First look Eater

Analisi del fumetto Eater: binomio GP Publishing e Kappa boy

First look Eater
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Diversi anni addietro, una mostruosa e crudele razza aliena giunse sulla terra per utilizzarne gli abitanti come fonte di nutrimento; ma degli esseri dalle sembianze così abominevoli non avrebbero potuto “cacciare” in piena libertà: così si adattarono possedendo i corpi delle ignare vittime. Alcuni arrivarono addirittura ad inseminare alcune donne per generare l'ibrido perfetto; l'infanzia spesa con sembianze e sentimenti umani serviva per l'ambientamento e la selezione delle prede per la fase successiva, quella adulta, dove l'individuo subiva una metamorfosi di corpo e anima, ritornando così alla forma originaria, pronto per dare continuità alla specie.
Benimaru è uno di questi ibridi, ma con una sostanziale differenza; la donna che lo portava in grembo era in possesso di un forte potere spirituale che le permise di eliminare dal feto tutta l'energia maligna appartenente alla razza aliena. Benimaru così diviene una mostruosità dal cuore umano che dedica la propria esistenza allo sterminio della sua stessa specie, rei di averlo condannato ad un'esistenza a metà; in special modo Kuromaru, colui che può esserne definito il padre, l'entità malvagia che depose il seme nella donna che gli diede la luce. L'incontro con la diciassettenne Aoko Shimizu, in possesso anch'ella di poteri spiritici, sarà essenziale ai fini della vendetta. Il manga di Usune Masatoshi - già firmatario del fortunato Desert Punk, trasposto successivamente in anime dallo studio Gonzo - arriva nelle mani del pubblico italiano con una miniserie in quattro volumi. Una storia dalle tinte forti e disturbanti trasudante horror e condito da un'abbondante dose di splatter, caratterizzata da un tratto stupendamente particolareggiato che a tratti ricorda molto da vicino l'Otomo visto in Akira. Menzione d'onore al design delle creature aliene, sempre molto efficace e mai di cattivo gusto, al limite del grottesco oseremmo dire. Le scene d'azione risultano appaganti e mai eccessivamente caotiche, di contro peccano di una certa staticità, difetto comunque puramente soggettivo che va a fondarsi sulle esperienze precedenti.
Anche con Eater il binomio GP Publishing e Kappa boys si spreca in fatto di qualità, andando a selezionare una carta eccellente che offre una resa superba di inchiostri e retini risultando anche gradevole al tatto; il tutto è avvolto da una sovracoperta patinata. La qualità tuttavia si fa pagare: 6,90€ possono frenare, ma sapendo in anticipo dell'esiguo numero di volumi necessari a completare la serie -appena quattro- uno sforzo può essere tranquillamente fatto. Consigliato a tutti coloro che cercano una storia matura o sono stanchi delle solite banalità.
In conclusione teniamo a ribadire come questa nuova realtà editoriale si stia muovendo con grande efficacia proponendo dei titoli di spessore che vanno a contemplare praticamente ogni target esistente. Un progetto ambizioso a cui auguriamo di ritagliarsi una posizione di rilievo.