Recensione Beck

"Let There Be Rock"

Recensione Beck
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"Got me an anime I want you to know"

È la terza volta che sulle pagine di Animeye compare un articolo dedicato a Beck. L’occasione è una nuova edizione proposta dalla Dynit, che in quattro DVD e un solo cofanetto raccoglie l’intera serie. Questa è una versione più spartana ma efficace, ed è forse la via migliore con cui gli indecisi potranno avvicinarsi a quest’anime, vista anche la spesa tutto sommato modica. La serie, che consta dei 26 episodi canonici, ha nel tempo avuto un buon successo, un passaggio TV su Mtv (rete quanto mai appropriata) e s’è fatta notare per l’ottimo connubio di musica rock e animazione che è riuscita a realizzare con l’audacia di raccontare qualcosa di decisamente anomalo per un anime.

“You know his life was saved by Rock 'n' Roll”

Koyuki è uno studente quattordicenne delle medie giapponesi; la sua vita scorre grigia, piatta e, soprattutto, per dirla in termini rock, sottomessa al sistema. Cambia tutto (o quasi) quando incontra fortuitamente Rysuke, un ragazzo poco più grande di lui che è stato in America e che lo inizierà alla musica rock. Koyuki si sentirà ben presto coinvolto dal suo nuovo amico e dalla sua affascinante e spigliata sorella, comincerà così a prendere lezioni di chitarra col sogno nel cassetto di dominare la scena rock internazionale con il gruppo di Rysuke, i Beck.
Le sue vicende, come consuetudine in questo genere di anime, si dipanano in un continuum, del tutto spoglio di puntate filler, che però ha al suo interno alti e bassi. Le scene che riguardano la band, forse anche per la novità che propongono, sono molto interessanti e ci regalano i momenti migliori dell’anime; quelle di classica vita adolescenziale stentano invece a emozionarci e, soprattutto, non possono fare a meno di attirarsi addosso la definizione di “more of the same”.

“I was born to rage against 'em”

Per consigliare o meno Beck si dovrebbero ben conoscere i gusti dell’interlocutore, infatti, mai come con quest’anime, il gradimento con cui potrebbe essere accolto il prodotto è determinato dalla soggettività. Questo perché Beck, che ha comunque una buona storia, dei personaggi discretamente caratterizzati e quasi sempre credibili, uno stile grafico particolare (fondali d’ottimo livello e grande trascuratezza per i personaggi in primo piano) che se non vi farà impazzire non vi darà nemmeno da lamentarvi, punta soprattutto su un coinvolgimento che però può esserci solo a patto che lo spettatore sia un grande amante del rock.
La musica, che in altri anime, per quanto pregevole e adeguatissima (si veda l’Inno Alla Gioia nel primo finale di Evangelion), gioca comunque un ruolo secondario, è qui quasi un altro protagonista, molto più che un valore aggiunto.
Nel cartone si riesce a respirare un’atmosfera rockettara che a tratti sembra genuina e che piacerà senza dubbio a chi il rock lo sente dalla mattina alla sera; i riferimenti e i tributi (anche se spesso mascherati sotto nomi fittizi per ovvi motivi) sono innumerevoli e chiari, il pensiero dei protagonisti è, per quel poco di profondità che ha, in linea con quello che hanno la maggiorparte degli aspiranti musicisti.
Detto ciò, rimane comunque il fatto che in Beck il rock sia così come lo vedono i giapponesi, ovvero privato di gran parte quella carica eversiva e di rivolta che lo ha reso grande, a prevalere è invece l’aspetto ludico.
I protagonisti, purtroppo, se da un lato hanno i sogni di gloria tipici di ogni chitarrista in erba, dall’altro hanno molto poco della dannata rabbia rockettara contro il “sistema”, senza che peraltro soffrano quei drammi d’estraniazione e disperazione esistenziale tipici del rock decadente stile Velvet Underground.

“The anime remains the same”

Come molti di voi già sapranno questa è la seconda edizione che la casa propone sul nostro mercato. A una più costosa, ma anche colma di extra come interviste e schede personaggi, ha infatti deciso di affiancarne un’altra dal prezzo molto più basso (appena 55 euro) che si potrebbe definire entry-level. Il principale difetto di questa edizione, ma sarebbe meglio dire l’unico, è la totale mancanza di contenuti speciali. Non solo infatti non c’è alcun genere di intervista o altre amenità simili, ma manca anche un booklet, che, per quanto piccolo e banale, avrebbe comunque fatto piacere. Per farsi perdonare l’esclusione di extra, Dynit ha però realizzato un’edizione che più stilosa non si poteva. La confezione è piena di fascino; i dischi hanno delle adeguatissime serigrafie che riproducono i vecchi vinili; il menu, con sottofondo rock, è bello e appagante. Niente da eccepire dal punto di vista tecnico. Il video non fa notare segni d’imperfezioni anche sulle tv a più alta risoluzione. Le tracce audio sono 2: italiano Dolby Digital 5.1 - giapponese Dolby Surround 2.0 stereo, e quella italiana è all’altezza delle (alte) aspettative, e rende bene a livello musicale. Il doppiaggio, fondamentale in questo tipo di anime, è più che adeguato, anche se non convince appieno la voce di Ryusuke quando si vuole sottolinearne l’accento inglese.

Beck Beck è un cartone per chi ama il rock. Se sul vostro comò non campeggia una collezione di dischi del genere potete anche scegliere un altro anime, ben sicuri di non aver indirizzato i vostri soldi nel posto sbagliato. Se invece vivete a pane e rock, non esitate un secondo ad andare in fumetteria ed acquistarlo: infatti l’atmosfera che si respira in questo cartone è, seppure decisamente addolcita dal filtro dello sguardo d’un regista giapponese, quella che c’è nelle vostre riunioni tra amici, con tutta la passione per concerti e dischi della musica che spacca. La complete edition Dynit è l’ideale sia per gli indecisi che per coloro, che, non avendo troppa cura per gli extra, vogliano spendere poco.