alle prese con la prova definitiva: il calcio europeo.
Ecco quindi Tsubasa approdare al Barcellona, Hyuga alla Juventus (!!!) e Benji all'Amburgo. Questi sono solo i primi 3, amche Taro, Shingo e Matsuyama approderanno nel vecchio continente per farsi valere. Elemento fondamentale di questa nuova serie è la presenza di giocatori realmente esistenti, ovviamente provvisti di nomi "fittizi" proprio come accade spesso nei videogiochi.
Così oltre agli ormai "cari" Tsubasa, Schneider, El Cid, Santana, etc..., troviamo Rivaul (Rivaldo), Inzars (Indaghi) e altri "sosia" di Zidane, Davids, Van Der Sar, Cannavaro, Thuram, Buffon, etc... tutti con nomi parzialmente modificati ma con i numeri di maglia relativi alla stagione 2000/2001 e quindi facilmente riconoscibili anche quando la somiglianza non è lampante. Dal punto di vista grafico, la serie ha subito un miglioramento qualitativo assurdo, a partire dalle proporzioni dei giocatori per finire a superbi stadi (sembrano delle foto degli stadi italiani). Il tutto si rivela interessante fin dall'inizio: l'alternarsi delle storie di Tsubasa, Hyuga, Genzo, Taro,etc. rende la lettura più piacevole, eliminando quel senso di "fossilizzazione" che contraddistingueva la serie precedente, interamente dedicata alla nazionale. E' da rilevare però come l'autore sia vittima alle volte delle sue stesse azioni: Captain Tsubasa ha sempre avuto come fulcro la spettacolarità e la fantasia che contraddistinguevano le azioni e acrobazie di giocatori neanche quindicenni.
Per rinnovare l'interessa e mostrarci quindi come il livello di gioco del calcio europeo professionistico sia talmente superiore a quello mostratoci finora, Takahashi non si fa problemi a stravolgere le leggi della fisica e del calcio: falli e trattenute da espulsione sono all'ordine del giorno, per non parlare delle sfide uno contro uno che non si riducono più a un solo dribbling, ma che vedono attaccante e difensore lottare più e più volte anche quando uno dei due ha la meglio e sembra ormai essersi allontanato con la palla.
In questo caso assistiamo a veri e propri incontri di Kung Fu, dove si fa qualunque cosa per rubare il pallone al rivale, compreso intervenire da tergo a gamba tesa senza che l'arbitro si degni di intervenire.
Ovviamente rovesciate e tiri ad effetto sono immancabili come sempre.

Il futuro

Personalmente le due serie inedite in Italia hanno tutto ciò che serve per affascinare, ma portano con se diversi limiti di coerenza.Con l'inserimento di giocatori realmente esistenti, vedremo anche Nakata, Inamoto, Suzuki e gli altri componenti dell nazionale Giapponese? O vedremo Tsubasa, Hyuga e Genzo sfidare Totti, Figo, Ronaldo e Zidane?
Inoltre anche il più accanito lettore non potrà non accorgersi dell'andamento spesso ridicolo delle sfide tra singoli giocatori, degne di più di un film alla "Shaolin Soccer" che di un manga che si rispetti, ma anche questo fa parte dello spettacolo come Holly & Co ci insegnano oramai da anni ( in tal senso non ho voluto eccedere con gli spoilers ma ne capiteranno davvero di tutti i colori ). L'incredibile realismo raggiunto nei disegni è in netto contrasto con quello che avviene sul campo, in maniera a volte disarmante. Non ci resta che aspettare la pubblicazione di questi episodi tanto attesi per poter verificare se il lavoro di Takahashi meriti davvero le grosse critiche ricevute in patria e se le mie sono solo dettate da una punta di delusione dinanzi una serie tanto attesa come la Road To 2002.

In ogni caso ancora una volta, è il caso di dire palla al centro...

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