Akudama Drive: recensione dell'anime su VVVVID

Akudama Drive è il nuovo anime originale dello sceneggiatore di Danganronpa, approdato in simulcast su VVVVID. Ecco la nostra recensione

Akudama Drive: recensione dell'anime su VVVVID
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Il progetto che ha impegnato Too Kyo Games e lo Studio Pierrot, lo stesso noto per adattamenti animati di opere quali Tokyo Ghoul e Naruto, è giunto alla sua conclusione, con 12 episodi in onda su VVVVID dal ritmo serrato e pieno di azione. Akudama Drive, creato da Norimitsu Kaiho, conosciuto per la sceneggiatura di Danganronpa 3, ha accompagnato questi ultimi mesi con una scrittura particolare, spesso sopra le righe, che non ha mancato di deliziarci nell'offrire qualche elemento forte a schermo che di rado troviamo in altre produzioni.

Dopo la nostra anteprima del primo episodio di Akudama Drive, in cui ci venivano presentati gli interpreti dell'avventura distopica, siamo pronti a parlarvi del nuovo prodotto punk animato dallo Studio Pierrot nella sua interezza, alla scoperta di un mondo che poggia sui resti di una grande guerra locale.

Una guerra di sottomissione

Ambientato in Giappone in un futuro distopico non meglio precisato, la regione del Kanto ha avuto la meglio su quella del Kansai in una guerra che ha spaccato in due il paese. La sottomissione del Kansai non viene ben vista da alcune persone, che comporterà un'ascesa della criminalità non indifferente, il quale emblema è rappresentato dagli Akudama. Questi ultimi vengono divisi per classe e taglia in base al loro grado di pericolosità. I supercriminali protagonisti dell'opera saranno oggetto di presentazione nel primissimo episodio, per poi ottenere un certo rilievo durante il prosieguo della trama.

Il focus del racconto sarà mantenuto su una ragazza del Kansai, durante una normale giornata post lavoro, che si accinge a tornare a casa. Non senza prima rifocillarsi a una bancarella di takoyaki, dove incontrerà un tipo apparentemente cupo a cui è caduta una moneta da 500 yen. La ragazza tenterà di restituire la moneta al proprietario che rifiuterà. Il prezzo dei takoyaki è il medesimo della moneta, ma la giovane rifiuterà il pagamento con la stessa,

ritrovandosi presto a fornire le generalità alla stazione di polizia locale. Nel mentre, assistiamo alle imprese degli altri Akudama di classe S che si dilettano nelle loro specialità. Il ragazzo misterioso intravisto alla bancarella è un corriere, dotato della sua moto tecnologica, forte di evasione elevata e capacità offensive. Al termine di un incarico di consegna, oltre alla lauta ricompensa in yen, egli riceve un altro incarico importante che non potrà rifiutare, riguardante una valigetta. Gli altri Akudama saranno contattati da un ignoto committente per la medesima missione durante le loro caratteristiche mansioni, dove vediamo il picchiatore distruggere una montagna di robot della sicurezza, l'hacker adoperarsi da un condominio decadente per violare la banca centrale e infine la dottoressa intenta a salvare un cittadino morente, uccidendo gli altri passeggeri all'interno di un mezzo di trasporto volante.

Il losco gruppo si ritroverà proprio in prossimità della stazione di polizia per una missione di liberazione, in cui finirà immischiata anche la protagonista, intenta a salvare un gatto nei paraggi proprio per l'attacco congiunto dei super criminali. In poco tempo la situazione degenera e nella liberazione dell'omicida (l'Akudama più pericoloso e con la taglia più alta) durante la sua esecuzione, il gruppo, inclusivo anche della ragazza protagonista, a cui si è aggiunto anche un delinquente dal valore criminale più irrisorio liberato da una cella durante il caos, si ritroverà con un collare esplosivo al collo.

Dopo alcune direttive e superficiali spiegazioni provenienti proprio dal gatto salvato dalla giovane, autoproclamatasi truffatrice sul momento per non risultare una comune civile in mezzo ai criminali, inizia una lunga missione misteriosa dai risvolti imprevedibili.

Una missione suicida e spettacolare

Il gruppo ormai formato sarà vincolato al compimento di una particolare missione dall'obiettivo ignoto divisa in step, e procederà per azioni individuali estreme, indispensabili per la riuscita degli incarichi, venendo costantemente ostacolato da forze di sicurezza specializzate con cui i diversi membri avranno più di un confronto. Durante la narrazione vediamo i diversi sviluppi dei singoli personaggi, che hanno un focus distribuito equamente, sottolineando la diversità delle parti prese in causa.

La truffatrice e il delinquente ad esempio, tenderanno ad evitare gli scontri diretti data la loro natura poco coraggiosa, prediligendo il ragionamento per le varie situazioni, mentre il picchiatore vivrà esclusivamente per un ottimo scontro ad armi pari con qualcuno alla sua portata, senza ricorrere a pianificazioni di sorta. Insomma, i 12 episodi ci hanno permesso di vedere all'opera i protagonisti in vari contesti, talvolta utili per la maturazione di alcuni di loro.

Akudama Drive sembra proprio voler penalizzare l'incapacità di adattamento dell'individuo, in un contesto criptico che si apre allo spettatore solo nelle battute finali. Nonostante ciò, la violenza e la crudeltà a tratti malata che traspare in alcuni segmenti concorre alla schiettezza del titolo animato, per certi versi atipico nel panorama. Proprio per questo si ha sempre una certa curiosità nello scoprire lo svolgimento e la meta di tale produzione.

Ogni episodio è ricco di spunti interessanti lungo tutto il corso degli eventi, intervallati anche da piccole sequenze in stile teatrino in TV a mo' di spot propagandistici esplicativi sulla situazione socio-politica delle due regioni coinvolte.

Le situazioni che si vengono a creare, date le variabili caratteriali del cast, portano a colpi di scena inaspettati, contornati da pura azione che non lascia spazio a momenti morti. Il ritmo della narrazione è sempre serrato, anche quando su schermo non avvengono combattimenti o scene dinamiche, lasciando spazi a momenti riflessivi intensi e sempre ben contestualizzati. Non mancano dei momenti crudi, dove la produzione dà il meglio di sé, mettendo in scena un comparto visivo di grande valore, con scelte stilistiche e di scrittura interessanti che non mancheranno di catturarvi sul momento, sebbene manchino di una certa distintività tale da rendere il percorso memorabile nel tempo.

Il punk distopico secondo la produzione

L'ottima messa in scena della produzione è coadiuvata da un buon comparto d'animazione, a tratti spiccato, e ottimi disegni, che pongono Akudama Drive tra i migliori prodotti animati di questa stagione sotto il profilo tecnico e artistico. Lo stile che contraddistingue il cast è ben definito ed espressivo, capace di interpretare perfettamente la distopia giapponese che ci viene presentata fin da subito senza sconti.

La realizzazione degli ambienti, tra una spiccata verticalità urbana e zone desolate abbandonate, donano al contesto distopico immaginato dagli autori una certa identità futuristica, non originale ma forte nelle tinte al neon di una città alle prese con la criminalità, tecnologica anche dal punto di vista della sicurezza, come è possibile evincere dalle primissime battute. La frenesia dell'azione e del racconto, confezionato in 12 episodi, non permette di godere appieno di ogni sfaccettatura del Kansai, ma evidenzia il punto di forza della produzione, ovvero i personaggi che la compongono, dove spiccano anche alcuni membri delle forze di difesa, addestrati persino a morire per difendere la pace dagli Akudama, che avranno i loro momenti peculiari alla stregua degli scaltri criminali.

I dettami dell'ordine vengono messi spesso in discussione, nell'ottica di un'attesa comprensione di verità che rimarranno celate allo spettatore fino all'ultimo episodio, comprendenti il trascorso dei personaggi coinvolti, che in un modo o nell'altro incideranno in maniera marcata sul racconto. Quest'ultimo ricco di un ottimo comparto sonoro d'accompagnamento, capace di avvalorare i momenti salienti, nonché apertura e chiusura di ogni episodio con grande impatto, senza dimenticare una magistrale interpretazione dei personaggi da parte del casting di doppiaggio giapponese.

L'estetica complessiva di Akudama Drive è un saldo punto di forza che accompagnerà la visione dall'inizio alla fine, alimentando specialmente gli scontri serrati tra i due poli principali, al netto di alcune censure marcate che mascherano i momenti più cruenti e spietati. Quello dell'anime in questione è un contesto duro, che nasconde alle persone che conducono una vita normale un qualcosa di più grande. Gli Akudama si ritrovano inconsciamente ad agire in favore di una verità, tanto da mettere in discussione il vero ruolo delle parti coinvolte, tra criminalità e sicurezza pubblica.

In tal senso non mancano decisioni impattanti, risoluzioni crude e momenti intensi. Sebbene il focus delle vicende, come abbiamo ribadito, sia ben distribuito, la scena ritorna spesso sulla ragazza protagonista, con la quale è possibile empatizzare da subito data la sua natura da cittadina comune, senza vere e proprie abilità particolari. Proprio il suo essere una normalissima ragazza porta a risvolti interessanti, mostrando alcuni valori dimenticati dagli altri, forti invece di abilità individuali su piani diversi.

Al termine della visione si raccoglie il breve ma intenso percorso degli Akudama e del rapporto post guerra tra Kansai e Kanto, con la consapevolezza di aver assistito alle gesta di abili super criminali in lotta per le loro grandi ambizioni, coinvolti in qualcosa di più grande, non rientrando nei canoni della memorabilità, ma offrendo un intrattenimento di qualità.

Akudama Drive Akudama Drive è un prodotto animato estremamente espressivo, crudo, dall'aria misteriosa, a tratti sadico, confezionato in 12 episodi ricchi di colpi di scena inaspettati in cui il focus distribuito su tutte le parti coinvolte intrattiene egregiamente lo spettatore, grazie anche all'ottima caratterizzazione e design dei protagonisti e antagonisti. Questi ultimi in grado di completarsi a vicenda per caratteristiche ma succubi della loro stessa abilità, con l'esasperazione della ricerca dell'obiettivo personale oltre qualsiasi cosa, tra evoluzione intrinseca e decadimento. Forte anche di un ritmo della narrazione ben calibrato e la frenesia generale a cui si è sottoposti durante la visione, è impossibile non consigliare a tutti gli effetti un prodotto per certi versi atipico nel panorama, curato particolarmente sul fronte della scrittura e dei disegni. Sebbene non rientri tra i prodotti audiovisivi giapponesi più memorabili, anche per alcune scelte narrative che possono restituire un senso di già visto, si ritaglia senza dubbio un posto tra i titoli più interessanti del 2020.

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