Sword Gai: The Animation - Primo sguardo al nuovo anime targato Netflix

L'anime tratto dal manga di Toshiki Inoue, Keita Amamiya e Wosamu Kine è finalmente disponibile, dopo anni di attesa, per lo streaming su Netflix...

Sword Gai: The Animation - Primo sguardo al nuovo anime targato Netflix
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Sword Gai nasce come manga seinen dalla mente di Toshiki Inoue, sceneggiatore di Death Note, e dalle matite di Wosamu Kine e di Keita Amemiya, character designer che ha lavorato prevalentemente a opere di tipo tokusatsu (film e serie tv di fantascienza, fantasy, e horror). Nel 2012 inizia la serializzazione del fumetto, con la casa editrice Shogakukan (Detective Conan), per concludersi circa tre anni dopo con il sesto volume. A distanza di un anno dall'uscita dell'ultimo capitolo, viene pubblicato un sequel dal titolo Sword Gai Evolve. Nell'aprile del 2016 circola un rumor secondo il quale è in lavorazione una trasposizione animata, ma successivamente non si hanno più notizie a riguardo, al punto da far credere che il progetto sia stato abbandonato. Tuttavia, Netflix vede in quest'opera un probabile potenziale, così la riporta in vita: infatti, nei primi giorni di marzo, viene divulgato, inaspettatamente, uno spettacolare trailer che annuncia l'arrivo di Sword Gai: The Animation, nel corso del mese, sulla piattaforma streaming. L'anime è supervisionato dagli studi d'animazione Production I.G. (il recentissimo B: The Beginning) e DLE (Thermae Romae), e diretto dall'esordiente Tomohito Naka, coadiuvato da Takahiro Ikezoe (Ozma). Noi abbiamo visionato il primo episodio e siamo pronti a dare un giudizio preliminare su questa nuovissima produzione targata Netflix .

Spade e Demoni

Nel corso del primo episodio non viene presentato il protagonista di questa avventura. Piuttosto viene descritto, attraverso una molto generica carrellata di eventi e cambi inquadrature, il contesto in cui le vicende hanno luogo.
Un gruppo di archeologi è intento a eseguire dei prelievi in un sito non ben specificato, con lo scopo di recuperare una misteriosa spada demoniaca chiamata Zsoltgewinn, che si dice essere stata forgiata con il sangue di mille demoni. Le origini di questa lama sono assai antiche, e risalgono a circa 2000 anni fa, nel pieno dell'età imperiale dell'epoca Romana: si narra che un piccolo villaggio ai confini con l'impero di Roma venne assediato da un gruppo di barbari; i sacerdoti del minuscolo insediamento pregarono gli dei per avere protezione, ma questi non risposero; allora i cittadini, in preda alla disperazione, invocarono un demone, il quale inviò in loro soccorso un cavaliere. Questi, brandendo la Zsoltgewinn, sterminò i barbari, ma al termine del massacro uccise anche gli abitanti del villaggio. Nel momento in cui gli archeologi recuperano la spada, fa irruzione negli scavi un gruppo di uomini armati di fucili, appartenenti alla Shoshidai, un'organizzazione che vuole recuperare le armi leggendarie. Il manipolo è guidato dal sovrintendente Miura, un uomo freddo e impassibile, affiancato dal giovane e spavaldo Ichijo. La Shoshidai, sottratta con la forza la spada, fa ritorno al quartier generale dove si scopre avere in custodia altri artefatti demoniaci. Qui il sovrintendente viene attratto dalla spada appena recuperata, e in breve tempo il demone che vi era conservato si impossessa di lui ed elimina i presenti. L'azione si sposta all'interno di un tempio giapponese, in cui è custodita un'altra lama infernale, una katana, che appartiene al demone bramoso di sangue Shiryu. Durante un rito di esorcismo però, qualcosa va storto: un monaco avidamente attratto dall'arma la brandisce e stermina i compagni; non soddisfatto della sete di sangue, la bestia si dirige in città, seminando il panico.

In uno dei vicoli della cittadina notiamo una coppia di sposi che sta aspettando un bambino: il marito viene brutalmente ucciso dal monaco posseduto; la moglie, sconvolta per l'accaduto, vuole vendicarsi. Non appena il sacerdote rinsavisce, resosi conto di ciò che è accaduto, lascia cadere la spada, commettendo un grave errore: la vedova recupera l'arma e lo uccide; il demone, poi, si impossessa di lei. Fortunatamente la donna ha un animo forte e non si lascia sottomettere tanto facilmente: pur di non macchiarsi di alcun delitto, preferisce togliersi la vita.
Nuovo cambio di sequenza: in una foresta un uomo ritrova la donna impiccata a un albero e un neonato, con cordone ombelicale ancora attaccato, che piange spaventato e impugna la spada demoniaca, come fosse il suo primo giocattolo. Quel bambino, abbiamo dedotto essere il protagonista di questa storia.

Il lato oscuro

La trama, sebbene non possiamo dire ancora nulla con certezza, sembra essere il punto di forza dell'intera serie. Nonostante questa prima puntata ci sia apparsa molto classica nella messa in scena, incapace di proporre ritmi e risvolti narrativi davvero originali, siamo stati comunque catturati dai quesiti che lascia in sospeso, tra cui quello che ci porta a domandarci quali siano le vere intenzioni della Shoshidai. Benché questo episodio d'esordio non ci abbia lasciato del tutto soddisfatti, in sostanza, ha saputo gettare le basi per quelli che potrebbero essere i futuri sviluppi dell'anime, senza presentare a tutti gli effetti un vero protagonista, bensì un background storico e mitologico del prodotto finale. A risollevare in parte la situazione e catturare il nostro interesse, troviamo un comparto tecnico ben congegnato: disegni che catturano ogni singolo dettaglio, dai personaggi all'intero ambiente, riuscendo a far immergere completamente lo spettatore nell'atmosfera orrorifica e violenta che si respira. Anche le inquadrature hanno un ruolo importante, e sin dai primi minuti, si nota la volontà di costruire un'immagine molto cupa, tipica delle produzioni horror: una scelta artistica che esalta alcuni aspetti drammatici e gore, come appare evidente dalla brutalità dei combattimenti, che tendono allo splatter, e dalle figure inquietanti nascoste nell'ombra, di cui si scorgono solo gli occhi vitrei. Quello che è balzato subito alla nostra attenzione è, senza ombra di dubbio, il character design: abbiamo notato infatti un lavoro meno accurato nei personaggi "umani", sebbene siano comunque particolareggiati a sufficienza, e più minuzioso nella realizzazione dei demoni (che ci hanno ricordato, in un certo qual modo, gli stessi che appaiono nel videogioco Devil May Cry). Le bestie infernali ci sono parse a dir poco spaventose, nonché curate sotto ogni aspetto, grazie al lavoro certosino eseguito da Amemiya.

Sword Gai The Animation Una trama ancora tutta da scoprire e un piacevole comparto artistico, soprattutto il character design, fanno di Sword Gai: The Animation una serie che potrebbe sorprendere da un momento all’altro. Temiamo, però, che la produzione abbia concentrato le forze prevalentemente sulla cura della resa visiva, mettendo così in secondo piano i risvolti narrativi: questo episodio non ci ha infatti particolarmente esaltati sul versante della sceneggiatura, eccezion fatta per qualche cliffhanger piuttosto interessante. Attendiamo quindi speranzosi e fiduciosi il seguito: restate con noi per il giudizio definitivo.