Ant-Man e Wasp: Recensione del volume Marvel Masterworks di Panini Comics

Panini Comics propone, in concomitanza con l'arrivo nelle sale di Ant-Man and the Wasp, un maxi-albo antologico sulle migliori storie dell'eroe Marvel.

Ant-Man e Wasp: Recensione del volume Marvel Masterworks di Panini Comics
Articolo a cura di

Sin dai suoi esordi, Ant-Man ha rivestito un ruolo secondario gli occhi della fanbase della Marvel Comics. Eppure l'importanza del piccolo supereroe, agli albori della Marvel Age e delle storie incentrate sui Vendicatori, è senza dubbio centrale: è a Henry ‘Hank' Pym e sua moglie Janet van Dyne che dobbiamo la fondazione dei Vendicatori, la cui prima formazione includeva proprio l'uomo formica insieme a sua moglie Wasp, Iron Man, Thor e Hulk. Il personaggio è poi tornato in auge grazie alla trasposizione cinematografica del 2015, prodotta dai Marvel Studios: una pellicola fresca e divertente, capace di non prendersi sul serio ma anche di esplorare sufficientemente l'universo quantico attraverso personaggi pittoreschi e carismatici. Dal 14 agosto, in Italia, esordisce nelle sale cinematografiche il suo sequel, Ant-Man and the Wasp, un cinecomic che - stando alle premesse - fa da contraltare al misto di epica e drammaturgia proposto dal kolossal Avengers: infinity War con il suo solito miscuglio di ironia e non-sense.
Per l'occasione, da qualche tempo, Panini Comics ha proposto sui nostri scaffali un nuovo volume da collezione appartenente alla collana Marvel Masterworks, intitolato per l'appunto Ant-Man. Un volume sontuoso e antologico, imprescindibile per chi desidera conoscere meglio le origini dell'uomo in grado di comunicare con le formiche e le varie declinazioni della sua identità, incluso il sodalizio con la sua storica partner, Wasp.

Le origini dell'eroe

Per chi non si fosse mai approcciato a un fumetto Marvel su Ant-Man, è doveroso sapere che le origini dell'uomo formica non prevedono lo scapestrato Scott Lang a vestire tuta ed elmetto dell'eroe: il protagonista della trasposizione cinematografica del Marvel Cinematic Universe è, in realtà, il secondo individuo ad aver agito nei panni del personaggio. Il primo e originale Ant-Man fu Hank Pym, l'inventore delle particelle Pym, ovvero la tecnologia basata sulle cellule quantiche in grado di rimpicciolire un qualsiasi corpo fino a dimensioni microscopiche: come già detto, Pym ha rivestito un'importanza cruciale nelle scorribande degli Avengers, arrivando finanche a creare il potentissimo androide chiamato Ultron, uno dei principali avversari dei Vendicatori: le origini di Ant-Man risalgono al 1962, sul numero 27 della testata Marvel intitolata Tales of Astonish: si trattava di una collana antologica, che racchiudeva le peripezie di alcune new entry nell'universo imbastito dalla Casa delle Idee dopo l'exploit dei primi supereroi creati dalla mente del geniale Stan Lee. Le avventure di Hank Pym e della donna destinata a diventare la sua seconda moglie, Janet van Dyne, sono narrate nel corso di Tales of Astonish, i cui numeri più significativi e cruciali legati al nostro sono inclusi proprio nel volume Masterworks di Panini Comics. All'interno del corposo fumetto da collezione, infatti, è possibile leggere partendo proprio da quel numero 27 che diede i natali ad Ant-Man, nel quale viene mostrato come Henry Pym - più o meno in linea con l'universo cinematografico - creò le particelle rimpicciolenti nel corso di una serie di esperimenti governativi. Seguono, poi, le storie dedicate alle sue prime peripezie alle prese con le sue nuove capacità, che gli permettevano non soltanto di rimpicciolirsi, ma anche di comunicare tramite onde cerebrali derivate da un casco speciale con le miriadi di formiche che abitano il sottosuolo terrestre. In seguito a ciò, Pym decise di assumere l'identità dell'eroe noto come Ant-Man: nel volume vengono narrate le sue prime gesta da paladino, durante le quali preferiva rimanere minuscolo per non essere riconosciuto.

La nascita di Giant-Man

Dopo aver affrontato svariati criminali, tra i quali figura una delle sue più grandi nemesi, ovvero il villain noto come Testa d'Uovo, avviene la svolta: l'incontro con Janet van Dyne, la figlia di uno scienziato amico di Pym. Dopo aver perso la prima moglie, della quale conserva un ricordo doloroso, Hank fa molta fatica ad accettare le avance della giovane Janet, ma al tempo stesso si ritrova a combattere con la necessità di avere una partner in battaglia nonché qualcuno a cui confidare il segreto sulla sua identità da supereroe. Un profilo a cui, man mano, la dolce e avvenente Janet inizierà ad allinearsi sempre di più, soprattutto in seguito alla morte del padre e alla voglia di combattere il crimine nei panni di Wasp.

Nacque così il duo composto da Ant-Man e Wasp, il cui affiatamento sfociò ben presto in un amore profondo e sincero, segnando di fatto la nascita di una delle coppie più famose e durature nella storia dei fumetti Marvel, destinata a rendersi protagonista di grandi gesta e della fondazione dei leggendari Vendicatori. I due amanti affrontarono criminali come Testa d'Uovo, il Porcospino Uomo Trottola e persino il mitologico Ciclope, in una serie di avventure che portarono in seguito alla nascita di Giant-Man.

Tales of AstonishMarvel Masterworks: Ant-Man racchiude il numero 27 di Tales of Astonish, dedicato alle leggendarie origini dell'uomo formica, mentre il resto delle storie comprende i numeri dal 35 al 52 della storica testata antologica della Marvel Age che fu pubblicata tra il 1959 e il 1968. Di tutte queste storie, la sceneggiatura fu realizzata da Stan Lee, mentre i testi furono curati da Larry Lieber; alle matite, tra disegni e chine, operarono invece il grande Jack Kirby e Don Heck.

L'esordio di questa nuova identità per Hank Pym, che riuscì a invertire gli effetti delle sue particelle, segnò la nascita di un nuovo status quo per i due supereroi, necessario per restituire all'uomo formica un'aura di maggior spessore dopo svariati anni passati all'ombra di figure più blasonate come Iron Man, Thor o Capitan America. La Marvel Masterworks, insomma, offre ai lettori una collezione antologica che racchiude il ‘best of' delle prime avventure di Ant-Man e Wasp, un compendio più che utile per permettere ai fan di avere una panoramica più che esaustiva sull'universo legato al più piccolo dei supereroi creati da Stan Lee.
La qualità delle storie proposte si attesta tuttavia su binari altalenanti: se, da un lato, sarà piacevole scoprire le origini del buon Ant-Man, dall'altro il ritmo della scrittura non è sempre scorrevole e l'immaginario imbastito non figura tra i più avvincenti e pittoreschi tra gli eroi Marvel. Tutta l'ironia e la vivacità della penna di Stan Lee e Larry Lieber, che incontra l'estro delle matite di maestri come Don Heck e il leggendario Jack Kirby, fa da contraltare a un parco di villain certamente non all'altezza dei mostri sacri dell'epoca (leggere alle voci Uomo Ragno e Fantastici Quattro), seppur le storie incluse nel maxi albo targato Panini Comics rappresentino in ogni caso un must have per tutti gli appassionati della Casa delle Idee, oltre che un pezzo di storia inestimabile delle storie agli albori della Marvel Age.

Ant-Man: Marvel Masterworks Ant-Man: Marvel Masterworks è un volume imprescindibile per gli amanti degli albori della Marvel Age e per chi desidera approfondire le origini fumettistiche del minuscolo supereroe trasversalmente alla trasposizione cinematografica dei Marvel Studios. L'albo di Panini Comics permette di leggere le prime avventure dell'uomo formica, di conoscere i retroscena del sodalizio con la sua storica partner Wasp e di ammirare la nascita di Giant-Man, il secondo alter ego del buon Hank Pym. La qualità delle storie proposte, pur portando le firme di nomi altisonanti come Stan Lee e Jack Kirby, non è però all'altezza degli eroi Marvel più blasonati, complici soprattutto dei villain meno carismatici rispetto a ciò cui ha sempre abituato la Casa delle Idee.

7