Berserk Trilogy: Recensione del Capitolo 2, la conquista di Doldrey

Il secondo episodio della trilogia cinematografica ispirata al capolavoro di Kentaro Miura porta a uno snodo cruciale per la trama dell'opera.

Berserk Trilogy: Recensione del Capitolo 2, la conquista di Doldrey
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La Berserk Trilogy nacque con l'intenzione di fornire al pubblico di un'opera controversa come quella di Kentaro Miura una conclusione completa e dignitosa all'arco narrativo che la prima serie animata degli anni Novanta non era riuscita a completare. Koch Media e Anime Factory hanno raccolto, di recente, l'intera trilogia intitolata L'Epoca D'Oro in un'elegante edizione home video steelbook, di cui abbiamo già analizzato il primo episodio nella Recensione di Berserk Capitolo 1: L'uovo del re Dominatore. Ne La conquista di Doldrey, secondo capitolo della saga, si assiste a un racconto di transizione, eppure fondamentale ai fini dello sviluppo dei personaggi e della trama stessa, pronta ad esplodere in un epilogo (il Capitolo III) profondamente oscuro e violento. Ma torniamo a Doldrey, immergendoci in una battaglia che cambierà per sempre il destino di Guts.

Guts, Griffith e Caska

I sentimenti di Guts sono in tumulto dopo aver ascoltato in segreto un discorso di Griffith. Un discorso in cui l'eccentrico leader dell'Armata dei Falchi ha messo in chiaro le sue vere emozioni nei confronti del protagonista, la sua complicata psicologia e i suoi ideali.

Un'ambizione così sconfinata da non avere spazio né per l'amore né per l'amicizia: niente che non sia il suo obiettivo ultimo, il conseguimento del potere. Potere per ottenere libertà e giustizia, ideali molto nobili che fanno di Griffith un condottiero dal cuore puro, tuttavia ben consapevole dei propri mezzi e soprattutto disposto a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi.

Tutto, persino trucidare a sangue freddo un vecchio e un bambino per mano di un sicario così leale da risultare cieco, abbagliato dall'aura di luce di una figura a cui è devoto; una figura, che tuttavia, proietta davanti a sé un'ombra ben più grande del bagliore stesso. Guts è tutto questo e non può che osservare inerme un amico, un compagno e un leader farsi comandante spietato, metafora vivente di quel Principe machiavellico che popola la filosofia e l'immaginario collettivo contemporaneo.

Se, da un lato, inizia a incrinarsi il rapporto fraterno con Griffith, Guts si ritrova inevitabilmente a rafforzare un legame sempre più intimo e profondo con Caska, icona femminile che porta sulle proprie spalle il peso di essere donna: nulla più che oggetto di succulento desiderio in un mondo maschilista, lascivo e crudele qual è il medioevo, piuttosto che guerriera indomita e temeraria, non di meno personaggio chiave ai fini dello sviluppo di un racconto che - dal dualismo tra Guts e Griffith - si sposta anche e soprattutto sulla psicologia della bella e caparbia vice-capitana dei Falchi.

La svolta a Doldrey

Berserk L'Epoca d'Oro - Capitolo II: La conquista di Doldrey ci porta davvero nel cuore della battaglia e traspone la storia narrata nel manga di Kentaro Miura relativa allo scontro con le armate di Genon e alla conseguente battaglia di conquista del regno di Doldrey. È un capitolo di combattimenti furiosi e di scontri campali dall'alto tasso di spettacolarità, ma è anche un racconto di profonda introspezione e maturità.

A governare la messinscena del film è il fragore della battaglia, che esplode in una serie di sequenze dalla forte carica emozionale e dal grande impatto visivo. Rispetto all'episodio cinematografico precedente l'utilizzo della computer grafica è il medesimo: per l'occasione, nel 2012, lo Studio 4°C optò per una tecnica piuttosto inusuale.

Come già detto, in Berserk Trilogy vediamo una fusione interessante tra CGI e disegno a mano: il tratto classico governa le sequenze statiche e i primi piani, mentre l'implementazione del digitale riguarda le animazioni, i particellari e i cromatismi. Questa tecnica ebbe, e ha tutt'ora, il risultato di appiattire le animazioni nonostante l'utilizzo di tecniche di motion capturing per cogliere in maniera più fluida i movimenti dei personaggi in situazioni sia statiche che dinamiche.

Dal punto di vista del design, però, lo staff di animazione ebbe il merito di non privare Berserk di quella stessa verve grafica che Kentaro Miura riversò nel manga, seppur inevitabilmente il comparto tecnico della produzione risente di qualche movimento un po' legnoso e poco naturale.

La conquista di Doldrey, però, riesce a ottimizzare meglio le animazioni degli scontri e, soprattutto, riesce a restituire un senso di grande impatto realista soprattutto nelle scene più intense. Ci riferiamo alla memorabile scena di sesso presente alla fine del film: una sequenza che segna ineluttabilmente il destino di Griffith, tanto importante sul piano della sceneggiatura quanto intensa e trasportata su quello dell'impatto visivo.

Un colpo di scena forte, maturo, forse disturbante e desueto per come il mondo dell'animazione ha sempre trattato il tema sessuale. La risposta sta tutta in un termine: è, semplicemente, vero. Perché, tra i tanti temi promossi con vigore dall'opera, Berserk è questo: il sesso e il sangue come metafore semplici, banali, eppure così forti, della vita e della morte, alpha e omega imprescindibili della mitologia di cui il capolavoro dark fantasy di Kentaro Miura è infarcito.

Berserk L'Epoca d'Oro - Capitolo 2 - La conquista di Doldrey Rispetto al capitolo precedente, Berserk L'Epoca d'Oro: La conquista di Doldrey è fautore di una messinscena più coraggiosa, dinamica, cruda e matura. Si tratta di un cruciale capitolo di transizione in cui a far da padrone è il rombo della battaglia. La sceneggiatura, pur limando notevolmente le vicende narrate nel manga di Kentaro Miura, riesce a imbastire un racconto avvincente, fatto anche di introspezione e temi estremamente forti. Il tutto è governato da un comparto tecnico che, pur restituendo fedeltà al tratto grafico originale, finisce con l'appiattire un po' il dinamismo dell'azione a causa della massiccia implementazione della computer grafica.

7.3