7SEEDS: recensione della prima stagione dell'anime disponibile su Netflix

Dopo avervi esternato le nostre prime impressioni in merito, ecco il nostro giudizio definitivo su 7Seeds, disponibile dal 28 giugno su Netflix.

7SEEDS: recensione della prima stagione dell'anime disponibile su Netflix
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Valutare un prodotto come 7SEEDS, nella fattispecie l'adattamento animato disponibile dal 28 giugno su Netflix, non è affatto facile e lo abbiamo capito in modo abbastanza celere. Dopo il primo episodio, di cui vi abbiamo già fornito le nostre prime impressioni su 7SEEDS, i restanti undici da cui è composta quella che sembra la prima parte di un progetto in espansione ci hanno rivelato un prodotto controverso, la cui vera identità è tremendamente difficile da mettere a fuoco. Ci siamo lasciati sedurre, insomma, da quella che è sembrata sin dai primissimi istanti una storia potenzialmente molto interessante e misteriosa, il cui tema principale sembra essere quello della sopravvivenza a ogni costo. Nel corso della vicenda, infatti, si assisterà ad abusi, complotti, tradimenti e cospirazioni varie, che però, a conti fatti, finiscono con lo snellire - a poco a poco - l'appeal generale di una storia in verità ancora tutta da scoprire. Noi, comunque, ci siamo fatti un'idea complessiva di questa prima stagione e vogliamo condividerla con voi, nel calore di un estate arrivata in modo repentino e incredibilmente violento

Un mondo nuovo

La trama di fondo che accompagna le gesta dei numerosissimi protagonisti di 7SEEDS è di quelle intriganti e dannatamente complesse. Come già vi avevamo anticipato, alcuni individui si risvegliano senza memoria all'interno di un mondo ostile, terribile, in cui ogni singola cosa sembra attentare alla loro sopravvivenza. Questi individui, apparentemente senza alcuna connessione né legame tra loro, a poco a poco scoprono di essere parte di qualcosa di ben più grande di quel che potrebbe sembrare, un disegno preciso e imprescindibile, le cui caratteristiche vengono illustrate lentamente - ma inesorabilmente - di episodio in episodio. La razza umana, per dirla in breve, era destinata all'estinzione.

Degli scienziati, provenienti da tutto il mondo, avevano previsto tutto: un meteorite avrebbe colpito la Terra, rendendola un luogo inospitale e invivibile, e per tal motivo hanno deciso di avviare il progetto "7Seeds", un progetto che consiste nella preservazione di alcuni individui per consentire alla razza umana di tornare a vivere e prosperare, una volta che le cose fossero tornate alla "normalità". Per questo, alcuni individui, selezionati in base alle loro caratteristiche fisiche ma soprattutto comportamentali e attitudinali, vengono separati in cinque gruppi diversi, tutti composti da sette elementi, e poi messi a "dormire" in celle criogeniche, per risvegliarsi diversi anni dopo quando il pianeta, o almeno è quel che si spera, sarebbe risultato nuovamente abitabile.

Una volta risvegliatisi, i vari gruppi di sopravvissuti, lentamente, scoprono la terribile verità per bocca delle loro "guide", da cui ognuno dei gruppi è capeggiato e che, tra le altre cose, hanno anche il poco invidiabile compito di sterminare i prescelti qualora le cose non andassero per il verso giusto.

Ben presto, comunque, si scoprirà che il Giappone (dov'è ambientata la storia) è divenuto un luogo pregno di pericoli in cui avere salva la vita è una sfida continua. A minare l'esistenza della già provata razza umana ci pensano strane creature che popolano il nuovo mondo, ma anche un clima imprevedibile e minaccioso, le cui stagioni sono sinonimo spesso di nuovi pericoli. Rapidamente, però, i protagonisti inizieranno a prendere atto di quella che è una ovvietà, per certi versi: la minaccia più grande sono loro stessi.

Una nuova generazione

Come abbiamo già ripetuto più volte, i "prescelti" sono stati divisi in cinque gruppi: Autunno, Inverno, Primavera, Estate A, Estate B, composti tutti, ovviamente, da personalità dalla diversa interpretazione del concetto di sopravvivenza. C'è chi, inevitabilmente, conta di manovrare il prossimo con la paura, chi con l'inganno, in una rappresentazione praticamente perfetta di quella che è la civiltà contemporanea. Anche in un mondo quasi primitivo e senza molte speranze di sopravvivenza, l'istinto del preservare sé stessi a ogni costo e, soprattutto, a scapito del prossimo, torna forte in alcuni individui. Questo fattore, però, va di fatto a far scemare quella che era quella forte aura di mistero e terrore che attanagliava la storia nei primissimi minuti, dando vita ad un gioco delle parti e una vera e propria lotta di fazione continua e senza esclusioni di colpi. A dare il là a questo scenario sono alcuni membri di gruppi ben precisi, in particolare quelli di Estate A, la cui volontà di sopraffare e padroneggiare sul prossimo è ben chiara, ma ha radici fondate nel tempo.

Si scoprirà, infatti, che non tutti sono finiti lì in modo totalmente misterioso e rimanendo all'oscuro della cosa fino all'ultimo istante, un po' come accade ai protagonisti principali, di cui vi avevamo già accennato durante il first look, ma che alcuni sono stati indotti e addestrati alla cosa già in tenera età. Ciò evidenzia, ancora una volta, una scelta politica ben precisa, che aiuta ad indirizzare in modo più preciso la trama. Il risultato, però, è altalenante, giacché le numerose informazioni vengono fornite in modo o eccessivamente veloce o tremendamente lento, cosa che, inevitabilmente, mette a nudo un ritmo generale frastagliato e dalla difficile comprensione. Il tutto, comunque, si svolge un clima a dir poco surreale. Nell'arco degli episodi quello che si avverte sempre e con forza è una situazione di angoscia praticamente continua, che fuoriesce dallo schermo e prende metaforicamente a pugni nello stomaco lo spettatore, che non può rimanere impassibile di fronte ad un racconto comunque tragico, che si preoccupa più di una volta di rimarcare la sua natura drammatica, nostalgica e se vogliamo negativa.

Un universo in continua espansione

7Seeds ha, come dicevamo poc'anzi, il grande merito di portare su schermo - nell'adattamento anime così come nel manga - diversi personaggi, tutti comunque ben congegnati e dalla discreta caratterizzazione. Se vi abbiamo già parlato della timida Natsu, quella che per certi versi appare sempre come forse la protagonista principale dell'opera, man mano che si prosegue con la storia ci si imbatte in nuove personalità, tutte comunque ben diverse tra loro e stratificate a dovere. È il caso ad esempio di Hana, quella che definiremmo una sorta di co-protagonista, la cui rilevanza all'interno della storia si palesa proprio negli episodi finali.

In verità, Hana è forse uno dei personaggi che più si evolve nel corso della storia, cosa che, a onor del vero, si può dire soltanto in minima parte per tutti gli altri. Uno dei punti deboli del character design dell'opera è proprio la natura evolutiva dei personaggi che, nel bene o nel male, tendono a rimanere statici e quasi indifferenti all'evoluzione che li circonda, seppur con le dovute differenziazioni del caso.

Durante le nostre prime impressioni, ad esempio, vi avevamo parlato in modo negativo di Semimaru Asai che invece, durante gli episodi, subirà una discreta evoluzione, tanto per citarne uno. Ciononostante, tutto il cast soffre di una caratterizzazione sì variegata, ma piuttosto stereotipata. Basta uno sguardo, quasi sempre, per comprendere le intenzioni o più in generale la direzione che ognuno di loro desidera intraprendere, almeno stando all'arco narrativo "coperto" da questi primi dodici episodi dell'anime che, come già accennato, si prende qualche libertà narrativa.

Al di là di tutto, comunque, è impossibile non rimanere colpiti dalla storia - che sa comunque di già visto o sentito - di Aramaki, uno dei ragazzi appartenenti al gruppo Inverno. Questi ultimi, a quanto pare, si sono svegliati ben quindici anni prima rispetto agli altri e soltanto Aramaki è sopravvissuto. Le sue vicende sono sicuramente tra le più toccanti narrate all'interno dell'opera, e siamo sicuri che quest'ultimo non impiegherà poi molto per far breccia nei vostri cuori.

Un adattamento artisticamente riuscito

Venendo al lato strettamente tecnico dell'adattamento animato, curato dallo studio Gonzo, possiamo confermare quanto già detto in precedenza. Il comparto audiovisivo dell'opera è di buon livello, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di alcuni scenari e più in generale degli elementi che compongono il devastato mondo in cui 7Seeds muove i suoi passi. É impossibile non apprezzare, in particolare, le sequenze in cui i protagonisti ritrovano giganteschi monumenti sommersi sotto il fondale marino, a causa di una composizione geografica completamente stravolta dal tragico evento, che ha di fatto cancellato buona parte della civiltà umana e del mondo per come lo conoscevamo.

Molto bella anche la resa di elementi come acqua, fuoco e vegetazione, con una sequela di particellari e dettagli vari sempre di buon livello, capaci di restituire il giusto feeling allo spettatore. Meno buono - ma comunque accettabile - è il lavoro svolto nella realizzazione del character design. I personaggi, anche quelli principali, sono ben realizzati, certo, ma non sempre e comunque. In alcuni passaggi si nota un certo calo qualitativo sia nella resa dei volti sia e soprattutto nel tratto generale che accompagna la fisionomia di essi, rendendoli a volte quasi difficile da riconoscere. Si tratta, in ogni caso, di un passo avanti clamoroso, rispetto al materiale di partenza, ma che lascia comunque storcere il naso in più di un'occasione. Buono il comparto audio, in verità alquanto anonimo per quanto riguarda l'accompagnamento generale durante gli episodi, ma caratterizzato da un doppiaggio, sia italiano sia originale, di alto livello e da due soundtrack sont. Sia l'opening, "Ark" a cura di Amatsuki, sia "Wish" di Majiko, che accompagna i titoli di coda di ogni episodio, sono semplicemente splendide, uno dei punti di forza di un adattamento tutto sommato riuscito.

7SEEDS L’adattamento animato di 7Seeds è nel complesso di buon livello, seppur non esente da difetti, alcuni più evidenti di altri. A far storcere il naso, in particolare, è un ritmo generale piuttosto lento, in cui gli eventi vengono narrati in modo eccessivamente frastagliato, per poi subire brusche accelerazioni che rendono difficile - in molti casi - i collegamenti tra le numerose informazioni che vengono fornite allo spettatore. A questo si aggiunge un finale eccessivamente aperto che lascia tutto dubbi sul futuro, forse anche troppo, e che necessita così di un sequel per poter far luce sui numerosi interrogativi lasciati in sospeso. Buono il lavoro svolto in termini tecnici, seppur non esente da alcuni difetti. Criticità che comunque rimangono comprensibili, considerando anche il materiale di partenza. In tutta onestà, da questa prima stagione ci aspettavamo, forse, qualcosina in più.

7.2