Jujutsu Kaisen: un anime spettacolare dal manga di Shonen Jump

L'anime di Jujutsu Kaisen, tratto dal manga di Gege Akutami, è uno dei migliori del 2020. In attesa della seconda parte, andiamo a scoprire perché.

Jujutsu Kaisen: un anime spettacolare dal manga di Shonen Jump
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Nel 2020 Weekly Shonen Jump, la più famosa rivista giapponese per ragazzi, ha visto giungere al termine la serializzazione di molti titoli importanti, da Haikyuu!! a The Promised Neverland, passando per il manga dei record Demon Slayer e la "finta" conclusione di Chainsaw Man (la cui seconda parte vedrà la luce sull'app digitale Shonen Jump+). In pieno ricambio generazionale, il magazine di Shueisha può comunque contare, oltre che su nomi decisamente consolidati come One Piece e My Hero Academia, anche su una serie che negli ultimi mesi ha raccolto sempre più consensi fra pubblico e critica: Jujutsu Kaisen.

L'adattamento animato a opera dello studio MAPPA, giunto di recente al giro di boa e disponibile in simulcast sottotitolato su Crunchyroll, ha fatto esplodere il successo del manga di Gege Akutami, in corso dal 2018 con 14 volumi all'attivo in patria. In attesa della seconda parte, esaminiamo i grandi meriti di un ottimo anime battle shonen in perfetto equilibrio fra aderenza ai canoni e innovazione.

Esorcisti a Tokyo

I primi episodi di Jujutsu Kaisen non si discostano troppo, come atmosfera ed eventi narrati, da quelli di molte altre opere simili. Per coloro che non sono familiari con la serie, riassumiamo le basi della storia. Il protagonista di Jujutsu Kaisen è Yuji Itadori, un liceale di Sendai dalle abilità sportive fuori dal comune iscritto al tranquillo e spensierato club di ricerca sull'occulto della sua scuola. In questo modo, lontano dall'impegno e dalle pressioni del club di atletica, può avere il tempo di visitare in ospedale suo nonno, che tuttavia viene improvvisamente a mancare. Lo stesso giorno del lutto Yuji fa la conoscenza di Megumi Fushiguro, uno stregone sulle tracce di una potente maledizione, avente la forma di un dito umano, nascosta nella scuola del protagonista. Sfortunatamente, proprio questo artefatto mette in pericolo i compagni di club di Yuji. Quest'ultimo, nel disperato tentativo di salvarli, ingoia senza esitazione il dito che, invece di ucciderlo, lo fa diventare l'ospite dell'antica e terribile maledizione Ryomen Sukuna.

L'incidente attira l'attenzione di Satoru Gojo, esperto stregone e insegnante presso l'Istituto di Arti Occulte di Tokyo, che, invece di condannarlo a morte, gli offre la possibilità di diventare un cacciatore di maledizioni con l'obiettivo di trovare e ingoiare tutte le venti dita di Sukuna. Trasferitosi a Tokyo, inizia così per il protagonista un'avventura nel mondo delle arti occulte e degli esorcismi.

Leggendo queste premesse e guardando qualche immagine, è impossibile non pensare a un altro storico titolo di Jump, ovvero Naruto. In particolare, il gruppo principale sembra in tutto e per tutto una versione urbana e moderna di quello della hit di Masashi Kishimoto.

Con tanto di un protagonista portatore di un potere terrificante - la Volpe a Nove Code viene sostituita da un spirito malvagio e psicopatico - e di una forza che sta alla base del mondo (il chakra in un caso, l'energia malefica nell'altro). Jujutsu Kaisen è dunque l'ennesimo battle shonen fotocopia che ripropone la formula classica di Shonen Jump? Non proprio.

Tradizione e modernità

Nel corso del nostro primo sguardo a Jujutsu Kaisen ci siamo espressi positivamente sul potenziale della serie, nonostante la palese sensazione di già visto. Andando avanti, però, Jujutsu Kaisen è riuscito a ribaltare e a superare ogni previsione, rivelandosi uno dei migliori anime del 2020. Il merito principale è da ricercarsi nella forza del materiale di partenza, ulteriormente amplificata dal trattamento di MAPPA (di cui parleremo più avanti). La storia messa in piedi da Gege Akutami, come già detto, segue il canovaccio tipico di molti shonen di combattimento di Jump, grazie a un protagonista serio, onesto e sempre pronto al sacrificio, una figura perfetta con cui i giovani lettori si possono identificare sin da subito. In questa ricetta ormai consolidata ritroviamo ingredienti immancabili come i compagni, il maestro, i rivali, i cattivi e, ovviamente, i combattimenti, con annesse tecniche e potenziamenti.

Jujutsu Kaisen si contraddistingue, tuttavia, per un tono molto più dark e horror rispetto alla media, con alcuni sviluppi molto coraggiosi e inusuali per il target di riferimento che rappresentano una ventata di aria fresca nel panorama del genere. Senza fare troppi spoiler, il protagonista va incontro a una svolta nel suo percorso di crescita come stregone già dopo poche puntate, una soluzione narrativa che mai ci saremmo aspettati giungesse così presto.

Emblematici inoltre gli ultimi episodi che introducono Mahito, il primo vero villain della serie, una figura crudele, manipolativa e sadica che darà del filo da torcere a Itadori e ai suoi alleati e le cui azioni porteranno a uno dei momenti più intensi e toccanti dell'anime fino a questo momento. Chi è in pari con la serie capirà subito a cosa ci stiamo riferendo.

In generale, i personaggi rappresentano un altro degli assi nella manica di Jujutsu Kaisen. Nonostante una caratterizzazione semplice e volutamente stereotipata è molto difficile non affezionarsi ai protagonisti e ai numerosi comprimari presenti.

Più che il trio principale, il vero mattatore della serie è senza dubbio il sensei Satoru Gojo, un degno erede della simpatia di Kakashi e di altri maestri celebri, il cui atteggiamento spensierato e sopra le righe vi strapperà più di un sorriso ad ogni occasione (senza dimenticarci un dettaglio fisico che lo ha reso immediatamente popolare presso il pubblico femminile).

A Gojo si contrappone la figura seria e responsabile, ma a suo modo comunque ilare, di Kento Nanami, un potentissimo stregone di primo livello doppiato dal leggendario attore e seiyuu Kenjiro Tsuda. Degno di menzione, infine, è il membro femminile del gruppo, Nobara Kugisaki.

Contrariamente a quanto avviene di solito con questa tipologia di personaggio - il pensiero va ancora una volta a Naruto e alla sua Sakura Haruno - Nobara è testarda, vivace, piena di sé e un po' arrogante. Proprio per questo, si dimostra un personaggio efficace di cui attendiamo il ritorno nel secondo arco narrativo della serie.

MAPPA: un nome, una garanzia

Se finora abbiamo parlato dei meriti narrativi di Jujutsu Kaisen, trasposti in modo impeccabile dalla carta allo schermo grazie al sapiente lavoro dello sceneggiatore veterano Hiroshi Seko, veniamo adesso a quelli tecnici. Anche stavolta MAPPA, lo studio d'animazione giapponese più produttivo degli ultimi anni, fa pieno centro. Ci troviamo di fronte a un seguito spirituale di quello che Demon Slayer ha rappresentato nel 2019, e, pur non raggiungendo gli apici del capolavoro visivo di Ufotable, la serie diretta da Sunghoo Park (regista di The God of High School) si conferma uno dei migliori anime di combattimento dell'anno passato. Grazie a un character design fedele all'opera originale, a disegni e animazioni che si mantengono di qualità elevata per tutti gli episodi - con pochi e sporadici cali - e a una palette cromatica perfetta per l'atmosfera dark dell'opera, senza dimenticare una sorprendente (seppur contenuta) dose di violenza, Jujutsu Kaisen è una vera delizia per lo spettatore che trova il suo picco nello spettacolare tredicesimo episodio.

Ottima la resa visiva delle maledizioni, con un eccellente uso delle linee di contorno e un design squisitamente horror.

Promosso a pieni voti anche l'accompagnamento sonoro. Non tanto per le musiche di sottofondo, buone ma forse non così incisive come ci si aspetterebbe, quanto piuttosto per l'accoppiata opening-ending che si candida di diritto come una delle migliori degli ultimi anni. La sigla di apertura, Kaikai Kitan di Eve, è visivamente brillante e introduce in maniera impeccabile l'atmosfera e il contenuto della serie senza fare alcun tipo di anticipazione, ma ancora più memorabile è quella di chiusura. Accompagnata dal pezzo Lost in Paradise di ALI (lo stesso gruppo della sigla di Beastars) feat. AKLO, l'ending di Jujutsu Kaisen è un piccolo capolavoro di stile che ha riscosso un immediato successo nel pubblico di appassionati, e che difficilmente avrete voglia di saltare prima di passare all'episodio successivo.

Jujutsu Kaisen Giunti al tredicesimo episodio, possiamo dire che l'anime di Jujutsu Kaisen ha superato ogni più rosea aspettativa, confermandosi non solo un ottimo adattamento del manga di Gege Akutami, ma anche uno dei migliori in assoluto dell'anno passato. La serie aderisce in pieno a tutti gli stilemi del battle shonen di scuola Jump ma - coniugando perfettamente tradizione e modernità - regala allo spettatore un sano e fresco divertimento fra combattimenti spettacolari, personaggi irresistibili e un tocco dark che impreziosisce il tutto. Augurandoci che la seconda parte riesca a mantenersi su questo livello, se non addirittura superarlo, non possiamo che promuovere Jujutsu Kaisen e raccomandarlo a tutti gli appassionati del genere (e non solo).