Attica, Recensione del manga Bonelli: l'assalto alle mura di Bevilacqua

Attica, euromanga firmato da Giacomo Bevilacqua e Sergio Bonelli Editore, è terminato: recuperiamo l'hashtag #AtticaLibera e scopriamo il risultato finale.

Attica, Recensione del manga Bonelli: l'assalto alle mura di Bevilacqua
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La firma italiana di Giacomo "Keison" Bevilacqua, il tetto della Linea Audace di Sergio Bonelli Editore e un formato manga strutturato in tankobon: con queste caratteristiche ha preso forma l'ultimo progetto del fumettista romano, recentemente conclusosi con la pubblicazione del suo sesto volume. Come abbiamo avuto modo di evidenziare nella nostra analisi dei primi tre volumi di Attica, la nuova creazione dell'autore di A Panda Piace, Lavennder e Il suono del mondo a memoria si qualifica come un vero e proprio euromanga, reinterpretazione dell'iconico stile fumettistico nipponico operata tramite lo sguardo di un autore del Vecchio Continente.

Una commistione che nel caso di Attica può dirsi pienamente riuscita, capace di tradursi in un'intrigante sintesi tra sensibilità occidentale e tradizione formale giapponese. Un po' battle shonen, un po' seinen, l'opera di Bevilacqua si contraddistingue per una narrazione dai ritmi serrati, che procede rapida ed inesorabile verso una resa dei conti finale capace di sorprendere il lettore, facendogli volgere all'improvviso lo sguardo in direzione di una miriade di silenti indizi disseminati dall'autore lungo la totalità di questo intrigante percorso editoriale.

Attica: una luminosa menzogna

In un costante equilibrio tra ironia e divertimento, frenetici combattimenti e momenti di riflessione, Attica si traduce in un viaggio intenso, che il lettore percorre in compagnia di un cast di personaggi ben tratteggiato e in costante evoluzione. Le personalità dipinte nella creatura Sergio Bonelli si relazionano infatti costantemente con il proprio passato, con nuovi sentimenti e con la progressiva scoperta della realtà che si cela dietro l'apparente aura di perfezione che avvolge la Città-Stato di Attica. Protetta da mura impenetrabili e guidata da ormai quindici anni dall'oscura figura del Presidente Ino, quest'ultima si presenta al mondo come esempio irraggiungibile di efficienza, sviluppo e modernità. Le fondamenta su cui poggia il Paese sono tuttavia costellate di sangue, violenza e oppressione, in un passato torbido che cela vicende oscure e terribili. Una drammaticità che viene presentata al lettore in maniera graduale, coi giusti ritmi e un'adeguata crudezza, in una costruzione che non fatica a rievocare le immagini di molti drammi del mondo contemporaneo.

Attica è dunque una luminosa menzogna, governata da un dittatore folle e

immaturo, per il quale il passaggio all'età adulta si è tradotto solamente in sviluppo fisico, laddove la mente e lo spirito sono invece rimasti schiacciati da timori irrazionali, odio cieco e incomprensione per per tutto ciò che è diverso. Sotto la sua guida spietata, la Città-Stato ha nel tempo rinnegato la propria umanità, messo al bando la capacità dell'uomo di esercitare la fantasia e plasmato una popolazione apatica, priva della capacità di esercitare qualsiasi forma di empatia, unita soltanto dalla forza dell'odio nei confronti di ciò che le viene indicato come un male da estirpare.

I Cinque

È su questo sfondo che si muovono, loro malgrado, i protagonisti dell'opera a fumetti: un gruppo di individui speciali, dotati delle più disparate e improbabili abilità. Un cast che si amplia progressivamente con l'incedere della narrazione, rispondendo alla necessità di evocare le Cinque figure destinate a marciare su Attica per abbattere definitivamente le mura imponenti che la circondano, rivelando alla comunità internazionale la reale natura della Città-Stato e consentendo alla sua popolazione di tornare ad osservare con consapevolezza la realtà che ha contribuito a costruire.

"Un occhio in grado di vedere cose invisibili agli altri, un marchio in costante lotta con se stesso, un dono che attende di essere scartato, una guida che si rifiuta di partire e un'arma che freme dalla voglia di prendersi la testa che le spetta": questo il dipinto dei protagonisti che ci viene offerto nel primo volume del manga. Un complesso intrecciarsi di fili del destino, manovrati in realtà dall'uomo e non dal fato, porterà i personaggi principali ad incrociare i passi l'uno dell'altro. A guidarli dall'ombra, troviamo il misterioso "S.", figura priva di volto determinata a porre fino al regime del Presidente Ino.

Kat, giovanissima investigatrice privata, e Aiden, ragazzo di buon cuore e maestro di arti marziali, sono i primi personaggi ad essere coinvolti nell'incedere degli ingranaggi predisposti dalle matite di Bevilacqua. I loro percorsi si intersecheranno mentre cercano di aiutare una donna vittima di violenza domestica: seguendo le tracce del marito, i due si ritroveranno in verità a fronteggiare un inquietante e spietato individuo che sembra aver acquisito una presa completa sulla volontà dell'uomo.

Nell'inevitabile colluttazione che ne segue, Aiden scopre di poter evocare

un'armatura in grado di trasformarlo in un possente combattente, ma che ha al contempo lo sfortunato inconveniente di fargli perdere completamente ogni capacità intellettuale. Sfuggiti alla complessa situazione, i due ragazzi scopriranno di avere molte più cose in comune di quanto non immediatamente percepibile, forse persino il proprio passato . Da queste premesse ha inizio il percorso di ricongiungimento coi loro predestinati compagni di viaggio, in un viaggio che, inevitabilmente, li condurrà sino alle mura di Attica. I personaggi principali che animano le pagine dell'opera di Bevilacqua ne sono sicuramente l'elemento di forza principale. Nonostante le vicende si dipanino lungo sei soli volumi, l'autore riesce infatti a conferire ad ognuno di loro una personalità adeguatamente sfaccettata e, soprattutto, mai immobile. Il continuo confronto con la dura realtà, con le emozioni altrui e con le scoperte che li attendono lungo la strada farà riflettere ed evolvere il loro sguardo sul mondo, in un percorso sempre coerente con la propria natura.

Umorismo, ritmo e azione

I lettori che già conoscono il Bevilacqua di A Panda piace o di A Panda piace l'avventura possono aspettarsi di trovare in Attica il medesimo umorismo, spesso fondato su di un efficace citazionismo. Le pagine del manga Bonelli accolgono una quantità sterminata di riferimenti alla cultura pop nelle sue più disparate sfaccettature, dall'universo della letteratura a fumetti ai videogiochi, passando per Harry Potter e la saga de La Torre Nera.

Sempre efficaci e mai invadenti, si inseriscono con naturalezza nel procedere del racconto: impossibile in tal senso non fare una menzione particolare all'omaggio rivolto dall'autore al mondo dei Pokémon di casa Game Freak. Immancabile infine un sempre gradito autocitazionismo, che consente al Panda di fare il proprio ingresso in scena in una sua versione particolarmente scorretta e irriverente.

Da sottolineare infine l'efficacia di Attica nel condensare in sei volumi un arco narrativo coerente, capace di offrire umorismo, spunti di riflessione e azione. Nell'opera non mancano spettacolari combattimenti, tratteggiati in pieno stile manga ed accentuati da un frequente utilizzo di splash page. Con un tratto versatile, l'autore riesce a dipingere sia istantanee ricche di umorismo sia sequenze drammatiche e violente, rese necessarie dalla volontà di dipingere antagonisti realmente spietati, capaci di azioni feroci ed impietose.

Attica La scommessa fatta da Bevilacqua e da Sergio Bonelli Editore può dirsi vinta. La conclusione di Attica conferma le impressioni suscitateci dai primi volumi, tracciando il quadro di una produzione coerente, compatta e ricca di stile. Una narrazione dai ritmi serrati, un nucleo di personaggi ben caratterizzati e la commistione tra spunti di riflessione, rimandi alla contemporaneità ed efficace umorismo si presentano come i principali punti di forza dell'opera. Terminata la lettura, la sensazione dominante è quella che l'immaginario di Attica possa avere ancora molto da raccontare: non possiamo non confessare che saremmo lieti di tornare ad immergerci nel suo universo.

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