Doraemon, un simbolo per Russia e Giappone

INFORMAZIONI SCHEDA
di

Molta gente si ostina ancora in pregiudizi che riguardano i cartoni animati, soprattutto per quanto riguarda le produzioni giapponesi, dicendo che sono tutta roba per bambini, fatti al computer, deridendo persino chi li guarda. Ma i personaggi nati dalla fantasia di autori a tutti noi appassionati conosciuti possono avvicinare due nazioni e addirittura migliorare i rapporti internazionali del paese di chi l' ha prodotti, in questo caso il Sol Levante.

Durante l' incontro dell' APEC (Asian-Pacific Economic Cooperation) svoltosi in Perù e che vedeva presenti il Primo Ministro nipponico Taro Aso e il presidente russo Dmitri Medvedev, oltre che di economia si è discusso di un progetto comune che interessa due paesi, Giappone e Russia. Infatti i due leader vogliono far creare un anime in cui compaiono il famosissimo gatto spaziale Doraemon, personaggio simbolo in tutto il Giappone e fuori dai confini nipponici, creato da Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko e Dorafei, personaggio nato dalla fantasia del folcrore russo.

Ultimamente Doraemon è stato insignito anche del titolo di
Ambasciatore Animato Culturale del Giappone. Bisogna ricordare che Taro Aso è un grandissimo fan di anime e manga prodotti nel suo paese, e non lo nasconde, tant' è che ha affermato di leggere dalle 15 alle 20 al mese e di aver usato, per scopi politici, anche il personaggio di Detective Conan, facendo commissionare delle avventure del piccolo detective con gli occhiali ambientate durante i giorni del G8. Ma questa passione del Primo Ministro, che dal 2005 al 2007 è stato persino Ministro degli Esteri, ha suscitato le critiche del maestro dell' animazione Hayao Miyazaki, sindacando sul fatto che non si dovrebbero usare personaggi del mondo dei manga per promuovere il paese, soprattutto nei giovani dicendo che "Abbiamo imparato dall'ultima guerra che l'amore per le nostre città e per la nostra nazione, se esasperato, può tramutarsi in qualcosa di pericoloso per il mondo. Credo che non dovremmo assolutamente dimenticare questa lezione".