Il successo di Devilman è chiaramente tornato in auge grazie alla serie di animazione prodotta da Netflix , Devilman Crybaby, disponibile per tutti gli abbonati dal mese di gennaio. L'opera leggendaria di Go Nagai, senza dubbio tra le più influenti in assoluto nel panorama dell'entertainment nipponico, ha conosciuto nel tempo una serie di declinazioni, tra spin-off, sequel e storie alternative. Vi abbiamo già iniziato a raccontare Devilman G: Grimoire, recente proposta di Edizioni Star Comics di un manga del 2014 che offre un punto di vista diverso sull'universo dell'uomo diavolo; oggi vi parliamo di Devilman Saga, manga iniziato a sua volta nel 2014 scritto e disegnato dal maestro Nagai in persona: questo capitolo è un sequel in tutto e per tutto canonico e riconosciuto dell'originale Devilman, dunque rappresenta una lettura fondamentale per tutti gli appassionati all'immaginario nato nel 1972 dalla mente geniale di Go Nagai. L'opera è finalmente disponibile sui nostri scaffali grazie a J-POP Manga, che si occuperà della serializzazione in Italia del nuovo manga di Devilman.
Il ritorno dell'Uomo Diavolo
Devilman Saga è stato concepito da Go Nagai come il capitolo conclusivo del franchise, dopo Devilman e Devilman Lady. La storia è ambientata diversi anni dopo il finale dell'opera classica - che, ricordiamo, nel manga è ambientata negli anni Settanta e non nel 2018, come abbiamo visto nel buon adattamento anime di Netflix. Per la precisione, ci troviamo nel 2025 e seguiamo la storia di Yuki Fudo (un nome che, alla lontana dovrebbe dirvi qualcosa...), un esperto di robotica che viene convocato dal Giappone negli Stati Uniti per lavorare a un nuovo progetto presso una misteriosa società: Yuki si è da poco sposato con la bella Miki (altro nome familiare, no?) e la compagnia ingegneristica per cui lavora l'ha spinto a trasferirsi temporaneamente negli USA per lavorare nella Le Phare Inc., la più grande azienda di robotica del mondo. C'è un solo problema: Yuki è un uomo profondamente pacifista, che rigetta la guerra e ogni forma di violenza esistente. Per questo motivo, se la Le Phare dovesse rivelarsi interessata a investire nell'industria bellica, Fudo si farà da parte e lascerà l'azienda. Durante il suo nuovo percorso lavorativo, Yuki conosce Tsubasa Shiranui, una giovane donna arruolata nell'esercito estremamente carina e sensuale, con la quale inizierà a stringere un rapporto complicato, sul filo dell'attrazione; il protagonista, col tempo, inizierà a scoprire alcuni segreti retroscena sulla Le Phare, i cui vertici saranno costretti infine a svelargli la verità: l'avanzata azienda sta studiando alcuni reperti di una civiltà antica e perduta, che consiste in una serie di murales misteriosi e delle imponenti armature. Ma il richiamo di tali cimeli inizierà ad attirare Yuki come un'eco proveniente da un'era lontana; e, quando il protagonista rincontrerà un vecchio e ambiguo amico di gioventù, altri ricordi riemergeranno. Ricordi che sembrano appartenere a un'altra vita...
Tra vecchio e nuovo
Devilman Saga è un prodotto al tempo stesso conservativo e derivativo per il franchise di Go Nagai: l'opera, sin dal primo volume, è infarcita di svariati riferimenti a personaggi e situazioni già viste nell'opera classica. Proprio come nei primi capitoli di Devilman, il primo numero di Devilman Saga è un lento e progressivo cammino alla scoperta del (nuovo) mondo imbastito dall'autore, un cammino che lo porterà all'ovvia simbiosi con il demone Amon. Particolarità dell'opera è l'introduzione delle armature, vestigia con cui i demoni si ricoprivano per combattere le proprie battaglie, e che rappresenta un elemento di novità che fonde alcuni tratti essenziali dell'universo devilmaniano (e nagaiano) con altri, celebri stereotipi tipici dell'entertainment nipponico; il tratto dell'autore, poi, è rimasto sostanzialmente lo stesso, svecchiato di qualche elemento eccessivamente raffazzonato e maturato senza risultare in qualche modo eccessivamente stilizzato. Le premesse di questa nuova storia non sono sufficienti, chiaramente, per esprimere un giudizio esaustivo sull'opera: si intravedono, però, tutti gli elementi tipici del già citato universo nagaiano, e in particolare l'immaginario demoniaco di Devilman si incontra timidamente con quello dei mecha - di cui proprio Nagai, con il leggendario Mazinga Z, fu peraltro padre fondatore e spirituale.
Ciò che manca nei primi capitoli di Devilman Saga, e che sarà materia di analisi nei prossimi volumi, è quell'atmosfera horror che permea la poetica del sensei in un'opera come Devilman, lo sguardo profondo e disturbante sulle perversioni umane e ultraterrene. Una sensazione che viene restituita da una vecchia conoscenza, rappresentata dall'ambiguo Ryo Asuka: affascinanti e terribili le inquadrature che lo raffigurano, adombrato, dinnanzi a immagini belliche incredibilmente cruente che si susseguono sugli schermi, la rappresentazione simbolica di una profonda demonizzazione della guerra e dell'utilizzo della violenza, ennesima parabola visiva e narrativa che si fa metafora di una costante critica contro ogni tipo di conflitto.
Devilman Saga è finalmente disponibile sul mercato italiano e i fan dell'universo imbastito da Go Nagai non possono lasciarsi sfuggire l'opera sequel del leggendario manga classico e originale. In quest'opera l'autore sembra voler unire elementi apparentemente diversi del proprio immaginario, trasponendo il tutto in un'epoca futuristica che sembra fare eco a una vita lontana e passata di protagonisti misteriosamente familiari. Manca, in più punti, quella stessa violenza e perversione che permea il Devilman originale sin dai primi capitoli, ma lo sguardo profondamente critico e distopico sulla religiosità e sugli orrori della guerra restano più vivi che mai.