Tra le produzioni televisive anime che vengono rilasciate ogni stagione vi è una particolare categoria, estremamente prolifica in termini puramente quantitativi, che nella scorsa decade ha goduto di una reputazione altalenante nonostante la popolarità. Questo poiché gli innumerevoli cloni, adagiandosi su stilemi di successo e commercialmente appetibili, adombravano i pochi titoli davvero interessanti e innovativi. Stiamo parlando degli Isekai (lett. ‘mondo differente') uno specifico sottogenere del fantasy - talvolta della fantascienza - in cui un individuo ordinario si ritrova per motivazioni variabili - reincarnazione, evocazione, e simili - ad essere trasferito e intrappolato in un altro mondo.
Una formula ormai nota a tutti gli appassionati dell'animazione giapponese, consacrata probabilmente dal successo della prima serie di Sword Art Online, cui hanno seguito numerosi prodotti derivativi con le ovvie variazioni sul tema, tra parodie e reinterpretazioni. Pur avendo influenzato in maniera determinante il modo di narrare questo genere di storie, è curioso sottolineare che dal punto di vista degli autori Sword Art Online non è propriamente un Isekai. Su queste pagine potete approfondire alcuni degli isekai più discussi degli ultimi anni, vi invitiamo a leggere ad esempio la recensione di The Rising of the Shield Hero.
Se da un lato le potenzialità narrative più evidenti sono state esplorate da diverso tempo, addirittura da opere precedenti la celebre trasposizione della serie letteraria di Reiki Kawahara, siamo inclini a pensare che negli ultimi anni sia diventato, con alcune piacevoli eccezioni, un genere statico e ripetitivo. È ancora presto per esprimere un giudizio definitivo su The Faraway Paladin, il nuovo anime isekai del palinsesto autunnale di Crunchyroll, ma da quanto abbiamo visto nelle prime tre puntate finora rilasciate ci sono diversi elementi che lo rendono meritevole di attenzione.
Un inizio bizzarro
Tratto dalla light novel di Kanata Yanagino illustrata da Kususaga Rin, narra la storia del giovane Will, il solo umano ad abitare nei pressi delle rovine di una misteriosa città. Reincarnatosi in un neonato e mantenendo alcuni ricordi della sua vita precedente, viene allevato e cresciuto da tre non-morti, Gus, Blood e Mary, che si occupano di istruirlo nello studio della magia e della spada.
Sono rispettivamente un grande mago del passato sopravvissuto in forma di fantasma, un imponente scheletro guerriero e un'amabile mummia sacerdotessa. Nel corso di questi primi episodi assistiamo a una sorta di prologo in cui vengono percorsi i momenti salienti della vita di Will fino al raggiungimento dell'età adulta, che nel mondo di Faraway Paladin coincide con il compimento dei 15 anni. Tra i non-morti e il protagonista si instaura un profondo legame affettivo, ma egli nutre il sospetto che gli nascondano qualcosa di importante. Non sappiamo per quale motivo siano diventati non-morti, né come mai la città sia in rovina, perché siano rimasti lì tutto questo tempo o perché Will si sia ritrovato con loro; al contempo, egli mantiene segreto il fatto di possedere i ricordi di una vita precedente.
Il primo aspetto interessante della serie consiste proprio nell'alone di mistero che caratterizza non solo gli insoliti tutori ma lo stesso Will, di cui per ora conosciamo davvero poco. Da alcuni rapidi flashback si può intuire che fosse una sorta di hikikomori, in quanto ci viene mostrato in un ambiente tipicamente associato a chi versa in una condizione di autoreclusione: solo, immerso in un'atmosfera cupa nella sua stanza buia, davanti al computer. Tuttavia, si tratta solo di brevi accenni ed è presto per sapere se e quanto ciò verrà poi reso oggetto di approfondimento in futuro.
Ricominciare da zero
Nel corso degli anni trascorsi nel nuovo mondo si rende conto di quanto l'insolita reincarnazione non sia una punizione, ma un'occasione per tornare a vivere, come se qualcuno gli avesse voluto restituire ciò che lui aveva invece gettato via. Non sappiamo se questa sia un'allusione a un possibile suicidio o semplicemente alla rinuncia alla vita sociale, ma il protagonista sembra immediatamente consapevole di essere morto. Faraway Paladin, dunque, contestualizza il cambio di realtà e la sua accettazione in maniera molto più sensata di numerosi altri titoli, che spesso utilizzano questo topos narrativo al solo scopo di inserirsi in una corrente di opere di successo, senza troppo curarsi né della credibilità dell'insieme né della funzionalità ai fini del racconto.
Will è cosciente del suo passato, infatti sembra un ragazzo prodigioso rispetto all'età effettiva proprio perché ha preservato la mente e la consapevolezza di una persona adulta. Ciò gli consente non solo di rendersi conto di quale fase della crescita sta attraversando e cosa dovrebbe aspettarsi di conseguenza, ma anche di essere incredibilmente precoce nello studio.
I suoi trascorsi comunque rimangono parte del suo carattere, se non altro per quanto riguarda la motivazione che lo spinge a voler condurre uno stile di vita diverso da prima. Aver riattraversato gradualmente ogni fase dell'infanzia rende inoltre plausibile l'essersi abituato alla nuova condizione di ‘normalità'.
I tre non-morti, invece, costituiscono per ora la parte più interessante della storia non solo in quanto insolite figure genitoriali, ma per l'ambiguità di fondo che li spinge a prendersi cura di Will. L'anime, come detto, ci proietta immediatamente in una situazione costellata da numerosi interrogativi. Le poche e diluite informazioni impediscono allo spettatore nelle prime fasi di farsi un'idea chiara su queste figure misteriose di cui non si conosce nemmeno la causa che li ha resi ciò che sono, ed è solo alla fine del terzo episodio che riusciamo finalmente a vedere il disegno completo.
Una struttura solida in ogni sua parte?
Faraway Paladin nelle sue fasi iniziali riesce così a fornire una serie di elementi presumibilmente connessi - la città in rovina, la non morte, la decisione di crescere il trovatello - in cui la ricerca di un filo di giuntura accompagna dolcemente questi primi episodi dal ritmo contenuto e funzionale al mistero. La serie si prende il giusto tempo per caratterizzare in maniera coerente sia l'ambientazione sia il rapporto tra i protagonisti, senza dilungarsi troppo negli aspetti slice of life e contemporaneamente senza scadere in eccessive approssimazioni.
L'attenzione dedicata al background dei comprimari contribuisce significativamente alla creazione di un mondo vivo, in movimento, che non ruota unicamente intorno all'arrivo del protagonista ma che è stato teatro di numerose storie non raccontate. L'educazione scolastica di Will in tal senso è un escamotage intelligente con cui vengono approfonditi aspetti relativi a magia, religione, storia, caratterizzanti la nuova realtà in cui il protagonista è rinato, contribuendo a gettare basi concrete per i futuri sviluppi, che sembrano essere indirizzati verso avventurose peripezie in giro per il continente.
Ciò che invece non ci ha convinto riguarda la messa in scena generale, non entusiasmante dal punto di vista della qualità delle animazioni e della cura dei fondali. La regia di Yuu Nobuta, complessivamente impersonale, non si distingue né per la scelta di angoli di ripresa originali né per particolari virtuosismi, limitandosi a camminare su un terreno fin troppo convenzionale e mostrando il fianco nelle scene d'azione, in cui non riesce a restituire il dinamismo sperato.
Ricordiamo comunque che lo studio Children's Playground Entertainment è una realtà relativamente piccola e con poche produzioni alle spalle, dunque difficilmente, salvo un equipe di animatori stellari, ci si potrà aspettare un lavoro paragonabile a quello delle grandi produzioni di questo autunno come la nuova stagione del Demon Slayer che già dal primo episodio ha registrato uno share del 10%, superando serie storiche come Sazae-San e Detective Conan.
The Faraway Paladin: com'è il nuovo isekai di Crunchyroll?
The Faraway Paladin, il nuovo anime isekai di Crunchyroll, riesce in tre episodi a costruire solidi presupposti per uno sviluppo interessante.
Tra le produzioni televisive anime che vengono rilasciate ogni stagione vi è una particolare categoria, estremamente prolifica in termini puramente quantitativi, che nella scorsa decade ha goduto di una reputazione altalenante nonostante la popolarità. Questo poiché gli innumerevoli cloni, adagiandosi su stilemi di successo e commercialmente appetibili, adombravano i pochi titoli davvero interessanti e innovativi. Stiamo parlando degli Isekai (lett. ‘mondo differente') uno specifico sottogenere del fantasy - talvolta della fantascienza - in cui un individuo ordinario si ritrova per motivazioni variabili - reincarnazione, evocazione, e simili - ad essere trasferito e intrappolato in un altro mondo.
Una formula ormai nota a tutti gli appassionati dell'animazione giapponese, consacrata probabilmente dal successo della prima serie di Sword Art Online, cui hanno seguito numerosi prodotti derivativi con le ovvie variazioni sul tema, tra parodie e reinterpretazioni. Pur avendo influenzato in maniera determinante il modo di narrare questo genere di storie, è curioso sottolineare che dal punto di vista degli autori Sword Art Online non è propriamente un Isekai. Su queste pagine potete approfondire alcuni degli isekai più discussi degli ultimi anni, vi invitiamo a leggere ad esempio la recensione di The Rising of the Shield Hero.
Se da un lato le potenzialità narrative più evidenti sono state esplorate da diverso tempo, addirittura da opere precedenti la celebre trasposizione della serie letteraria di Reiki Kawahara, siamo inclini a pensare che negli ultimi anni sia diventato, con alcune piacevoli eccezioni, un genere statico e ripetitivo. È ancora presto per esprimere un giudizio definitivo su The Faraway Paladin, il nuovo anime isekai del palinsesto autunnale di Crunchyroll, ma da quanto abbiamo visto nelle prime tre puntate finora rilasciate ci sono diversi elementi che lo rendono meritevole di attenzione.
Un inizio bizzarro
Tratto dalla light novel di Kanata Yanagino illustrata da Kususaga Rin, narra la storia del giovane Will, il solo umano ad abitare nei pressi delle rovine di una misteriosa città. Reincarnatosi in un neonato e mantenendo alcuni ricordi della sua vita precedente, viene allevato e cresciuto da tre non-morti, Gus, Blood e Mary, che si occupano di istruirlo nello studio della magia e della spada.
Sono rispettivamente un grande mago del passato sopravvissuto in forma di fantasma, un imponente scheletro guerriero e un'amabile mummia sacerdotessa. Nel corso di questi primi episodi assistiamo a una sorta di prologo in cui vengono percorsi i momenti salienti della vita di Will fino al raggiungimento dell'età adulta, che nel mondo di Faraway Paladin coincide con il compimento dei 15 anni. Tra i non-morti e il protagonista si instaura un profondo legame affettivo, ma egli nutre il sospetto che gli nascondano qualcosa di importante. Non sappiamo per quale motivo siano diventati non-morti, né come mai la città sia in rovina, perché siano rimasti lì tutto questo tempo o perché Will si sia ritrovato con loro; al contempo, egli mantiene segreto il fatto di possedere i ricordi di una vita precedente.
Il primo aspetto interessante della serie consiste proprio nell'alone di mistero che caratterizza non solo gli insoliti tutori ma lo stesso Will, di cui per ora conosciamo davvero poco. Da alcuni rapidi flashback si può intuire che fosse una sorta di hikikomori, in quanto ci viene mostrato in un ambiente tipicamente associato a chi versa in una condizione di autoreclusione: solo, immerso in un'atmosfera cupa nella sua stanza buia, davanti al computer. Tuttavia, si tratta solo di brevi accenni ed è presto per sapere se e quanto ciò verrà poi reso oggetto di approfondimento in futuro.
Ricominciare da zero
Nel corso degli anni trascorsi nel nuovo mondo si rende conto di quanto l'insolita reincarnazione non sia una punizione, ma un'occasione per tornare a vivere, come se qualcuno gli avesse voluto restituire ciò che lui aveva invece gettato via. Non sappiamo se questa sia un'allusione a un possibile suicidio o semplicemente alla rinuncia alla vita sociale, ma il protagonista sembra immediatamente consapevole di essere morto. Faraway Paladin, dunque, contestualizza il cambio di realtà e la sua accettazione in maniera molto più sensata di numerosi altri titoli, che spesso utilizzano questo topos narrativo al solo scopo di inserirsi in una corrente di opere di successo, senza troppo curarsi né della credibilità dell'insieme né della funzionalità ai fini del racconto.
Will è cosciente del suo passato, infatti sembra un ragazzo prodigioso rispetto all'età effettiva proprio perché ha preservato la mente e la consapevolezza di una persona adulta. Ciò gli consente non solo di rendersi conto di quale fase della crescita sta attraversando e cosa dovrebbe aspettarsi di conseguenza, ma anche di essere incredibilmente precoce nello studio.
I suoi trascorsi comunque rimangono parte del suo carattere, se non altro per quanto riguarda la motivazione che lo spinge a voler condurre uno stile di vita diverso da prima. Aver riattraversato gradualmente ogni fase dell'infanzia rende inoltre plausibile l'essersi abituato alla nuova condizione di ‘normalità'.
I tre non-morti, invece, costituiscono per ora la parte più interessante della storia non solo in quanto insolite figure genitoriali, ma per l'ambiguità di fondo che li spinge a prendersi cura di Will. L'anime, come detto, ci proietta immediatamente in una situazione costellata da numerosi interrogativi. Le poche e diluite informazioni impediscono allo spettatore nelle prime fasi di farsi un'idea chiara su queste figure misteriose di cui non si conosce nemmeno la causa che li ha resi ciò che sono, ed è solo alla fine del terzo episodio che riusciamo finalmente a vedere il disegno completo.
Una struttura solida in ogni sua parte?
Faraway Paladin nelle sue fasi iniziali riesce così a fornire una serie di elementi presumibilmente connessi - la città in rovina, la non morte, la decisione di crescere il trovatello - in cui la ricerca di un filo di giuntura accompagna dolcemente questi primi episodi dal ritmo contenuto e funzionale al mistero. La serie si prende il giusto tempo per caratterizzare in maniera coerente sia l'ambientazione sia il rapporto tra i protagonisti, senza dilungarsi troppo negli aspetti slice of life e contemporaneamente senza scadere in eccessive approssimazioni.
L'attenzione dedicata al background dei comprimari contribuisce significativamente alla creazione di un mondo vivo, in movimento, che non ruota unicamente intorno all'arrivo del protagonista ma che è stato teatro di numerose storie non raccontate. L'educazione scolastica di Will in tal senso è un escamotage intelligente con cui vengono approfonditi aspetti relativi a magia, religione, storia, caratterizzanti la nuova realtà in cui il protagonista è rinato, contribuendo a gettare basi concrete per i futuri sviluppi, che sembrano essere indirizzati verso avventurose peripezie in giro per il continente.
Ciò che invece non ci ha convinto riguarda la messa in scena generale, non entusiasmante dal punto di vista della qualità delle animazioni e della cura dei fondali. La regia di Yuu Nobuta, complessivamente impersonale, non si distingue né per la scelta di angoli di ripresa originali né per particolari virtuosismi, limitandosi a camminare su un terreno fin troppo convenzionale e mostrando il fianco nelle scene d'azione, in cui non riesce a restituire il dinamismo sperato.
Ricordiamo comunque che lo studio Children's Playground Entertainment è una realtà relativamente piccola e con poche produzioni alle spalle, dunque difficilmente, salvo un equipe di animatori stellari, ci si potrà aspettare un lavoro paragonabile a quello delle grandi produzioni di questo autunno come la nuova stagione del Demon Slayer che già dal primo episodio ha registrato uno share del 10%, superando serie storiche come Sazae-San e Detective Conan.