Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury promette faville su Crunchyroll

Per la prima volta in 43 anni, la nuova serie televisiva dedicata al leggendario Mobile Suit bianco ha una protagonista femminile.

Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury promette faville su Crunchyroll
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Mettendo da parte OAV e lungometraggi d'animazione tra i quali non possiamo non citare Thunderbolt, Narrative o Hathaway (a questo proposito, qui trovate la nostra recensione di Mobile Suit Gundam: Hathaway), nell'ultimo decennio il franchise di Gundam si è dedicato principalmente ai tanti sequel e derivati di Gundam Build Fighters e Divers: delle serie incentrate sulle competizioni tra modellini. A distanza di otto anni da "G no Reconguista" e sette da "Iron-Blooded Orphans", Bandai Namco Filmworks (ex-Sunrise) sembra finalmente pronta a lasciarsi alle spalle gli scontri tra Gunpla per tornare a esplorare i futuristici universi paralleli tanto amati dai fan del brand.

Incuriositi dalle premesse narrative e dalla possibilità di fruirne con sottotitoli in italiano sulla piattaforma Crunchyroll, abbiamo visionato i primi episodi di Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury e ve ne proponiamo di seguito le nostre impressioni preliminari.

L'avvento della strega

Sebbene le vicende raccontate da Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury siano ambientate nell'anno Ad Stella 122, la sua storia ha inizio circa dodici anni prima, quando l'Istituto Vanadis ultimò un'avanzatissima tecnologia che avrebbe concesso al genere umano di realizzare il proprio desiderio e raggiungere le stelle.

Tuttavia, quando il cosiddetto "GUND Format" - che in origine avrebbe dovuto correggere le disfunzioni fisiche dei pazienti e consentire loro di collegarsi neuralmente a protesi rivoluzionarie - venne impiegato per scopi militari, il Mobile Suit Development Council Front bandì permanentemente la tecnologia di Vanadis e interruppe lo sviluppo dei Gundam, distruggendo la struttura di ricerca satellitare Fólkvangr e uccidendo tutto il personale della Ochs Earth Corporation. Come mostrato dal prologo di Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury (un breve lungometraggio trasmesso nel corso dell'estate 2022), solo due persone sfuggirono al massacro ordinato dallo spietato Delling Rembran, che a quel tempo era già un influente rappresentate del consiglio, per poi rifugiarsi sul pianeta Mercurio: la pilota collaudatrice di Mobile Suit, Elnora Samaya, e la figlioletta di appena cinque anni di nome Ericht. Avendo dimostrato sin dalla tenera età di poter entrare in risonanza con la tecnologia GUND Format senza soffrire dei suoi gravosi effetti negativi, in seguito al suddetto incidente la piccola Ericht viene addestrata per diventare una pilota anche più abile della propria madre e mettere in atto un piano volto a vendicare la tragedia di Fólkvangr.

A tal proposito, una volta raggiunta l'età di 17 anni, Ericht viene iscritta sotto lo pseudonimo di Suletta Mercury all'Asticassia School of Technology, un prestigioso istituto gestito dal Gruppo Benerit dello stesso Delling Rembran, che nel frattempo è divenuto presidente del Mobile Suit Development Council Front. Anziché passare inosservata, già al suo primo giorno di scuola la timida, goffa e un po' pasticciona Suletta salva una fanciulla alla deriva nello spazio, sabotando a sua insaputa l'elaborato piano di fuga dell'attraente Miorine Rembran, che appunto vorrebbe recarsi sulla Terra per sfuggire al controllo del padre Delling.

Il rigido presidente del consiglio ha infatti stabilito che la figlia dovrà sposare il miglior pilota dell'Asticassia School of Technology, un titolo attualmente detenuto dal rude e un po' violento Guel Jeturk, ossia il principale erede della Jeturk Heavy Machinery (una delle tre filiali del Gruppo Benerit). Intervenuta per sottrarre Miorine ai continui maltrattamenti perpetrati dal suo futuro e indesiderato marito, l'impulsiva Suletta è per giunta costretta ad affrontare l'asso dell'accademia in uno scontro tra Mobile Suit che la vedrà prevalere. Come risultato, non solo la nostra buffa eroina finirà per attirare su di sé e sul suo Gundam Aerial tutte le attenzioni del Gruppo Benerit, complicando ulteriormente la sua missione, ma verrà investita del titolo di "Holder", ovvero l'emblema conferito alla persona che dovrà sposare la giovane figlia dell'odiato Delling Rembran.

Un nuovo punto di vista

Nonostante le spudorate somiglianze tra l'incipit di The Witch from Mercury e quelle di Utena la fillette révolutionnaire (manga edito da Star Comics avente per protagoniste il maschiaccio Utena Tenjou e Anthy Himemiya, la cosiddetta "Sposa della Rosa" dell'Accademia Ootori), dal punto di vista prettamente narrativo la più recente iterazione di Gundam ha subito conquistato le nostre simpatie per due diverse ragioni.

Innanzitutto, la nuova serie televisiva di Sunrise affronta tematiche disgraziatamente attuali come i pericoli rappresentati dalle tecnologie emergenti, per non parlare della corruzione politica e della critica mossa contro il capitalismo. Temi importanti e delicati, che se uniti al radicato desiderio di vendetta di Elnora e alle problematiche legate al razzismo (un elemento ricorrente nel capolavoro di Yoshiyuki Tomino e nei suoi innumerevoli derivati) potrebbero alla lunga regalarci un'epopea mozzafiato e magari in grado di rivaleggiare con l'inarrivabile Gundam 00.

Secondo, ma non per questo meno importante, la vicenda è raccontata da un punto di vista assolutamente inedito per il franchise, che per la prima volta in 43 anni ha finalmente affidato il ruolo di assoluta protagonista a un personaggio di sesso femminile: un evento storico e che la dice lunga su quanto Bandai e Sunrise si siano evolute nel corso degli anni.

Del resto, come raccontato via Twitter dallo stesso Koichi Tokita (autore dei manga di Gundam Wing, G Gundam e SEED Astray), in passato le due aziende erano fortemente contrarie all'idea di avere una protagonista assoluta, poiché a loro avviso "i Gunpla appartenenti a un personaggio femminile non avrebbero venduto granché". Un'affermazione infelice che ci auguriamo venga smentita quanto prima dai dati di vendita del Gundam Aerial, in modo tale che questo tardivo quanto necessario esperimento non resti un caso isolato.

Dopo tanti soldati perfetti (come Heero Yui o Setsuna F. Seiei) ed eroi per caso (citiamo almeno Amuro Ray, Banagher Links e l'insopportabile Kira Yamato), Suletta Mercury si sta dimostrando un personaggio fuori dagli schemi: estremamente docile e impacciata, al punto tale da passare quasi una fifona, la ragazza nasconde una grande forza di volontà, che puntualmente salta fuori quando si ritrova a lottare contro le ingiustizie e gli abusi di cui è testimone. Un personaggio insomma imprevedibile e autentico, e che non vediamo l'ora di approfondire, anche a luce degli stravolgimenti narrativi cui la serie dovrà necessariamente andare incontro.

Sunrise a tutta forza

Passando al comparto tecnico, dobbiamo riconoscere che, sebbene il design di Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury non regga il confronto con quello di Mobile Suit Gundam: Hathaway, personaggi e mecha della nuova serie appaiono alquanto dettagliati.

Frutto di uno sforzo congiunto di Tagashira Marie (City Hunter: The Movie - Shinjuku Private Eyes), Takaya Hirotoshi (Mobile Suit Gundam: Thunderbolt) e Toida Juri (Gundam Breaker Battlogue), i disegni dell'anime ci sono parsi finora di altissima qualità, anche e soprattutto grazie al magistrale utilizzo dei chiaroscuri e di una palette cromatica dominata da colori accesi e sgargianti. Senza nulla togliere alle sequenze aventi per protagonisti i personaggi umani, sono però le scene di lotta a bordo dei Mobile Suit ad averci sorpresi, giacché queste ultime non si servono di alcuna CGI. A differenza di quanto accaduto nel già menzionato lungometraggio Hathaway, che appunto sfruttava CGI tutt'altro che invasiva per animare le scene di azioni, e in generale nelle opere coi mecha che hanno visto la luce negli ultimi anni, i combattimenti di Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury sono stati realizzati utilizzando unicamente animazioni 2D. Dal momento che la serie ha appena avuto inizio, gli scontri non hanno ancora raggiunto l'epicità per cui il franchise di Gundam è rinomato, ma in queste prime puntate ci ha comunque permesso di ammirare una fluidità sorprendente e degli effetti speciali di altissimo livello.

Già apprezzato in Mobile Suit Gundam: Twilight Axis e Phantasy Star Online 2: The Animation, Oomama Takashi ha composto a questo giro una colonna sonora piacevole e variegata, che ben si amalgama al ritmo assunto di volta in volta dal movimentato intreccio. Un plauso a parte va dedicato alla superba sigla di apertura cantata da YOASOBI, il duo nipponico formato dal produttore musicale Vocaloid Ayase e dalla cantante Ikura, che dopo averci elettrizzati con Kaibutsu (la seconda opening di Beastars) ha realizzato un altro brano frizzante e coinvolgente.

La ciliegina sulla torta è infine rappresentata dalla straordinaria performance recitativa offerta dal doppiaggio giapponese, che per l'occasione si è avvalso di interpreti vocali gettonatissimi quali Ichinose Kana (Ichigo in DARLING in the FRANXX), Lynn (Kirisu Mafuyu in We Never Learn, Princess Hibana in Fire Force), Noto Namiko (Mavis Vermilion in Fairy Tail) e Uchida Naoya (Uchiha Madara in Naruto Shippuuden).

Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury Il primo pacchetto di episodi di Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury è stato una rivelazione. Al netto di un incipit che sa di già visto, la serie è fresca, divertente e molto attuale, anche grazie ai delicati temi trattati, che spaziano dal razzismo alla corruzione dei politici, prestando particolare attenzione ai problemi di natura etica scaturiti dall’utilizzo di tecnologie avanzatissime quanto pericolose. Complice un impianto tecnico di alto profilo e un pregevole accompagnamento sonoro, The Witch from Mercury e la sua assoluta protagonista femminile potrebbero regalarci uno degli show più entusiasmanti della stagione appena cominciata.