Plunderer: primo sguardo al pruriginoso fantasy edito da Planet Manga

Dopo la serie animata, già disponibile sul canale YouTube di Yamato, arriva in Italia anche lo spassoso manga scritto e disegnato da Suu Minazuki.

Plunderer: primo sguardo al pruriginoso fantasy edito da Planet Manga
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Nel giro di pochi mesi l'editore italiano Planet Manga ha lanciato nel nostro paese una dozzina di nuove opere, ampliando a dismisura un'offerta già incredibile e variegata. In mezzo ad attesissime hit del calibro di Ragna Crimson e We Never Learn, senza dimenticare Capitan Harlock - Memorie dell'Arcadia e lo spin-off di Black Clover (per tutti i dettagli vi suggeriamo di leggere le nostre impressioni su Black Clover: Quartet Knights). Tra i più interessanti manga recentemente approdati nelle edicole e fumetterie nostrane ha trovato posto anche Plunderer, che nel 2020 ha ricevuto una trasposizione animata già disponibile con sottotitoli in italiano sul canale YouTube di Yamato Video.

Scritto e disegnato da Suu Minazuki (Angeloid), Plunderer ha attirato la nostra attenzione a causa della sua curiosa natura: il manga è infatti una commistione di generi molto distanti tra loro, fra i quali troviamo l'immancabile vena fantasy, una deriva drammatica e sentimentale abbastanza inaspettata, e non ultime delle preponderanti componenti squisitamente comiche e un tantino ecchi. Dopo aver sfogliato i primi due volumetti della serie, vi proponiamo dunque le nostre impressioni preliminari sul manga d'azione già diventato un anime di enorme successo.

Un mondo governato dai numeri

Quella di Arusier è una realtà bizzarra e spietata come poche. Plunderer è infatti ambientato in un mondo post-apocalittico letteralmente governato dai numeri, in quanto ogni essere umano è segnato sin dalla nascita da un "count" ben visibile sul proprio corpo. Il conteggio è chiaramente individuale e può voler indicare qualsiasi cosa, come ad esempio il numero di bisognosi aiutati, i clienti soddisfatti attraverso il lavoro, le volte in cui si è rimasti fedeli ai propri principi e così via. Questo valore condiziona enormemente la vita degli esseri umani, per una serie di motivi alquanto angoscianti: i possessori di un conteggio basso sono innanzitutto obbligati ad obbedire a qualsiasi ordine venga impartito loro da chiunque detenga un conteggio più alto, provocando a seconda dei casi una notevole differenza di stato sociale. È anche possibile che il count coli a picco e raggiunga lo zero, costringendo lo sfortunato individuo a venire letteralmente assorbito dalla terra: nessuno sa con certezza cosa succeda agli individui precipitati nel cosiddetto "Abyss", ma si mormora che tale luogo sia persino peggiore della morte.

Tenera, ingenua e un pochino ignorante circa le leggi che governano il mondo di Arusier, Hina ha assistito coi propri occhi alla tragica discesa della madre, che prima di sprofondare nell'Abyss le ha affidato una sfera misteriosa e l'ha incaricata di rintracciare un individuo noto come "Asso leggendario". Sono trascorsi cinque anni da quel nefasto giorno, durante i quali l'affascinante Hina, dotata di un conteggio che sale di una singola unità ogni cento chilometri, ha ormai accumulato un count pari a 441, ma purtroppo non ha ancora incontrato la persona che sta cercando. Giunta nella città nella quale si vocifera che risieda l'Asso, la fanciulla è avvicinata prima da un pervertito mascherato e affamato che le chiede dei soldi e successivamente le rivela di volerla sposare, e subito dopo da un militare interessato ad impossessarsi della sua sfera di cristallo.

A sua insaputa, Hina trasporta con sé un rarissimo Ballot, ossia un oggetto illegale che conferisce al proprio portatore un secondo contatore e delle abilità straordinarie che superano le normali capacità umane. In trappola e ad un passo dal perdere sia la sfera che le preziose unità accumulate durante i suoi faticosi vagabondaggi, Hina è tratta in salvo da un guerriero che, essendo stato rifiutato da ben 999 donne, possiede un count pari a -999: per uno scherzo del destino, il buffo pervertito che ha cercato di molestarla è proprio Licht Bach, ossia l'Asso degli attacchi lampo, sulla cui spada è inciso un conteggio di 5700: un valore pari al numero di avversari che il "Ballot Holder" ha sconfitto sul campo di battaglia.

Un depravato con un cuore grande

Al netto di qualche colpo di scena abbastanza telefonato, come la vera identità del tizio mascherato, il canovaccio narrativo di Plunderer nasconde una sorpresa dopo l'altra, anche a causa del comportamento imprevedibile e spassoso dello strampalato protagonista maschile. Affascinante e sempre pronto a sbirciare sotto le gonne delle ragazze o addirittura ad allungare le mani con invidiabile nonchalance, l'enigmatico Licht Bach è quanto di più lontano dalla tipica figura dell'eroe che ci si aspetterebbe da un'opera di stampo fantasy; eppure, i suoi modi rozzi e indecifrabili sembrerebbero nascondere in realtà un'anima altruista, nonché tormentata da segreti indicibili e dagli orrori di una sanguinosa guerra combattuta moltissimi anni prima.

Così diverse, le personalità dell'esuberante Licht e della dolce Hina formano quindi una miscela peculiare, che già nei primi volumi di Plunderer ha portato a sviluppi improbabili ed esilaranti che tuttavia, alla lunga, potrebbero anche risultare un tantino eccessivi. Tra le tante inquadrature generose e i ricorrenti palpeggiamenti subiti dal variegato cast femminile, la vena ecchi di Plunderer prende troppo spesso il sopravvento sulla narrazione, ragion per cui il rischio che le interessanti premesse iniziali cadano in secondo piano, o non vengano adeguatamente esplorate, è piuttosto elevato. Va comunque specificato che il fanservice, per quanto abbondante, non sfocia mai in scene di nudo totale o addirittura in espliciti intercorsi sessuali (come ad esempio avveniva in Sister Devil), ma si limita invece ad evidenziare con impeccabile precisione le irresistibili rotondità delle donne e a proporre siparietti piccanti e imbarazzanti tra Licht e le sue "vittime".

Sul fronte artistico, Plunderer è un manga assolutamente delizioso, grazie anche ad un character design pulito, morbido e sempre ricco di dettagli, soprattutto per quel che concerne il vestiario dei personaggi e i fondali delle splash strepitose e particolareggiate che l'autore ha inserito quasi in ogni capitolo. Il tratto di Suu Minazuki, ad ogni modo, raggiunge il proprio apice nelle tavole raffiguranti le vivaci scene di combattimento che, grazie al sapiente utilizzo di tratteggi e chiaroscuri, trasmettono al lettore uno straordinario dinamismo. Degna di menzione è anche la grande espressività dei personaggi, che di conseguenza ci ha regalato dei primi piani meravigliosi.

Plunderer (manga) Nonostante la presenza di un fanservice smodato, che potrebbe invero irritare e allontanare i detrattori del genere ecchi, i primi due volumi di Plunderer ci hanno incuriosito e dilettato con l’efficace inclinazione ad alternare continuamente i pruriginosi siparietti a sfondo comico a momenti più delicati e dolorosi. Pur mantenendo un tono perlopiù faceto, Suu Minazuki ha infatti svolto una superba operazione di world building, delineando un intrigante mondo regolamentato da leggi impietose e opprimenti che, se sfruttate a dovere, potrebbero regalarci una storia squisitamente travagliata e coinvolgente. Augurandoci insomma che il manga conservi la propria carica drammatica, ne consigliamo la lettura agli appassionati di opere di genere fantasy e accesi combattimenti a fil di spada.