First look Welcome to the N.H.K.

Risate non troppo leggere sul disagio degli otaku nel nuovo millennio

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Welcome to NHK

Welcome to NHK è un fumetto coraggioso. Non certo la prima opera del genere: già altri manga e anime hanno affrontato il tema degli otaku e dei loro disagi nei confronti della società, spesso riportandoli in chiave ironica, ma sempre con un inquietante fondo di verità.
NHK tuttavia porta agli estremi la visione di questo modo di vivere e delle sue conseguenze, e sebbene le disavventure dei vari protagonisti portano senza dubbio a diverse situazioni ilari, l’attenzione di fondo ai problemi di questo tipo di persone e la preoccupazione stessa dell’autore nei loro confronti è palese.
Il protagoniste della storia è Tatsuhiro Sato, di ventidue anni.
Abbandonata l’università dopo appena il primo anno, si è ritrovato presto nella condizione dell’Hikikomori, ovvero del giovane disadattato sociale che passa la stragrande maggioranza del proprio tempo in casa, senza studiare o lavorare e senza avere pressoché alcun contatto col mondo esterno.
Stimolato dalla misteriosa Misaki - che lo prende come soggetto di studio - a reagire, Tatsuhiro reincontra due vecchi compagni del liceo, Kaoru Yamazaki (un lolitomane all’ultimo stadio fissato coi bishojo game), e Hitomi Kashiwa, una maniaca depressiva fanatica delle teorie del complotto (una di queste, assolutamente maniacale, dà infatti il titolo al manga).
Le loro disavventure nel mondo dei giovani reietti giapponesi sono narrate con un gusto amaramente ironico, e riescono nella difficile impresa di divertire, nonostante la drammaticità di molti momenti.
Tatsuhiro Takimoto si serve dei puntali, precisi e “spietati” disegni di Kendi Oiwa per tratteggiare con semplicità e completezza un quadro piuttosto esaustivo di tutte le “manie” da otaku. A differenza di altri autori che si sono occupati di questo tema prima di lui (primo tra i quali Hideaki Anno, prima con Otaku no Video e poi con Neon Genesis Evangelion) lo fa però senza porre troppi giudizi di maniera e soprattutto senza proporre soluzioni di sorta, forse cercando di ispirare la ricerca della soluzione a certi malanni della società moderna dentro di ognuno di noi.
La maestria nel far ciò è notevole: ad esempio, nonostante non venga fatto alcun accenno alla cosa, risulta quasi impossibile non notare come la depressa senpai del protagonista, mentre parla di tutt’altro, viene inquadrata da vicino solo per mostrare i tagli che ha ai polsi.
Una lettura rivolta certamente a un pubblico maturo, capace di discernere fra ironia e atteggiamenti autolesionisti, in un’ottima edizione italiana, ricca di note e pagine a colori.