Bugie d'Aprile Recensione: una sinfonia per immagini nel manga di Arakawa

Gli 11 volumi del manga di Bugie d'Aprile, giunti in Italia grazie a Star Comics, compiono un piccolo miracolo: trasformano le immagini in musica.

Bugie d'Aprile Recensione: una sinfonia per immagini nel manga di Arakawa
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In primavera sbocciano i fiori di ciliegio. Il panorama si colora di rosato splendore, tutto assume la lucentezza di un sorriso di gioventù, e la musicalità di una delicata sinfonia. Naoshi Arakawa possiede la straordinaria capacità di trasmettere cromatismi e suoni anche dalla pagine di un manga. È un'abilità rara, difficilmente spiegabile: i disegni, le pagine degli spartiti, il tamburellare martellante delle dita su un pianoforte, o il vibrare di un violino riescono a fornire al lettore una percezione quasi "sinestetica", dove i sensi si accumulano, si amalgamano tra di loro e restituiscono sensazioni pregne di melodia. Bugie d'Aprile è un concerto per immagini, un manga di struggente intensità, che mette in scena la tristezza senza pietismo, la leggerezza senza frivolezza, e la dolcezza senza mai scadere nello stucchevole. Gli 11 volumi editi da Star Comics (a cui si è aggiunto di recente un tankobon prequel, intitolato Coda) hanno inoltre ispirato la realizzazione di un bellissimo anime, attualmente disponibile su Netflix, dove la poesia della storia acquista una dimensione ancora più intensa, grazie soprattutto alla possibilità di "ascoltare" (e non solo immaginare) le composizioni suonate dai protagonisti. Ma anche nella sua originaria forma cartacea, Bugie d'Aprile è un racconto di formazione musicale che, pur nella sua prevedibilità, sfiora con armonia le note del cuore.

Vento di Primavera

Quando Kosei ha incontrato Kaori , il mondo ha cominciato a riempirsi di colore. È avvenuto tutto in un giorno di aprile, non appena hanno iniziato a soffiare i primi venti di primavera. Kosei Arima, a soli 14 anni, è un pianista provetto, capace di leggere lo spartito con una precisione meccanica, rigorosa, impeccabile. Dopo la scomparsa della madre, però, un trauma psicologico gli impedisce di sentire le note del suo pianoforte. Ogni tasto riecheggia in un gorgoglio rotto, come se si trovasse in fondo al mare.

Da quel momento in poi, la sua vita ha preso gli spenti contorni di una tela monocromatica. Almeno finché non ha conosciuto Kaori Miyazono, giovane e bella, violinista di incredibile talento, che doma la musica con assoluta libertà, senza rientrare in schemi prestabiliti: le sue esibizioni sono un concentrato di emozioni, un fiume in piena di virtuosismi. L'obiettivo non è quello di suonare alla perfezione, ma di lasciare un segno, di "raggiungere" la memoria di chi la sta ascoltando. Nel momento in cui i loro occhi si sono incrociati, per Kosei tutto ha cambiato colore, e la musica ha ricominciato ad avere un suono. Che sia merito della voce di Kaori, dei suoi biondi capelli, o del suo sorriso di stella, per Arima - dall'istante del loro primo concerto insieme - ogni secondo ha assunto una melodia nuova.

Bugie d'Aprile è questo: un vorticoso andirivieni di sentimenti, inscenati con grazia assoluta. C'è ironia, c'è dolore, c'è ispirazione. Sotto la scocca di un piccolo romanzo formativo, sulla crescita emotiva di un pianista alle prese con la guarigione da un trauma, si annida una storia d'amore che, in verità, nasconde ben più di un sottotesto. Sebbene nel complesso l'opera di Arakawa possegga un andamento facilmente inquadrabile, privo di sorprese o rivelazioni inaspettate, tutto scorre con sognante equilibrio, in costante bilico tra dramma, umorismo e speranza. La potenza salvifica della musica è solo il primo dei gradi di lettura di Bugie d'Aprile: in mezzo c'è anche l'elaborazione del lutto, il valore del tempo, la volontà di credere in se stessi, la lacerante forza delle ambizioni, il rapporto dannoso con una madre ossessiva e disperata. Considerata la complessità dei temi trattati, l'età dei personaggi e le loro reazioni richiedono un po' di sospensione dell'incredulità: accettato questo compromesso (tipico dei prodotti del Sol Levante), il manga fluisce con la medesima eleganza dell'anime, cattura e delizia, alleggerisce alcuni frangenti dolorosi tramite un guizzo di ironia mai fuori luogo, ed infine lacera il cuore di chi legge. Non ha nulla di particolarmente originale, Bugie d'Aprile, e la commozione sulla quale fa leva è indubbiamente di facile presa. Ciononostante, la finezza espressiva della scrittura, coadiuvata dal tratto del mangaka, lo rende un racconto dove lacrime e sorrisi si fondono in una sola sinfonia.

Twinkle little star

Se Kaori sorride, se ne avverte il calore. Se Kaori piange, sembra di udirne i singhiozzi. Arakawa è stato abilissimo nel tratteggiare le personalità dei suoi personaggi, a cui basta una lieve espressione per comunicare una enorme ventaglio di emozioni. Il piccolo miracolo risiede nel piglio grafico: non sempre preciso, né dettagliatissimo, eppure profondamente chiaro, asciutto, vigoroso. Era un'impresa davvero ardua riuscire a veicolare la magnificenza dei capolavori di Mozart o Chopin senza emettere un singolo suono, solo tramite alcune linee a matita.

Tutt'al più se pensiamo che in Bugie d'Aprile la musica non è un semplice contorno stilistico, ma l'essenza stessa dell'opera. In tal senso, l'autore disegna come se stesse scrivendo uno spartito: le vignette più importanti ai fini del racconto, ossia quelle in cui si esibiscono Kaori, Kosei e gli altri comprimari, suggeriscono e riproducono le sonorità delle partiture, e lo fanno focalizzandosi su uno sguardo gonfio di ammirazione, sul movimento delle dita, sul sudore che gronda, sui capelli che danzano a tempo di musica. Certo, sotto questo fronte, inevitabilmente l'anime possiede una marcia in più, che valorizza la resa visiva e sonora di specifiche performance.

Com'è ovvio, data la numerosa presenza di frangenti in cui a parlare dovrebbe essere la musica, per esprimere i pensieri dei personaggi e le qualità delle loro esecuzioni, Arakawa ricorre più volte agli stessi stilemi, inquadrando il pubblico, dando voce ai loro giudizi, e donando loro un'espressione di puro sgomento. Così facendo, di tanto in tanto, sfocia nella retorica e nella ripetitività, ma si tratta di un'inezia di poco conto, un prezzo che siamo ben disposti a pagare pur di ammirare il ritratto di un'agrodolce sonata.

Sfruttando al massimo le potenzialità del proprio medium, insomma, il manga di Bugie d'Aprile si rivela comunque in grado di adempiere lo scopo che si era prefissato: "raggiungere" gli occhi e le orecchie dei suoi lettori, catturati sin da subito dalla bellezza di Kaori, piccola stella luccicante, incorniciata da petali di ciliegio che vorticano all'eco di una melodica. Quando c'è lei sulla scena, anche in una pagina in bianco e nero, noi captiamo sempre i suoni ed i colori della primavera.

Bugie d'Aprile (manga) La composizione di Arakawa è un prodigio visivo che trasforma le immagini in suono. Dolorosa, poetica, lieve e malinconica, la storia di Bugie d'Aprile incanta e commuove, intenerisce e insegna. Una lezione di vita che si muove a tempo di musica, che strugge e che delizia. Il manga, giunto qui da noi grazie all’egida di Star Comics, emette l'armonia della gioventù in fiore, con un bianco e nero così espressivo da essere “pieno di colori”. E se qualche nota stonata, saltuariamente, inciampa nella prevedibilità e in un pizzico di retorica, poco importa: vale la pena sfogliare più e più volte le pagine di Arakawa, anche solo per riascoltare con gli occhi le note di una melodiosa bugia.

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