Speciale Takashi Murakami e Yoko D'Holbachie

Fino al 10 Gennaio a Mondo Bizzarro Gallery!

Speciale Takashi Murakami e Yoko D'Holbachie
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Dal 3 Dicembre al 10 Gennaio Mondo Bizzarro Gallery è presente un allestimento che ci mostra gli aspetti contemporanei più tipici degli artisti giapponesi.
E' presente il celebre Takashi Murakami. Leggere le sue opere "super flat" come prosieguo delle correnti pop americane è abbastanza fuorviante. Come altrove evidenziato, è nell'arte occidentale che sentiamo il perenne confronto con l'arte prospettica e gli spessori del chiaroscuro, e consideriamo ogni movimento esterno a questi concetti come "contemporaneo". In realtà c'è un'assoluta continuità concettuale e formale con l'arte tradizionale nipponica. Innanzituto la formazione stessa è avvenuta nel solco delle scuole tradizionali (che nella nostra ottica sono paragonabili più a scuole d'artigianato che ad accademie d'arte, non per sminuire l'istituto, ma per evidenziare le differenze culturali della produzione e fruizione all'interno delle facoltà universitarie: più vicine all'etnologia nazionale che all'estetica generica).

All'interno di questo mondo il mostro è collegamento di conscio e inconscio e comunque in generale latore di un sentimento o un avvenimento di una specifica località: è un po' come se noi parlassimo di una qualche leggenda di una ninfa del lago o dell'agiografia di un santo, elementi da noi ormai relegati all'ambito dei miti classici o della letteratura fantasy. In Giappone invece la cultura non ha mai subito queste trasformazioni radicali: siamo sempre nell'ambito dello yamato damashii, lo spirito nipponico. Gli yokai (i "mostri") pervadono il mondo e sono i testimoni dei sentimenti e delle azioni umane. In effetti Murakami non ha la nostalgia formale ed etica dei nostri preraffaelliti, ma all'interno delle sue scelte artistiche sono artisti che gli assomigliano non meno di quelli pop americani attuali. Murakami non progetterà dal cucchiaio alla città, ma per il resto spazia in maniera totale fra arte e artigianato, fra arte da galleria e arte di consumo. Ma arte di consumo vera, intesa come pupazzi, t-shirt o caramelle. Fa quello che in occidente è prodotto dalla Disney o dalla Lucas arts, ma rimanendo nel solco personale come le arts and crafts teorizzate dai vittoriani (certo, per loro era già tanto una carta da parati o una stoffa, ma chiaramente questo è dovuto solo al distacco temporale).

Speriamo che alla luce di quello che è stato detto, non percepiate i disegni come una semplice operazione di upgrade culturale per nobilitare "le pupazzerie dell'infanzia". Tale effetto però è chiaramente evidente nelle riproposizioni dei cartoni anni '70 e '80 con un chiaro sentore di nostalgia che ovviamente rappresenta il lato più commerciale ma non meno interessante. L'apprezzamento è destinato a un pubblico specifico che può riformulare i propri concetti (e ovviamente anche l'evidente senso di nostalgia) pescando qui e là con la mente i disegni di per sé più evocativi: è insomma una sorta di "bassorilievo" a contenuto mosaicizzato e frammentato con logiche e rimandi a multilivello.

In ultimo ci sono alcuni esempi dell'arte Yoko d'Holbachie. Qui la costruzione dei mostri è speso slegata da sostrati psico-mitici. Si tratta di un tuffo negli abissi liquidi dell'assurdo. Gormiti, skifidolls, gothic lolitas trovano nelle sue illustrazioni un rappresentante alto. Usa i colori acrilici e a olio realizzando un effetto molto brillante e cromaticamente appagante. Più che mostri, sono mostriciattoli. non sappiamo se l'artista se ne renda conto, colpi di pennello volti a incorniciare, spesso, una versione mostruosa e kawaii di un cucciolo/bebè, molte volte privo di una spiccata caratterizzazione anatomica: una sorta di ammirazione del piccolo da accudire.
Ma giudicate voi!

TAKASHI MURAKAMI e YOKO D'HOLBACHIE Scommettiamo che ora, almeno un pò, siete curiosi. No?