Planeta DeAgostini: prossime novità del 2009 e presentazione delle prossime uscite

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La casa editrice con sede in Spagna, ma operante anche in Italia, la Planeta DeAgostini, ha presentato nei giorni scorsi un' anteprima delle novità del secondo semestre del 2009, e ha presentato in dettaglio le novità nei prossimi albi di futura uscita per la società.

Storie di guerra

Nel 1940 l'Europa è martoriata dalla Seconda Guerra Mondiale e, nonostante si dichiarino ancora neutrali, gli Stati Uniti già collaborano con i futuri Alleati. I fumetti, autentici cronisti della loro epoca, non rimangono al margine del conflitto. È datato maggio 1940 il primo numero di War Comics (Dell Publishing) che introduce un nuovo genere, il fumetto bellico, che si imporrà definitivamente poco dopo con la partecipazione diretta degli Stati Uniti al conflitto. Nel marzo 1941 un nuovo eroe mette subito in chiaro l'opinione dell'industria fumettistica statunitense sul conflitto armato: sulla copertina del numero 1 di Captain America (Timely Comics), di Joe Simon e Jack Kirby, l'eroe che incarna gli ideali del suo paese, dà un bel cazzottone ad Adolf Hitler. I fumetti erano considerati un ottimo veicolo propagandistico con il quale esaltare sia il valore del proprio esercito che la bassezza morale del nemico e mantenere alto il morale dei cittadini. Durante gli anni Quaranta i titoli dei fumetti di guerra riempiono il mercato statunitense e le tipografie e alcuni, come Steve Canyon di Milton Caniff o Johnny Hazzard di Frank Robbins, passano alla storia come pietre miliari della "nona arte".

Negli anni Cinquanta arriva una nuova minaccia bellica, la Corea, e nelle vignette ritornano paure e ansietà dei cittadini. Esce nel novembre/dicembre 1950 il primo numero di Two-Fisted Tales, pubblicato da EC, con storie avventurose e belliche. Sei mesi dopo si aggiunge la testata Frontline Combat. Entrambi hanno la direzione editoriale e le sceneggiature (e talvolta i disegni) di Harvey Kurtzman, uno degli autori statunitensi più importanti di tutti i tempi. Oltre a abituali collaboratori di Kurtzman come Wally Wood, John Severin e Jack Davis, tra le pagine della rivista vengono presentati autori come Alex Toth, Joe Kubert e Russ Heath. La qualità estetica e narrativa di alcuni fra questi lavori non è esaltante, ma la nuova prospettiva con la quale si racconta la guerra è davvero innovativa. Scompare il glamour propagandistico e l'esaltazione degli eroi, viene eliminato il "manicheismo", imperante fino a quel momento. Questa nuova concezione definirà tutte le future pubblicazioni di genere bellico: l'approfondimento del profilo psicologico dei personaggi e l'accento sugli orrori della guerra al di là dei nazionalismi ne diventeranno infatti una componente fondamentale.

Con la guerra in Corea, la DC scommette su questo genere nel 1952, pubblicando All American Men of War, Star-Spangled War Stories, Our Fighting Forces, Our Army at War e G.I. Combat, titoli antologici scritti molto spesso dallo stesso sceneggiatore Robert Kanigher. Fra gli artisti che illustrano le sue storie si incontrano molti dei nomi già citati e altri ugualmente importanti, come Jack Kirby a Jerry Grandenetti, passando per Gene Colan e Frank Thorne. Kanigher è passato alla storia tanto per il suo talento quanto per la sua "egomania": si dice fossero leggendarie le sue reazioni furenti quando veniva cambiata una delle sue sceneggiature. Non sorprendono quindi le aspre discussioni che affrontava con Alex Toth, uomo dalla personalità forte come quella di Kanigher; ma persino il mansueto e amabile John Romita Sr. ebbe problemi con lo sceneggiatore, mentre Gene Colan abbandonò la DC dopo essere esploso e aver urlato in faccia a Kanigher "sei pazzo". Nonostante tutto, i rapporti tra lo sceneggiatore e Joe Kubert furono sempre buoni e fruttuosi. Come Kanigher, il disegnatore di origine polacca era stato un bambino prodigio e, quando comincia la sua carriera nel fumetto bellico, nel 1955 Kubert è già conosciuto e rispettato nell'industria del fumetto. Così, con il numero 68 di G.I. Combat datato gennaio 1959, entrambi scrivono per la prima volta insieme la storia, creando il soldato più importante dell'Universo DC, il Sergente Rock. Intanto nel mondo reale infuria la guerra del Vietnam, anche se gli USA non intervengono direttamente fino all'anno successivo. Con l'inizio degli anni Sessanta la Guerra Fredda si intensifica e all'inizio del 1964 è chiaro che il paese avrà un ruolo di primo piano in Vietnam. Questo clima è stimolante per gli autori e gli editori dei fumetti di guerra e nel febbraio 1965 Kanigher e Kubert introducono nelle pagine del numero 151 di Our Army at War un nuovo personaggio: Enemy Ace.

Ambientata nella Prima Guerra Mondiale, questa serie vede come protagonista l'aristocratico pilota tedesco Hans von Hammer, che presenta somiglianze spiccate con il Barone Rosso. Gli schizzi di Kubert sono efficaci ed eleganti e le storie di Kanigher ricordano molto quelle apparse nei periodici EC. Anche se viene esaltato il valore sul campo di battaglia, l'elezione di un soldato "nemico" a protagonista implica una visione molto più ampia della guerra e il ritratto tormentato del pilota teutonico non fa che sottolineare l'orrore bellico. Dopo poche storie pubblicate nel 1965, il personaggio riappare nel 1968 per mano degli stessi autori e successivamente nell'arco degli anni Settanta e Ottanta in titoli diversi, ad esempio nelle storie dedicate al Soldato Fantasma, personaggio creato da Kanigher e Kubert. In tutti questi anni Kanigher non lascia quasi mai Enemy Ace in mano ad altri artisti, ma alcuni disegnatori celebri sostituiscono Kubert: Frank Thorne, Howard Chaykin e John Severin. Tutte queste storie, molte delle quali sono rimaste inedite fino ai giorni nostri, si possono trovare nella raccolta
Showcase presenta: Enemy Ace, pubblicata da Planeta DeAgostini.

Dopo il timido ritorno in Enemy Ace: War Idyl (pubblicato nel 1990), di George Pratt, Hans von Hammer rimane nel limbo dei piloti finché nel 2001 Garth Ennis, Chris Weston e Russ Heath lo recuperano nello scenario della Seconda Guerra Mondiale con
Enemy Ace: Guerra nei Cieli. Ennis aveva già dato nuova vita al Soldato Fantasma pochi anni prima (1998), era passato alle trincee in Le avventure della Brigata Pistola e aveva già dimostrato la sua capacità di rappresentare tanto la violenza quanto il cameratismo estremo in Preacher (2006). Da parte sua Chris Weston, figlio di un soldato britannico, nasce in Germania e passa la sua infanzia in viaggio fra le basi militari tedesche, dedicandosi ai fumetti in generale e al genere bellico in particolare. Si dedica fra gli altri a Rogue Trooper, mentre il suo stile ricco di preziosismi e profondamente ricercato è perfetto per Enemy Ace: Guerra nei Cieli. Infine, non bisogna dimenticare Russ Heath, uno degli artisti da più tempo in circolazione e uno dei più importanti del fumetto bellico DC Comics e ex-collaboratore di Robert Kanigher. Questo team è stato capace di recuperare e attualizzare Enemy Ace? La risposta è a questo fumetto!L'Inferno nei cieli

Questo mese, Planeta DeAgostini riporta alla luce un oscuro personaggio dell'Universo DC. Quello che avete tra le mani è lo Showcase dedicato a Enemy Ace, una raccolta di storie classiche pubblicate più di vent'anni fa. È lo stesso personaggio protagonista di Enemy Ace: Guerra nei Cieli, un restyling dell'eroe a opera di Garth Ennis, Chris Weston e Russ Heath, ambientato, stavolta, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dopo queste storie e qualche apparizione in altre serie, l'affascinante antieroe ha raggiunto il limbo appartenente a quei personaggi figli della propria epoca e rappresentanti di generi fumettistici ormai non più in voga, come appunto quello bellico o quello western. Così,
Showcase: Enemy Ace rappresenta un'occasione d'oro per leggere quelle prime storie, ormai rare nel nostro paese e assai difficili da reperire.

Nel 1959, Robert Kanigher, l'allora editor di tutti i titoli bellici della DC, creò insieme al grande Joe Kubert l'inossidabile Sergente Rock. Nel 1965, lo stesso team creativo introdusse un nuovo indimenticabile personaggio sulle pagine di Our Army at War #151, che però, stavolta, aveva la Prima Guerra Mondiale come scenario. Si trattava di Enemy Ace. Hans von Hammer o "Il Martello del Demonio", come soprannominato dai suoi amici e nemici, presenta somiglianze tutt'altro che casuali con Manfred von Richthofen, il Barone Rosso, realmente esistito e grande aviatore della Grande Guerra: ha sangue blu, pilota un Fokker DR.I rosso e il suo record di nemici abbattuti è spaventoso e ineguagliabile. Il tratto di Joe Kubert, che già allora aveva dimostrato la sua maestria artistica e la sua capacità di sperimentazione su Tor, si adattava alla perfezione alle acrobazie di questo nuovo personaggio, essendo, insieme ad Alex Toth, uno dei pochi disegnatori a saper imprimere un'autentica emozione e una bellezza fuori dal comune ai duelli aerei. Dopo il ciclo di Kubert sulla serie, disegnatori dalla fama indiscussa come Frank Thorne, Howard Chaykin e John Severin, continuarono a far volare in alto Enemy Ace.

Com'era già successo per Sgt. Rock, anche in Enemy Ace l'interesse delle storie risiedeva non tanto sulle imprese del protagonista, quanto nella dimensione umana dei personaggi. Kanigher e Kubert ebbero una sorprendente intuizione nello scegliere come protagonista un soldato tedesco dotato di una personalità molto complessa, che arrivava a interrogarsi costantemente sui propri principi. Il suo onore e il suo animo cavalleresco andavano contro il dovere e la logica militare. La sua incapacità di identificarsi con i suoi simili o il non rassegnarsi ad accettare l'orrore che lo circondava, mantenendo allo stesso tempo l'umanità, lo portarono ad accettare un lupo come unico compagno e animale-totem. Ma la guerra continua, un triplano cremisi attende di volare di nuovo e non c'è tempo per riflettere sul presente...



Anticipazioni piano editoriale DC Comics - Secondo semestre 2009

Archiviate le eccellenti novità presentate al Salón del Cómic de Barcelona e ormai entrati nel secondo semestre di questo 2009, ci pare opportuno fornirvi un'anticipazione di quelle che saranno le nuove proposte editoriali della Planeta DeAgostini Comics per il resto dell'anno. Cominciamo con la linea dedicata alla DC Comics, come sempre suddivisa in quattro blocchi: Batman, Superman, Universo DC e Classici DC.


BATMAN

La serie mensile del Cavaliere Oscuro prosegue le sue uscite entrando nel pieno della saga Il cuore di Hush, di Paul Dini e Dustin Nguyen (
Batman numeri 23-25). Una volta conclusa questa storia, sarà la volta del nuovo ciclo di avventure di Grant Morrison e Tony Daniel. I due autori prepareranno il cammino per il grande evento che vedrà coinvolto l'Uomo Pipistrello a fine anno. Nei numeri 26 e 27, assisteremo al prologo ufficiale di Batman R.I.P., una storia che verrà raccolta in un unico volume cartonato il prossimo novembre. Dopo questa saga, che stravolgerà lo status quo del Cavaliere Oscuro per il resto del 2010 e si concluderà sul numero 28 della serie principale, Morrison ripercorrerà la vita di Batman, per poi lasciare spazio a Dennis O'Neil e Guillem March sul numero 29 (a dicembre). Nel 2010 assisteremo a un'autentica battaglia ingaggiata da vari pretendenti desiderosi di vestire il mantello del protettore di Gotham.

Dopo Batman R.I.P. (ricordate, novembre!), a dicembre assisteremo al funerale dell'Uomo Pipistrello in una storia scritta da Neil Gaiman e disegnata da Andy Kubert (che Planeta DeAgostini Comics proporrà in unico volume), ritenuta da pubblico e critica una delle migliori storie a fumetti mai raccontate.

Le altre collane dell'universo batmaniano,
Robin, Nightwing e Batman e gli Outsiders, verranno ovviamente sconvolte dagli eventi narrati su Batman R.I.P.. Batman Confidential continuerà a proporre archi narrativi della serie antologica più recente del Cavaliere Oscuro con volumi che usciranno a giugno, settembre e novembre. Su queste pagine si avvicenderanno artisti del calibro di Michael Green e Denys Cowan, Tony Bedard e Rags Morales e Fabian Nicieza e Kevin Maguire.

Per quanto riguarda le proposte speciali, vi segnaliamo
Gotham Central presenta: La legge di James Gordon, raccolta di tutte le miniserie dedicate a uno dei grandi protagonisti di Gotham City, incluso lo speciale del matrimonio. Sulla stessa falsariga di Robin: Anno Uno, uscirà Batgirl: Anno Uno, di Chuck Dixon, Scott Beatty e Marcos Martín, con un'introduzione esclusiva dello stesso Beatty. Nella seconda parte dell'anno, vi presenteremo due appetitose novità in formato cartonato scritte entrambe da uno dei maestri dell'horror a fumetti, Steve Niles. A luglio uscirà Batman: Gotham County, disegnato da Scott Hampton, nel quale il Cavaliere Oscuro deve salvare la sua Gotham da un'orda di zombi. Invece, nell'ultimo trimestre dell'anno, arriverà Batman: Gotham dopo mezzanotte, disegnato da Kelley Jones, un'autentica storia horror da gustarvi la notte di Halloween.


SUPERMAN

Per quanto riguarda la serie mensile di Superman, vi presenteremo i nuovi capitoli di Geoff Johns e Gary Frank, sui numeri 26-28, con l'arco narrativo Brainiac. La storia è un eccellente prologo alla saga Nuovo Krypton (
Superman numeri 29-33), dove verrà definitivamente chiarito il ruolo di Superman nell'Universo DC e dove si stabilirà l'impostazione delle avventure dell'Uomo d'Acciaio per il 2010.

Superman/Batman si concluderà con il numero 22, per lasciare spazio a volumi che raccoglieranno cicli di storie a partire dal 2010, in un formato molto simile a quello di Countdown a Crisi Finale. A luglio sarà la volta di Batman e Superman: World's Finest, di Karl Kesel e Dave Taylor, un volume che raccoglie la miniserie originale incentrata sullo sviluppo del rapporto tra l'Uomo d'Acciaio e il Cavaliere Oscuro nel corso degli anni. Inoltre, a novembre, potrete leggere in un unico volume cartonato la ristampa di Superman/Batman: Nemici pubblici, di Jeph Loeb e Ed McGuinness, che uscirà in concomitanza con l'adattamento a cartoni animati.

A giugno uscirà
Superman: Ritorno a Krypton, opera di Jeph Loeb, Ed McGuinness, Geoff Johns e Pasqual Ferry, in cui l'Uomo d'Acciaio farà la conoscenza di differenti versioni del suo mondo natale e si troverà coinvolto in un'avventura alla ricerca della verità sulle sue origini. Ritroveremo Johns e Ferry (insieme ad altri autori) su Superman: Battaglia finale (settembre), con Metropolis trasformata in zona di guerra e la possibile morte di Lois Lane, oltre che su Superman: Cuori persi (dicembre), un volume incentrato sulla relazione tra Clark Kent e Lana Lang.


UNIVERSO DC

Le serie principali dell'Universo DC proseguiranno senza particolari scossoni. In particolare,
JLA raggiungerà il suo climax sul numero 13 mentre JSA presenterà nuovi capitoli di Thy Kingdom Come, l'eccellente sequel di Kingdom Come. Per quanto riguarda Lanterna Verde, dopo il ripasso delle origini di Hal Jordan, necessario per dare punti di riferimento a lettori nuovi e vecchi, la collana prosegue il suo cammino verso la Guerra della luce con l'arrivo delle Lanterne Rosse (a partire dal numero 4). Su Wonder Woman lo story arc di Gail Simone entra nel suo momento più intenso; su Booster Gold assisteremo alla conclusione del ciclo di storie di Geoff Johns a fine anno; su Giovani Titani assisteremo all'arrivo dei Titani Terror, mentre su Titani il demone Trigon la farà da padrone. Inoltre, su Freccia Verde e Black Canary verrà finalmente rivelato il segreto dietro la scomparsa di Condor, il figlio di Ollie. Ovviamente, non potevamo dimenticarci dell'evento dell'anno: Crisi Finale. Questa saga avrà importanti ripercussioni sugli speciali Crisi Finale: La vendetta dei Nemici (settembre), di Geoff Johns e Scott Kolins, e su Crisi Finale: Apocalisse (dicembre) di Greg Rucka e Philip Tan. Nel primo caso assisteremo al ritorno nell'Universo DC di Flash e dei suoi Nemici, mentre nel secondo caso saranno protagonisti le versioni più recenti di Question e lo Spettro, con Rucka che ritrova due dei personaggi ritratti magistralmente su Gotham Central: Montoya e Allen.

La Società della Giustizia sarà protagonista di uno speciale intitolato JSA Kingdom Come, in uscita a novembre, su cui verranno raccolti i tre speciali nati da Thy Kingdom Come, pubblicata sulle pagine della serie regolare JSA. Questo speciale vedrà all'opera autori del calibro di Alex Ross, Peter Tomasi e Geoff Johns, ed è a tutti gli effetti una storia imperdibile per gli appassionati del primo gruppo di supereroi della DC e per gli amanti del buon fumetto in generale.

Ad agosto si conclude
JLA Classified con una storia dal sapore classico che riunisce i sette grandi, firmata da Roger Stern (testi) e John Byrne (disegni). Un'altra serie che chiuderà i battenti a luglio è Checkmate, con la pubblicazione del sesto volume che conclude il ciclo di storie scritto da Greg Rucka. Stessa sorte toccherà a Shadowpact (con il quarto e ultimo volume) a luglio e a Flash che si prepara a chiudere a dicembre con il terzo volume delle recenti avventure di Wally West e famiglia, in funzione del rilancio programmato per il 2010.

A ottobre uscirà un nuovo volume de
Il Corpo delle Lanterne Verdi con nuovi capitoli scritti dall'eccellente Peter Tomasi. Il Corpo delle Lanterne Verdi è a tutti gli effetti una delle collane che verrà interessata più da vicino dal futuro evento che sconvolgerà l'Universo DC.

A giugno sarà la volta dello speciale
Metal Men, con Duncan Rouleau come autore completo; a ottobre, uscirà Giovani Titani: Anno Uno, con la riproposta delle origini del classico gruppo di giovani supereroi e, sempre a giugno, Trinity, serie di tre volumi su cui verrà presentato il capolavoro di Kurt Busiek e Mark Bagley.

All'interno della linea Pulp DC inaugurata da
Jonah Hex ci attendono alcune sorprese davvero interessanti, a partire da Enemy Ace: Guerra nei cieli di Garth Ennis (giugno), Tor di Joe Kubert (settembre) e il secondo volume di Jonah Hex (dicembre).

Continuano le serie targate Universo DC, quali il
UDC-Robin di Chuck Dixon (giugno) e, allo stesso tempo, ne vengono inaugurate delle nuove come JSA presenta: Stars e S.T.R.I.P.E. di Geoff Johns (luglio) e UDC-Hourman, volume completo di Tom Peyer e Rags Morales (agosto).

A settembre usciranno
UDC-Birds of Prey di Chuck Dixon e UDC-Supergirl di Peter David; a ottobre UDC-Superman, di Jeph Loeb e Ed McGuinnes, e UDC-Breach, disegnato da Marcos Martín.

Ci saranno poi altre gradite sorprese, come l'omnibus della
JLA di Grant Morrison, il volume dedicato al Flash di Geoff Johns e Scot Kolins, e la ristampa di Crisi di Identità di Brad Meltzer e Rags Morales.


CLASSICI DC

A novembre si chiude la longeva
CDC-La Legione dei Super-eroi per lasciare spazio a nuovi titoli quali CDC-Batman (settembre), con gli story arc di Steve Englehart, Marshall Rogers, Don Newton e Gene Colan; CDC-Batman e gli Outsiders (ottobre), con le storie di Jim Aparo e Alan David, CDC-Giovani Titani (novembre), con il materiale originale di Nick Cardy e Neal Adams, e CDC-Vigilante (dicembre), di Marv Wolfman.

Sul versante Showcase, a giugno uscirà
Enemy Ace Showcase e a settembre Unknown Soldier Showcase, un autentico omaggio a Joe Kubert.

Restando in tema di omaggi, a dicembre uscirà il primo numero di Universo DC illustrato da Neal Adams, un volume che si colloca nella stessa linea dei precedenti volumi cartonati di Batman dedicati a questo grande autore.

Per concludere, a dicembre inizieremo la pubblicazione di House of Mystery in volumi monografici. Il primo riproporrà tutto lo spettacolare materiale prodotto da Bernie Wrightson per questa celebre testata. Da non perdere!

 

Oltre la trinità

Prima di scoprire quello che Trinity rappresenterà per il presente e il futuro dell'Universo DC, lasciate che vi raccontiamo una storia. Un piccolo aneddoto su come è nato questo progetto e su quali idee sono state utilizzate e quali sono rimaste nel cassetto...

Molto tempo fa, un fedele lettore di fumetti di Boston rimase piacevolmente colpito dalla macchina pubblicitaria delle grandi case editrici. Quest'ultime annunciavano le uscite della settimana in un'apposita checklist, correlata di annunci e articoli, con cui si richiamava l'attenzione dei lettori su serie con protagonisti personaggi secondari di cui, in nessun altro modo, sarebbero mai potuti venire a conoscenza.

Purtroppo, questa prassi si perse con il tempo. Così, i grandi personaggi continuarono a essere seguiti dalle loro legioni di fan, mentre gli eroi meno conosciuti si rassegnavano a perdere la battaglia contro le basse vendite e a cadere vittime di chiusure anticipate delle loro serie.

Fortunatamente, questo giovane di Boston non abbandonò i comics e si gettò a capofitto nel mondo dell'editoria, fino ad arrivare a scrivere alcune fra le serie più acclamate di sempre, fra cui Marvels, Avengers, Aquaman e Superman... e facendo un'impressionante incetta di premi, tra cui gli Harvey e gli Eisner del 1998 e del 1999 per la categoria di Migliore Scrittore.

All'apice della carriera, pensò fosse arrivato il momento di riportare in auge quel tipo di pubblicità che tanto aveva amato nell'adolescenza (senza la quale non avrebbe potuto mai conoscere alcuni dei più bei fumetti che avesse mai letto), così ideò una nuova formula nella quale avrebbero trovato spazio tanto gli articoli (che erano secoli che non apparivano sui fumetti americani), quanto storie completamente nuove.

Sarebbe stata una serie a cadenza settimanale intitolata DC Superstars, formata da dodici pagine, a un prezzo molto inferiore a quello delle altre collane. Sette delle sue pagine sarebbero servite per attirare il lettore, narrando eventi molto importanti con protagonisti i pezzi da novanta, mentre le restanti sarebbero servite per pubblicizzare personaggi minori.

Il ragazzo di Boston, meglio conosciuto come Kurt Busiek, provò a vendere l'idea al Vicepresidente della DC Comics nel 2006, proprio nel periodo dell'annuncio della serie
52. La risposta ovviamente si sarebbe fatta aspettare, almeno fin quando non fossero stati noti i dati di vendita di questa collana, dato che l'idea di Busiek, in fin dei conti, non sembrava poi tanto diversa da quella di 52 (entrambi serie settimanali d'approfondimento, destinate a richiamare l'attenzione su personaggi minori).

Grazie all'incredibile successo di vendite di
52, i capi della DC Comics non tardarono a dare semaforo verde a DC Superstars, la collana settimanale che avrebbe sostituito 52. Nonostante tutto, il tempo passò e i piani editoriali vennero modificati. A 52 seguì Countdown a Crisi Finale e DC Superstars cambiò il nome in DC Nation per essere alla fine ribattezzata come Trinity. Invece di essere una serie regolare, si trasformò in una miniserie di 52 numeri. Il numero di pagine aumentò fino a ventidue. E soprattutto, l'idea delle pubblicità venne scartata, approvando soltanto l'idea iniziale, quella di avere come storia principale un'avventura con protagonisti Superman, Batman e Wonder Woman.

Inoltre, Mark Bagley si unì al progetto, scelto perché uno dei pochi artisti capaci di disegnare in una settimana le dodici pagine della storia principale senza alcuna difficoltà (Dan Didio stesso disse scherzosamente che si trattava della prima serie i cui eventuali ritardi sarebbero stati colpa dello scrittore). La storia centrale ricadeva quindi nelle mani di questi talentuosi professionisti, mentre la storia d'appendice sarebbe stata scritta a due mani da Busiek e Fabian Nicieza, a cui si sarebbe unito un impressionante elenco di disegnatori, tra cui Scott McDaniel, Andy Owens, Tom Derenick, Wayne Faucher, Mike Norton e Jerry Ordway.

Qui finisce la storia della creazione di
Trinity e inizia la serie vera e propria. Che cosa ci aspetta? Senza alcun dubbio, avventura allo stato puro. Non vi aspettate una semplice storia con protagonisti i più grandi eroi dell'Universo DC. Kurt Busiek andrà molto oltre, fino a narrare un'epica epopea in cui quasi tutti i personaggi dell'Universo DC avranno il loro momento di gloria e in cui potremo ricordare quei momenti che hanno fatto di questo universo il più spettacolare mai creato. 

 


Di ritorno a casa

Seung-Lyong ha sempre uno sguardo trasognato e canta una canzone su una stella che brilla nel cielo sopra il mare. Nel quartiere tutti lo conoscono come "l'idiota", perché è un po' "tardo", ma in realtà Seung-Lyong ha una ragione ben precisa per fare quello che fa. Anche quando incontra Ji-Rho e le dice in continuazione che è molto felice di vederla e che gli dispiace... ma... a cosa si riferisce? E chi è questo ragazzo così strano?

Ji-Rho non capisce quello che Seung-Lyong vuole dirle e pensa che sia solo un idiota. Dopo aver trascorso molti anni negli Stati Uniti, Ji-Rho è tornata nella natale Corea e si appresta a intraprendere un viaggio che la porterà a ritrovare la sua famiglia, i luoghi e i ricordi della sua infanzia. Quello di Ji-Rho è un viaggio a ritroso nel tempo, o verso il futuro, a seconda della prospettiva, e la presenza constante di Seung-Lyong che fa da cornice al suo ritorno in patria la stupisce e incuriosisce a tal punto che decide di scoprire chi sia davvero questo strano ragazzo.

L'idiota è la storia di Ji-Rho e Seung-Lyong, del ritorno a casa di lei, dell'immenso cuore di lui. Dell'amore incondizionato che solo un idiota può provare. Della visione che le persone "normali" hanno di coloro che vengono considerati "inferiori", come Seung-Lyong. Si tratta, in definitiva, di uno di quei racconti che riusciranno a strappare un sorriso ai lettori. Con un'originale impostazione delle pagine, suddivise ciascuna in due parti, L'idiota si caratterizza per un tratto semplice e una narrazione che trabocca dolcezza e tenerezza.

L'autore, il sudcoreano Kang Full, è un artista ben noto in Corea. Conosciuto per essere il più famoso disegnatore di manhwa online, ha già all'attivo varie storie pubblicate su internet. Autodidatta di formazione, è recentemente salito alla ribalta come sceneggiatore del sequel del celebre film The Host.

Con questo manhwa, Planeta DeAgostini Comics presenta ai suoi lettori un altro interessantissimo titolo proveniente dal panorama coreano, un mondo a fumetti scoperto solo di recente in Europa ma che, negli ultimi mesi, ha riscosso un grande successo in Italia e in Spagna. Attenzione agli annunci, perché a breve vi presenteremo un'altra delle opere più famose di Kang Full: L'appartamento.

La scienza degli eroi

In occasione della pubblicazione di Metal Men, la prima opera di Duncan Rouleau come autore completo, un altro amante della scienza scrive una introduzione. E' il dottor Christopher R. Webster, ricercatore senior al Jet Propulsion Laboratory (JPL) del Caltech. Capo del gruppo di spettroscopia laser atmosferica. Qui sotto potrete leggere la sua introduzione.


Duncan Rouleau e io siamo davvero fortunati: abitiamo a due sole miglia dal principale istituto mondiale dedicato all'esplorazione robotica dello spazio, il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, una divisione del Caltech situata sulle colline di Pasadena a nord di Los Angeles. Il JPL è uno straordinario istituto con una lista di successi che va dall'astrofisica, all'esplorazione del sistema solare e alla scienza terrestre. Da quando ha iniziato a collaborare con l'esercito degli Stati Uniti per lanciare il primo satellite USA nello spazio, l'Explorer 1 nel 1958, il JPL è stato responsabile dello sviluppo e dell'invio di un'ampia gamma di strumenti scientifici verso diversi corpi planetari: la Terra, la nostra Luna, Marte, Venere, Giove e le sue lune, Saturno e le sue lune, comete e asteroidi. Contando anche i due rover di Marte, il JPL al momento ha più di una dozzina di mezzi spaziali sparsi per tutto il sistema solare. Wow! Questo sì che è heavy metal!

Per le cinquemila persone che ci lavorano, la maggior parte delle giornate al JPL sono stimolanti, impegnative e gratificanti mentre talvolta sono frustranti o persino deludenti, anche perché gli obiettivi del JPL sono sempre altissimi. Ma ogni benedetto giorno questi creativi spiriti immaginifici e innovativi si scatenano per aiutarci a rispondere a questa domanda: come facciamo a far atterrare un piccolo rover robotico sulla superficie di un asteroide o di una cometa, per scoprire di cosa questo sia fatto? Siamo capaci di progettare un cryobot in grado di perforare la superficie della calotta polare marziana e scoprire così la storia del clima del pianeta? Siamo capaci di progettare un sottomarino che possa esplorare i freddi laghi di idrocarburi di Titano? Un analizzatore di gas e superfici inviato su Venere riuscirà a oltrepassare le nubi di acido solforico? E durerà abbastanza a lungo nell'ambiente ad alta pressione sulla superficie bollente (460° C) del pianeta? Il metano rilevato su un pianeta extrasolare indica presenza di vita? Siamo capaci di monitorare le calotte di ghiaccio della Terra in tutte le condizioni atmosferiche? E, cosa più importante, questi esperimenti, che sembrano fantascienza, ma che invece sono semplicemente scienza, potranno aiutarci a capire l'evoluzione dei pianeti del sistema solare in modo da comprendere meglio la nostra Terra?

La ricca varietà di idee e mansioni del JPL forse deriva dalla varietà del suo personale... scienziati, ingegneri, manager. Il comune denominatore è che tutti sono intelligenti. Hanno curricula diversissimi e provengono da tutto il mondo. Si dedicano anima e corpo agli obbiettivi del laboratorio e della NASA. Condividono tutti la sensazione di essere privilegiati per il semplice fatto di poter dare un contributo. Per creare una lega forte, dopotutto, ci vogliono metalli diversi uniti per una causa comune.

Ma come possiamo contribuire noi come farebbero i Metal Men, cavalieri atomici del domani? Con il vistoso platino o lo splendente oro? Con il malleabile rame o l'infiammabile sodio? Con il leggero trasferimento termico dell'indio o lo scudo magnetico del mu-metal? Con la forza del titanio o l'affidabilità del ferro? Ho studiato in Gran Bretagna, ho sviluppato laser a impulsi all'osservatorio di Parigi e ho esplorato la chimica laser all'università di Stanford prima di venire al JPL ormai due decadi fa. Al JPL ho guidato un team che faceva volare palloni d'alta quota e strumenti aerei per studiare la chimica del buco nell'ozono e le nuvole di ghiaccio tropicali e ora ho un dispositivo che andrà su Marte il prossimo anno per vedere se il metano lassù proviene dai batteri subsuperficiali o dalla semplice chimica di base delle rocce. Sì, questa è normale amministrazione per il personale del JPL: la storia unica di un metallo che è solo uno tra cinquemila altrettanto vigorosi. Ognuno porta all'esplorazione dello spazio passione, idee indipendenti, integrità e apertura, puro genio e, sì, persino divertimento... ma quando serve ci si può riunire in una lega che renda ancora più straordinari i successi del JPL, della NASA e della nostra nazione.

Quando Duncan mi ha chiesto di scrivere l'introduzione di un fumetto, non ero sicuro di sapere cosa dire. Ma poi mi sono reso conto di avere molto in comune con lui... l'esplorazione dell'universo inizia spesso con una congettura. La mia controprova è la scienza, la sua è l'arte. Inoltre Duncan deve combinare diversi elementi in una lega più forte. Io mi avvalgo della collaborazione di altri scienziati e faccio esperimenti, lui si serve di una matita, un po' di carta e una serie di metafore. Io esploro il mondo dei fatti scientifici, lui sta scoprendo il mondo con la fantascienza. Ma abbiamo lo stesso scopo... conoscere quello che ci circonda in maniera completa, cercare le risposte alle grandi domande della vita e dell'universo e ispirare la prossima generazione a cercare di raggiungere e realizzare quello che ha immaginato. In questo modo siamo entrambi davvero fortunati. E voi state per essere altrettanto fortunati, leggerete infatti un'opera che, con uno strano amalgama di scienza e arte, affronta seriamente le grandi domande. Quindi allacciate le cinture e preparatevi per la più grande lezione di (fanta)scienza della vostra vita.

Silenzio, si gira!

I reality show sono diventati ormai parte attiva del nostro vivere quotidiano. Negli ultimi anni, sono entrati nelle nostre case, prima in modo timido e discreto, poi in maniera sempre più invasiva e massiccia. Ma cosa succederebbe se quest'invenzione mediatica sfuggisse di mano a coloro che se ne servono per puro e semplice intrattenimento? In un certo senso è proprio questa la riflessione da cui prende spunto l'opera di Francis Porcel e Jean-David Morvan: Reality Show.

Il Salón del Cómic de Barcelona è stato archiviato da poco. Protagonista del grande evento è stato Batman a Barcellona: Il Cavaliere del drago. La città di Barcellona ritorna ora sotto i riflettori, divenendo lo scenario della storia di Porcel e Morvan anche se, in realtà, si tratta di una versione futuristica della città catalana. Tra circa 50 anni la televisione sarà più importante e potente della legge stessa e i contratti e i programmi televisivi diventeranno elementi imprescindibili per consentire alle proprie vite di fare un salto qualitativo. Il futuro è un luogo in cui è pressoché impossibile distinguere il vero dal falso e dove l'unica cosa che conta è ciò che succede sotto i riflettori.

Nel mondo immaginato da Porcel e Morvan, la Mediacop è l'impresa leader nel campo dei reality show. Trasmette un reality che ha come protagonisti poliziotti che "lavorano" in diretta in quella che chiamano "fiction reale". Uno show nel quale tutto è pianificato nei minimi dettagli. Non esiste alcuno scrupolo, non ci sono limiti e il sesso e la violenza sono, ovviamente, gli aspetti che la fanno da padrone.

All'inizio della storia la città è preda di un'ondata di scabrosi omicidi, particolarmente efferati, che coinvolgono vittime apparentemente non collegate fra loro. L'assassino è una figura misteriosa, vestita sempre di nero, che fugge senza lasciare alcuna traccia... una vera e propria sfida per la Mediacop. Il protagonista, il capitano Norman K. Barron, è colui che dirige le indagini e, presto, potrà contare sull'appoggio di una nuova recluta: una giovane recluta proveniente dall'accademia di polizia. Riusciranno a risolvere il mistero? E se invece fossero in qualche modo coinvolti con tutto quello che è successo? Reality Show è un thriller che tiene il lettore inchiodato alla pagina, solleticando la sua curiosità sulla vera identità dell'assassino e sui veri motivi delle sue efferate azioni.

L'opera si avvale del contributo grafico di Francis Porcel, autore spagnolo che lavora da diverso in tempo in Francia. Ai testi troviamo il belga Jean-David Morvan, sceneggiatore anche de Le avventure di Spirou e Fantasio. Planeta DeAgostini ci presenta ora Reality Show, un albo pubblicato in Francia tra il 2003 e 2005, che vi terrà con il fiato sospeso per quasi 150 pagine.





La scienza degli eroi

In occasione della pubblicazione di Metal Men, la prima opera di Duncan Rouleau come autore completo, un altro amante della scienza scrive una introduzione. E' il dottor Christopher R. Webster, ricercatore senior al Jet Propulsion Laboratory (JPL) del Caltech. Capo del gruppo di spettroscopia laser atmosferica. Qui sotto potrete leggere la sua introduzione.


Duncan Rouleau e io siamo davvero fortunati: abitiamo a due sole miglia dal principale istituto mondiale dedicato all'esplorazione robotica dello spazio, il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, una divisione del Caltech situata sulle colline di Pasadena a nord di Los Angeles. Il JPL è uno straordinario istituto con una lista di successi che va dall'astrofisica, all'esplorazione del sistema solare e alla scienza terrestre. Da quando ha iniziato a collaborare con l'esercito degli Stati Uniti per lanciare il primo satellite USA nello spazio, l'Explorer 1 nel 1958, il JPL è stato responsabile dello sviluppo e dell'invio di un'ampia gamma di strumenti scientifici verso diversi corpi planetari: la Terra, la nostra Luna, Marte, Venere, Giove e le sue lune, Saturno e le sue lune, comete e asteroidi. Contando anche i due rover di Marte, il JPL al momento ha più di una dozzina di mezzi spaziali sparsi per tutto il sistema solare. Wow! Questo sì che è heavy metal!

Per le cinquemila persone che ci lavorano, la maggior parte delle giornate al JPL sono stimolanti, impegnative e gratificanti mentre talvolta sono frustranti o persino deludenti, anche perché gli obiettivi del JPL sono sempre altissimi. Ma ogni benedetto giorno questi creativi spiriti immaginifici e innovativi si scatenano per aiutarci a rispondere a questa domanda: come facciamo a far atterrare un piccolo rover robotico sulla superficie di un asteroide o di una cometa, per scoprire di cosa questo sia fatto? Siamo capaci di progettare un cryobot in grado di perforare la superficie della calotta polare marziana e scoprire così la storia del clima del pianeta? Siamo capaci di progettare un sottomarino che possa esplorare i freddi laghi di idrocarburi di Titano? Un analizzatore di gas e superfici inviato su Venere riuscirà a oltrepassare le nubi di acido solforico? E durerà abbastanza a lungo nell'ambiente ad alta pressione sulla superficie bollente (460° C) del pianeta? Il metano rilevato su un pianeta extrasolare indica presenza di vita? Siamo capaci di monitorare le calotte di ghiaccio della Terra in tutte le condizioni atmosferiche? E, cosa più importante, questi esperimenti, che sembrano fantascienza, ma che invece sono semplicemente scienza, potranno aiutarci a capire l'evoluzione dei pianeti del sistema solare in modo da comprendere meglio la nostra Terra?

La ricca varietà di idee e mansioni del JPL forse deriva dalla varietà del suo personale... scienziati, ingegneri, manager. Il comune denominatore è che tutti sono intelligenti. Hanno curricula diversissimi e provengono da tutto il mondo. Si dedicano anima e corpo agli obbiettivi del laboratorio e della NASA. Condividono tutti la sensazione di essere privilegiati per il semplice fatto di poter dare un contributo. Per creare una lega forte, dopotutto, ci vogliono metalli diversi uniti per una causa comune.

Ma come possiamo contribuire noi come farebbero i Metal Men, cavalieri atomici del domani? Con il vistoso platino o lo splendente oro? Con il malleabile rame o l'infiammabile sodio? Con il leggero trasferimento termico dell'indio o lo scudo magnetico del mu-metal? Con la forza del titanio o l'affidabilità del ferro? Ho studiato in Gran Bretagna, ho sviluppato laser a impulsi all'osservatorio di Parigi e ho esplorato la chimica laser all'università di Stanford prima di venire al JPL ormai due decadi fa. Al JPL ho guidato un team che faceva volare palloni d'alta quota e strumenti aerei per studiare la chimica del buco nell'ozono e le nuvole di ghiaccio tropicali e ora ho un dispositivo che andrà su Marte il prossimo anno per vedere se il metano lassù proviene dai batteri subsuperficiali o dalla semplice chimica di base delle rocce. Sì, questa è normale amministrazione per il personale del JPL: la storia unica di un metallo che è solo uno tra cinquemila altrettanto vigorosi. Ognuno porta all'esplorazione dello spazio passione, idee indipendenti, integrità e apertura, puro genio e, sì, persino divertimento... ma quando serve ci si può riunire in una lega che renda ancora più straordinari i successi del JPL, della NASA e della nostra nazione.

Quando Duncan mi ha chiesto di scrivere l'introduzione di un fumetto, non ero sicuro di sapere cosa dire. Ma poi mi sono reso conto di avere molto in comune con lui... l'esplorazione dell'universo inizia spesso con una congettura. La mia controprova è la scienza, la sua è l'arte. Inoltre Duncan deve combinare diversi elementi in una lega più forte. Io mi avvalgo della collaborazione di altri scienziati e faccio esperimenti, lui si serve di una matita, un po' di carta e una serie di metafore. Io esploro il mondo dei fatti scientifici, lui sta scoprendo il mondo con la fantascienza. Ma abbiamo lo stesso scopo... conoscere quello che ci circonda in maniera completa, cercare le risposte alle grandi domande della vita e dell'universo e ispirare la prossima generazione a cercare di raggiungere e realizzare quello che ha immaginato. In questo modo siamo entrambi davvero fortunati. E voi state per essere altrettanto fortunati, leggerete infatti un'opera che, con uno strano amalgama di scienza e arte, affronta seriamente le grandi domande. Quindi allacciate le cinture e preparatevi per la più grande lezione di (fanta)scienza della vostra vita.

Silenzio, si gira!

I reality show sono diventati ormai parte attiva del nostro vivere quotidiano. Negli ultimi anni, sono entrati nelle nostre case, prima in modo timido e discreto, poi in maniera sempre più invasiva e massiccia. Ma cosa succederebbe se quest'invenzione mediatica sfuggisse di mano a coloro che se ne servono per puro e semplice intrattenimento? In un certo senso è proprio questa la riflessione da cui prende spunto l'opera di Francis Porcel e Jean-David Morvan: Reality Show.

Il Salón del Cómic de Barcelona è stato archiviato da poco. Protagonista del grande evento è stato Batman a Barcellona: Il Cavaliere del drago. La città di Barcellona ritorna ora sotto i riflettori, divenendo lo scenario della storia di Porcel e Morvan anche se, in realtà, si tratta di una versione futuristica della città catalana. Tra circa 50 anni la televisione sarà più importante e potente della legge stessa e i contratti e i programmi televisivi diventeranno elementi imprescindibili per consentire alle proprie vite di fare un salto qualitativo. Il futuro è un luogo in cui è pressoché impossibile distinguere il vero dal falso e dove l'unica cosa che conta è ciò che succede sotto i riflettori.

Nel mondo immaginato da Porcel e Morvan, la Mediacop è l'impresa leader nel campo dei reality show. Trasmette un reality che ha come protagonisti poliziotti che "lavorano" in diretta in quella che chiamano "fiction reale". Uno show nel quale tutto è pianificato nei minimi dettagli. Non esiste alcuno scrupolo, non ci sono limiti e il sesso e la violenza sono, ovviamente, gli aspetti che la fanno da padrone.

All'inizio della storia la città è preda di un'ondata di scabrosi omicidi, particolarmente efferati, che coinvolgono vittime apparentemente non collegate fra loro. L'assassino è una figura misteriosa, vestita sempre di nero, che fugge senza lasciare alcuna traccia... una vera e propria sfida per la Mediacop. Il protagonista, il capitano Norman K. Barron, è colui che dirige le indagini e, presto, potrà contare sull'appoggio di una nuova recluta: una giovane recluta proveniente dall'accademia di polizia. Riusciranno a risolvere il mistero? E se invece fossero in qualche modo coinvolti con tutto quello che è successo? Reality Show è un thriller che tiene il lettore inchiodato alla pagina, solleticando la sua curiosità sulla vera identità dell'assassino e sui veri motivi delle sue efferate azioni.

L'opera si avvale del contributo grafico di Francis Porcel, autore spagnolo che lavora da diverso in tempo in Francia. Ai testi troviamo il belga Jean-David Morvan, sceneggiatore anche de Le avventure di Spirou e Fantasio. Planeta DeAgostini ci presenta ora Reality Show, un albo pubblicato in Francia tra il 2003 e 2005, che vi terrà con il fiato sospeso per quasi 150 pagine.





 

Oltre la trinità

Prima di scoprire quello che Trinity rappresenterà per il presente e il futuro dell'Universo DC, lasciate che vi raccontiamo una storia. Un piccolo aneddoto su come è nato questo progetto e su quali idee sono state utilizzate e quali sono rimaste nel cassetto...

Molto tempo fa, un fedele lettore di fumetti di Boston rimase piacevolmente colpito dalla macchina pubblicitaria delle grandi case editrici. Quest'ultime annunciavano le uscite della settimana in un'apposita checklist, correlata di annunci e articoli, con cui si richiamava l'attenzione dei lettori su serie con protagonisti personaggi secondari di cui, in nessun altro modo, sarebbero mai potuti venire a conoscenza.

Purtroppo, questa prassi si perse con il tempo. Così, i grandi personaggi continuarono a essere seguiti dalle loro legioni di fan, mentre gli eroi meno conosciuti si rassegnavano a perdere la battaglia contro le basse vendite e a cadere vittime di chiusure anticipate delle loro serie.

Fortunatamente, questo giovane di Boston non abbandonò i comics e si gettò a capofitto nel mondo dell'editoria, fino ad arrivare a scrivere alcune fra le serie più acclamate di sempre, fra cui Marvels, Avengers, Aquaman e Superman... e facendo un'impressionante incetta di premi, tra cui gli Harvey e gli Eisner del 1998 e del 1999 per la categoria di Migliore Scrittore.

All'apice della carriera, pensò fosse arrivato il momento di riportare in auge quel tipo di pubblicità che tanto aveva amato nell'adolescenza (senza la quale non avrebbe potuto mai conoscere alcuni dei più bei fumetti che avesse mai letto), così ideò una nuova formula nella quale avrebbero trovato spazio tanto gli articoli (che erano secoli che non apparivano sui fumetti americani), quanto storie completamente nuove.

Sarebbe stata una serie a cadenza settimanale intitolata DC Superstars, formata da dodici pagine, a un prezzo molto inferiore a quello delle altre collane. Sette delle sue pagine sarebbero servite per attirare il lettore, narrando eventi molto importanti con protagonisti i pezzi da novanta, mentre le restanti sarebbero servite per pubblicizzare personaggi minori.

Il ragazzo di Boston, meglio conosciuto come Kurt Busiek, provò a vendere l'idea al Vicepresidente della DC Comics nel 2006, proprio nel periodo dell'annuncio della serie
52. La risposta ovviamente si sarebbe fatta aspettare, almeno fin quando non fossero stati noti i dati di vendita di questa collana, dato che l'idea di Busiek, in fin dei conti, non sembrava poi tanto diversa da quella di 52 (entrambi serie settimanali d'approfondimento, destinate a richiamare l'attenzione su personaggi minori).

Grazie all'incredibile successo di vendite di
52, i capi della DC Comics non tardarono a dare semaforo verde a DC Superstars, la collana settimanale che avrebbe sostituito 52. Nonostante tutto, il tempo passò e i piani editoriali vennero modificati. A 52 seguì Countdown a Crisi Finale e DC Superstars cambiò il nome in DC Nation per essere alla fine ribattezzata come

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