Alita l'angelo della battaglia: Recensione del manga di Yukito Kishiro

Il manga cult di Yukito Kishiro è una delle opere cyberpunk in salsa nipponica più intense di sempre: riscopriamo il manga di Alita.

Alita l'angelo della battaglia: Recensione del manga di Yukito Kishiro
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Il tema della fantascienza applicato al rapporto tra uomo e robot trova terreno fertile all'interno della cultura pop da svariati decenni. È soprattutto in campo occidentale che ricordiamo le opere, letterarie, cinematografiche o fumettistiche, di maggior impatto nella nostra storia culturale. Eppure, a un certo punto, anche l'arte orientale cominciò ad esplorare questa delicata e profonda frangia del genere sci-fi. Se già abbiamo imparato ad amare il complesso Ghost in the Shell, che esordì in patria nel 1991, gli anni Novanta esordirono con un'opera importante e seminale ancor prima del capolavoro di Masamune Shirow. Alita l'angelo della battaglia, di Yukito Kishiro, fu pubblicato infatti tra il 1990 e il 1995 su Business Jump, rivista seinen di Shueisha, per poi essere portato in Italia da Planet Manga in un'edizione raccolta in 9 tankobon.

Oggi l'opera è diventata più popolare che mai grazie allo spettacolare adattamento cinematografico firmato da Robert Rodriguez e James Cameron e, per l'occasione, la sotto-etichetta di Panini Comics ha riportato in auge l'opera cartacea con una fiammante e sontuosa Panzer Edition. Divorati dalla curiosità di riscoprire l'incredibile opera di Kishiro, abbiamo sfogliato la Panzer Edition per tornare tra i cieli di Salem e tra i rottami della Città Discarica. Un viaggio formativo, alla scoperta di cosa significa essere umani intrappolati in un corpo meccanico.

Il sogno di una macchina

Salem è una un luogo che nessuno, nella Città Discarica, è mai riuscito a visitare. È un luogo d'elite, in cui trova posto soltanto l'alta borghesia, un vero e proprio paradiso in grado di offrire opportunità completamente diverse dai suoi degradanti e putrescenti bassifondi, nei quali uomini e macchine coesistono come si fa nelle più barbare delle tribù. La Città Discarica è un vero e proprio melting pot di culture e obiettivi diversi, ha permesso che essere umano e robot si unissero dando vita agli istinti più primordiali dell'animo mescolandoli con la capacità distruttiva di un organismo artificiale.

In questo marasma di culture ed esperienze diverse c'è anche chi si batte per assicurare giustizia e prosperità persino tra i bassifondi. Si chiamano Hunter Warrior e sono combattenti che pian piano si sono sostituiti ai regolari organi di polizia, ormai praticamente assenti tra i vicoli del bronx posizionato diversi chilometri sotto Salem. Tra questi cacciatori di taglie, che si occupano di catturare o uccidere tutti i criminali più pericolosi finiti sul libro nero, figura Daisuke Ido.

Cacciatore di notte e geniale scienziato di giorno, un giorno fa una scoperta che sconvolge per sempre la sua vita: tra i detriti della Città Discarica trova un'androide finita in pezzi, che ha conservato nient'altro che il cervello e parte del busto. Dopo essere passata sotto le amorevoli cure di Ido, che le dona nuovamente un corpo con cui muoversi liberamente, la creatura torna alla vita con il nome di Alita. Profondamente grata al suo padre adottivo per averla resa nuovamente funzionante, la protagonista inizia ben presto a interrogarsi su quale sia il suo scopo nella vita, cercando di scavare all'interno del suo passato per trovare i ricordi di un'esistenza precedente che non riesce a ricordare.

È questo il tema centrale di Alita l'angelo della battaglia: un'opera sontuosa e stratificata, che attraverso meccanismi di scrittura piuttosto semplici mette in scema il più classico e profondo dei dilemmi che attanagliano la fantascienza: come può una macchina provare emozioni? E, in caso ciò avvenga, riuscirebbe a replicare i sentimenti, il raziocinio e il libero arbitrio proprio della condizione di essere umano? Una ventina d'anni fa Yukito Kishiro cercò di rispondere a questa domanda realizzando un'opera ancora oggi attuale, sia sotto il profilo narrativo che grafico.

Ben presto Alita, nel tentativo di emulare Ido, capisce che il suo destino è nel combattimento: senza sapere come, infatti, padroneggia una particolare e antica arte marziale chiamata Panzer Kunst, che unita a un corpo da Berserker la rende una lottatrice formidabile e letale. La protagonista decide quindi di intraprendere la carriera di Hunter Warrior al fine di trovare quello scopo a lungo cercato, non senza scatenare la preoccupazione di Ido. È proprio questa decisione che segna in maniera inevitabile lo svolgersi degli eventi, poiché le missioni di Alita la porteranno a scoprire cosa significa davvero provare dei sentimenti. Nel corso di un'epopea, che finisce ben presto col delineare lo svolgersi di un romanzo di formazione, Alita incontra personaggi che scateneranno in lei i più umani dei sentimenti: affetto, amicizia, senso di protezione e persino amore.

La sceneggiatura di Kishiro insegna, però, che una volta imboccata la strada della violenza non puoi liberarti del sangue finché non porti a compimento il percorso che il destino ha delineato per te. Il tema portante del manga è, per tutta la durata dei suoi 9 tankobon, una costante ricerca della propria identità, fuggevole ed effimera, costantemente messa alla prova e mai davvero concreta fino allo svolgersi della battaglia finale.

Attraverso un simile iter filosofico, poi, Yukito Kishiro seppe mettere in scena un'opera visivamente superba, capace ancora oggi di stupire per la qualità della regia e il dinamismo del disegno. Le battaglie tra macchine sono caotiche e spettacolari e le eleganti movenze della protagonista percorrono le tavole del manga con una naturalezza e un'epicità che poche altri (grandi) autori sono stati capaci di replicare. In Kishiro convergono tutte le influenze, concettuali e stilistiche, proprie della fantascienza degli anni Ottanta, ma anche il disegno frenetico e roboante del miglior Toriyama nel delineare battaglie sontuose e memorabili.

Fuori dal tempo

Il grande viaggio di Alita, alla scoperta di se stessa e del suo passato, può essere diviso in tre grandi archi narrativi. Il primo, che narra delle prime battaglie di Alita e culmina con il primo, grande dramma della sua nuova esistenza: l'amore per Yugo e le macchinazioni di Vector. Nel secondo, invece, prende vita la strenua ricerca da parte di Ido della sua figlia perduta, ed esplode con forza negli eventi che scaturiscono dalle arene del Motorball.

Infine c'è il terzo, il viaggio di Alita alla scoperta delle proprie radici: un cammino che la porterà a riscoprire l'amore, a svelare il mistero legato alla sua vita precedente e a combattere sull'orlo di una sanguinosa guerra civile. Sono tre macro-sezioni ideologiche, queste, che scandiscono anche i tre maxi-volumi della Panzer Edition pubblicata di recente da Planet Manga: la sotto-etichetta di Panini Comics ci propone il trittico di colossali albi racchiusi in un elegante, solido e sontuoso box cartonato che include una serie di illustrazioni e finanche un breve opuscolo al cui interno è presente un'intervista inedita a Yukito Kishiro, autore del manga.

Un vero e proprio mastodonte, che non può mancare sugli scaffali dei neofiti (attratti, magari dal recente adattamento cinematografico americano) ma anche su quelli di chi, a suo tempo, ha già divorato il fumetto originale. Alita Panzer Edition è un'occasione più che unica per riscoprire un piccolo gioiello del fumetto orientale, capace di unire l'epica di uno shonen ai caratteri maturi e profondi di un seinen.

Il tutto sullo sfondo di un'epopea fantascientifica in salsa cyberpunk, in cui i più grandi interrogativi - teoretici e filosofici - sul rapporto tra uomo e macchina esplodono in una storia capace di scaldare il cuore, dall'inizio alla fine.La Panzer Edition include anche una serie di contenuti esclusivi: informazioni aggiuntive sull'universo di riferimento, costellate nel corso della narrazione, ma soprattutto l'ultimo maxi-volume del cofanetto da collezione include in appendice il vero finale dell'opera, tratto dal manga sequel del 2001 Alita Last Order.

Alita l'angelo della battaglia Alita l'angelo della battaglia è una lettura che non dovrebbe mancare nella libreria di ogni appassionato di fantascienza cyberpunk. L'emozionante racconto imbastito da Yukito Kishiro, così segnante da meritarsi un adattamento live-action hollywoodiano, è uno splendido romanzo di formazione che si interroga con la giusta profondità su dinamiche apparentemente banali circa la cosiddetta etica dei robot. Oltre una scrittura semplice, ma pur sempre d'impatto, gli appassionati di disegno orientale troveranno uno stile superlativo, spettacolare e dinamico.

8.6