Recensione Aquarion

Uomini e macchine uniti nella lotta contro gli Angeli delle Tenebre

Recensione Aquarion
Articolo a cura di

L'umanità in pericolo...

Signore e signori, ecco a voi un’altra epica battaglia per il destino della Terra, combattuta a suon di scontri tra robot ultratecnologici e malefici invasori dotati di poteri talmente immensi che solo un gruppo di ragazzini ben assortito può essere in grado di contrastare. La domanda che sorge inevitabilmente spontanea è: ce n’era proprio bisogno? Questa serie sarà talmente originale, ben congegnata e realizzata da farci dimenticare che l’argomento in questione è trito e ritrito, che ormai il nostro pianeta si è salvato talmente tante volte che quasi quasi speriamo davvero che qualcuno di questi registi, sceneggiatori o quant’altro trovi finalmente il coraggio di distruggerlo, una volta per tutte? Troveremo un protagonista carismatico, che sia in grado di guadagnarsi la nostra incondizionata fiducia e in nostro rispetto, o anche solo dei cattivi che abbiano davvero un motivo per odiarci? O, più semplicemente, ci divertiremo nel vedere in azione un robot degno di questo nome, come non se ne vedono da anni?

Nobili e barboni alla guida dei mecha

Scenario delle nostre aspettative è una Terra devastata dal risveglio, avvenuto undici anni prima dell’inizio della vicenda, degli Angeli delle Tenebre, una razza creduta ormai estinta da dodicimila anni, che intende impadronirsi dell’energia vitale degli esseri umani allo scopo di recuperare la forza perduta e potere, in tal modo, ristabilire il proprio dominio sul pianeta. A opporsi strenuamente a questo massacro c’è la DEAVA, un’agenzia creata allo scopo di addestrare al combattimento un gruppo di giovani particolarmente adatti a pilotare quelle stesse macchine che, secoli prima, avevano portato alla sconfitta della progenie alata, e che ora sono state riesumate dagli abissi in cui erano forse custodite, forse dimenticate. Ed è proprio mentre una battaglia infuria tra le tre Vector Machines (denominate Sol, Luna e Mars) e un soldato Cherubim (così sono chiamati i costrutti impiegati dagli Angeli delle Tenebre) che Silvia e Pierre, due piloti della DEAVA, decidono di andare a verificare di persona le capacità di un ragazzo che, dai capi dell’organizzazione, è stato identificato come possibile nuovo pilota, nonché come probabile reincarnazione di Ali del Sole, il leggendario combattente che guidò la riscossa contro gli Angeli delle Tenebre. Peccato che questa fantomatica nuova speranza per il pianeta si presenti sotto forma di un barbone tranquillamente dedito ad ingurgitare topi...e che soprattutto non abbia nessun segno che faccia pensare alla presenza di ali sul suo corpo. Ma al momento c’è ben altro a cui pensare: i tre Element, tramite la fusione di cuore, corpo e anima, sono finalmente riusciti a unire i vettori a formare l’Angelo Meccanico Aquarion, cosa che dovrebbe definitivamente risollevare le sorti del conflitto. Questo progresso non serve, però, ad evitare che anche il migliore amico nel nostro misterioso barbone venga assorbito dai luogotenenti degli Angeli: questo scatena la collera di Apollo che, sostituendosi ad uno dei tre piloti, percorso da una forza che non pensava di possedere, guida l’Aquarion alla vittoria. Da questo momento, nonostante le reticenza di Silvia e del fratello Sirius, membri della famiglia reale decaduta, così come di tutti gli altri piloti, ma soprattutto di Apollo stesso, il nuovo combattente entrerà nelle fila della DEAVA per perfezionare le proprie abilità nel pilotare i vettori. Sotto la guida del comandante Gen, un singolare esperto di arti marziali, i ragazzi impareranno a districarsi tra particolarissimi allenamenti e battibecchi personali: l’arrivo di Apollo porterà infatti molto scompiglio all’interno del gruppo di giovani, non solo per via della sua esuberanza, ma anche perché, in precedenza, era stato lo stesso Sirius ad essere indicato come reincarnazione di Apollonius. E considerato l’amore platonico che la sorella, a sua volta reincarnazione di Celian, compagna di Ali del Sole, nutre nei suoi confronti, i conflitti sono all’ordine del giorno. Anche se, in effetti, non sarebbe proprio il momento per mettersi a litigare: gli Angeli delle Tenebre si fanno sempre più temibili giorno dopo giorno, anche grazie al risveglio dal suo sonno millenario del Divino Toma, nuovamente chiamato a combattere contro l’amato Apollonius, il quale, rinchiuso in una forma inferiore, è ben lontano dal poter manifestare la forza di cui è detentore. Dal canto suo, Apollo non pare affatto preoccupato della pesante eredità che sembrerebbe essere chiamato ad accogliere: suo unico scopo è quello di salvare l’amico Baron, verso il quale non solo ha un debito di riconoscenza (il giovane gli aveva infatti salvato la vita, oltre ad aiutarlo a fuggire dal campo di concentramento nel quale entrambi erano rinchiusi), ma che rappresenta anche la sua unica famiglia, e persino colui che gli ha dato un nome. Resta da vedere se la determinazione di Apollo basterà a sconfiggere gli Angeli delle Tenebre, e soprattutto se proprio in lui avverrà l’agognato risveglio di Ali del Sole. E come si comporteranno gli altri membri della DEAVA di fronte alla minaccia incombente? Non solo i piloti, ma lo stesso comandante Gen, così come anche una misteriosa ragazzina col dono della preveggenza, che ruolo avranno nell’economia del conflitto?

Alti e bassi

La prima impressione che questo Aquarion ci offre è quella di dejà-vu: ragazzini che pilotano robot, Angeli crudeli che vogliono distruggere la razza umana, peraltro reduce da un attacco che ne ha spazzato via i due terzi, tutto ci rimanda a un certo Neon Genesis Evangelion. E quando vediamo comparire un Albero della Vita, insieme a svariati altri riferimenti biblici, siamo tentati di andare a rispolverare tutte le interpretazioni cabalistiche a cui eravamo dovuti ricorrere per sbrogliare il bandolo della matassa dell’opera di Anno. Coloro che a suo tempo hanno storto il naso per l’eccessiva complicazione della saga di Shinji &Co. possono presto tirare un sospiro di sollievo: nel caso di Aquarion, infatti, l’intreccio è molto più comprensibile, e i richiami alla tradizione religiosa si limitano alla presenza degli angeli e alla citazione di qualche nome altisonante. Il tema centrale della serie è piuttosto quello della necessità, per l’uomo, di uscire dalla propria individualità e di imparare a mettere a disposizione le proprie risorse per un fine più grande: i ragazzi della DEAVA dovranno infatti dimenticare le proprie vicissitudini personali, dalla morte di un caro amico alla sofferenza per la rovina della propria famiglia, e prendere coscienza che solo con un’autentica unità d’intenti si potrà davvero preservare il futuro della razza umana. Così, la fusione, degli Element come delle Vector Machine, rappresenta questo anelito alla vera collaborazione, quella in cui tutti, donne e uomini, esseri umani e macchine, uniti, ma senza dimenticare le proprie diversità, che anzi diventano un elemento di ulteriore arricchimento, combattono per un obiettivo comune. Purtroppo, però, l’esposizione di questa tematica, dalle interessanti possibilità, è inficiata da pesanti cadute di stile: difficile non rimanere basiti quando, al momento della fusione, assistiamo a gridolini e gemiti che certamente fanno pensare ad attività ben diverse dalla guida di un mecha. Intendiamoci, niente da ridire sul fatto che la fusione di cuore, corpo e anima operata dagli Element altro non sia che una metafora dell’atto sessuale, se non fosse che spesso la vicenda assume dei risvolti a dir poco grotteschi: crisi di astinenza, pettegolezzi adolescenziali su quanto sia bello “fondersi” con questo o quell’altro ragazzo, le tecniche migliori per farlo... D’altra parte, nemmeno la caratterizzazione psicologica dei personaggi contribuisce ad aggiungere profondità e realismo alla narrazione: i protagonisti sono infatti delineati molto sommariamente, scadendo spesso nel caricaturale, alcuni addirittura riducendosi a semplici macchiette. Se si può passare sopra al fatto che Pierre faccia della sua abilità nel calcio uno stile di vita, dall’abbigliamento ai colpi utilizzati in battaglia, è già più difficile digerire il fatto che Reika sia considerata all’unanimità una iettatrice (senza tra l’altro alcuna giustificazione a suffragio di tale tesi), e che lei stessa si impegni in prima persona per confermare questa idea. Silvia corrisponde in pieno al prototipo della ragazzina isterica continuamente in balia di una forma acuta di sindrome premestruale, mentre il fratello Sirius non aggiunge neanche una sfumatura al classico modello di nobile decaduto, tronfio del proprio lignaggio ma continuamente sull’attenti per scovare negli altri qualunque accenno di tentata lesa maestà. Non mancano all’appello, ovviamente, la lesbica repressa e il secchione, ma è soprattutto la figura di Apollo a deludere: il protagonista non riesce, infatti, ad aumentare di credibilità nel corso della vicenda, rimanendo cristallizzato nella propria immagine di ragazzo selvaggio ma promettente, che con la sua esuberanza riesce a svecchiare gli schemi mentali di chi è troppo preda della ragione. Senza dubbio qualità positive, ma che necessiterebbero, se non di una vera e propria evoluzione, quantomeno di un approfondimento, di pari passo con l’aumentare delle esperienze e delle conoscenze, soprattutto riguardanti gli avvenimenti di dodicimila anni prima, del giovane protagonista. E la sensazione di spreco è acuita dal fatto che, sul piano della grafica, il lavoro svolto dal team capeggiato da Futoshi Fujikawa è decisamente di buon livello: il character design è accattivante, seppur non originalissimo, così come piacevole risulta l’estetica dei mecha, supportati da un’ottima fluidità delle animazioni e da una computer grafica che interviene al momento opportuno a dare vita a scene di battaglia di grande impatto.

Il DVD

L’edizione in DVD, realizzata da Mediafilm, è senz’altro di buon livello: copertina cartonata, formato video 1.85 : 1 anamorfico, audio italiano 5.1 e giapponese 2.0, sono tutti elementi che assicurano qualità al prodotto.
La definizione video non mostra problemi di sorta, anzi, tutto appare molto nitido, anche grazie a dei master recenti.
Il mix 5.1 italiano mostra una qualità davvero eccellente, con un ottimo sfruttamento dei canali per rendere al meglio tutti gli effetti che un anime d'azione come questo può regalare.
La colonna sonora, a tratti anche molto piacevole, è ben valorizzata dalla buona impostazione dei canali audio (anche se il centrale risulta leggermente troppo invadente), mentre piuttosto carente è la sezione extra, che comprende soltanto lo spot per MTV e una fotogallery. Comunque complessivamente un’ottima confezione, considerata anche la buona qualità video e il prezzo davvero competitivo.

Aquarion In definitiva, questo Aquarion è un prodotto con buone potenzialità, ma sfruttate solo in parte. Con un adeguato approfondimento dei personaggi, e magari evitando qualche ingenuità, la trama ne avrebbe di sicuro guadagnato, facendo forse dimenticare allo spettatore la scarsa originalità del tema di base. Resta il fatto che, per chi cerca una serie non troppo impegnativa, con qualche spunto comico e combattimenti ben realizzati, Aquarion rappresenta un’allettante possibilità, anche grazie alla possibilità di vederla in anteprima tutti i martedì su Mtv.