Recensione Angelic Layer

Una bambina ingenua, uno strano tizio sospetto e duelli all'ultimo Angel!

Recensione Angelic Layer
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I duelli degli angeli

Angelic Layer è uno dei titoli del parco CLAMP che può risultare come il più appetibile a una più larga fascia di pubblico per il suo sdoganarsi dalle normali tematiche care delle autrici: infatti, a differenza delle maggior parte delle storie disegnate dal quartetto delle CLAMP, non si tratta di una storia in cui si scontrano grandi poteri mistici o intrighi di sorta, e non ci sono segreti assoluti che vengono nascosti ai protagonisti. E' una pacatissima storia che parla di una bambina che, venuta a conoscenza di un gioco nel quale chiunque, per quanto piccolo, può gareggiare e vincere, scopre un vero e proprio mondo parallelo nel quale dimostrare quanto vale veramente.
Tuttavia è anche vero che questa trama, improntata totalmente sulla protagonista e le gare in cui è coinvolta, diventa, oltre che il maggior pregio, anche il maggior difetto di questo manga, che potrebbe risultare quasi banale e insulso a chi è abituato ai ritmi sincopati di RG Veda o X1999 (sempre delle CLAMP); ciononostante quest'opera risulta godibilissima se le si dà una possibilità e trova forse nella scorrevolezza la sua qualità dominante.

Misaki Suzuhara, piacere

Protagonista di Angelic Layer è Misaki Suzuhara, 12 anni, una bambina totalmente ingenua, negata per lo sport e con un pessimo senso dell'orientamento, che ha sempre abitato con i suoi nonni, lontano dalla città e, costretta a trasferirsi a Tokyo presso casa di sua zia (sorella della madre), alla prima occasione riesce a perdersi e, nella calca generale assiste su un maxischermo a uno scontro fra due bambole, o meglio due mini-robot, uno all'apparenza piccolo e gracile, l'altro grande e forte. Il duello però, a dispetto delle apparenze, volge a favore del robot più piccolo, conquistando al contempo Misaki che, chiedendo in giro scopre il nome del singolare gioco. Si tratta dell'Angelic Layer, un gioco che si basa sui duelli tra gli 'Angel', le bamboline che tanto hanno conquistato Misaki.
Mentre ancora si guarda in giro, ora conscia di essersi persa, incontra un tipo che definire singolare è riduttivo e che si presenta come Icchan; Misaki si trova così ad essere istruita sull'Angelic Layer e, senza neanche avere tempo di accorgersene, viene trascinata in un negozio specializzato ad acquistare un 'Angel Egg', il kit da cui si costruisce (anche se sarebbe più corretto dire 'nasce') l'Angel. A dir la verità, Icchan è un tipo a dir poco losco che gira sempre in un camice bianco e con un sorriso bieco, tanto che, soltanto una bambina candida, ingenua e totalmente sprovveduta come Misaki avrebbe potuto fidarsi di lui, e infatti, nel bel mezzo del tour all'interno del negozio, Icchan viene inseguito da alcuni poliziotti che l'hanno scambiato per un adescatore di bambine.
Nonostante tutto Misaki riesce ad arrivare a casa di sua zia, una donna molto bella che lavora come giornalista e che detesta essere chiamata 'zia' perché è una cosa che la fa sentire vecchia. E' proprio a casa di sua zia Shouko che Misaki darà vita al proprio Angel, Hikaru, un Angel piccolo e veloce, di cui Misaki diventa il 'Deus' (termine che sta ad indicare il 'pilota' dell'Angel) e grazie al quale si troverà ad essere catapultata nel mondo dei duelli dell'Angelic Layer.
Contemporaneamente però, Misaki si troverà a dover ricominciare una poco tranquilla vita scolastica, grazie ai due nuovi amici che ha conosciuto a scuola, Kotarou Kobayashi, un ragazzino timido che sembra avere una cotta per Misaki e Tamayo Kizaki, amica d'infanzia di Kotarou che sembra provare un gusto sadico nel provare su di lui sempre nuove tecniche di arti marziali e che si autodefinisce ambiguamente la sua "rivale d'amore".
Durante le gare che disputerà con Hikaru, Misaki incontrerà inoltre più e più volte Icchan, che, oltre ad essere un individuo pericolosamente sospetto, sembra anche avere qualcosa a che vedere con la nascita dell'Angelic Layer, la creazione dei primi Angel e che, inoltre, sembra anche avere conoscenza della madre che Misaki non ha mai incontrato...

Note sull'edizione e particolarità

L'edizione Star Comics di questo manga si può dire piuttosto nella norma, come la stragrande maggioranza delle uscite di questa casa editrice: prezzo contenuto, un buon adattamento, impaginazione e stampa quantomeno decenti e carta di medio livello, anche se non certo economica.

Ma oltre a questo il manga in questione presenta anche alcune particolarità stilistiche che potrebbero far piacere ai vari fan CLAMP: infatti nel fumetto sono inseriti vari riferimenti agli altri manga realizzati dalle quattro autrici, come Magic Knight Rayheart o Chobits, del quale, dopo un attenta lettura, Angelic Layer si rivela essere una specie di prequel, anche se piuttosto sommario e che aggiunge davvero ben poco alla storia dell'altra opera.
Dal punto di vista del disegno, infine, abbiamo un tratto tondeggiante e dolce, proprio di altre serie del repertorio CLAMP, come ad esempio Card Captor Sakura o per l'appunto Chobits a cui rassomiglia molto anche nel character design.

Dal punto di vista stilistico, la serie, seppur largamente comica, vuole improntarsi come poggiata sui combattimenti, per quanto essi siano sceneggiati alla maniera "romantica" che contraddistingue lo stile delle CLAMP.
Ciononostante, è paradossalmente la trama "di fondo", costituita da Icchan e dai motivi del suo interessamento a Misaki, che attirano più l'attenzione del lettore, probabilmente anche per la bizzarra comicità del personaggio; questo è anche favorito dal problema che i combattimenti degli Angel, sebbene vari e diversificati, dopo un po' tendono a perdere la capacità di intrattenere il lettore, seppur con qualche saltuario picco.

Angelic Layer Alla fine dei conti, Angelic Layer è un manga gradevole e per quanto leggero, molto scorrevole; è ambientato nello stesso mondo di Chobits, cosa che forse potrà aggradare i fan della serie maggiore e, oltre al resto, è un'opera relativamente breve (5 numeri), fattore che potrebbe smuovere qualche scettico a dargli un'occhiata anche solo per pura curiosità.