Ghost in the Shell SAC_2045: prime impressioni, il ritorno di una leggenda

Netflix e Production I.G ci riportano nell'universo di Ghost in the Shell con una nuova serie anime che ha tutto da dimostrare.

Ghost in the Shell SAC_2045: prime impressioni, il ritorno di una leggenda
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Che Ghost in the Shell sia cambiato rispetto alle origini lo testimonia già la sigla di apertura di SAC_2045. Pensiamo ai titoli di testa del primo, leggendario film del 1995 firmato da Mamoru Oshii: la creazione di Motoko, che prende vita dai complessi innesti cibernetici e, grazie ai prodigi della tecnologia futuristica di un 2029 cyberpunk, assume l'aspetto di un'avvenente donna. E mentre l'opera si completa, la colonna sonora che fu di Kenji Kawai ci fece vivere quei momenti sacri quasi come fossero parte di un rito messianico, ad accentuare il valore allegorico di una sequenza così iconica.

Quello che ci viene consegnato oggi è un Ghost in the Shelle che recupera le atmosfere nipponiche del franchise originale (sicuramente più del live-action con Scarlett Johansson), ma è un prodotto molto più pop, meno cult, più vicino al grande pubblico, nei toni e nella messinscena. La stessa genesi del maggiore viene qui riproposta con una sequenza simile che fa da opening alla nuova serie anime, ma si accompagna ad un brano dalle sonorità molto diverse, che a nostro parere sono esplicative delle nuove atmosfere in cui vuole immergerci il racconto.

La guerra sostenibile

La nuova serie anime, realizzata da Production I.G e distribuita da Netflix in tutto il mondo dal 23 aprile, prende vita dopo gli avvenimenti delle saghe di Stand Alone Complex, per l'appunto nel 2045. Siamo sempre, quindi, nella timeline alternativa rispetto al manga di Masamune Shirow e ai due film classici di Oshii e, peraltro, un decennio dopo gli eventi di Stand Alone Complex e Stand Alone Complex - 2nd GIG, in uno scenario se possibile ancora diverso. I retroscena del nuovo costrutto narrativo risalgono al 2042, quando le principali potenze mondiali hanno preso una decisione drastica: per democratizzare l'utilizzo della sostenibilità, e renderla un valore alla portata di tutti, la guerra si trasformò in un'industria vera e propria per produrre energia. Ma la situazione precipitò velocemente: quella che, col tempo, è stata chiamata "guerra sostenibile" si è espansa a macchia d'olio in ogni zona del globo, facendo scoppiare conflitti, terrorismo e guerre civili. La sezione 9 di Pubblica Sicurezza è stata sciolta e il maggiore Motoko svolge altri incarichi al servizio del governo. Il primo episodio di Ghost in the Shell SAC_2045 non ci permette ancora di capire su cosa poggia l'intero ordito, ma ci presenta le nuove regole di un mondo che non ha dimenticato i suoi vecchi personaggi.

Sono cambiati, alcuni invecchiati, ma i protagonisti che hanno accompagnato il maggiore Kusanagi nelle sue mille avventure sono nuovamente della partita. Nel pilota di SAC_2045, Motoko guida la sua squadra di mercenari alla protezione di una città recintata contro un gruppo di spietati fuorilegge, e lo fa con le tecniche di spionaggio e combattimento cui siamo stati abituati da sempre. Ancora una volta l'utilizzo del Ghost, sia per comunicare tra soldati che per dare inizio alle sortite spionistiche della squadra, è centrale nel racconto, segno che nonostante il passare degli anni il franchise non ha perso il cuore della sua narrazione.

Una nuova CGI

Come dicevamo è ancora presto per dare un giudizio sulla sceneggiatura del nuovo anime originale Netflix, ma la prima puntata ci trasporta con efficacia in un racconto che rispetta i canoni concettuali del brand. Ma sul piano tecnico le impressioni sono, al momento, un po' contrastanti. Non siamo ancora stati messi di fronte a scene rivoluzionarie sotto il profilo action, ma possiamo dire che qualcosa sia cambiato nell'impiego della 3D CG dello studio di Production I.G.

Le animazioni, ora più fluide e in grado di ottimizzare al meglio l'uso del mocap, ci sembrano completamente rivoluzionate rispetto al passato, il design più rifinito e meno piatto rispetto ad altre opere del team. La computer grafica, comunque preponderante, sembra amalgamarsi bene con qualche spunto di tratto manuale, ma in diverse sequenze del primo episodio rimane fin troppo marcato quell'effetto videogioco tipico della resa digitale.

La struttura in sé dell'episodio quasi ci ricorda una generica quest di un classico videogame action: il filmato iniziale, l'inseguimento su veicoli, la guerriglia a terra, l'infiltrazione in una base nemica con tanto di scan e analisi di armamenti e capacità avversarie, che con le moderne tecniche di messinscena ricordano sì le sequenze più classiche di Ghost in the Shell, ma rievocano anche una sensazione di fastidioso già visto. Ma soprattutto, oggetti che aderiscono male al corpo dei personaggi (nei minuti iniziali vediamo un goffo tentativo di Motoko di bere una bibita in bottiglia) o addirittura character secondari completamente inespressivi, alla stregua di un qualsiasi NPC. Ci auguriamo che queste criticità vengano limate negli episodi successivi: in primo luogo perché Ghost in the Shell SAC_2045 sembra avere degli spunti interessanti che sarebbe un peccato rovinare, ma soprattutto perché vorremmo davvero che Netflix rendesse il giusto omaggio ad uno dei principali capisaldi dell'animazione mondiale.

Ghost in the Shell: SAC_2045 Ben lontano dalle atmosfere cult (e soprattutto mature) dei film delle origini, questo nuovo Stand Alone Complex di Ghost in the Shell targato Netflix ha ancora tutto da dimostrare. Il primo episodio non è sufficiente per valutarne il costrutto narrativo, mentre - a fronte di un buon design - il comparto tecnico sembra più dettagliato e fluido rispetto ai precedenti lavori di Production I.G, ma ancora ammantato di un fastidioso effetto videogioco (peraltro retro).