Attack on Titan Final Season: perché la Parte 2 ha fatto centro

Ripercorriamo i punti di forza e gli snodi fondamentali della seconda parte de L'Attacco dei Giganti 4, finora la stagione più sorprendente.

Attack on Titan Final Season: perché la Parte 2 ha fatto centro
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A pochi giorni dalla sua conclusione, la seconda parte della Final Season di Attack on Titan fa già sentire la sua mancanza. Dal 9 gennaio al 3 aprile, l'acclamatissima serie anime ha incollato i fan al piccolo schermo, non senza alcune iniziali incertezze. Fino al dodicesimo episodio, infatti, nessuno era davvero sicuro su quanto Crunchyroll avrebbe mostrato quest'anno. La notizia di un finale di stagione per Attack on Titan nel 2023, almeno per il momento, sembra aver tranquillizzato chi temeva un film conclusivo che, di certo, avrebbe rischiato di disorientare tutti, tradendo il concetto di "stagione finale". La lunghissima attesa per soli due volumi del manga di Hajime Isayama, tuttavia, ha già provocato i primi malcontenti in pochissimi giorni.

Non appena la piattaforma streaming ha distribuito "L'alba dell'umanità" (qui la nostra recensione di Attack on Titan 4x28), qualche appassionato si è subito espresso, indicando la Final Season Parte 2 come la fetta di episodi più sorprendente. Ebbene, anche noi ci siamo chiesti se quello degli ultimi mesi possa davvero essere considerato l'arco narrativo più promettente finora. Vediamo insieme cosa ha convinto così tanto.

La stagione delle rivelazioni

Sin dal primo episodio, Attack on Titan ha fatto il suo ritorno in grande stile, sfoggiando subito l'azione più travolgente e un ritmo incalzante, oltre ad una qualità estetica nettamente superiore rispetto a ciò a cui abbiamo assistito nella prima parte della quarta stagione, quando MAPPA ha sostituito WIT Studio.

Eravamo ormai agli sgoccioli e lo siamo tuttora, il pubblico sapeva perfettamente che il momento delle rivelazioni sarebbe giunto, ma forse - almeno chi non conosce ancora il finale - non si aspettava tutti i retroscena e i plot twist che hanno caratterizzato molti episodi. Inizialmente il ruolo di Eren era ancora incerto, Zeke aveva ormai confessato il piano dell'Eutanasia degli Ediani; questo sembrava essere già di per sé un grande colpo di scena, ormai un lontano ricordo rispetto a ciò che la Parte 2 ha rivelato. Tra numerosi flashback e misteriosi passi indietro, la chiave per risolvere tutti i dubbi si è davvero fatta attendere, travolgendo in pieno gli spettatori non appena si è presentata l'occasione.
A dispetto di alcuni episodi di transizione, talvolta lenti e sicuramente meno entusiasmanti, più funzionali nella versione manga, Attack on Titan ci ha travolti con un turbinio di segreti, emozioni e rivelazioni da cui ci si è ripresi faticosamente.

Tutti ricorderanno, infatti, la triade di capitoli che, per settimane, non ha lasciato nemmeno un attimo di respiro. Gli episodi 78, 79 e 80 costituiscono tuttora, senza ombra di dubbio, quella parte di trama che non solo ha finalmente dato una risposta a tante domande, ma ha anche concentrato in sé quasi tutta la potenza e la grandezza della stagione. Quando Zeke, nelle vesti del Bestia, richiama tutti i nuovi Giganti per attaccare il distretto e quando entra finalmente in contatto con Eren, comincia una lunga parentesi, fuori dallo spazio e dal tempo, che si presenta subito come il fulcro non solo della Final Season, ma di tutta l'opera.

Qui, di fronte alle Coordinate di Yimir, vengono fuori la verità sull'origine dei Giganti, la vera storia Fondatore ma, soprattutto, la natura del suo immenso ed inaspettato potere, insieme alla legge che gli permette di esercitarlo. Quanti anni abbiamo atteso per scoprirlo, quante false piste abbiamo seguito e quante teorie abbiamo ipotizzato? Al di là del finale a cui assisteremo tra un anno, è impossibile negare la pienezza che questi episodi ci hanno donato, rispondendo a quelle domande che abbiamo portato dentro per anni.

L'arco narrativo in cui è presente "Da te, duemila anni fa", un momento cardine e la risposta a ciò che è successo al principio ha già di per sé le carte in regola per essere considerato quello più sorprendente, come pure quello più significativo. Era dai tempi di "La Cantina", episodio 56 della terza stagione, che il pubblico non assisteva a qualcosa del genere, in grado di sconvolgere la sua mente.

L'evoluzione dei personaggi

La quarta stagione, con il suo salto temporale di 4 anni, ci ha improvvisamente presentato un nuova fase per tutti i nostri protagonisti. L'ombra che ha spesso avvolto la figura di Eren ha permesso, in qualche modo, ad altri personaggi di emergere e di mostrare molto più di quello a cui avevamo assistito fino a quel momento.

Abbiamo apprezzato, ad esempio, l'evoluzione di Connie, figura che tutto sommato è sempre rimasta leggermente in disparte rispetto ad altre. Nel corso degli episodi, nel bene o nel male, lo abbiamo visto prendere le redini, affrontare decisioni importanti, cadendo anche in preda all'impulso o alla disperazione. Non è più un personaggio legato ad una sfera quasi leggera e comica (ricordiamo lo strano trio composto da Jean, Sasha e Connie), ma possiamo guardarlo con occhi diversi in quella fase matura che tutti stanno attraversando, inserendolo effettivamente tra i veri protagonisti di questa Final Season. Altri personaggi hanno avuto modo di tramutarsi nel tempo; è il caso della piccola Gabi, odiata da gran parte del fandom sin dalle sue prime apparizioni. I segni di un grande cambiamento in atto li abbiamo intravisti nell'episodio 77, nel momento in cui il Gigante Bestia appare sulle mura, mentre la cadetta, insieme a Falco e Colt, si nasconde per sfuggire alla battaglia.

La prima consapevolezza degli errori del passato e di tutto ciò che la nazione di Marley ha sempre raccontato e tramandato è stata solo un assaggio di ciò che è accaduto successivamente. Riflessioni commoventi, atti di coraggio e perdoni inaspettati hanno fatto sì che questa ragazzina maturasse insieme al resto dei protagonisti.

La reunion finale degli ex compagni, d'altronde, ha rappresentato l'apice di un concetto fondamentale all'interno dell'intera stagione: non è mai troppo tardi per tornare sui propri passi, né per cambiare. La rinascita del Corpo di Ricerca è una delle tante occasioni per lasciarsi andare ad una scia nostalgica, spesso resa attraverso parallelismi narrativi che i fan hanno colto subito. Il continuo rimando al passato ha permesso al pubblico di unire gli snodi fondamentali, ma anche di capire fino in fondo quali fossero le vere trasformazioni ed evoluzioni.

Un lavoro artistico mai assaporato prima

Quella dei parallelismi narrativi è una delle tante chicche che il comparto artistico e la regia hanno saputo sfruttare al meglio. Lo abbiamo detto più di una volta: la nuova fase dello Studio MAPPA si è resa evidente fin da subito, non solo nella resa grafica dell'adattamento animato, ma anche nelle modalità con cui alcune dinamiche sono state poste sotto l'occhio del pubblico.

La Final Season Parte 2 ha subito palesato la sua alta componente emotiva. Lo abbiamo detto poco fa: numerosi sono stati i colpi di scena che hanno stravolto la narrazione. Essi hanno anche dato modo di portare sullo schermo attimi in cui i sentimenti erano più vivi che mai: sorpesa, tristezza, dolore, rabbia. È sufficiente pensare agli occhi di Zeke pieni di lacrime mentre abbraccia Grisha nei suoi ricordi, o l'espressione della giovane Yimir colma di ira, risentimento e rancore, a cui assistiamo per la primissima volta. La regia di Attack on Titan ha saputo cogliere molti istanti fondamentali, con una qualità estetica mai vista prima. Ha spesso sacrificato l'azione più pura come quella delle prime stagioni, prediligendo una comunicazione più silenziosa, basata su dettagli che hanno impreziosito intere sequenze. Basti pensare anche soltanto all'iridescenza degli occhi, o alla loro profonda cupezza, rese con un semplice cambiamento di colori o con un tratto più deciso. Sono piccoli particolari messi a fuoco grazie ai primi piani, a cui MAPPA si è davvero affezionato. Ed è proprio questa modalità scelta per veicolare le emozioni ad aver dato vita ad un'intensità mai assaporata finora, che riuscisse ad andare oltre la spettacolarità.

Più avanti, tuttavia, la storia ha ripreso il suo carattere prettamente combattivo, terreno fertile per una CGI che, pian piano, è migliorata a vista d'occhio. Col passare del tempo, la computer grafica si è prestata sempre più all'animazione 2D, creando uno stile più omogeneo, più credibile e maggiormente gradevole alla vista. Lo Studio MAPPA è riuscito a produrre scene grandiose, dal fortissimo impatto visivo. I movimenti dei personaggi e dei Giganti hanno spesso riempito la scena, con sequenze sorprendenti che, associate ad una colonna sonora straordinaria e ai molteplici giochi di luci e colori, hanno saputo lasciare un segno indelebile.

L'Attacco dei Giganti - Stagione 4 In attesa degli ultimi attimi di Attack on Titan, possiamo guardare la seconda parte della quarta stagione sotto una splendida luce. Pur con i suoi momenti calanti per via di un ritmo troppo lento o di un risvolto deludente, l'arco narrativo a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi ha dato prova della sua validità sotto vari punti di vista. Siamo in una fase molto più matura che investe tutti gli aspetti della serie, dalla narrazione alle emozioni, dallo stile alla regia. I dodici episodi, pur trovandosi in una sorta di fase intermedia, hanno saputo fungere da vero ed importante fulcro di Attack on Titan, lasciando nel pubblico un senso di pienezza, al di là del fatto che il vero finale sia ancora lontano.