5 cm al secondo: Recensione del film di Makoto Shinkai

5 centimetri al secondo arriva al cinema in Italia, 12 anni dopo l'uscita in Giappone: Shinkai ci mostra chi era prima di Your Name

5 cm al secondo: Recensione del film di Makoto Shinkai
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Era il 2007 quando in Giappone uscì il secondo film firmato da Makoto Shinkai: ideato e diretto dall'autore giapponese, Byosoku go senchimetoru venne presentato in Italia durante il Future Film Festival del 2008, vincendo la Lancia Platinum Grand Prize, ossia il premio come miglior lungometraggio d'animazione o con effetti speciali. Quella vittoria metteva in risalto la poesia, l'arte e soprattutto la perizia tecnica utilizzata da Shinkai per creare una storia emozionante e profonda, utilizzando una commistione di nuove tecnologie e disegno animato. A dirlo oggi sembra passata un'eternità: guardando indietro vediamo come 12 anni fa la tecnica utilizzata negli anime fosse in grado di meravigliare e stupire i suoi fruitori, di sorprendere, ma oggi, con 5 centimetri al secondo che debutta al cinema in Italia, possiamo dire in maniera inequivocabile che, sì, il secondo film di Makoto Shinkai era - ed è - a tutti gli effetti una perla unica nel panorama dell'animazione giapponese. Che può stupire ancora oggi. Per le motivazioni elencate dalla Lancia Platinum Grand Prize e anche per quanto veniamo a dirvi adesso noi. Perché Shinkai, ancor prima di salire alla ribalta con Your Name, era già un raffinato cantastorie.

b>Tre episodi in cerca del tempo

La storia raccontata in 5 centimetri al secondo si sviluppa attraverso tre episodi, tutti incentrati su Takaki e Akari, due giovani che frequentano la stessa scuola. Ci troviamo nel pieno della fioritura dei ciliegi, l'hanami dipinge dei larghi sorrisi sui volti dei giapponesi e l'intero paese si colora di rosa. I due ragazzi, dopo aver scoperto di provare qualcosa di più intenso di un'amicizia l'un per l'altra, sono però costretti ad allontanarsi per necessità di Takaki, chiamato a trasferirsi in una città lontana. I due riescono però a vedersi e a darsi il loro primo bacio, in un secondo che rappresenta un'eternità, prima dell'eterno addio. Ogni episodio racconta un determinato momento della vita di Takaki, che dopo quell'abbandono è costretto ad andare avanti con la propria vita, a scoprire cosa riserva il mondo per lui e per il suo futuro.

Nel secondo episodio scopriamo la figura di Kanae, ma veniamo a conoscenza del fatto che Takaki non ha mai dimenticato Akari, nonostante fosse stato un amore giovanile, forse fugace. Fino al terzo episodio, quando il protagonista, non più giovane, riesce a fornire una linea ben precisa ai suoi sentimenti, riscoprendo quelli giusti per se stesso. Sebbene inizialmente il tema dell'innamoramento alle scuole medie possa sembrare stucchevole, 5 centimetri al secondo ha in serbo una tematica molto più forte: la distanza. Takaki Tono, nella sua dimensione di grigio salaryman giapponese, è la personificazione del dolore che produce lo scorrere del tempo e allo stesso momento il peso della lontananza, anche quando non sa da cosa: come se l'incedere del tempo continuasse ad aumentare la distanza da un punto all'altro, come se quei 5 centimetri per secondo fossero la velocità con la quale, giorno dopo giorno, due persone si allontanano l'un dall'altra.

La caduta del fiore di ciliegio

5 centimetri al secondo è a ritenuto uno dei più grandi capolavori di Makoto Shinkai: chi ha scoperto quello che era ritenuto essere l'erede di Hayao Miyazaki, fondatore dello Studio Ghibli, soltanto con Your Name farebbe bene a recuperare quelli che sono stati i capitoli precedenti della carriera dell'autore giapponese. L'abbandono alle ambientazioni sci-fi rappresenta forse la più grande maturazione di Shinkai, che pur mantenendosi in ambiti fantasiosi e orientati ad avvenimenti sovrannaturali, nell'esplorazione della psiche umana si ritrova a costruire dei sentieri più che unici nei suoi archi narrativi.

Tratto distintivo della sua produzione, riscontrabile anche ne Il giardino delle parole, è proprio quella maniacale attenzione verso i rapporti umani che intercorrono tra i vari protagonisti. Il pensiero romantico, che in Your Name è stato a volte anche esasperato, aveva trovato il suo primo compimento proprio in 5 centimetri al secondo, che spalancava le porte anche a una realtà sospesa in un mondo onirico, con dei tratti molto soffusi e gentili. Non mancano ovviamente quei riferimenti che strizzano un po' l'occhio al sci-fi, come avviene nel secondo episodio dei tre che formano il lungometraggio di appena un'ora: la stazione aerospaziale del'isola di Tanegashima ne è un flebile esempio, un dettaglio, così come lo sono tanti altri elementi che Shinkai semina qui e lì per tutta la sua narrazione. Tra questi il ricorso a dei colori quasi improbabili per mostrarci i tramonti che spezzano le giornate, che danno un ritmo agli eventi raccontati, cadenzati dal tempo che scorre.

Una catarsi per lo spettatore

5 centimetri al secondo è quel capostipite della poetica di Shinkai che si ritrova anche nelle sue due opere successive, perché inizia proprio con Takaki e Akari quel gioco delle parti tra appuntamenti mancati e grandi rimpianti, con i due protagonisti che si ritrovano a dover combattere contro il più grande dei nemici: non un mostro, nessun alieno, bensì un avversario molto più umano di quanto si possa credere, il tempo.

Crudele, ingannevole, il tempo rende intenso il rapporto tra Takaki e Akira, ma allo stesso tempo lo danneggia, prova in tutti i modi a dilaniarlo e a frantumarlo. Nella iconica scena del viaggio in treno di Takaki è proprio questo ineluttabile avversario a mostrare il suo potere, sottolineando non solo un vezzo registico di Shinkai, amante dei campi lunghi, ma anche come la tensione, che scaturisce dai ritardi, dalle coincidenze non andate a buon fine, la faccia da padrona in questo rapporto amoroso, intenso e bersagliato da ogni lato. Così come il loro amore, anche la loro giovinezza è destinata a essere caduca: è un'evoluzione del concetto del "mono no aware", un'espressione giapponese che sottolinea la caducità delle cose, che, così come anche i fiori di ciliegio, lentamente si spengono. Alla velocità di cinque centimetri al secondo.

Allo spettatore spesso vengono lasciati dei secondi di riflessione, perché la passione per i campi lunghi non è esclusivamente un vezzo estetico, bensì un momento di stasi tra un segmento narrativo e l'altro, che Shinkai utilizza per dare fiato ai pensieri di chi osserva, di chi contempla al di qua dello schermo: allo spettatore viene data l'occasione di domandarsi cosa sta realmente accadendo e dove non solo la vita di Takaki sta andando, ma anche la sua. In questo 5 centimetri al secondo assume una connotazione non adolescenziale, ma universale, declinabile in qualsiasi modalità e verso qualsiasi tipo di vicenda, anche nelle sfere private di chi osserva.

Dodici anni dopo, finalmente al cinema

Da sottolineare il lavoro compiuto da Nexo Digital, che dopo aver portato in Italia Voglio mangare il tuo pancreas, adesso è riuscita a distribuire al cinema, per la prima volta, dodici anni dopo la sua prima pubblicazione in Giappone, anche 5 centimetri al secondo, in collaborazione con Dynit. Solo tre giorni, dal 13 al 15 maggio, ma quanto basta per permettere a tutti gli italiani che non ne hanno ancora avuto l'occasione di godere a pieno della storia raccontata da Makoto Shinkai. Un lungometraggio che non vuole, come vi abbiamo già detto, rappresentare una smielata vicenda d'amore, ma una storia che racconta la caducità dell'uomo, l'ineluttabilità di alcune sue problematiche legate al tempo e alla distanza.

5 centimetri al secondo si discosta completamente dagli archetipi delle storie d'amore giapponesi, come d'altronde Shinkai ha fatto anche in Your Name, e avviluppa lo spettatore soprattutto grazie al grande lavoro compiuto in fase di animazione e di intersezione con l'utilizzo della musica e dei suoni: con una grande meticolosità nella scelta dei pezzi pop che accompagnano la vicenda raccontata, l'autore giapponese ha lavorato minuziosamente anche sui suoni che fanno da pavimento sonoro, dai passi per le strade innevate fino all'inarrestabile incedere del treno che allontana Tataki da Akari. E se anche vi doveste trovare a storcere il naso dinanzi a un finale che non c'è, e che ancora una volta mette in risalto la difficoltà della scuola autoriale giapponese a fornire a lettori e spettatori una chiusura degna dell'arco narrativo sviluppato fino a quel momento, 5 centimetri al secondo vi trafiggerà nel cuore per la sua intensità e per la sua poesia.

5 cm al secondo 5 centimetri al secondo è un lungometraggio intenso, della durata di un'ora, diviso in tre diverse fasi della vita del protagonista: la poetica di Shinkai, abbondantemente acuita in Your Name, compie un passo indietro, mostrandoci un autore più sentimentale, meno sovrannaturale e maggiormente schiavo dei nemici tangibili dell'umanità, dal tempo alla distanza. Ne nasce una perla dell'animazione giapponese, un film simbolo di quella che è la produzione asiatica, che da oltre dodici anni riveste i panni di riferimento narrativo e tecnico. Poterne godere, adesso, al cinema è un'esperienza da non farvi sfuggire, così da farvi conturbare da quei toni drammatici, introspettivi e da una vicenda che sentirete vostra più che mai.

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