Record of Ragnarok: un primo sguardo al nuovo anime su Netflix

Arriva su Netflix l'adattamento animato dello spettacolare manga di combattimento Record of Ragnarok. Ecco le nostre prime impressioni.

Record of Ragnarok: un primo sguardo al nuovo anime su Netflix
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È disponibile su Netflix da giovedì 17 giugno 2021 la prima stagione di Record of Ragnarok. Si tratta dell'adattamento animato del seinen manga scritto da Takumi Fukui e Shinya Umemura e disegnato da Azychika, in corso di serializzazione dal 2017 con 10 volumi all'attivo. L'opera originale, che in giapponese si intitola Shuumatsu no Valkyrie, è pubblicata nel nostro paese dall'editore Star Comics, dove è giunta da poco al quinto volume. A tal proposito vi invitiamo a leggere la nostra anteprima del manga Record of Ragnarok.

La serie sta ottenendo un discreto successo di pubblico e critica in patria. A marzo 2021 Record of Ragnarok aveva infatti oltre 6 milioni di copie in circolazione, e il titolo è apparso ai primi posti di numerose classifiche di settore. Come se l'è cavata Graphinica, lo studio responsabile di questo adattamento, nel replicare su schermo gli spettacolari combattimenti del manga? Ecco le nostre impressioni iniziali dopo i primi due episodi, sui 12 disponibili sulla piattaforma.

Umani e dei, lo scontro finale

Ogni mille anni, le divinità di tutto il mondo si riuniscono presso il Congresso del Valhalla, dove tramite una votazione decidono se far vivere la razza umana o decretarne l'estinzione. Dopo aver optato per la seconda opzione, l'intervento di Brunhilde, la leader delle Valchirie, convince Zeus e gli altri dei a dare un'ultima possibilità al genere umano attraverso il Ragnarok. Si tratta di un evento nel corso del quale 13 campioni dell'umanità dovranno affrontare 13 rappresentanti del regno celeste, in uno scontro all'ultimo sangue dal cui risultato dipendono le sorti del genere umano. Queste sono le premesse, semplici ed essenziali, di un'opera leggera e spensierata - nonostante i toni apocalittici del contesto - che punta tutto su un unico fattore: l'intrattenimento dello spettatore grazie ai suoi combattimenti.

Dopo una breve premessa, nel primo episodio assistiamo già all'inizio del primo scontro, quello tra il possente Thor e il più forte di tutti gli umani, il condottiero Lu Bu, ispirato a un personaggio realmente esistito della storia cinese.

I vari combattenti del roster (termine perfetto anche per questa occasione) di Record of Ragnarok provengono da un bizzarro miscuglio di numerosi pantheon - greco, norreno e indiano, per citare quelli principali - e influenze storico-letterarie che donano alla serie un'indubbia varietà e un ottimo potenziale per quanto riguarda la spettacolarità degli scontri.

Caratteristica che però non viene ancora sfruttata appieno nei primi due episodi. Se il primo serve solamente per introdurre il contesto e i personaggi in gioco, nel secondo lo scontro tra Thor e Lu Bu non raggiunge ancora il suo apice per la presenza di flashback relativi a entrambi i personaggi nel bel mezzo del combattimento. Una scelta apprezzabile che serve a donare maggiore spessore alle due figure, ma la cui collocazione si poteva senza dubbio gestire meglio.

Almeno fino a questo momento, in linea con le premesse sopra menzionate, Record of Ragnarok non brilla certamente per la caratterizzazione dei suoi personaggi, in alcuni casi macchiette adibite a un ruolo ben preciso.

L'unica eccezione è quella che potremo definire la protagonista della serie, la valchiria Brunhilde, di cui ancora non conosciamo le motivazioni che la stanno spingendo a voler aiutare gli umani. Non vediamo l'ora di scoprire come si evolverà il personaggio nei prossimi episodi.

Battaglie al risparmio

L'anime di Record of Ragnarok è prodotto dallo studio d'animazione Graphinica, azienda di fondazione abbastanza recente nota agli appassionati per aver realizzato gli ultimi tre episodi della serie Hellsing Ultimate (dal manga di Kota Hirano). Il lavoro dello studio si dimostra, almeno fino a questo momento, molto fedele al contenuto e all'estetica dell'opera originale. La seconda è probabilmente uno dei punti di forza, o quanto meno più caratteristici, della produzione. La rappresentazione delle divinità di Record of Ragnarok è infatti molto lontana dal canone tipico della cultura popolare contemporanea. Basti pensare a Zeus, che qui appare come un vecchio all'apparenza gracile il cui aspetto ricorda molto quello di Netero della serie Hunter x Hunter, o allo stesso Thor, un personaggio per il quale l'aggettivo "tamarro" calza davvero a pennello.

Sfortunatamente, a una tale fedeltà artistica verso il materiale di partenza non corrisponde un'adeguata cornice tecnica. I primi due episodi di Record of Ragnarok mostrano infatti disegni e animazioni (soprattutto le seconde) parecchio al risparmio.

Non abbiamo perciò quel valore aggiunto che ci si aspetta normalmente nel passaggio dalla carta al piccolo schermo. L'abuso di frame statici e una palette cromatica abbastanza smorta completano il quadro di un comparto tecnico mediocre che ci auguriamo possa solo che migliorare nei restanti episodi.

Alti e bassi che caratterizzano anche il comparto sonoro, che vede le musiche di Yasuharu Takanashi (Naruto: Shippuuden, Fairy Tail), e il doppiaggio italiano. Alcune voci di quest'ultimo non sembrano particolarmente efficaci per i relativi personaggi, ma si tratta di un aspetto che potremo giudicare consapevolmente solo in occasione della recensione completa.

Record of Ragnarok Le prime puntate dell’adattamento animato di Record of Ragnarok ci hanno convinto a metà. Se da un lato il lavoro dello studio Graphinica si dimostra fedele al materiale cartaceo e rispettoso della sua estetica, dall’altro i disegni, le animazioni e, in generale, tutto l’apparato tecnico tendente al risparmio non ci sono sembrati in grado di valorizzare nel modo adeguato il materiale di partenza. Un problema non da poco per una serie che punta tutto sulla spettacolarità e sull’euforia dei combattimenti tra umani e divinità che decideranno le sorti del pianeta. Non possiamo che augurarci che il resto degli episodi possieda un livello produttivo più elevato, in grado di rendere giustizia al validissimo contenuto dell’opera originale.