ONE PIECE STAMPEDE: quattro chiacchiere con Renato Novara, voce di Luffy

Il doppiatore di Luffy, Edward Elric, Choji Akimichi, Ted Mosby ed Ezio Auditore si racconta ai microfoni di Everyeye, nel segno di ONE PIECE: Stampede.

ONE PIECE STAMPEDE: quattro chiacchiere con Renato Novara, voce di Luffy
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Da oltre un decennio, ormai, è la voce italiana ufficiale di Monkey D. Luffy (o Rubber, per i fan dell'edizione italiana). Che sia al cinema o in televisione, la voce di Renato Novara infiamma l'animo del capitano dei Pirati di Cappello di Paglia. Naturalmente parliamo dell'attore protagonista di ONE PIECE, serie anime e manga che non ha bisogno di presentazioni. L'anime di ONE PIECE ha compiuto 20 anni da poco e, non a caso, Koch Media e Anime Factory si preparano a distribuire nelle sale cinematografiche ONE PIECE: Stampede, il nuovo lungometraggio del franchise che ha visto Eiichiro Oda in persona a scriverne sceneggiatura e character design.

Abbiamo scambiato una lunga chiacchierata con Renato (la cui recitazione di Luffy non è che la punta dell'iceberg di una carriera importante: Choji Akimichi ed Edward Elric negli anime, tanto per citarne solo un paio, ma anche Ted Mosby in How I Met Your Mother o addirittura Ezio Auditore nei videogiochi di Assassin's Creed). Con Renato abbiamo parlato un po' di tutto: di ONE PIECE, di anime, di TV e videogiochi. Eccovi la nostra intervista, per la quale ringraziamo come sempre il supporto di Koch Media.

Indossare il cappello di paglia

Everyeye.it: Ormai sono già tanti anni che doppi Luffy. Che rapporto hai sviluppato con questo personaggio e, in generale con ONE PIECE?
Renato Novara: Doppio Luffy da, mi sembra, 11 anni o giù di lì. Ero già adulto quando il fenomeno ONE PIECE esplose in Italia: lo conoscevo, ma solo per sentito dire o marginalmente. All'epoca andavo ancora all'università, ricordo di aver visto questo personaggio e di averlo associato immediatamente a... Sanpei! Quando invece ho cominciato a doppiarlo devo ammettere che i primi tempi sono stati difficilissimi per me. Stavo andando a scontrarmi con una fanbase molto esigente, che chiedeva altro, e ti confesso che io non riesco quasi mai a farmi scivolare le cose addosso.

Ogni critica è stata molto pesante da digerire. Concedimi, poi, di affermare che sul web ci sono molti cosiddetti "leoni da tastiera", che non si rendono mai conto che dall'altra parte dello schermo c'è un essere umano. Ad esempio ricordo che, all'epoca, qualcuno malignava che mio padre lavorasse in Mediaset e che mi avessero raccomandato: vagli a dire che mio padre era un operaio...

Finito questo periodo un po' triste, però, è arrivato anche un periodo felice: ho doppiato con tutta la serenità e la gioia del farlo, supportato da compagni di avventura magnifici (colleghi doppiatori o addetti ai lavori in sala). Anche molti fan che ho incontrato alle ferie, per fortuna, col tempo mi hanno dimostrato il loro supporto. Ho quindi cominciato a conoscere meglio 'Rubber' (perdonatemi la denominazione, ma io l'ho conosciuto così...) e a studiare come interpretarlo: mi è stato raccomandato di dargli una voce leggera, d'altronde stiamo parlando di un ragazzino. Solo che poi, durante il suo viaggio, Luffy cambia, diventa man mano più uomo, cresce. In ONE PIECE: STAMPEDE, ad esempio, avrete modo di vedere un'interpretazione più "personale": mi è stata data ampia libertà di intendere il personaggio, dando sfogo alla mia voce per quella che è. E' stato anche faticoso, perché vedrete Luffy impegnato in alcune scene davvero potenti. Insomma, oggi amo tantissimo Cappello di Paglia, al punto che mi sono tatuato il suo pugno, ed è uno di soli tre tatuaggi, di cui il secondo riguarda Ed Elric di Fullmetal Alchemist...

Everyeye.it: Mi racconti come hai ottenuto la parte e come hai costruito l'interpretazione di Luffy? Si tratta di un personaggio piuttosto caratterizzato...
Renato Novara: All'epoca si decise di "alleggerire" l'allora voce di Luffy in carica. Furono quindi istituiti nuovi provini, a cui io partecipai. Inizialmente ero molto titubante, ma quando mi fu detto che a prescindere la voce di 'Rubber' andava cambiata decisi di farmi carico di questa sfida. All'inizio è stata dura, perché il direttore mi chiedeva di riprendere il timbro di Gigi Rosa. Io e lui, però, abbiamo voci diverse, io non riuscivo ad imitare la sua, quindi ottenni un po' più di libertà creativa, in tal senso. Senza contare il confronto con la voce originale in giapponese, che a parer mio è molto complesso. Innanzitutto credo che il pubblico sia eccessivamente legato al semplice suono della fonetica nipponica, anche perché ritengo che per godere davvero del doppiaggio originale sia necessario conoscere la lingua. In secondo luogo non dimentichiamo che la voce nipponica di Luffy è quella di una donna.

Evereye.it: Cosa rende, secondo te, Luffy un grande protagonista e ONE PIECE un'opera così seguita? Qual è il segreto della sua longevità?
Renato Novara: la forza di Luffy sta nel suo essere un eroe non convenzionale, molto auto-ironico, all'apparenza pasticcione ma pronto a mostrare gli artigli quando serve. Lo apprezzo molto perché credo rispecchi la mia personalità, ed è il motivo per cui probabilmente sento così tanto il peso e l'importanza che ha questo ruolo. Il segreto della longevità di questa serie sta nel suo messaggio: non è importante il tesoro, ma è importante il viaggio. E, con esso, ogni singola persona che incontri. Luffy ha scelto la sua ciurma uno ad uno e li ha fatti diventare suoi amici. ONE PIECE è il viaggio che tutti vorremmo: l'avventura della vita con le persone a cui vuoi bene e con cui hai scelto di stare.

Everyeye.it: C'è un momento che ti è rimasto impresso di questa tua esperienza con ONE PIECE? Sicuramente in questo anime le gag o e i momenti assurdi non mancano...
Renato Novara: Tra le scene che ricordo con più forza c'è (non so se la ricordate) una sequenza in cui Rufy inizia a parlare in siciliano! E poi naturalmente c'è la morte di Ace: in quel momento, mentre interpretavo Cappello di Paglia, sentivo che il personaggio era più adulto. Ma forse la mia scena preferita è il momento della canzone di Brook, alla fine dell'arco di Thriller Bark.

Everyeye.it: Proprio in questi giorni l'anime compie 20 anni dalla sua prima trasmissione e difatti ONE PIECE STAMPEDE è un film celebrativo: cosa ti ha colpito di questo film, senza spoiler?
Renato Novara: Questo film sarà un'esplosione. Lo è stata anche per le mie corde vocali, credo! Ci sono delle scene per le quali devo ringraziare sia il direttore di doppiaggio, Gigi Rosa, che il fonico di sala, che hanno supportato alla grande la mole di turni che ho dovuto sostenere al leggio. Durante uno degli ultimi turni ho patito di brutto, perché avevo anche la febbre... Per non dirti quanto è stata dura coprire i disegni con la propria voce! Questi personaggi vengono disegnati con bocche e mascelle a volte enormi e non pensate sia scontato dare il giusto timbro ad un'apertura così ampia! Ma è anche un'esplosione di suoni, colori e soprattutto di personaggi. Credetemi: STAMPEDE sarà ancora più spettacolare di ONE PIECE: GOLD.

Everyeye.it: Da un lato abbiamo Koch Media, che sta distrubendo in tempi record prodotti molto seguiti come Dragon Ball e ONE PIECE, dall'altra purtroppo una distribuzione televisiva un po' altalenante. Cosa bisognerebbe fare per legittimare definitivamente questi prodotti che hanno tanto da dire, al pari delle più grandi opere della cultura pop contemporanea?
Renato Novara: Anzitutto, oggi, si è creato il problema sul dove trasmettere questi prodotti. Prima ONE PIECE veniva trattato come una serie per bambini, e sappiamo che non è così. Ha un suo mercato specifico e un peso specifico. Però spezzo anche una lancia nei confronti delle aziende che, tutt'oggi, fanno fatica a distribuire questo e tanti altri anime: è comunque grazie a loro, che hanno scelto di distribuire questi prodotti anni fa, se gran parte del pubblico italiano è arrivato a conoscerli ed amarli. Chiaro che, poi, la cosa è sfuggita di mano, ma vorrei far notare che si tratta anche di problemi economici, di range di pubblico (che in Italia è molto diverso da quello giapponese) e di introiti pubblicitari che garantiscono di ottenere le licenze di questi prodotti. Invito però il pubblico a farsi sentire in maniera pacifica dalle emittenti in questione: servono i numeri per convincere.

Everyeye.it: Sei stato tanti altri personaggi, oltre Rufy, almeno negli anime. Ad esempio Choji in Naruto, Kurapica in Hunter x Hunter, poi sei stato in Yu-Gi-Oh, Detective Conan e tanto altro. E poi naturalmente c'è Edward, di Fullmetal Alchemist... Immagino che Luffy sia quello a cui sei più affezionato, ma ce n'è un altro che ricordi con particolare affetto?
Renato Novara: La storia di Choji è un po' particolare. Io feci il provino per Naruto, che però fu vinto da Leonardo Graziano. Ma fu meglio così, in quel periodo già doppiavo Luffy, due protagonisti sarebbero stati duri da gestire. Mi fu però promesso che mi sarebbe stato assegnato ugualmente un personaggio... solo che il personaggio che avevo cominciato a doppiare fu tolto di mezzo dopo i primi episodi! Contemporaneamente mi fecero provare Choji, che era più caratterizzato... alla fine lui è rimasto! Fu una sorpresa, perché inizialmente sembrava un eroe un po' buffo, ai limiti di un anti-eroe un po' pasticcione. Eppure, anche lui quando ha sfoderato i suoi artigli, ed è stato a dir poco impegnativo! Devo dire, però, che è stato divertente, anche se nato per caso. Di lui apprezzavo tanto il sentimento di amicizia.
Fullmetal Alchemist, invece, è qualcosa di completamente diverso, anche se vedo in Luffy ed Edward due facce della stessa medaglia. Adoro il rapporto struggente che lega gli Elric alla loro famiglia.

Oltre Luffy, oltre gli anime

Everyeye.it: Un altro ruolo che hai cucito su te stesso, parlando di altro oltre agli anime, è Ted Mosby in How I Met Your Mother. Cosa ricordi di quell'avventura?
Renato Novara: un viaggio magnifico. Ricordo che mi presentai al provino quasi per gioco, e invece fui preso proprio a interpretare il protagonista. L'interpretazione di Ted è stata particolare: a distanza di anni credevo che avessi azzeccato il timbro giusto solo a partire dalla terza stagione, o giù di lì. Perché inizialmente dovevo studiare il personaggio, inoltre Ted cresce a sua volta nel corso degli anni. Inoltre moltissime persone mi hanno detto che la mia recitazione è piaciuta proprio per questo, perché la mia voce è cresciuta nel tempo insieme al personaggio e all'aspetto di Ted Mosby.

Everyeye.it: E allora lascia che ti chieda... ombrello giallo o corno blu?
Renato Novara: ti confesso che io sono sempre stato un fan di Robin... ho sempre pensato che Ted, alla fine, dovesse stare con lei. Insomma, mi dispiace tantissimo per la mamma, ma alla fine credo che la scelta di Ted sia stata la più giusta per lui.

Everyeye.it: Sei stato anche un certo Ezio Auditore nei videogiochi di Assassin's Creed. Sappiamo che c'è differenza tra doppiare videogiochi e doppiare altre opere audiovisive: come hai approcciato quell'esperienza?
Renato Novara: Noi doppiatori tendiamo a prendere i videogiochi in maniera un po' asettica. Per dirti, io sono anche la voce di Sonic, e per il materiale legato ai giochi SEGA per fortuna riceviamo anche i video su cui doppiare.

Per altri progetti, invece, c'è il canonico doppiaggio sulle sole onde sonore. Il fatto è che, molto spesso, manca una vera e propria direzione del doppiaggio. Spesso ci si ritrova a chiedersi: ma cosa sto facendo? C'è da dire che, per alcuni prodotti, per fortuna ci sono state figure in grado di guidarmi con saggezza: proprio nel caso di Assassin's Creed c'era un direttore del doppiaggio specifico, che mi ha accompagnato nell'interpretare un personaggio complesso come Ezio. Con lui è stato complicato perché sapete bene che Ezio cresce nel corso del tempo, quando inizia la sua storia è un 17enne, quando finisce (almeno quando ho finito io) era un 30enne. Abbiamo fatto di tutto per rendere la mia voce consona al suo cambiamento, ma in occasione di Assassin's Creed Revelations (in cui il personaggio ha 60 anni) fu scelto un attore con una voce più pesante della mia... ma che, paradossalmente, è di qualche anno più giovane di me! Segno di come il timbro vocale, molto spesso, prescinda dall'età del doppiatore.