7SEEDS 2 Recensione: più di un semplice sci-fi

Riscopriamo insieme un anime originale Netflix in grado di coniugare horror, romanticismo e avventura in solo 24 episodi

7SEEDS 2 Recensione: più di un semplice sci-fi
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Se siete appassionati di anime sci-fi e la vostra watchlist è terminata, non disperate: potete recuperare 7Seeds, anime originale Netflix uscito a marzo 2020 e passato un po' in sordina. Perchè recuperarla ora? Perché le (dis)avventure di un gruppo di prescelti, risvegliatisi in un mondo post-apocalittico, potrebbero davvero valere il prezzo del biglietto. Riscopriamo dunque un anime che, a parer nostro, è più di un semplice sci-fi.

Una storia già sentita...o forse no?

7Seeds è un anime originale Netflix tratto dall'omonima opera di Yumi Tamura, autrice rinomata all'estero per i manga "Basara" e "Chicago" (se il suo nome non vi dice nulla, non preoccupatevi: da noi, purtroppo, non è ancora stata pubblicata nessuna delle sue opere). L'adattamento animato conta in totale di 24 episodi, suddivisi in due stagioni - in caso l'abbiate persa vi proponiamo la nostra recensione della prima parte di 7SEEDS.

La trama principale, sulla quale si innestano varie sottotrame più o meno complesse, parte da un cliché molto amato dalla fantascienza: sette adolescenti, che non si conoscono tra loro, si risvegliano su una Terra sconvolta dall'impatto con un meteorite che ha spazzato via la razza umana. Presto scoprono non solo di far parte di un progetto governativo segreto per far rinascere la civiltà, ma anche che ci sono altri quattro gruppi - e non è detto che siano tutti amichevoli nei loro confronti.

Abbiamo quindi un mix tra elementi survival, thriller e slice-of-life, con l'aggiunta di atmosfere horror e di altre sfumature decisamente più poetiche e romantiche. C'è da dire che, purtroppo, nel corso della seconda stagione la sceneggiatura inciampa in alcuni buchi di trama e Deus-Ex-Machina troppo forzati, ma nella maggior parte dei casi si tratta di piccolezze che reputiamo tollerabili.

I protagonisti fanno parte del Team Estate B e sono gli adolescenti Natsu, timida e insicura ma dalle potenzialità nascoste, e Arashi Aota, alla ricerca della fidanzata Hana Sugurono (che, a sua insaputa, fa parte di uno degli altri gruppi di superstiti). A loro si aggiungono una miriade di personaggi secondari: alcuni sono degni di nota come l'ex-poliziotta Botan e il teppista Semimaru, mentre molti altri scompaiono nel rapido susseguirsi degli eventi della prima parte, a volte un po' caotica.

Nella prima stagione, infatti, c'erano momenti eccessivamente lenti alternati ad altri in cui ci venivano svelate fin troppe informazioni tutte assieme - difetto a cui la seconda stagione riesce a rimediare dosando sapientemente i colpi di scena per creare tensione e tenere gli spettatori incollati allo schermo.
A ciò contribuisce anche la riduzione dei personaggi e dei gruppi sui quali s'incentra la storia: dopo la panoramica generale data nel primo arco narrativo il focus principale torna a concentrarsi sui veri protagonisti, ossia il gruppo Estate B, Hana e gli antagonisti.

I nostri eroi dovranno sopravvivere non solo agli attacchi di insetti geneticamente modificati e piante carnivore XXL (chiari omaggi ai classici del genere fantascientifico come La piccola bottega degli orrori degli anni 60'), ma anche al cinismo degli altri sopravvissuti e alla propria altalenante salute mentale. L'introspezione psicologica dei personaggi principali è davvero notevole e permette di empatizzare anche con quelli che dovrebbero essere i nemici, mettendoci di fronte al dilemma: chi è il vero cattivo? C'è un vero cattivo, in questa storia, o solo vittime di un fato crudele?

Un po' Lost, un po' Lady Oscar

Anche per questo secondo capitolo le animazioni sono ad opera dello Studio GONZO, famoso per Kaleido Star e Rosario + Vampire, a cui si è affiancato lo Studio Kai. Alla regia ritroviamo Yukio Takahashi, mentre il character design è merito della veterana dell'animazione Youko Satou, la quale ha contribuito alle trasposizioni animate di Attack on Titan e Black Butler II. Lo stile dell'artista riprende quello dell'autrice Yumi Tamura, mantenendo ben riconoscibile il tratto elegante che ha reso famosa l'opera. Infatti la caratteristica più distintiva del manga (e poi dell'anime) è il contrasto tra una trama brutale e ricca di tensione e il fascino da shojo anni 80' di alcuni personaggi maschili.

Via libera quindi a ragazzi dalle folte chiome e volti cesellati pronti ad uccidere per la sopravvivenza o semplicemente per ripicca: può sembrare un ossimoro, ma la storia funziona anche grazie allo charme di questi personaggi, sempre sul filo del rasoio tra lo stereotipato e il memorabile. Il cast, seppur molto vasto, è ben caratterizzato dal punto di vista estetico e ciò sopperisce alla mancanza di introspezione psicologica di molte delle comparse, permettendo agli spettatori di distinguere facilmente i vari personaggi.

Infine le OST di questa seconda stagione (l'opening "From the Seeds" di Mone Kamishiraishi e la sigla di chiusura "Synchro" di Cider Girl) sono sì orecchiabili, ma non aggiungono granché alla serie e per un pubblico ormai abituato a colonne sonore ben più sontuose passano totalmente inosservate.

7SEEDS 7SEEDS ha grandi potenzialità: parte come semplice sci-fi, ma si rivela un vero mix di generi, in grado di coniugare momenti horror, romantici e thriller. Pur essendo caotica e sbrigativa in alcune sue parti, la trama è coinvolgente e presenta spunti di riflessione sulla morte, la vita, l'amore, il perdono. Questi temi, uniti al buon ritmo della sceneggiatura, sono senza dubbio i valori più importanti della produzione. A tutto ciò si aggiunge un piacevole character design, semplice ma riconoscibile. Insomma, guardando questo anime, e soppesandone i difetti in termini di scrittura, non potrete fare a meno di emozionarvi, per un motivo o per l'altro.

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