Davide Castellazzi risponde a d/visual sulla crisi dei manga

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Pochi giorni orsono, D/VISUAL aveva emesso un comunicato tramite il suo sito ufficiale che ridava il benvenuto ai suoi lettori dopo le ferie estive, ma con una lunga riflessione sulla crisi dei manga che sta attanagliando il Sol Levante in questo periodo, crisi che ha provocato la chiusura di molte riviste di punta di famose case editrici nipponiche.

Dopo pochi giorni, Davide Castellazzi, che ha collaborato con la Panini Comics curando la testata Manga 2000 (ora soppressa) in passato e che è attualmente collaboratore della casa editrice DeAgostini, replica al comunicato della casa editrice di Federico Colpi con un post nel suo blog ufficiale:

Se questa rubrica non si intitolasse "Mumble... Mumble..." potrei intitolare questo pezzo "Apocalisse Manga". Amo il catastrofismo, ma veramente di ciò si tratta? Smetto di essere nebuloso e comincio a spiegarmi. Un pezzo di Federico Colpi, sul sito d/visual, dipinge una drammatica situazione dei manga in Giappone. Evito di fare considerazioni specifiche sull'interveneto (comunque leggetelo, è molto interessante) e, sollecitato da alcuni amici aggiungo qualche nota personale (giuro, lo faccio perché sollecitato, ultimamente la mia pigrizia ha il sopravvento sul mio egocentrismo).
Sono circa due anni che sostengo che il mercato dei manga in Giappone è in grave crisi. Non si tratta di una mia fissa, ma di osservazione della realtà. Non solo le riviste chiudono, ma basta andare in metropolitana per constatare che i pendolari che una volta leggevano manga ora smanettano col cellulare. La crisi è confermata anche dagli addetti ai lavori: durante una delle feste delle case editrici, a cui sono stato a dicembre a Tokyo, facce preoccupatissime si aggiravano per la sala (occhio le feste sono un luogo fondamentale per chi lavora in editoria in Giappone per scambiarsi informazioni e impressioni). Le vendite scendono vertiginosamente un po' per tutti. I manga cesseranno di esistere? Certo che no, sono così radicati nella cultura Giapponese che sopravviveranno sia a noi sia ai nostri nipoti (oltre non mi azzardo a pronunciarmi, ci vorrebbe Nostradamus), il problema è più sottile. Il problema consiste nel fatto che la crisi, dovuta essenzialmente all'ingresso in scena di competitors fortissimi (come i telefonini), ha colpito l'anello principale della catena di produzione dei manga: le riviste. Si tratta di un problema "strutturale", insomma. Sono le riviste il primo passo della "macchina industriale manga". Sulle loro pagine i manga nascono, poi vengono raccolti in volume, poi diventano anime, videogiochi, gadget eccetera. Il crollo delle riviste non rappresenterebbe di per sé un grosso problema economico (i guadagni maggiori vengono da tutto il resto), tuttavia se vengono a mancare le riviste non vi sono più nuovi manga e quindi anche meno anime, meno videogiochi, meno gadget. Si perde insomma lo starter (o uno dei principali starter) di tutto il sistema. Ecco qual è il problema. Riguardo ai telefonini, neanche io come fruitore amo molto leggere i manga sui loro schermi, ma sono pronto anche oggi a buttarmi nell'impresa di produrre fumetti e contenuti vari per loro (c'è qualcuno interessato all'ascolto? Io sono pronto). Questo perché non ha senso fare scudo col proprio corpo al treno del progresso, ci si farebbe solo investire, meglio salire a bordo e vedere dove porta. Ma tornando ai manga, i telefonini non possono sostituire le riviste, non possono cioè presentare decine di titoli alla volta lanciando complessivamente, settimana dopo settimana, mese dopo mese, centinaia di autori, migliaia di serie. Sono un'altra cosa, uno strumento differente. Il nodo che gli editori giapponesi devono risolvere è insomma un altro: possono e devono realizzare manga per cellulare, ma devono anche trovare un modo per fermare la crisi delle riviste, oppure trovare un nuovo strumento per sostituire le riviste. Quale? Se lo sapessi sarei già su un aereo per andare a vendere l'idea a qualche editore nipponico...
Riguardo ai riverberi che la crisi manga può avere in Italia, direi che sono inesistenti. Nel nostro Paese le vendite sono ridicole se paragonate a quelle giapponesi e da noi le riviste manga non sono mai esistite. Il problema si presenterà al massimo tra parecchi anni, se effettivamente verranno prodotti sempre meno manga in Giappone, a causa di una scarsità di titoli pubblicabili. Ma mi sembra un'eventualità così lontana da non essere degna di venire presa in considerazione. E comunque, visto il livello della maggior parte dei nostri editori, che pubblicano tutto a casaccio, un po' di sfoltimento male non ci farebbe.