Speciale Musashi Miyamoto

Un esaustivo speciale su Takezo Shinmen, alias Musashi Miyamoto, il più famoso samurai giapponese e protagonista di molti manga

Speciale Musashi Miyamoto
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Anime
  • MUSASHI

    Takezo Shinmen, o Musashi Miyamoto che dir si voglia, non è solo il protagonista di un manga di successo.
    E' soprattutto un personaggio realmente esistito: il più grande samurai del Giappone.
    Il suo paese lo venera tutt'oggi come eroe nazionale perché in fondo egli rappresentò l'incarnazione del giapponese che si è fatto da sé e che riesce a mescolare tradizione e innovazione.
    Proprio per questi motivi, in virtù dello stile narrativo che contraddistingue Vagabond e della caratterizzazione di Musashi, che ne hanno fatto un'eroe indiscusso per qualsiasi amante del manga di Inoue, ho pensato fosse doveroso un'approfondimento sull'uomo, sui duelli, sulle opere e su tutto ciò che fù Miyamoto Kensei ( letteralmente "il saggio della spada" ) nella vita reale.
    Alcuni fatti o notizie qui riportati potrebbero essere considerati spoilers dai lettori di Vagabond ma in tal senso è utile ricordare a tutti che il suddetto manga rappresenta già un'opera liberamente ispirata a "Musashi", il libro di Eiji Yoshikawa in cui la vita del famoso spadaccino assume contorni piuttosto romanzati e spesso inventati.
    Quindi, benché nomi e luoghi coincidano, nella maggior parte dei casi si tratta di eventi che si riveleranno essere "incrongruenze" rispetto a ciò che abbiamo letto, o andremo a leggere, in Vagabond.

    Da Musashi a Takezo : la nascita

    L'essenza del superuomo consiste nello spingersi al di là del bene e del male.
    Masashi non ne rappresenta certo un'eccezione.
    Violento, feroce, combattente nato, fù anche scrittore e pittore.
    La sua visione filosofica della vita e della via della katana le espone al mondo nel suo "Gorin No Sho" - Il Libro dei Cinque Anelli.
    Fù figlio del suo tempo come pochi, emerso dall'epoca sanguinosa e torbida delle guerre civili: in questo periodo avvenne infatti la prima riunificazione del Giappone, ad opera della famiglia Tokugawa.
    Ieayasu Tokukawa né fù l'artefice e il leader indiscusso e le sue gesta furono ricordate per tutti i 250 anni di egemonia dell'omonimo shogunato.
    A quanto pare però Musashi non fù lungimirante e non militò dalla loro parte: si schierò infatti coi loro avversari durante la battaglia di Sekigahara ( 20 Ottobre 1600 ), decisiva per le sorti del Giappone.
    Con lo shogunato Tokugawa la vita per i samurai divenne difficile.
    Furono prima isolati, poi svalutati, ma lo spadaccino fortunatamente non venne trascinato nella decadenza di questa grande casta di guerrieri, morendo nel 1645 all'inizio di tale declino.
    Anche in questo fù un personaggio a sé stante.
    Quando la pace venne ristabilita molti samurai restarono senza lavoro e diventarono dei vagabondi, dei Ronin: Musashi fù uno di questi.
    Fù' l'ultimo guerriero degno di nome nonché stratega di altissimo valore: con lui il bushido, il codice dei samurai, raggiunge i suoi più alti vertici. Su Takezo Shinmen rimangono scarsi cenni biografici.
    Come fece a diventare Musashi?
    Nonostante la sua fama, gli eventi salienti della sua carriera di spadaccino sono avvolti nel mistero.
    La sua stessa data di nascita è incerta: la si fissa intorno al 1584, nel villaggio di Miyamoto da cui certamente prenderà il cognome, nella provincia di Mimasaka.
    I primi anni della sua vita furono contraddistinti dal severo allenamento paterno: un'allenamento duro, senza pause, e condito spesso da cocenti umiliazioni.
    Il primo nemico è il suo stesso genitore, colpevole di aver ripudiato la madre.
    Madre e figlio si riparano nella provincia di Harima: il ragazzo vive con la donna ma sono le visite del padre ad entusiasmarlo.
    Gli verranno sottoposte due discipline: la scherma e l'arte della jitte, un bastone corto di ferro che serviva a bloccare e spezzare la spada del proprio nemico.
    Munisai Shinmen, che era grande spadaccino e certamente modello da imitare per Musashi, fù anche oggetto del suo odio.
    Alla fine la loro animosità sfocierà in un litigio, momento cruciale perché da lì a poco la morte del padre renderà impossibile una riconciliazione.
    Takezo si porrà quindi sulle orme del genitore surclassandolo: "Se non posso riappacificarmi con lui, diventerò come lui; sarà un modo per dimostrargli il mio affetto", sembra pensare.
    Resta orfano e questo creerà un fenomeno di antisocialità molto profondo.
    Provava avversione per l'igiene e il bagno: probabile che il superuomo non volesse sprecar tempo nell'offrire un'immagine pulita di sé ad un mondo detestato.
    I residui di un'eczema infantile ne deturpavano il viso, conferendogli uno strano rossore; i capelli lunghi e crespi, e il suo ghigno, erano tali da far sembrare che indossasse una maschera.
    Era un diavolo anche nell'aspetto.
    Musashi odiava anche le donne; misoginia causata dal rapporto con la madre, che essendo troppo fragile si lasciò abbandonare dal marito?
    Congetture.
    Quel che è certo è che non gli interessava attirare uomini e donne, piacere, o tantomeno aderire all'etichetta: era essenziale.
    Alla scherma d'altronde non occorre granchè: l'essenziale è la spada.
    Cominciò presto a combattere, e all'età di 13 anni sconfisse senza difficoltà il suo primo avversario, Kihei Arima, che sfidò subito dopo essersi imbattuto nell'oramai famoso cartello che quest'ultimo portava con sé: "Chiunque voglia sfidarmi sarà il benvenuto!".
    Tre anni dopo il secondo duello, contro Tadashima Akiyama.
    Anche in questa occasione tutto si svolse in fretta e in suo vantaggio.
    Questi trionfi dimostravano già allora come il ragazzo possedesse un talento straordinario e una natura superiore: "Sin dalla giovinezza il mio cuore inclinava all'arte della strategia"...affermazione inconfutabile.
    Fino ai ventun'anni restò a casa, poi, poco a poco, si rese conto che la Via della spada richiedeva il risveglio spirituale.
    Convinto che il vero nemico fosse lui stesso, il suo IO, era anche laico, convinto che lo Zen e la mortificazione del corpo non potessero aiutare il guerriero, e non praticò mai l'ascesi: anche per questo appare un'anticonformista, il nostro superuomo, al punto che quando gli veniva chiesto chi fosse il suo maestro o la sua scuola egli rispondeva "Non ne ho!", impensabile per quei tempi secondo il valore inestimabile delle tradizioni.
    Partì per Kyoto inaugurando quello che nel Gorin No Sho chiamerà "musha-shugyo", il pellegrinaggio del guerriero.
    Incamminandosi sul sentiero del pellegrinaggio ripercorse le orme di un suo illustre predecessore, Tsukahara Bokudera il grande maestro del "fendente unico". Durante il suo viaggio, conobbe anche Takuan Soho, famoso guerriero nonchè calligrafo, ma si ignora quale influenza abbia avuto tale incontro.Il pensiero di Takuan sicuramente, non era in linea con quanto predicato e messo in pratica dal Nostro per tutta la sua vita : "Mentre state uccidendo qualcuno non pensato all'atto di uccidere. Sia quando date la vita che quando la togliete, non dovete affermare l'IO".

    Da Takezo a Musashi : I Successi

    Musashi sfidò, lacero e malconcio, la più grandi scuole di katana del paese, riportando altrettanti successi.
    Per trionfare si avvalse di ogni espediente: il suo ritardo strategico si prefiggeva di innervosire l'avversario, di spiazzarlo.
    Studiava i luoghi dei duelli con meticolosità, analizzando il terreno e le rocce, sì da scovare nuovi elementi a proprio vantaggio e assicurarsi un'eventuale via di fuga.
    Questi duelli erano motivati dall'intento di provare la superiorità del proprio stile, e fù in queste occasioni quindi che si accorse di non averne in realtà alcuno ben definito e che, ciò malgrado, tutti gli altri si rivelavano inferiori.
    Allora mostrandosi caparbio e a tratti sbruffone, sfidò se stesso ricorrendo una meta quasi irraggiungibile: essere incomparabilmente forte nel mondo.
    Appena arrivato a Kyoto non perse tempo e osò sfidare gli Yoshioka, nobili istruttori degli shogun Ashikaga, come già aveva fatto il padre prima di lui tempo addietro.
    Volle affrontare Genzaemon, il capostipite, e questi, benchè continuasse a chiedersi perché mai dovesse raccogliere la sfida di uno zotico sconosciuto, alla fine decise di battersi.
    Nel giorno convenuto gli Yoshioka lo attesero a lungo.
    Che stava facendo Musashi? Dormiva!
    Se la prese comoda, era il suo stile: Genzaemon si sentì oltraggiato da questo comportamento irriverente, mentre lui era calmo e sereno come se non si trovasse sulla scena di uno scontro.
    Molto tempo dopo nel "Libro dell'acqua" del Gorin No Sho scriverà:

    "Nelle questioni strategiche il vostro atteggiamento non deve differire dal normale.Che combattiate o siete intenti al lavoro quotidiano dovreste apparire risoluti, ancorché calmi.Quando il vostro spirito è tranquillo non lasciate che il corpo si rilassi; se il corpo è rilassato non lasciate indebolire la mente".


    Tutto si svolse rapidamente.
    Musashi lo colpì con impeto e furia inesorabile, ma Genzaemon non morì: perse i sensi, e quando si risvegliò prese la decisione di radersi il capo e prendere i voti per via della cocente umiliazione subita.
    Ma una sorte ben peggiore attendeva Denshichiro, fratello di Genzaemon e il figlio di quest'ultimo, Hanshichiro ( quasi un bambino, ma d'altronde Lui aveva più o meno la stessa età al tempo del suo primo duello ): morirono entrambi, Musashi gli troncò di netto la testa.
    Le cronache familiari degli Yoshioka non recano traccia di questi duelli, e anzi in una interpretazione ben più romanzata, Musashi si sarebbe trovato in difficoltà già nel primo scontro, ferito da Genzaemon ad un sopracciglio.
    Difficile ritrarlo in queste vesti, o addirittura in fuga.
    Il pellegrinaggio continuò, e così crebbe anche la sua fama: Inei Hozoin e i monaci guerrieri di Nara prima, poi Baikin Shiido ,l'esperto di kusarikama. Affrontò circa 60 duelli ufficiali senza mai essere sconfitto. Famoso anche l'episodio del chicco di riso, posto sul capo di un'avversario, e poi tagliato in due senza ferire la testa del malcapitato.

    Non Fu Mai sconfitto....?

    Nel 1605 Musashi Miyamoto affrontò Musoh Gonnosuke. Altro ronin dedito al pellegrinaggio del guerriero, fino al duello con Musashi era rimasto invitto. Gonnosuke era di struttura imponente, e la sua veste recava un'iscrizione "Il Miglior combattente di arti marziali del paese". Era arrogante e il loro primo incontro non esordì sotto buoni auspici: i due si beccarono a più riprese. Poi estrasse la spada e si avventò su Miyamoto che dopo aver lasciato sfogare il suo avversario lo costrinse ad indietreggiare. Circondato da una barriera di rocce, questi capì che la ritirata era presclusa. Musashi non lo uccise: gli toccò appena la fronte con la punta della sua spada. Voleva umiliarlo, mantenerlo in vita per farlo convivere col rimpianto della sconfitta. Così fù. Deluso e amareggiato, Gonnosuke si ritirò sul monte Homan ma la meditazione non lo risollevò. Ricevette però una visione: gli apparvero in sogno dei kami, o divinità, che gli mostrarono uno Jo, bastone corto che da quel momento sarebbe diventato la sua arma. Capì che ora nuove tecniche erano accessibili ( ne creò 12 da cui ne derivarono altre 64 ) e così nacque lo Shindo Muso Ryu, l'arte marziale del bastone corto tramandata fino ai giorni nostri.

    Ed è qui che la leggenda si mescola alla realtà. Si dice che Musoh Gonnosuke messosi in cerca di Musashi lo sconfisse. Inoltre, pare gli riservò lo stesso trattamento subito tempo prima: non lo uccise, ricambiandogli la cortesia. Fù dunque questa l'unica sconfitta di Musashi? Cè chi è pronto a negarlo diffidando di fonti poco autorevoli e mai documentate.

    Le Opere

    Nel 1612 quando Musashi aveva circa 28 anni, avvenne l'epico scontro con Kojiro Sasaki, sicuramente il più grande avversario che avesse mai avuto. Si chiudeva un'era: Musashi Miyamoto era diventato una sorta di leggenda vivente per qualsiasi samurai o spadaccino del suo tempo. A 29 anni poi cè la svolta della sua vita: Musashi si rende conto che tutta la sua esperienza può essere applicata con successo alla strategia militare. Per lui vincere un solo avversario o combattere contro un'intero esercito erano la stessa cosa, e necessitavano della medesima strategia. Il principio è lo stesso e cioè il tempismo: niente attese o programmi, si vince aggredendo, e questo assunto vale sia per i duelli individuali che per l'impiego di vaste masse di uomini. Pare ovvio che a Miyamoto Kensei, i precetti di Sun Tzu paiono incomprensibili. Musashi fù per tutta la sua vita un'individualista convinto, quindi questa scoperta lascia perplessi i suoi estimatori, tanto quanto il fatto che in un certo periodo, verso i 40 anni, adottò e prese sotto di sè come discepolo Miyamoto Iori con il quale dimorò a Kogura per 6 anni circa. Poi oramai 50enne giunse al termine della sua "via" e decise di trattenersi presso un daimyo del Kyushu, Tadahoshi Hosokawa. A Tadahoshi, Musashi lasciò "I 35 articoli sulla via della scherma". Ma la data storica rimane il 1643: si ritira infatti per quasi due anni sulle montagne nel tempio buddista Reigan-Do ( il tempio esiste ancora, se capitate in Giappone visitatelo: non ve ne pentirete! ) e scrive il "Gorin No Sho- Il Libro dei 5 Anelli". In questo libro, Musashi racconta la sua esistenza ma non solo. Rivela al mondo intero i fondamenti della sua scuola: "Nitèn Ichiryù ( "due cieli una scuola" ) e Nitò Ichiryù ( "due spade una scuola" ) ". Gli anelli o cicli, sono da intendersi come una soluzione di continuità: l'uno conduce all'altro. I libri recano il nome di 5 elementi: Terra, fondamento e punto di partenza, Acqua, forza più potente della natura, Fuoco, Vento e Vuoto.La prima via, il Niten Ichiryù ha un significato quasi esoterico: il cielo rappresenta una forza primigenia a cui il samurai assurge.Ma perchè accontentarsi di un solo cielo?! Qui ritorna il Musashi anticonformista. La seconda via, il Nitò Ichiryù allude all'uso di due spade: l'uomo ha due mani e l'uso di due spade permette lo sviluppo di una tecnica impareggiabile al fine di ottenere la vittoria ad ogni costo.

    "La Via della Mia scuola consiste in questo principio: nel'alimentare lo spirito della vittoria si adoperi qualsiasi arma e qualsiasi misura!"

    All'età di 60 anni, nel 1645 termina la sua opera. Poco prima di morire scrive il "Dokko-Do", la via che bisogna percorrere da soli, composto da 19 articoli:

    Non contravvenire all' immutabile Via.
    Evita i piaceri del corpo.
    Sii assolutamente imparziale.
    Non avere desideri.
    Non avere interessi.
    Non invidiare gli altri.
    Non rattristarti nelle separazioni.
    Resta assente da rancori e animosità.
    Non avere desiderio d'amore.
    Non avere preferenze.
    Non ricercare la comodità personale.
    Non concederti lussi.
    Non possedere oggetti preziosi.
    Non ritenere false credenze o superstizioni.
    Non spendere denaro se non per la spada.
    Dedicati totalmente alla Via, incurante della morte.
    Anche nella vecchiaia, disinteressati al possesso.
    Rispetta gli dei, ma non pregarli.
    Non lasciare mai la Via.


    Muore 7 giorni dopo a 62 anni, come un'uomo che raggiunse l'illuminazione con la spada in pugno. Si racconta che al termine della cerimonia si udì un tuono nel cielo: era l'anima di Musashi che abbandonava il corpo. E' sepolto a 6 kilometri da Kumamoto.

    Capitolo Finale: "Ganryu"

    Il 14 Aprile del 1612 sull'isoletta di Funajima presso Kogura, Musashi Miyamoto affrontò in duello Kojiro Sasaki detto Ganryu.

    Erano entrambi ospiti di Nagaoka Sado, potente signore del Kyushu. Kojiro Sasaki, della scuola Gan era già uno spadaccino famoso in tutto il Giappone.Gli Hosogawa, futuri datori di lavoro di Musashi, lo stimavano per il suo famigerato attacco a "coda di rondine". Musashi era elettrizzatto e affatto intimorito. Come era già accaduto per Genzaemon, anche Sasaki accettò la sfida senza rendersi conto del perchè visto il rango e la scarsa fama del suo avversario. Musashi studiò in maniera dettagliata l'ambiente circostante sull'isola di Funajima: il sole alla propria destra, a sinistra neinte impacci. Kojiro si presentò all'appuntamento in perfetto orario, alle 8 in punto: per l'occasione sfoggiava un'abito cerimoniale e una spada sfavillante. Due ore dopo arrivò Musashi. La leggenda racconta che avesse ricavato una nuova spada di legno da uno dei due remi della barca, intagliandola durante il tragitto. Sasaki Kojiro appena lo vide, irritato, impugnò la spada e apostrofandolo duramente gettò il fodero in acqua: "Povero sciocco hai fatto male i calcoli! Tu vorresti batterti con me?! Via, questo non mi serve!". A quel punto Musashi gridò: " Non è di buon auspicio.Non si getta il fodero tra i flutti"....quel bizzarro individuo osava istruirlo??! Lo scontrò iniziò, violentissimo, ma si concluse in maniera inaspettatamente rapida: la lama di Ganryu taglio il fazzoletto che Musashi aveva posto sulla testa per mantenere i capelli, mentre questi colpì in pieno la testa dell’avversario. Ganryu si accascio a terra lanciando ancora un attacco con la punta della spada che colpi il kimono di Musashi."E' morto!" esclamarono i giudici di gara. Musashi sfoderò la spada corta, e balzando indietro a braccia aperte in segno di omaggio al suo avversario, si inchinò agli ufficiali presenti.Alcuni passanti gli chiesero un parere circa la contesa, ma lui non rispose....sembrava che l'anima non fosse più dentro al suo corpo, pareva una nuvola nel cielo. Un nuvola, come quelle che si fermò per un attimo a rimirare prima di montare in barca e andar via.

    Musashi Miyamoto oggi

    Musashi Miyamoto oggi è più vivo che mai. Non solo un romanzo, definito come "Il Via col Vento giapponese", ma anche 3 film, con protagonista il grande Toshiro Mifune ( Samurai 1: Miyamoto Musashi, Samurai 2: Duel at Ichijoji Temple e Samurai 3: Duel at Ganryu Island...tutti e tre le pellicole raccontano momenti diversi nella vita di Musashi ). E poi Vagabond, opera prima di Takehiko Inoue, che trae fondamento e ispirazione proprio da "Musashi" di Yoshikawa. Inoltre il personaggio di Takezo/Miyamoto vanta due serie televisive a lui dedicate, trasmesse in Giappone. La prima, in onda tra il 1984 e il 1985, ha come protagonista, nei panni del nostro spadaccino, Yakusho Koji. La seconda, molto più attuale e più "realistica", conta 49 episodi ed è stata tramessa sugli schermi di NHK TV a partire dal 1 Aprile 2003. Protagonista Ichikawa Shinnosuke, attore piuttosto famoso in Jap. Degne di nota, la partecipazione di Takeshi Beat Kitano nella parte di Munisai Shinmen e la colonna sonora ascritta da Ennio Morricone.

    La scuola di Musashi viene tramandata oggi sotto il nome di Hyoho Niten Ichi Ryù. Numerosi maestri si dichiarano autentici ereditieri del suo insegnamento, primo fra tutti Masayuki Imai.

    Fonti

    Per scrivere questo speciale-biografico sulla figura di Musashi ho attinto infomazioni e citazioni da numerosi testi di cui mi senti di consigliare la lettura.

    Samurai - Leonardo Vittorio Arena ( Oscar Mondatori )
    Il Libro dei Cinque Anelli - Miyamoto Musashi ( Rizzoli )
    The Book of Five Rings - Victor Harris
    Sogni - Takuan Soho ( Luni Milano )
    Musashi - Eiji Yoshikawa ( SuperBur )
    Lives of Master Swordsmen - Sugawara
    Vita di Musashi - Kenji Tokitsu

    ...Dal "Libro del Vuoto":

    "Prefiggetevi di migliorare, grazie ad una mentalità illuminata, giusta e comprensiva. Cercate di considerare la via come il vuoto, e il vuoto come la via.Nel vuoto non ci sono il bene e il male: cè la saggezza, cè il principio e cè la via....la Mente è il vuoto."