Intervista Saint Seiya - Next Dimension

Valerio Manenti ci parla dell'adattamento di Saint Seiya - Next Dimension!

Intervista Saint Seiya - Next Dimension
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Ormai sono più di vent'anni che li conosciamo, li abbiamo seguiti con aspettativa e abbiamo tentato di imitare le loro mosse, magari anche solo per congelare la professoressa di matematica (quella con le mani come artigli che spesso passava sulla lavagna per puro divertimento, facendoti venire i brividi).
Armature ispirate alle costellazioni, il micro-cosmo che brucia... Dai sapete benissimo di chi stiamo parlando. In caso contrario avete assolutamente bisogno di farvi una cultura!
Abbiamo intervistato per voi Valerio Manenti, che da molto ormai si occupa di tutto ciò che ruota attorno alle opere giapponesi, cartacee e non, che giungono qui in territorio italiano. In particolare ci siamo interessati in quanto curatore appunto di Saint Seiya - Next Dimension, una delle numerose perle offerte da J-pop: pagine a colori, doppia edizione e sovraccoperta, insomma cosa si può volere di più?
Senza perderci troppo in chiacchiere cominciamo subito:

In cosa consiste esattamente il lavoro di un "adattatore"?

In linea di massima, parlando del supporto cartaceo, un adattatore ha il compito di sistemare quanto trovato in traduzione operando delle scelte sui testi; non tanto per modificarli, ma al contrario per rendere meglio il concetto espresso nel contesto originale e fare delle scelte stilistiche sul tipo di parlata, sulla resa degli eventuali giochi di parole, sulle terminologie e sull'impronta da dare alla serie.
Per quanto mi riguarda, l'adattamento migliore è quello in grado di regalare lo stesso tipo di emozioni provate da un lettore giapponese.

Com'è andata con l'adattamento de "I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya) - Next Dimension"? Le decisioni, le scelte, le preferenze e le direttive specifiche.

Innanzitutto, in questo caso sarebbe meglio non parlare di "Cavalieri dello Zodiaco", bensì di Saint Seiya, giusto per non fare indignare i puristi del doppiaggio televisivo italiano della serie.
Come è facile intuire, la prima scelta editoriale fatta sulla serie è stata se mantenerla in linea con nomi e scelte di adattamento fatte in Italia negli anni '80 e perpetrate anche nelle ultime produzioni dell'Hades Chapter o se andare controcorrente restando fedeli all'opera del maestro Kurumada e ripristinare nomi, terminologie e testi rispettosi della versione originale.
Fortunatamente J-Pop punta sempre sul rispetto dell'opera, lasciandomi così carta bianca nella lavorazione, per la quale si è anche deciso di sperimentare l'utilizzo del ruby.
Una volta prese le decisioni di base, il resto è stato tutto un lavoro certosino di comparazione fra testo giapponese e italiano, con continui confronti tra me e la traduttrice.
Per quanto riguarda la traslitterazione dei nomi di personaggi vecchi e nuovi, anche alla luce delle polemiche nate in rete nei forum di appassionati, ci siamo rivolti direttamente ad Akita Publishing, l'editore giapponese, per evitare qualsiasi tipo di errore.

Hai parlato di ruby, e probabilmente molti dei lettori non hanno bene idea di cosa si tratti, puoi darci una definizione?

Il ruby non è altro che una forzatura della lettura di alcuni kanji che permette di veicolare a questi un ulteriore concetto. Solitamente è scritto con alfabeti sillabici (hiragana o katakana) sopra o accanto ai kanji stessi. Un esempio su tutti è il titolo dell'opera: in originale la lettura "saint" è data dal katakana SEINTO, scritto sopra ai tre kanji che normalmente verrebbero letti SEITOSHI (Sacro Guerriero). All'atto pratico, i lettori giapponesi, pur percependo che si sta parlando di "Sacri Guerrieri", leggeranno quei caratteri come "Saint".

Sei soddisfatto del lavoro svolto? Avresti voluto fare qualcosa in maniera diversa?

Mi posso ritenere molto soddisfatto del lavoro fatto sia da me che da tutto il comparto grafico. Nonostante i molti dubbi su come il pubblico nostrano avrebbe accolto delle scelte di adattamento così radicali rispetto alla versione televisiva italiana tanto amata da uno zoccolo duro di nostalgici, vedere quanto e come è stato apprezzato il nostro lavoro mi ha rincuorato parecchio.
Di solito mi capita il contrario, ma stranamente, anche a mentre più fresca e a distanza di tempo, devo dire che modificherei ben poco di quanto è stato fatto.

Ma visto che a noi non piace fare unicamente domande legate al lavoro, insomma ci piace conoscere in modo più particolareggiato chi si occupa dei nostri manga e anime preferiti, abbiamo deciso di chiedere a Valerio qualcosa in più. Qual è il tuo segno zodiacale? (no non stavamo cercando di organizzare un go-kon)

Gemelli ascendente scorpione.

Sei contento del Cavaliere ad esso collegato?

Naturalmente sì. Dopotutto si tratta dell'avversario più importante della prima parte della serie e senza dubbio uno dei più carismatici sacri guerrieri d'oro, con un fratello gemello di tutto rispetto a prendere le sue veci (e le sue sacre vesti) nella parte finale della storia.

Come e quando ti sei avvicinato al mondo dei manga e dell'animazione giapponese?

Diciamo che sono cresciuto a pane e tv: ho avuto la fortuna di nascere a metà degli anni '70 e vivere quel bellissimo periodo in cui su qualsiasi canale, a qualsiasi ora, era possibile imbattersi in serie animate di ogni genere. Tutto questo deve avermi segnato in qualche modo, visto che poi non sono più riuscito a farne a meno.

Qual è stato il primo manga letto o il primo anime visto?

Parlando di manga, escludendo le violenze subite dalle opere di Yumiko Igarashi negli anni '80, direi che il primo ricordo effettivo è legato a Ken il guerriero e Xenon, pubblicati dal 1990 nella rivista contenitore Zero, della ormai defunta Granata Press.
Sugli anime invece è più dura stabilire quale sia stato il primo. Farei un enorme pari merito tra tutti quelli dell'epoca, anche se ricordo con più affetto quelli che poi ho scoperto essere disegnati da Shingo Araki. Che sia un caso?

Ora come ora qual è il tuo preferito?

Escludendo quelli su cui ho avuto modo di lavorare in prima persona e che porto sempre nel cuore?

Saint Seiya - Next Dimension E dopo una risposta così non potevamo che ritenerci soddisfatti. Non ci rimane altro se non ringraziare di cuore il nostro intervistato, che con pazienza si è reso più che disponibile a tutte le nostre domande. Ora tocca a voi, uscite e andate a scoprire le nuove avventure di cavalieri il cui cosmo non smetterà mai di bruciare.