Hi Score Girl: primo sguardo alla nuova serie in esclusiva su Netflix

La nuova produzione Netflix ci fa riscoprire i cabinati degli anni ‘90, attraverso gli occhi di Haruo e Akira.

Hi Score Girl: primo sguardo alla nuova serie in esclusiva su Netflix
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Tutti, chi più, chi meno, nel lungo periodo compreso tra gli anni ‘80 e gli anni ‘90, abbiamo passato intere giornate nella sale giochi. Abbiamo impersonato Marco in Metal Slug, o abbiamo affrontato almeno una volta un amico a Tekken. La nostra attenzione era attratta in parte dalla novità, in parte da quelle luci intense e dagli assordanti e magnetici suoni che provenivano dai cosiddetti "cassoni": incuriositi, non potevamo fare a meno di dirigerci ad uno dei giochi che più ci affascinava, ed immergerci nel piccolo mondo che avevamo dinanzi. Purtroppo, intorno agli anni 2000 questi posti fantastici iniziarono a diminuire sempre di più, almeno in Occidente, fin quasi a scomparire del tutto. Diversamente, in Giappone le sale giochi sono una realtà più viva che mai, che ha subito negli anni una costante evoluzione, adeguandosi con i tempi.

Il mangaka Rensuke Oshikiri, forse ricordando con un po' di nostalgia la sua giovinezza (e quella di migliaia di persone) trascorsa davanti ai cabinati a consumare i pulsanti e lo stick, nel 2010 ha pubblicato l'opera di target seinen High Score Girl, sulla rivista Monthly Big Gangan, della Square-Enix. Nonostante la casa videoludica SNK Production abbia intentato causa alla Square Enix per aver violato i copyright di alcuni dei titoli presenti nel fumetto, una vicenda che ha portato la serializzazione ad una lunga pausa, il manga si è concluso verso settembre 2018, dopo un accordo raggiunto tra l'editore e la casa di sviluppo. La J.C. Staff ne ha realizzato un anime che è andato in onda a partire da giugno, fino a settembre 2018. Da pochi giorni è approdata anche qui da noi sulla piattaforma streaming Netflix, che ne ha acquisito i diritti per una distribuzione mondiale. Dopo aver visto il pilot, siamo pronti a dirvi cosa potrebbe offrire questa nuova serie.

Round 1

Siamo nel 1991. Haruo Yaguchi non è un ragazzo molto popolare tra i suoi coetanei, con voti a scuola non dei migliori, ma che ha trovato un proprio tempio dove rilassarsi e non pensare alla vita che lo circonda: la sala giochi, non importa quale, una vale l'altra. Uno dei cabinati in cui è imbattibile, e davanti a cui trascorre troppo tempo senza permettere agli altri di giocare, è quello di Street Fighter II, uscito proprio in quell'anno.

Haruo conosce ogni mossa di tutti i personaggi, persino le più subdole che un bravo videogiocatore non dovrebbe mai usare per vincere. Haruo ha molta esperienza con il picchiaduro, ma è ferrato anche in altri videogiochi. La sua "notorietà" cala improvvisamente quando nel suo "regno" affronta la compagna di classe Akira Ono: bella, intelligente, ricca, popolare, e si dice che non trovi il tempo per rilassarsi nel doposcuola; in realtà i pomeriggi li trascorre nelle sale giochi. Lei è l'esatto opposto di Haruo. I due si sfidano a Street Fighter II, e il ragazzo viene ripetutamente sconfitto, per un totale di 29 volte, venendo schernito anche dai presenti. Stanco di essere continuamente battuto, è pronto ad imbrogliare pur di vincere, senza preoccuparsi delle opinioni altrui. Alla fine della partita, la ragazza non accetta di aver perso contro un imbroglione e gli sferra un poderoso pugno colmo d'ira sul viso, non mostrandosi tanto dolce. La vita del protagonista sembra peggiorare ulteriormente quando al termine delle lezioni, ritrova ovunque vada la compagna, che si rivela sempre più abile di lui.

Tra i due nasce un'alchimia del tipo odi et amo, probabilmente destinata ad evolvere nel corso delle puntate seguenti, scaturita da due avvenimenti chiave: un giorno Akira affronta due giocatori non proprio sportivi, che vogliono essere rimborsati, convinti di essere stati imbrogliati; Haruo cerca di calmare gli animi, prendendo le parti della compagna, ma viene picchiato. Akira lo difende a suon di calci e pugni.

La seconda occasione si presenta in un giorno di pioggia: i due si rifugiano in un negozio, gestito da un'anziana proprietaria che non vuole offrire riparo a chi non è disposto a comprare qualcosa; fortunatamente qui sono presenti i cabinati di Ghost ‘n Goblins e di Final Fight, ideali per aspettare che spiova. Akira avvia Final Fight e Haruo l'aiuta, vedendo che non riesce a superare il primo stage, fraintendendo però l'obiettivo principale: lei vorrebbe giocare solo per ottenere un punteggio alto. Conclusasi la partita, il cielo s'è rasserenato ed i due possono tornare a casa senza problemi.

La puntata si conclude con Haruo che regala due lollipop a Akira: uno per ringraziarla per averlo salvato dai bulli, ed uno per scusarsi per non essere stato d'aiuto con Final Fight. Questa conclusione lascia presagire l'inizio di quella che potrebbe essere una grande amicizia.

Fight!

Quello che ci ha particolarmente invogliati a voler proseguire la visione di Hi Score Girl è proprio questo inusuale rapporto in procinto di nascere tra i due protagonisti. In realtà, al termine del pilot abbiamo avuto il sentore che la sceneggiatura non voglia soffermarsi solo sulla rivalità/amicizia tra i due attori principali, ma voglia essere anche qualcosa di più profondo ed intimo: questo sospetto è nato dopo esserci resi conto che Akira non proferisce alcuna parola per l'intera durata della puntata, eccezion fatta per qualche verso occasionale. Sebbene sia ancora presto dire in che modo possa proseguire la serie, crediamo che questo insolito elemento non sia del tutto casuale, e che, insieme all'amicizia, possa essere uno dei perni su cui si sorregge la sceneggiatura: potrebbe celarsi un retroscena psicologico, e videogiocare potrebbe essere l'unico modo per comunicare per Akira, che riesce così ad aprirsi solo ad Haruo. Se gli autori hanno scelto di imboccare questa strada, la produzione si prospetta avere toni drammatici, con interessanti approfondimenti dei protagonisti, e quella comicità che ci ha fatto ridere per le situazioni assurde, di cui abbiamo avuto solo un assaggio, potrebbe essere in realtà molto amara. Al momento le premesse per una serie di spessore ci sono tutte; speriamo che vengano sfruttate a dovere e che le nostre aspettative non ci deludano.

Interessanti le numerose citazioni del mondo videoludico: nel corso dell'episodio vengono mostrati alcuni tra i titoli più popolari di quel periodo, tra cui oltre a Final Fight, Street Fighter, e Ghost ‘n Goblins, abbiamo riconosciuto anche Splatterhouse; crediamo che nel corso della stagione ne vedremo diversi (come mostrato anche nel trailer), così da farci fare un bel tuffo nel passato. Da questo pilot abbiamo avuto l'impressione che la serie sia pronta a rivolgersi anche a chi non dovesse essere molto esperto in campo videoludico: una voce fuori campo o quella di Haruo stesso, con l'ausilio anche delle immagini, spiega nel dettaglio e in maniera comprensibile a tutti come eseguire e in cosa consistono alcune mosse, come lo storico Shoryuken di Ken e Ryu, o il complesso Spinning Piledriver di Zangief.

Possiamo sbilanciarci nel dire che, anche se fossero presenti altri videogame, probabilmente Street Fighter II rimarrebbe comunque il più rimarchevole, in quanto potrebbe essere interpretato quale simbolo di rivalità, e allo stesso tempo metafora della nascita di un legame.
Per quanto riguarda la componente tecnica, abbiamo notato che i disegni sono realizzati quasi interamente in CGI. Possiamo dire che la computer grafica è resa in modo tale da passare quasi del tutto inosservata.

Benché ad un primo impatto possa essere straniante, proseguendo con la visione questa sensazione è diminuita e il disegno digitale ci sembra essere stato gestito abbastanza bene: lo stile in 3D in alcuni momenti salta molto all'occhio, risentendo, purtroppo, di animazioni troppo rigide e poco fluide; ma in altre situazioni, la CGI è del tutto impercettibile, riuscendo anche a sposarsi bene con il resto dell'ambientazione realizzata interamente a mano, senza rovinare la visione.

Nel complesso questa scelta stilistica è apprezzabile, e non possiamo far altro che sperare che nel corso della serie si mantenga una certa costanza, senza che la computer grafica sia troppo evidente, in modo da rendere il lavoro visivamente interessante. Quello che ci ha particolarmente colpito e incuriosito è la resa dei giochi da cabinato: quando i protagonisti si siedono ai mobile arcade, è possibile ammirare come per i videogiochi siano state utilizzate immagini di repertorio; questo fa tornare alla memoria le ore trascorse dinanzi agli arcade games.

Hi Score Girl Sebbene sia ancora presto dare un giudizio completo, Hi Score Girl sembra avere tutte le premesse per essere una serie dai risvolti drammatici, con un’analisi psicologica dei protagonisti più intima, con intermezzi comici, per evitare che a lungo andare il tutto possa essere troppo pesante. Il versante visivo potrebbe non essere apprezzato da tutti, poiché la serie è quasi interamente in computer grafica. La CGI è però gestita in modo tale da non essere troppo evidente, se non in rare circostanze, senza che questo rovini l’effetto nostalgia che si ha quando l’occhio cade sui “cassoni”.