Il Capitano della nostra infanzia. Giorgio Vanni ci accompagna da almeno vent'anni con le sue iconiche sigle che hanno fatto da sottofondo musicale a molti anime trasmessi in TV. Dall'epoca d'oro di Dragon Ball, Dragon Ball Z e Dragon Ball GT passando per ONE PIECE, Pokémon, Naruto, Lupin III e tantissimi altri prodotti che hanno invaso il nostro immaginario pop. L'amore tra le grandi emittenti televisive e l'artista non si è mai sopito, e di rimando neanche lo splendido rapporto col suo pubblico, al punto che Vanni ha recentemente firmato una nuova hit di successo per tutti gli amanti dell'animazione nipponica: la sigla italiana di My Hero Academia. L'affetto della fanbase è così forte da aver letteralmente spaccato l'internet anche con brani non ufficiali come le canzoni di Dragon Ball Super e Pokémon GO: un supporto sempre costante e sincero, che ha portato Vanni (nel corso dell'ultimo decennio) a spostarsi dagli studi di registrazioni ai palchi delle fiere e dei concerti, con collaborazioni importanti e produzioni discografiche.
Giorgio Vanni era uno degli ospiti più illustri al ComicsFest 2019, tenutosi a Villafranca di Verona sabato 8 e domenica 9 giugno. Un'occasione per omaggiare il fumetto in una fiera atipica, calata in una cornice suggestiva qual era il castello di Villafranca. Giorgio ha animato le serate della kermesse insieme a ospiti di caratura internazionale come i sempreverdi Oliver Onions (duo musicale e autore di grandi successi televisivi, cinematografici e discografici), impreziosendo una due giorni fatta di grandi autori fumettistici (Leo Ortolani), youtuber e celebrità dal mondo della cultura pop. Sotto il sole cocente di Villafranca, ci siamo avventurati fin sotto il palco delle prove e abbiamo chiacchierato per qualche minuto con Giorgio Vanni, ripercorrendo con lui l'evoluzione della sua stellare carriera.
Chi sei, Giorgio non lo sai?
Everyeye.it: Il panorama degli anime, rispetto all'età d'oro in cui hai lavorato sulle sigle, è molto cambiato. È mutata anche la fruizione di questi prodotti, che ora sono molto più facili da reperire. Tu come hai affrontato questo cambiamento? L'hai avvertito in relazione al tuo lavoro? Giorgio Vanni: Sicuramente il proliferare di piattaforme streaming, e quindi di internet in generale, ha dato una scossa decisiva a questo mercato. Oggi le televisioni stanno morendo. Non dico che la cosa mi piaccia, ci mancherebbe, però è pur vero che la gestione di questi prodotti da parte delle grandi emittenti televisive italiane non è stata proprio brillante.
Credo che il problema sia che hanno capito molto in ritardo che realtà come YouTube (senza contare VVVVID, Crunchyroll e Netflix, che sono piattaforme specializzate) andavano sfruttate per cavalcare l'onda della distribuzione. Io mi reputo tutto sommato fortunato, perché grazie al lavoro che ho svolto in passato ora posso permettermi di vivere un pochino di rendita.
D'altro canto io sono un musicista e amo il mio lavoro, quindi vado avanti. Facciamo un esempio: la sigla di Dragon Ball Super. Mediaset ce l'aveva chiesta, ma non è stato possibile a causa di accordi con la compagnia giapponese. Noi però l'abbiamo pubblicata lo stesso come singolo non ufficiale. Il risultato? Ha 5 milioni di visualizzazioni, numeri che forse neanche la sigla originale giapponese raggiunge...
Scherzi a parte, ci sono alcune sigle nipponiche molto belle. Io stesso ho cantato un adattamento in italiano delle opening originali di Vanguard, che sono molto belle. In generale, però, preferisco fare brani originali. La sigla italiana di My Hero Academia, ad esempio, è recente e devo dire che ci è venuta molto bene.
Everyeye.it: Ci racconti come hai creato la sigla di My Hero Academia? Giorgio Vanni: Noi volevamo farla a prescindere, stile Dragon Ball Super. Poi ci è stata commissionata ufficialmente. Tutto è nato perché mi è venuto in mente innanzitutto il motivetto dell'intro, che gioca con la "A" finale di "Academia". Dopo è venuto tutto da sé. Mi preme dire che la canzone è nata grazie a un nostro nuovo collaboratore, il produttore Daniele Cuccione, e alla supervisione del solito "ammiraglio" Max Longhi. Il testo, invece, è di Alessandra Valeri Manera, grandissima autrice nonché responsabile per tanti anni della divisione televisiva per ragazzi presso Mediaset.
Everyeye.it: Certo, My Hero Academia è un brano rock, ma possiamo dire che negli anni ti sei evoluto in un sound più elettronico? È stata una tua esigenza artistica o un adattamento generazionale? Giorgio Vanni: Direi di sì, è giusto. In generale noi siamo molto attenti a ciò che succede intorno a noi. Io, poi, mi definisco un po' tamarro, anzi... il re dei tamarri. Scherzi a parte... cerco di prendere ciò che mi piace da ogni genere musicale. Dalla trap, ad esempio, prendo gli autori che reputo validi, come Post Malone. A Max, poi, è sempre piaciuta questa deriva, anche se a me piace molto il raegge e la musica acustica. Ti svelo però una piccola chicca... sto pensando di produrre un CD solo acustico.
Non c'è un drago più super di così
Everyeye.it: Eppure c'è un elemento che, negli anni, non è mai cambiato nella tua musica. Le frasi in inglese... Giorgio Vanni: Si scherza tanto su questa cosa... e meno male che si scherza! Semplicemente, sin dall'inizio, quando io e Max producevamo le sigle, ci piaceva moltissimo questa tendenza di cantare in inglese inserendo segmenti che, a volte, magari non significavano nulla... il suono, però, era così figo che Valeri Manera decise di approvarli e di lasciarli all'interno dei brani.
Everyeye.it: Qual è stato il brano più difficile da comporre nella tua carriera? Giorgio Vanni: Questa sì che è una bella domanda... ogni volta è una sfida. Quando hai fatto "Combatti per trovare il drago... Dragon Ball!", dopo poi cosa ti inventi? Pensi che sia impossibile avere un'altra idea forte. E invece arrivò: "Whats My Destiny... Dragon Ball!". E dopo quella, invece? Come avrei potuto superarmi ulteriormente? Spuntò "Dragon Ball GT" ripetuto a oltranza. Insomma, la canzone più difficile da comporre? È sempre la prossima.
Everyeye.it: parlaci del tuo nuovo disco, uscito a maggio e lanciato in occasione del Napoli Comicon 2019. Lo hai presentato anche qui, al ComicsFest 2019 di Villafranca... Giorgio Vanni: Toon Tunz è un CD che raccoglie tutte le nuove sigle, in cui affermiamo che l'abbiamo creato noi il cosiddetto "tunz tunz". Ci sono tantissimi giovani, oggi, che si avvicinano a noi grazie alle sigle di molti anni fa, noi vogliamo dargli questo messaggio. All'interno della raccolta ci sono tutte le sigle nuove (My Hero Academia, Lupin - Ladro Fulltime, ecc.), ma anche alcune "chicche" e collaborazioni, tra cui quella importantissima con Amedeo Preziosi.
Da Dragon Ball Z a My Hero Academia: intervista a Giorgio Vanni
In occasione del ComicsFest 2019, svoltosi nei primi giorni di giugno a Villafranca di Verona, abbiamo intervistato il Capitano.
Il Capitano della nostra infanzia. Giorgio Vanni ci accompagna da almeno vent'anni con le sue iconiche sigle che hanno fatto da sottofondo musicale a molti anime trasmessi in TV. Dall'epoca d'oro di Dragon Ball, Dragon Ball Z e Dragon Ball GT passando per ONE PIECE, Pokémon, Naruto, Lupin III e tantissimi altri prodotti che hanno invaso il nostro immaginario pop. L'amore tra le grandi emittenti televisive e l'artista non si è mai sopito, e di rimando neanche lo splendido rapporto col suo pubblico, al punto che Vanni ha recentemente firmato una nuova hit di successo per tutti gli amanti dell'animazione nipponica: la sigla italiana di My Hero Academia. L'affetto della fanbase è così forte da aver letteralmente spaccato l'internet anche con brani non ufficiali come le canzoni di Dragon Ball Super e Pokémon GO: un supporto sempre costante e sincero, che ha portato Vanni (nel corso dell'ultimo decennio) a spostarsi dagli studi di registrazioni ai palchi delle fiere e dei concerti, con collaborazioni importanti e produzioni discografiche.
Giorgio Vanni era uno degli ospiti più illustri al ComicsFest 2019, tenutosi a Villafranca di Verona sabato 8 e domenica 9 giugno. Un'occasione per omaggiare il fumetto in una fiera atipica, calata in una cornice suggestiva qual era il castello di Villafranca. Giorgio ha animato le serate della kermesse insieme a ospiti di caratura internazionale come i sempreverdi Oliver Onions (duo musicale e autore di grandi successi televisivi, cinematografici e discografici), impreziosendo una due giorni fatta di grandi autori fumettistici (Leo Ortolani), youtuber e celebrità dal mondo della cultura pop. Sotto il sole cocente di Villafranca, ci siamo avventurati fin sotto il palco delle prove e abbiamo chiacchierato per qualche minuto con Giorgio Vanni, ripercorrendo con lui l'evoluzione della sua stellare carriera.
Chi sei, Giorgio non lo sai?
Everyeye.it: Il panorama degli anime, rispetto all'età d'oro in cui hai lavorato sulle sigle, è molto cambiato. È mutata anche la fruizione di questi prodotti, che ora sono molto più facili da reperire. Tu come hai affrontato questo cambiamento? L'hai avvertito in relazione al tuo lavoro?
Giorgio Vanni: Sicuramente il proliferare di piattaforme streaming, e quindi di internet in generale, ha dato una scossa decisiva a questo mercato. Oggi le televisioni stanno morendo. Non dico che la cosa mi piaccia, ci mancherebbe, però è pur vero che la gestione di questi prodotti da parte delle grandi emittenti televisive italiane non è stata proprio brillante.
Credo che il problema sia che hanno capito molto in ritardo che realtà come YouTube (senza contare VVVVID, Crunchyroll e Netflix, che sono piattaforme specializzate) andavano sfruttate per cavalcare l'onda della distribuzione. Io mi reputo tutto sommato fortunato, perché grazie al lavoro che ho svolto in passato ora posso permettermi di vivere un pochino di rendita.
D'altro canto io sono un musicista e amo il mio lavoro, quindi vado avanti. Facciamo un esempio: la sigla di Dragon Ball Super. Mediaset ce l'aveva chiesta, ma non è stato possibile a causa di accordi con la compagnia giapponese. Noi però l'abbiamo pubblicata lo stesso come singolo non ufficiale. Il risultato? Ha 5 milioni di visualizzazioni, numeri che forse neanche la sigla originale giapponese raggiunge...
Scherzi a parte, ci sono alcune sigle nipponiche molto belle. Io stesso ho cantato un adattamento in italiano delle opening originali di Vanguard, che sono molto belle. In generale, però, preferisco fare brani originali. La sigla italiana di My Hero Academia, ad esempio, è recente e devo dire che ci è venuta molto bene.
Everyeye.it: Ci racconti come hai creato la sigla di My Hero Academia?
Giorgio Vanni: Noi volevamo farla a prescindere, stile Dragon Ball Super. Poi ci è stata commissionata ufficialmente. Tutto è nato perché mi è venuto in mente innanzitutto il motivetto dell'intro, che gioca con la "A" finale di "Academia". Dopo è venuto tutto da sé. Mi preme dire che la canzone è nata grazie a un nostro nuovo collaboratore, il produttore Daniele Cuccione, e alla supervisione del solito "ammiraglio" Max Longhi. Il testo, invece, è di Alessandra Valeri Manera, grandissima autrice nonché responsabile per tanti anni della divisione televisiva per ragazzi presso Mediaset.
Everyeye.it: Certo, My Hero Academia è un brano rock, ma possiamo dire che negli anni ti sei evoluto in un sound più elettronico? È stata una tua esigenza artistica o un adattamento generazionale?
Giorgio Vanni: Direi di sì, è giusto. In generale noi siamo molto attenti a ciò che succede intorno a noi. Io, poi, mi definisco un po' tamarro, anzi... il re dei tamarri. Scherzi a parte... cerco di prendere ciò che mi piace da ogni genere musicale. Dalla trap, ad esempio, prendo gli autori che reputo validi, come Post Malone. A Max, poi, è sempre piaciuta questa deriva, anche se a me piace molto il raegge e la musica acustica. Ti svelo però una piccola chicca... sto pensando di produrre un CD solo acustico.
Non c'è un drago più super di così
Everyeye.it: Eppure c'è un elemento che, negli anni, non è mai cambiato nella tua musica. Le frasi in inglese...Giorgio Vanni: Si scherza tanto su questa cosa... e meno male che si scherza! Semplicemente, sin dall'inizio, quando io e Max producevamo le sigle, ci piaceva moltissimo questa tendenza di cantare in inglese inserendo segmenti che, a volte, magari non significavano nulla... il suono, però, era così figo che Valeri Manera decise di approvarli e di lasciarli all'interno dei brani.
Everyeye.it: Qual è stato il brano più difficile da comporre nella tua carriera?
Giorgio Vanni: Questa sì che è una bella domanda... ogni volta è una sfida. Quando hai fatto "Combatti per trovare il drago... Dragon Ball!", dopo poi cosa ti inventi? Pensi che sia impossibile avere un'altra idea forte. E invece arrivò: "Whats My Destiny... Dragon Ball!". E dopo quella, invece? Come avrei potuto superarmi ulteriormente? Spuntò "Dragon Ball GT" ripetuto a oltranza. Insomma, la canzone più difficile da comporre? È sempre la prossima.
Everyeye.it: parlaci del tuo nuovo disco, uscito a maggio e lanciato in occasione del Napoli Comicon 2019. Lo hai presentato anche qui, al ComicsFest 2019 di Villafranca...
Giorgio Vanni: Toon Tunz è un CD che raccoglie tutte le nuove sigle, in cui affermiamo che l'abbiamo creato noi il cosiddetto "tunz tunz". Ci sono tantissimi giovani, oggi, che si avvicinano a noi grazie alle sigle di molti anni fa, noi vogliamo dargli questo messaggio. All'interno della raccolta ci sono tutte le sigle nuove (My Hero Academia, Lupin - Ladro Fulltime, ecc.), ma anche alcune "chicche" e collaborazioni, tra cui quella importantissima con Amedeo Preziosi.
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