Nuova intervista on-line ad Hayao Miyazaki
INFORMAZIONI SCHEDA
di
Luca Rosati
Il maestro Hayao Miyazaki si è concesso per un altra intervista fattagli al Foreign Correspondents' Club of Japan di Tokyo e che è stata riportata dal sito Nanoda.com. Ringraziamo il sito ANIMECLICK per aver diffuso la notizia, ve ne riportiamo uno stralcio: per il resto andate su Nanoda.com
Un po' imbarazzato dai media, Miyazaki-Sensei (così viene chiamato Hayao
Miyazaki dai media giapponesi) è stato molto abile nel dialogo, dribblando
alcune domande con simpatia e un pizzico di provocazione.
Abbiamo già
parlato delle opere di Miyazaki nell'intervista a Lucky Red, di Ponyo e
del recente completamento del doppiaggio italiano de Il Vicino Totoro a cura di
Gualtiero Cannarsi. Quello che qui ti proponiamo è un estratto dell'intervista,
a cura del nostro collega James Hadfield di twitchfilm.
Gake no ue no
Ponyo
Quando io e il mio staff ci siamo riuniti per la produzione di
Ponyo (Gake no ue no ponyo), abbiamo scoperto che uno di loro aveva appena avuto
un bambino. Pertanto, nella produzione di questo film, i membri del personale
sono stati motivati a fare qualcosa che sarebbe stato proprio il primo film che
quel bambino avrebbe visto.
Miyazaki e il nazionalismo
I
problemi del mondo derivano dal fatto che il nazionalismo ritiene che tali
problemi siano dovuti alla multietnicità. Quindi, nel mio caso, io non voglio
creare film dove la pace si realizza quando la gente distruggere il male. Credo
che, quando si fa film, bisogna essere ben consapevoli del fatto che tutti i
problemi che esistono, esistono intrinsecamente in noi stessi, all'interno della
vostra società e tra i nostri familiari. È possibile che la città o il paese che
noi amiamo possa trasformarsi in qualcosa che non va bene per il mondo intero.
Questo è qualcosa che abbiamo imparato dal passato della guerra, ed è una
lezione che non dobbiamo dimenticare.
Dopo la pausa di Miyazaki parla
del suo successo commerciale, delle sue ispirazioni e di Pixar.
Domanda: Ci sono casi in cui registi 'sentono' che c'è qualcosa di
buono che si può creare; ciononostante, questo non è quello che poi vendono.
Avete mai sentito questa pressione? E se sì, come avete gestito la
situazione?
Miyazaki: Il processo di creazione di opere d'animazione
non è solo una questione di sforzo individuale. C'è un sacco di lavoro che va a
gravare su gruppi di molte persone - ognuno di loro si impegna moltissimo.
Sarebbe quindi davvero spiacevole e irritante se [il film] poi non si
dimostrasse redditizio. E se qualcosa non è redditizio, la gente non lo produce,
perché non vuole un risultato fallimentare. Sento mia la responsabilità di
avviare un lavoro in cui tutti si sentano coinvolti. Se non ci si dispone in
tale atteggiamento, non c'è senso nel lavoro dello studio di animazione. Quindi,
per rispondere alla domanda se sento questa pressione, la mia risposta è no!
Domanda: E' capitato molte volte in passato che si pensasse che la
sua intenzione sia quella di andare in pensione non appena completato il suo
ultimo film. Come mai cambia idea ogni volta? Ha in programma di farlo o ha in
produzione altri film?
Miyazaki: Mi sento già in pensione. Penso che
è meglio per me vivere questa sensazione di tanto in tanto. La buona volontà
delle persone che ruotano intorno a me mi permette di lavorare. Quando si crea
un film si va incontro ad un compito rischioso - anzi, stiamo cercando i rischi.
Ecco perché facciamo film. Una volta terminato di fare un film, sono
completamente esausto. E così mi pare di non trovare le forze di farne un altro,
o che non mi sarà possibile affrontare nuovamente lo sforzo. Già, ogni volta che
ho finito un film, l'ho detto. [che avrei voluto andare in pensione]. Ma sembra
che io l'abbia detto troppe volte, da questo momento in poi mi asterrò da fare
queste dichiarazioni.
Domanda: Sembra esserci un forte tema
ambientalista nei suoi film. Parallelamente a ciò, alcuni filma sono
intrinsecamente ottimisti, ma altri sono più pessimistici. Quali sono le sue
opinioni sull'ambientalismo nel nostro paese? Si sente ottimista guardando al
futuro, o più pessimista?
Miyazaki: Sono molto pessimista, e quindi
al tempo stesso, so che deve seguire per forza un periodo ottimistico. In altre
parole, la cosa a cui meno aspiro in assoluto è diventare il Primo Ministro del
Giappone. Si tratta di un lavoro deprimente, perché non è possibile dire la
verità alle persone che non vogliono sentire la verità. Credo che le persone
imparano solo quando le cose si mettono male. Questo paese consuma più di quello
che produce: è in grado di supportare al massimi 32 milioni di persone. Gli
altri si guadagnano da vivere con la creazione di automobili o di opere
d'animazione. Questa struttura, nella quale non abbiamo autosufficienza
alimentare e persino il nostro abbigliamento intimo è fatto in Cina, è il centro
dell'incertezza della nostra Nazione. Ora, guardando questa struttura, mi rendo
conto che è impossibile cambiare drasticamente. Sarà quindi necessario un
cambiamento graduale. Ma altresì è necessario molto tempo per arrivarci: se si
procede troppo lentamente nell'attuazione di queste modifiche, non posso dire di
essere fiducioso nella nostra opera di allontanare la fine della
civiltà.
Domanda: Lei ha ricordato che non si prende la briga di fare
un film se non è convinti che sia redditizio. Hai mai avuto un esito negativo,
da questo punto di vista, nei suoi film? E se sì, come hai
reagito?
Miyazaki: Per un certo periodo di tempo, ero fermamente
convinto che le nostre opere d'animazione non sarebbero state un successo
commerciale. Durante questo periodo, ho pensato che ciò era attribuire al mio
modo di lavorare, ma non vi era alcuna intenzione, da parte nostra, di
cambiarlo. E' stata una coincidenza che il nostro piano di produzione per 'Il
vicino Totoro' (Tonari no Totoro) sia stato approvato. E 'stato quasi come
trovare un ago in un pagliaio. A giudicare dal senso comune del cinema
giapponese dell'epoca, credevo che la pellicola non avrebbe mai trovato un
pubblico ricettivo.
Domanda: Vorrei parlarle del dopoguerra in
Giappone. Prova nostalgia del periodo successivo alla seconda guerra mondiale?
Se no, c'è un altro periodo storico che le suscita
nostalgia?
Miyazaki: Ho fatto molte ricerche per comprendere quale
fosse il periodo migliore. Ho cercato scoprire se c'era un punto dove avremmo
dovuto fermarci. E mi sono reso conto che era impossibile fermarsi. Per esempio
ci sono persone che provano nostalgia per gli anni 30 del Periodo Showa - è il
periodo compreso tra il 1955 e 1965. Le persone si illudono che le cose migliori
siano avvenute in quel periodo, ma in realtà è stato un periodo molto infelice
... Ho compreso solo ora che, per noi, il paradiso risiede nei ricordi della
nostra infanzia. In quei giorni eravamo protetti dai nostri genitori ed eravamo
innocentemente incoscienti dei tanti problemi che ci circondavano. Pertanto,
quando si cerca il paradiso, è necessario tornare con la memoria alla propria
infanzia.
Domanda: Molte persone, oltremare ma anche in Giappone,
vedono Lei e il suo Studio come una sorta di artigiani dell'animazione. Il suo
Studio ha avuto successo anche all'estero. Nonostante questo, non vi è stata una
spinta verso la produzione in computer grafica, come fanno ad esempio gli
studios di Pixar. Cosa pensa di questo loro contributo per l'artigianato
dell'animazione oggi? E' onesto o sincero quello che Lei stai facendo in
Ghibli?
Miyazaki: John Lasseter di Pixar è un mio amico - non solo
un amico, ma un amico molto vicino - e così lo è Nick Park di Aardman Animations
in Inghilterra. Guardo gli sforzi che fanno, e ho l'orgoglio di essere
probabilmente la persona che più di tutte è in grado di comprendere i loro
sforzi. Riesco a capire gli sforzi che fanno così come le loro paure - la paura
di capire se ciò che stanno facendo sarà accettato o meno. Non che condividere
questo sentimento con loro. Per quanto riguarda il mio disegnare 'con la
matita', John Lasseter stesso ha detto che, dal momento che siete in grado di
disegnare, dovremmo proprio fare questo. Quindi penso che stia apprezzando
quello che stiamo facendo. Questo è il mondo dell'animazione: opere create da
amici.
Domanda: I Suoi lavori sono famosi in tutto il mondo. Lei prende in
considerazione questo 'appeal' internazionale durante la realizzazione dei sui
film? Pensa che vi sia una differenza tra quello che appassiona il pubblico
giapponese e quello internazionale?
Miyazaki: Non lo so. Quello che
faccio è guardare i bambini di fronte a me. Ma ci sono casi in cui non riesco a
vederli, e in questi casi finisco per fare film per persone di mezza età. Quel
che è necessario, però, è guardare ai bambini. La nostra animazione è possibile
perché, al momento, la popolazione giapponese ammonta ad oltre 100 milioni di
persone. E' grazie a questo che siamo in grado di produrre un'operazione che sia
redditizia, e vediamo l'internazionale [il successo] come un bonus che può
essere anche preso in considerazione successivamente. Ma quello che dobbiamo
fare è guardare la società giapponese e i bambini giapponesi - ma, soprattutto,
i diritti dei bambini che abbiamo di fronte a noi. Se siamo in grado di farlo
correttamente, allora riusciremo a creare qualcosa di interesse universale e,
forse, di grande impatto in tutto il mondo.
Domanda: Nei Suoi film,
mi sembra di scorgere due pesi e due misure, una sorta di doppia personalità -
le persone sono allo stesso tempo grandi e malvagie. Potrebbe illustrarci le
modalità con cui concepisce i suoi personaggi?
Miyazaki: Io credo che
i film non debbano essere fatti per un temporaneo senso di catalisi. In altre
parole, essi non dovrebbero essere come i film d'azione, dove le cose hanno un
lieto fine solo dopo aver tagliato a qualcuno a metà o dopo avergli sparato. Non
è questo il tipo di film che vorrei fare e, anche se lo dovessi aver fatto, non
sarà questo ad essere ricordato. Quello che cerco è un mondo che non sia mai
stato visto prima, ma che nel contempo è qualcosa di bello e accettabile per i
bambini.
Domanda: Sembra che la maggior parte delle vostre produzioni
sia dedicata ad un pubblico giapponese, ma quello che mi viene in mente quando
guardano alcuni dei suoi film è che le impostazioni mi ricordano luoghi che ho
visto durante i miei viaggi in Europa. In particolare nell'Europa centrale e
orientale. Mi chiedo, dato il suo calendario così fitto di impegni, se ha la
possibilità di viaggiare in tutto il mondo, e come otttiene le idee per le
impostazioni dei suoi film...
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Hayao Miyazaki
- Tipo: Manga
- Tipo Fumetto: Manga
- Casa Editrice: Non disponibile
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