La Regina d'Egitto: la regnante ribelle al tempo delle piramidi

J-POP Manga porta in Italia il manga seinen di Chie Inudoh: La Regina d'Egitto, la storia di una monarca che non si rassegna ad un mondo maschilista.

La Regina d'Egitto: la regnante ribelle al tempo delle piramidi
Articolo a cura di

Tra il 2014 e il 2015, dapprima sulle pagine della rivista Harta di Enterbrain e in seguito in formato tankobon, la maestra Chie Inudoh iniziava la serializzazione de La Regina d'Egitto: L'occhio azzurro di Horus (Aoi horusu no hitomi - danso no joo no monogatari), un manga seinen a sfondo storico incentrato sul percorso di maturazione della principessa (poi regina) Hatshepshut. L'opera giunge il 29 gennaio sui nostri scaffali grazie a J-POP, che ne cura l'edizione italiana, pronta a farci conoscere le gesta di un personaggio fuori dagli schemi in un'opera che ci sembra davvero promettente.

Una regina e il suo Faraone

Siamo tra il sedicesimo e il quattordicesimo secolo avanti Cristo. Il mondo egizio si prepara ad entrare nell'era del cosiddetto Nuovo Regno, governato dalla XVIII dinastia. In Egitto si sviluppa il culto di Amon Ra, la più celebre e venerata divinità dell'epoca delle piramidi.

La Regina d'Egitto è un'opera fortemente contestualizzata dal punto di vista storico, ma sin dall'inizio il primo volumetto sottolinea la marcata indipendenza di questa storia, che si sviluppa su personaggi e vicende di finzione piuttosto che sulle reali ricostruzioni di quel periodo.

In questo racconto il mondo è stato benedetto dalla nascita di Hashepshut, colei che secondo il mito è destinata a governare l'Egitto sotto la protezione di Amon Ra. Ma, sin dall'inizio, il manga di Chie Inudoh ci ricorda con decisione il ruolo e il destino a cui sono condannate le donne in un mondo storicamente maschile e maschilista.

La trama inizia in un punto cruciale di questo worldbuilding, con il giorno del matrimonio della protagonista con il fratellastro Seti: quest'ultimo, nato dall'unione tra il faraone Tuthmose I e una concubina, brama il trono d'Egitto sin dalla nascita, ma è consapevole di doverlo condividere con la reale discendente, Hatshepsuth appunto, nata da Tuthmose e dalla Grande Sposa Reale Ahmes.

La discendenza monarchica avviene per via matriarcale, ma è di fatto il Faraone, colui che la regnante sceglie di sposare, a mantenere il potere. Un paradosso che la protagonista fatica ad accettare: dopo le prime pagine, che ci presentano i protagonisti, la trama del manga fa un passo indietro, e ci mostra la gioventù della ragazza e del suo irruento fratellastro. Un'infanzia passata a rivaleggiare: la storia ci mostra, progressivamente, l'indole da maschiaccio di Hatshepshut, che mai ha voluto piegarsi ad una società maschilista in cui essere femminili e compiacere il proprio sposo è l'unica regola che conta. Ma la crescita consiste anche nell'assumere consapevolezza del proprio ruolo e dei propri doveri: tramite i capitoli centrali, quindi, La Regina d'Egitto: L'occhio azzurro di Horus costruisce il percorso di maturazione della protagonista, raccontandoci i retroscena di una personalità complessa e ambigua.

Solo nella seconda parte dell'albo la trama torna a concentrarsi sul presente e, delineate le linee guida del racconto, sviluppa la storia orizzontalmente, approfondendo il legame tra Hatshepshut e Seti (che, una volta Faraone, assume il nome di Tethmose II).

Non solo, subentrano i primi contrasti e gli intrighi tra i due coniugi, in una continua battaglia psicologica per affermare il dominio sul trono e, di conseguenza, su tutto l'Egitto.

Un buon inizio

Il manga di Chie Inudoh mette in scena un racconto che, stando alla lettura del primo tankobon, ci è sembrato avvincente e ben scritto, capace sia di una scrittura profonda e riflessioni interessanti sul ruolo e la figura della donna, sia di una modesta quantità di fanservice. È un manga dai toni maturi, e lo dimostra soprattutto il discreto numero di nudi espliciti e di qualche ammiccamento sessuale, fino ad una sequenza che riprende finanche (anche se in maniera più leggera) il tema dello stupro. A tutto ciò si affianca uno stile visivo fresco, non troppo originale sul versante del design, ma ugualmente dettagliato e affascinante. Gli scenari, gli abiti e gli accessori egizi vengono proposti con grande cura, in un'opera che può affascinare sia i profani sia i cultori dell'Antico Egitto, a patto che si chiuda un occhio su qualche incongruenza storica.

La Regina d'Egitto: L'occhio azzurro di Horus Un'opera da tenere d'occhio, la nuova proposta seinen di J-POP Manga: La Regina d'Egitto è un'opera piacevole e avvincente, ben disegnata e ben scritta. Se anche i prossimi sviluppi si manterranno sui buoni livelli mostrati nel primo tankobon, il manga di Chie Inudoh potrebbe sorprendere chi cerca un drama a sfondo dinastico senza preoccuparsi troppo dell'accuratezza storica.