Il piano nella foresta: first look della nuova serie Netflix

L'amicizia tra due giovani viaggia sulle note di un piano: musica e sogni sono le premesse di questo nuovo anime dai toni maturi.

Il piano nella foresta: first look della nuova serie Netflix
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Il pianoforte è uno degli strumenti musicali più complessi che ci sia, non solo dal punto di vista strutturale, dovuta ai vari elementi che lo compongono, ma anche per la difficoltà nel suonarlo. Se si riesce a padroneggiarlo alla perfezione, però, è in grado di regalare melodie uniche ed emozionanti e d'incantare anche i meno appassionati. Nel 1998 la mangaka Makoto Isshiki è riuscita a trasportare la bellezza e la complessità dello strumento musicale su carta, portando alla luce Piano no Mori (Il piano nella foresta), trovando l'ispirazione in un documentario sul pianista Stanislav Bunin, vincitore del Concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin nel 1985. Il manga si è concluso solo nel 2015, con 26 volumi. Nel 2007 lo studio d'animazione MadHouse (Death Note e Trigun) ne realizza un film affidando la regia a Masayuki Kojima (regista della recente trasposizione di Made in Abyss) e vede la straordinaria collaborazione del pianista russo Vladimir Ashkenazy. La pellicola è arrivata in Italia nel 2009, in formato home video, con il titolo Piano Forest: Il piano nella foresta. Nel 2018 lo studio Gaina (inizialmente sussidiario del Gainax) serializza la versione animata di Piano no Mori, con Gaku Nakatani alla sua prima esperienza come regista. L'anime ha debuttato in patria il 9 aprile scorso e si è concluso il 2 luglio, ma è stata già annunciata una seconda stagione prevista per gennaio 2019. Dal 28 settembre è disponibile su Netflix, anche in versione doppiata, con il titolo Il piano nella foresta. Abbiamo colto questa occasione per verificare se Il piano nella foresta riuscisse a trasportarci con le sue melodie.

Le note dell'amicizia

Il pianista Kai Ichinose deve esibirsi al Concorso pianistico internazionale Fryederyk Chopin: quando viene chiamato sul palco, si siede al piano ed esegue l'étude Op.10, No.1 del compositore polacco. In questo frangente abbiamo modo di intravedere già alcuni dei personaggi della serie, senza però conoscerne i ruoli. Le note di Kai Ichinose sembrano trasportarci in una foresta incantata, in cui le luci del palcoscenico sembrano spegnersi, e l'aria è illuminata solo dai raggi lunari. Si conclude dunque l'esibizione.
Al termine della scena introduttiva, veniamo portati indietro nel tempo, a quando Kai era ancora un ragazzino e frequentava la scuola, precisamente nel giorno in cui nella sua vita è entrato Shuhei Amamiya, figlio di musicisti, che suona da quando aveva quattro anni e che sogna di diventare pianista. Kai, nonostante non abbia frequentato alcuna scuola di musica, ha il talento innato di riconoscere e riprodurre le sinfonie dopo averle ascoltate una volta sola. In una foresta non lontana dalla scuola frequentata dai nostri protagonisti si trova un pianoforte abbandonato, che non suona più da anni perché rotto; pare, tuttavia, che la sera sia possibile udire un fantasma suonarlo. I bulli della classe costringono il nuovo arrivato a suonare quello strumento, per essere considerato un uomo. Kai decide di aiutare Shuhei con la sua prova e lo accompagna nella foresta. Qui i due si trovano di fronte a un piano dimenticato, malandato, su cui sono cresciuti i rampicanti, ed è difficile credere che possa funzionare in quelle condizioni. Shuhei è pronto ad usarlo, ma, come prevedibile, dallo strumento non proviene alcun suono. Quando si siede Kai, invece, il pianoforte suona e non sembra nemmeno essere rotto, anzi sembra essere nuovo di zecca. Il piano nella foresta suona solo con Kai perché apre il cuore solo a lui.

Nel corso della puntata vedremo lentamente fiorire l'amicizia tra Kai e Shuhei, tanto diversi, ma legati dalla passione per lo strumento a corda; allo stesso modo avremo l'occasione di incontrare anche altri personaggi tra cui la madre di Kai, una prostituta; la madre di Shuhei, che vorrebbe che il figlio diventasse un bravo pianista come il padre; il maestro di musica Ajino Sousuke, che prima d'insegnare era un acclamato pianista, ma a seguito di un incidente in cui ha perso la vita la sua compagna ha abbandonato la carriera. Sarà proprio il maestro Ajino a riconoscere l'enorme potenziale di Kai, e a designarlo come suo successore.

Un buon arrangiamento

Quello che ci ha colpito maggiormente del primo episodio de Il piano nella foresta è l'interazione tra i due protagonisti e il loro dualismo: da un lato abbiamo quello che potrebbe essere considerato come lo studente modello, Shuhei, di famiglia benestante, che vive e respira l'aria di città, che veste con abiti eleganti e protegge le mani con guanti, che studia piano da quando aveva quattro anni, e che desidera diventare un grande pianista; dall'altro lato, invece, abbiamo il figlio di una prostituta, Kai, che vive fuori città, e che ha affrontato una vita niente affatto facile. I molti ostacoli incontrati da Kai sul suo percorso si riflettono sul suo comportamento: è più spigliato ed indipendente, non ha mai ricevuto un'istruzione musicale, ma ha imparato a suonare da solo, probabilmente anche per distrarsi dal mondo che lo circonda. Kai e Shuhei sono insomma due opposti che si attraggono. Grazie alla scena iniziale che ci mostra il futuro, siamo riusciti a farci un'idea su come la relazione dei due protagonisti potrebbe evolversi: entrambi riusciranno ad influenzarsi vicendevolmente, al punto che Kai spingerà l'amico a godersi di più la vita e ad essere meno rigido; viceversa, Shuhei aiuterà Kai a diventare un pianista migliore (e in questo l'aiuto del maestro Ajino potrebbe essere indispensabile) e a dare sfoggio delle sue abilità anche in pubblico, superando la timidezza, perché un talento come il suo non può andare sprecato. Le vicende potrebbero, quindi, svolgersi in modo che entrambi possano completarsi a vicenda. Al netto di ciò, non resta altro da fare che scoprire quale ruolo avranno gli altri personaggi e in che modo questi influenzeranno la storia. Sebbene attualmente sia possibile delineare solo i tratti generali della narrazione, essendoci ancora tanto da scoprire in questa nuova produzione Netflix, crediamo che se riuscisse a premere i giusti tasti potrebbe rivelarsi una commovente ed introspettiva storia di formazione: scoprendo più dettagli sui due protagonisti, in modo da poterli conoscere meglio nel loro intimo, potremo sentirci più partecipi nella loro amicizia al fine di comprendere sotto ogni aspetto il graduale cambiamento che potrebbero subire. Se i rimanenti 11 episodi riuscissero a soddisfare le nostre aspettative di una ponderata analisi psicologica dei due attori principali, smorzata da una lieve comicità (come si nota anche nel corso del pilota), Il piano nella foresta si prospetta essere una produzione matura e poetica.

Se la sceneggiatura ci ha entusiasmati, non possiamo dire la stessa cosa della comparto tecnico. Lo stile grafico non ci è sembrato essere ricercato o particolare, ma abbastanza semplice: i disegni ci hanno dato la sensazione di essere a volte approssimativi e poco curati, senza attenzione ai dettagli; ma, in altre inquadrature, si denota una cura maggiore. Questo si riflette anche sul character design, che risulta essere poco rimarchevole, e gli unici a spiccare sono proprio i due protagonisti. Diversamente, i disegni del setting sono ben più minuziosi, con una maggiore attenzione per i dettagli, come i rampicanti che crescono sul pianoforte o la resa della foresta, quasi da sembrare realistica; ciò potrebbe far sfigurare il tratto approssimativo utilizzato per i personaggi.

Oltre al manuale viene sfruttato un CGI indeciso: un primo esempio lo si nota nell'incipit, quando Kai suona Chopin, che, tutto sommato, è apprezzabile, quasi impercettibile, probabilmente anche grazie ad una continua alternanza con il disegno più classico; nelle fasi finali viene mostrato un utilizzo del digitale più impreciso, evidente e legnoso. Al momento sembra che il comparto digitale sia circoscritto alle riprese più lunghe in cui i musicisti si siedono al piano, mostrando i movimenti delle mani sulla tastiera; in questi attimi, per giunta, abbiamo notato che le immagini e le musiche sono leggermente fuori sincrono, probabilmente dovuto proprio alla rigidità del CGI. Non neghiamo che, particolarmente in questi frangenti, avremmo apprezzato di più il tratto manuale, per vedere come il nuovo studio d'animazione riesca a gestire la complessità di riprodurre la velocità dei movimenti delle mani dei pianisti.

Piano Forest È ancora presto per dire cosa Il piano nella foresta ha da offrire a livello narrativo, ma dalle premesse di questo primo episodio si preannuncia essere una produzione adulta e dalle tonalità drammatiche. Lo stile grafico non eccelso e con un’alternanza dal manuale al CGI potrebbe non riuscire a rendere giustizia ad una sceneggiatura di spicco; ma solo dopo aver visionato la serie completa potremo avere un quadro più chiaro.