Kaiju no. 8: Naoya Matsumoto firma un nuovo shonen di successo?

Il manga sui mitici mostri della fantascienza giapponese arriva in Italia per Star Comics dopo il successo da record in patria.

Kaiju no. 8: Naoya Matsumoto firma un nuovo shonen di successo?
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1954. Nelle sale nipponiche il "re dei mostri" fa capolino dando inizio ad una nuova era per la cinematografia orientale, incede minaccioso, a grandi passi, lascia tracce nella cultura occidentale mentre in patria cannibalizza il genere fantascientifico. L'incubo post-atomico dà vita ad un mostruoso concentrato di odio e violenza, di ira e di distruzione. Un'anomalia, un obbrobrio simbolo di un autosabotaggio tutto umano, un kaiju sotto il nome di Godzilla. È il capostipite di un sottogenere, padre di una lunga serie di mostri giganti che in Occidente hanno spopolato, che in Giappone hanno persino costituito una mitologia.

Kaiju no. 8, manga che ha iniziato la sua serializzazione nel corso del 2020, è una delle più recenti rivisitazioni di successo del mondo dei mostri, una nuova incarnazione in un contesto narrativo che ne ripropone la minaccia sotto lo schema tipico degli shonen, adattandolo ai topoi e alle atmosfere del genere. Dopo i grandi risultati conseguiti in Giappone (dove ha sfondato la parete del milione di copie in tempo record), l'opera di Naoya Matsumoto raggiunge i nostri scaffali grazie alla pubblicazione di Star Comics, che ha sfornato ben 3 edizioni per il primo volume della serie (oltre alla regular, una variant e una limited edition, arriva un box "mostruoso" che include anche il secondo volume del manga).

Attack on...kaiju

Nel manga di Matsumoto i kaiju sbucano fuori quotidianamente, proliferano seminando il panico tra le città fino al loro abbattimento per mano delle Forze di Difesa, unità specializzate nell'eliminazione dei mostri. Entrare a farne parte è il desiderio del Kafka Hibino bambino, ma il Kafka adulto finisce per occuparsi dei kaiju solo dietro le quinte e a lavoro già completato: si occupa della pulizia e lo smaltimento delle carcasse dei mostri.

Un maldestro protagonista che solo grazie ad un provvidenziale "aiuto" esterno e al conseguimento di straordinari poteri riuscirà in qualche modo ad avvicinarsi al sogno infantile che sembrava ormai aver sepolto. Un incipit non originalissimo, con forti echi provenienti dagli shonen più recenti e con uno sviluppo fin troppo legato alle dinamiche più utilizzate del genere.
Un giovane pieno di risentimento, vittima, come molti, dell'attacco di giganteschi mostri che terrorizzano il Paese e, per questo, determinato a raggiungere le file delle forze speciali con l'unico scopo di attuarne lo sterminio, finendo per combattere i nemici proprio acquisendone i poteri e le capacità distintive. Seppure si evolva in toni e termini narrativi opposti, sono evidenti le similitudini tra la nuova hit di Shonen Jump+ e Shingeki no Kyojin, tanto da poter usare la medesima sinossi incipitaria per descriverne le premesse narrative.

Il manga fa poi ricorso ad una serie di espedienti ormai consolidati nel genere del battle shonen, riproponendo, nelle prime battute, lo schema del "test di selezione", spartiacque iniziale ormai onnipresente nelle opere affini (di cui gli esami di selezione dei chunin di Naruto e le prove di Hunter x Hunter sono solo gli esempi più iconici) e ricalcandone il solido paradigma. Si assapora persino qualche nota proveniente da un caposaldo dello sci-finegli anime (e manga) come Evangelion, con l'apparizione dei kaiju che per frequenza, imprevedibilità, proporzioni del pericolo (vere e proprie calamità) e urgenza e preparazione dell'intervento ricorda da vicino la comparsa dei più "eterei" e alieni Angeli dell'universo di Hideaki Anno.

Un shonen dall'impostazione classica

Insomma, c'è un'indubbia "influenza" di opere di successo e una volontà chiara di puntare su dinamiche già oliate, sicure, dopo la prova più originale di Pochi e Kuro, manga interessante (in arrivo ancora per Star Comics) che, però, non ha avuto lo stesso riscontro del vendutissimo Kaiju no. 8.

I primi due volumi dell'opera hanno comunque manifestato una freschezza inaspettata, palesando tutta la bravura narrativa e artistica di Matsumoto. Nonostante, dunque, il mangaka sfrutti elementi già largamente impiegati, è indubbia l'autenticità e il brio che riesce a conferire a schemi così assodati, ottenendo comunque un inizio ben ritmato e assolutamente coinvolgente, pimpante, mai fuori tiro e sempre convincente. Se è vero che la reiterata formula "shoneniana" è già, per sua natura, una regola che non si esaurisce e non stanca mai, va dato atto della maestria dell'autore nel cucire addosso a questo schema archetipico una visione per certi versi atipica, svecchiata dei kaiju, certamente demitizzata a favore di una riscrittura in salsa battle shonen. La singolarità sta, allora, tutta nel riproporre un genere vecchio quasi quanto la fantascienza nipponica (cinematografica) stessa in una chiave nuova.

Ci sono ancora i daikaiju, i kaiju classici (suddivisi in honju e yoju in base alle dimensioni) e i kaijin, ma viene introdotto il concetto di potere "kaijiano", mostruoso (la cui matrice è quella di kaiju che si prospettano possedere una varietà sterminata di "abilità" e di tipologie che di sicuro verranno esplorate) che viene, appunto, acquisito dal protagonista che pare non essere l'unico kaiju umanoide.

Kaiju intelligenti, pensanti, pianificatori, mostruosi nella forma e nella forza ma caratterizzati da un'inedita razionalità e da una malvagità non scriteriata. Innovativo, dunque, è il trattamento riservato ai kaiju, un aspetto che, insieme a un buon parco personaggi e a disegni estremamente adeguati, costituisce il punto di forza del manga di Naoya Matsumoto.

Kafka Hibino e le Forze di Difesa

Oltre ad un simpatico (e molto umano) protagonista, la cui maturità appare come ulteriore aspetto singolare della serie (dato che quasi la totalità degli shonen presentano protagonisti mai così adulti), anche gli altri personaggi finora introdotti risultano validi.

Al di là di un background ancora tutto da scoprire, tutti i comprimari appaiono già interessanti: Leno Ichikawa è la perfetta controcanto caratteriale, spalla ideale per Kafka Hibino; Mina Ashiro (comandante delle unità speciale), tanto potente quanto imperturbabile, è un ottimo personaggio badass e "punto d'arrivo" per il protagonista; l'acuto Soshiro Hosina è un mentore che lascia già intravedere curiosi spunti sulla sua identità di combattente da armi bianche, mentre la talentuosa Kikoru Shinomiya è un concentrato estroso di furore bellico di cui possiamo già apprezzare le motivazioni. Il tutto condito da un particolare sistema di potenza, con tute simil-esoscheletri che fungono anche da valutatore di potenziale combattivo per ogni membro della squadra.

Sono poi tutti esteticamente accattivanti, grazie ad un pregevole character design che, depurato da ridondanti particolari e generalmente semplice, è solo un esempio delle abilità artistiche del mangaka. I disegni di Matsumoto spettacolarizzano al massimo le situazioni più concitate, epicizzano, congelandoli in composizioni altamente scenografiche, i momenti di maggiore importanza risolutiva all'interno dei combattimenti, restituiscono nel migliore dei modi la fluidità della azioni e sono ben adatti a rappresentare dettagliatamente e peculiarmente le varie mostruosità e tecnologie messe in campo.

Un lato grafico riconoscibile e ispirato, dunque, per un manga che convince al suo esordio con un ritmo frenetico e combattimenti ad alto tasso di spettacolarità, nonostante pecchi di una certa tendenza emulativa.