Planeta DeAgostini presenta Creepy

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Planeta DeAgostini è lieta di presentare Creepy, una raccolta di piccoli racconti a fumetti conditi con la giusta dose di violenza, umorismo e horror made in USA realizzata da vari autori e pubblicata da Jon B. Cooke, editor della rivista Comic Book Artist.

La rivoluzione Warren

Jon B. Cooke è editor della rivista Comic Book Artist e, insieme a David A. Roach, ha supervisionato la storia definitiva dei grandi fumetti della Warren Publishing, The Warren Companion. È anche scrittore e co-produttore di tutti i contenuti del film documentario Will Eisner: Portait of a Sequential Artists, che è stato premiato nel 2007 al Tribeca Film Festival di New York. Vive a West Kingston, nel Rhode Island, insieme alla moglie Beth e a tre figli e considera James Warren una delle sue persone preferite del pianeta.
Cooke scrive questo testo su
Creepy:


In principio c'era la EC.

EC Comics, cioè: una linea violenta e squisitamente americana di fumetti horror pubblicata nei primi anni Cinquanta, con titoli come Tales from the Crypt, The Vault of Horror e Crime SupesStories. I racconti all'interno, ognuno solitamente lungo non più di otto pagine, erano spesso grotteschi, solitamente violenti e quasi sempre brillanti, infusi con un umorismo che era semplicemente irresistibile per chi si annoiava a leggere la roba scadente che si trovava nella maggior parte degli altri fumetti dell'epoca. A dare il proprio contributo all'etichetta dell'editore William. S. Gaines c'era un'incredibile dispiegamento di talenti creativi, tra cui Frank Frazetta, Jack Davis, Wallace Wood, Al Williamson e Graham Ingels, un gruppo di artisti di alto rango che realizzarono alcuni dei loro lavori migliori, molti dei quali da leggenda del fumetto.

Ciò che differenziava la EC dalle altre case editrici di fumetti erano la scaltra sofisticatezza delle sue storie, l'eccellente qualità dei prodotti e quel senso dell'umorismo macabro e perverso... oh, e il fatto che le storie erano incredibilmente - spesso deliziosamente - raccapriccianti, cruente e per veri coraggiosi. Non c'è quindi da stupirsi se le autorità del settore, reagendo alle grida di censura che venivano dalla crociata contro il fumetto del Dott. Frederick Wertham e dei suoi compari, si unirono per creare la Comics Code Authority, costituita più che altro per far cessare le attività alla sovversiva "Entertaining Comics"? Non dimenticatevi che stiamo parlando degli oppressivi anni Cinquanta, con "Mitragliatore Joe" McCarthy e la sua caccia alle streghe comuniste, quando la paranoia pervadeva l'atmosfera dell'America. Dalla metà degli anni Cinquanta l'impresa di Bill Gaines venne azzoppata, così lui lasciò i fumetti (continuando a pubblicare solo la rivista Mad), facendogli perdere vitalità e vigore e lasciando il settore a languire in una prosaica monotonia per dieci anni... fino a quando giunse un imprenditore dell'editoria chiamato James Warren.

Affarista ambizioso e sognatore, Warren non aveva mai dimenticato l'alto standard qualitativo fissato dalla EC. Appassionato di fumetti fin dalla sua infanzia trascorsa a Philadelphia (The Spirit di Will Eisner era uno dei suoi preferiti), l'editore aveva già avuto un impatto notevole sulla cultura americana nel 1957, con la rivista sul cinema horror da lui curata insieme all'editor Forrest J. Ackerman, Famous Monsters of Filmland, che fin da subito ebbe molto successo in edicola. Disgustato dalla insipidità preadolescenziale che infestava il settore del fumetto in quegli anni, Warren sognava di avere su di esso un impatto significativo, ma al di fuori delle opprimenti regole del Comics Code, lontano dagli stupidi simboli del genere supereroico. Perché non farlo alla maniera dell'indomito Warren?

All'inizio degli anni Sessanta Warren aveva già pubblicato Help!, una rivista umoristica supervisionata dal più grande genio creativo della EC, Harvey Kurtzman. Help! conteneva materiali a fumetti (tra cui i primi lavori di Robert Crumb e Gilbert Sheldon, tra l'altro futuri autori underground), e il primo numero di Monster World, una rivista parallela a FMoF di breve durata, che poté esibire storie a fumetti di Wallace Wood, adattamenti di vecchi film con i mostri della Universal. Con il senno di poi, un revival del bianco e nero della EC sembrava quasi inevitabile...
Se le origini precise di Creepy nel 1964 sono un po' complesse, con il disegnatore/scrittore Larry Ivie che ne reclamava l'ideazione, l'editor/disegnatore/scrittore Russ Jones che facilitò una "reunion" di ex disegnatori della EC (con l'aiuto di Al Williamson) e il disegnatore Joe Orlando che agli inizi ricoprì un ruolo nella redazione, ci sono pochi dubbi sul fatto che il maggiore impatto creativo dei primi anni - una vera età dorata per le riviste a fumetti della Warren - fu la gestione di un "fanatico" di lunga data della EC, Archie Goodwin, uno scrittore (ma anche un disegnatore) superbo il cui lavoro durante i primi anni di Creepy e della sua rivista gemella, Eerie, lo avrebbe confermato come uno degli editor più importanti della storia del fumetto.

Archie Goodwin era nato a Kansas City, in Missouri, nel 1937, sebbene la famiglia, durante la sua infanzia, cambiò spesso dimora lungo il confine tra il Kansas e il Missouri. I Goodwin alla fine si sistemarono a Oklahoma City, in Oklahoma, dove Archie, ormai ragazzo, divenne un avido appassionato di fumetti, in particolare dei titoli della EC. Nonostante il padre fosse contrario, il ragazzo volle intraprendere la carriera artistica e così si trasferì a New York City per frequentare la Cartoonists and Illustrators School (che venne rinominata School of Visual Arts nel periodo in cui Goodwin vi studiava). In quel periodo, Goodwin conobbe Larry Ivie e Paul Davis, anche loro appassionati della EC, e insieme produssero Hoohah, una fanzine dedicata alla Entertaining Comics. Ivie, che in seguito sarebbe stato coinvolto nelle prime uscite di Creepy, presentò a Goodwin il disegnatore Al Williamson, che negli anni seguenti sarebbe diventato un collaboratore frequente di Archie. Nei primi anni Sessanta il lavoro nel campo del fumetto scarseggiava e, forse consapevole che la sua abilità di scrittore era più indicata per pagare le bollette del suo stile grafico peculiare (e che portava via molto tempo), Goodwin si unì allo staff di Redbook, eccellente rivista per donne. Dopo il lavoro, il ragazzo collaborava con Leonard Starr, autore della striscia quotidiana On Stage e occasionalmente scriveva racconti in prosa, incluse storie per l'Ellery Queen Mystery Magazine.

Goodwin iniziò a lavorare come scrittore alla Warren Publishing dopo essere stato raccomandato da Williamson (insieme a Ivie) al primo editore di Creepy, Russ Jones, e all'editore, Jim Warren. "Eravamo veloci e costavamo poco, così ci utilizzarono... Era quasi uno scherzo buttare giù di notte le sceneggiature per la Warren" raccontò in seguito Goodwin a Steve Ringgenberg del Comics Journal. Presto Jones lasciò le testate e, dal quarto numero di Creepy, Goodwin ne raccolse il timone (sebbene si occupasse già dal n. 2 di supervisionare le storie), occupandosi anche di Eerie (i nn. 1-11) e dei quattro numeri di Blazing Combat, la famigerata - e vergognosamente di breve durata - rivista di fumetti contro la guerra, prima di dimettersi nel 1967.

Questo grande editore confidò a Ringgenberg il segreto del suo successo presso la piccola casa editrice: "Volevo cercare di fare più o meno quello che facevano alla EC, dove confezionavano le sceneggiature su misura per ogni sceneggiatore." Ma ci fu ancora un'altra straordinaria conquista ottenuta da Goodwin in qualità editor della Warren: l'effetto che la sua generosa personalità aveva sui disegnatori - e la fiducia nelle loro abilità, esemplificata dalla libertà che lasciava loro. Un'influenza che instillava lealtà e devozione nei freelance, dato che Goodwin utilizzava una gentile persuasione e spesso concedeva ampia libertà nell'approccio creativo al materiale. Oggi, a più di dieci anni dalla sua scomparsa avvenuta nel 1998, Goodwin è ancora considerato come una delle persone più care ad aver lavorato nel mondo del fumetto americano, oltre che uno dei migliori editor. I disegnatori che hanno lavorato sotto la direzione di Goodwin, a cui troppo spesso è stato mancato di rispetto e di considerazione dagli editori di fumetti principali, avrebbero fatto del lavoro in più pur di compiacere il proprio editor adorato e il loro affetto si notava brillantemente sulle pagine stampate.

I primi numeri di Creepy e Eerie (che nacque nel ‘65) contenevano semplicemente alcuni dei migliori fumetti horror mai pubblicati. Sì, le storie Goodwin omaggiavano spesso la vecchia EC Comics (per esempio, perché erano solitamente narrate da anfitrioni come lo zio Creepy e il Cugino Eerie, che ricordavano il Custode della Cripta o la Vecchia Strega della EC), e i finali a sorpresa, come quelli di Gaines & Feldstein o di O. Henry, erano la norma... ma le riviste horror della Warren erano più di un pastiche di una defunta linea di fumetti. La scrittura e i disegni erano meno fitti dei loro modelli di ispirazione degli anni Cinquanta, più freschi forse per il modo in cui erano presentati, con un bianco e nero rigido. La qualità dei disegni era spesso sublime, grazie al formato più grande della rivista. Steve Ditko, Alex Toth, Neal Adams, Gray Morrow, Jerry Grandenetti e molti altri produssero per la Warren alcuni dei loro lavori migliori, spesso semplicemente per impressionare il loro capo, l'altamente rispettato "editor dei disegnatori", Archie Goodwin.

E quale prova migliore di quella che tenete tra le mani, i primi cinque numeri di Creepy! All'interno troverete molti lavori eccellenti, materiale squisitamente terrorizzante dalla narrazione esuberante, e mentre voi, lettori gentili, vi tufferete in questi diabolici capolavori del macabro, potrete per un attimo considerare quanto questi racconti osassero in relazione al loro periodo di pubblicazione, dato che, nonostante rendessero onore alla EC Comics, le riviste in bianco e nero della Warren erano qualcosa di completamente a sé stante, qualcosa di fresco e grandioso, storie meritevoli di essere ricordate e, certamente, collezionate...

Oh, prima di salutarvi, vi prego di prendere nota di alcune curiosità riguardanti i racconti del terrore che seguono...

Di fama (o infamia) particolare gode "Una storia di successo", da Creepy n. 1, scritta da Archie Goodwin e abilmente disegnata da Al Williamson, la cui leggenda si basa su un vero autore di strisce, Don Sherwood, che, secondo George Evans e altri, fece particolare affidamento su disegnatori "fantasma" - collaboratori segreti che non venivano accreditati. Il racconto, una critica pungente di quella pratica troppo comune nel mondo del fumetto di firmare a proprio nome il lavoro di altri, era probabilmente incentrato su Sherwood (proiettato qui dietro la maschera del disegnatore pieno di sé "Baldo Smudge") e sulla sua striscia giornaliera, "Dan Flagg". Williamson, celebre per il suo utilizzo di riferimenti fotografici, sembra aver raffigurato Archie Goodwin e i disegnatori Angelo Torres e Alden McWilliams, mentre lo stesso Al divenne il modello per Smudge. (Non dovrebbe essere una sorpresa il fatto che tutti questi creatori, anche i collaboratori della Warren, lavorarono non accreditati su "Dan Flagg".) Aah, dolce vendetta...!

"Licantropo", nel n. 1, fu l'ultima storia a fumetti a essere disegnata dal grande illustratore fantasy Frank Frazetta. Il racconto contiene anche la singolare apparizione di Julius, che apparentemente era stato pensato per affiancare lo Zio Creepy. Frazetta sarebbe presto diventato un illustratore di copertine di libri famoso in tutto il mondo, specialmente per la serie di Conan della Lancer.

Joe Orlando, ex collaboratore della EC e disegnatore della Warren (in questa raccolta ci sono cinque storie a lui accreditate), svolse la mansione di supervisore alle storie per i primi numeri di Creepy, essendo stato scelto come editor della rivista, e per un certo periodo partecipò alle riunioni editoriali. Orlando si sarebbe unito alla DC Comics come editor verso la fine degli anni Sessanta per istituire e supervisionare abilmente una linea di fumetti del mistero di lunga durata (House of Mystery, House of Secrets, eccetera), che venne di certo influenzata dalle riviste horror della EC e della Warren.

Nel quarto numero di Creepy, "L'adunata dei mostri", scritta da Goodwin e delineata da Angelo Torres (ex disegnatore della EC che sarebbe diventato famoso per le parodie di film e spettacoli televisivi pubblicate sulla rivista Mad), è, come nella migliore tradizione del fumetto, la storia con le origini del (*gasp!*) nostro amato Zio Creepy!

Per quanto riguarda me, ho un interesse sia professionale che personale per queste riviste della Warren. Vedete, nel 2001, insieme al mio amico gallese David A. Roach, un vero tuttologo, ho supervisionato il libro definitivo sulla casa editrice, The Warren Companion. Questo volume è stato un grande atto d'amore, soprattutto perché nella prima metà degli anni Settanta, quando l'etichetta stava attraversando la sua seconda età dell'oro, io impazzivo per Creepy e Eerie. E, quando partecipavo alle convention organizzate da Phil Seuling a New York, mi metteva soggezione incontrare i talenti dietro l'orrore, specialmente la dinamo umana, James Warren. Questo risale a quando il motto della compagnia era "Noi non siamo grandi, noi siamo buoni" e le riviste contenevano le migliori opere in circolazione.

Oggi considero Jim Warren un grande amico fidato, una vera e propria figura paterna che mi ha sostenuto in più modi di quelli che potrei immaginare e il cui contributo al settore non è mai stato opportunamente riconosciuto. Spero che l'inizio di questa ristampa, davvero confacente, del meglio della Warren Publications gli farà guadagnare molti, molti, molti altri ammiratori! Questo è per te, capo.

Ora avete alcune precise notizie sugli antefatti e una minuscola porzione della mia affezione personale per questi straordinari albi di Creepy, e c'è la speranza che questa raccolta sia la prima di una lunga serie. Sebbene non tutte le storie pubblicate nella linea horror in bianco e nero della Warren abbiano la stessa qualità di quelle che troverete in questo volume, ci sono molti, molti racconti eccellenti da riscoprire nei quasi 20 anni di storia di Creepy e Eerie. Grazie a Jim Warren, Archie Goodwin e alla loro combriccola di talenti sensazionali, a voi, fan della paura, che siete qui per questo intrattenimento spaventevole! È tempo di girare pagina!

Planeta DeAgostini presenta Creepy