Chainsaw Man 1x11 Recensione: si avvicina la resa dei conti

L'undicesimo episodio di Chainsaw Man ci prepara al finale di stagione presentando nuovi personaggi e mettendo al centro la vendetta di Aki.

Chainsaw Man 1x11 Recensione: si avvicina la resa dei conti
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Il penultimo episodio della prima stagione di Chainsaw Man (recuperate qui la recensione di Chainsaw Man 1x10) mette l'accento sulla finora latente coralità dell'opera di Tatsuki Fujimoto, offrendoci un deciso cambio di focus e concentrandosi sulle sorti di un Aki Hayakawa ormai diverso da quello conosciuto nei primi episodi.

L'evoluzione di Aki

L'episodio si apre con il devil hunter pronto a stringere un patto con il Diavolo Futuro, che decifrandone il destino gli offre il proprio servizio in cambio di una condizione di una gravità soprendentemente irrisoria, ma che nasconde la volontà di "non infierire" da parte di chi conosce la causa e le terribili modalità della morte del ragazzo.

Makima, nel frattempo, continua ad agire in segreto e tramite macchinazioni sempre più ingarbugliate, "convincendo" la Yakuza a fornirgli i nomi dei responsabili dell'attentato alla Pubblica Sicurezza. Concluso il duro allenamento, Denji e Power vengono scelti per far parte della nuova Divisione Speciale formata da altri diavoli e majin di cui facciamo la conoscenza cogliendoli nell'atto di eliminare gli zombie a disposizione degli attentatori e di condividere la missione con i protagonisti. Separatosi dagli altri, Aki si trova faccia a faccia con la carnefice di Himeno, Akane Sawatari.L'Aki dell'episodio 11 di Chainsaw Man non ha più nulla da perdere: lo abbiamo visto, ragazzino, assistere alla morte della sua famiglia per mano del Diavolo Pistola, per quella di Sawatari (e del suo Diavolo Fantasma) costretto a separarsi dalla sua compagna più cara, per vendetta abbandonare persino sé stesso.

Nulla da perdere, un solo obbiettivo da inseguire anche a costo di smarrirsi e consumarsi, di rinunciare alla vita, che inesorabilmente si accorcia, si avvicina alla fine ad ogni fendente di katana. È un Aki più oscuro, più inquietante, più serio (prima era solo tremendamente serioso), più determinato e leader, adesso possessore di un'abilità di "sharingiana" memoria (del resto il devil hunter ricorda il più celebre Sasuke nell'aspetto) che gli permette di vedere gli eventi con qualche secondo di anticipo, lanciato in quella che ha tutti i crismi di una missione finale.

Aki è il personaggio con la crescita maggiore, con l'evoluzione più profonda, vero protagonista degli utimi episodi che, in realtà, più che proporne la crescita ne decretano la discesa negli inferi, nell'abisso della vendetta. È, insomma, il personaggio dallo sviluppo più interessante, non propriamente originale (anzi piuttosto classico, tanto da meritarsi l'accusa di sembrare il "protagonista di un manga", in una simpatica linea di dialogo nel corso dell'episodio che diventa un'arguta menzione autoreferenziale), ma comunque positivamente lineare e commovente, sempre efficace nel suscitare l'empatia dello spettatore nonostante l'apparenza fredda e distaccata, che è forse la ragione della maggiore drammaticità del suo crollo, del suo pianto silenzioso del decimo episodio.

Deus ex Makima

L'anime prende, in generale, una piega più da battle shonen in queste ultime battute, con la fine dell'addestramento che sembra aver reso più forti Power e Denji, con una abilità oculare (quella di Aki) che è un tipico power-up del genere, con nuovi personagi di certo molto bizzarri e singolari per gli standard di un battle (e questa è l'altra grande fora dell'opera di Fujimoto) ma molto "shoneniani" nella presentazione e nelle caratterizzazione da lottatori.

C'è il Diavolo Angelo, col potere di prosciugare la vita della vittima con un semplice tocco, il Majin Squalo, capace di "nuotare" attraverso oggetti solidi, il Majin della Violenza, la cui potenza viene contenuta da una maschera simile a quella di un medico della peste, il Diavolo Ragno, che assume la chimerica forma di metà ragno, metà ragazza. Personaggi la cui introduzione ad appena un episodio dalla fine rivela evidentemente la volontà di sfruttarne il potenziale soprattutto nella stagione successiva, comunque interessanti e strampalati, esteticamente tra il buffo e il grottesco, con abilità curiose e caratteri sopra le righe.

A condividere la scena con Aki è, ancora una volta, Makima, che continua ad agire nell'ombra, macchinando dietro le quinte, uccidendo senza farsi notare, più che mai incarnante un perfetto deus ex machina (è, d'altronde, in possesso, più degli altri di poteri divini, o meglio demoniaci), non ancora svelatasi nella sua natura, persino più indecifrabili di prima, davvero ambigua nella conversazione con Kishibe, in definitiva difficilmente schierabile nello scacchiere del conflitto in divenire.

Sul fronte tecnico l'episodio non risulta memorabile come le precedenti uscite, mantenendo comunque un buon livello ma rinunciando sia al virtuosisimo registico sia alla cura proverbiale dei dettagli a cui l'anime ci ha abituati, con disegni, questa volta, non sempre perfetti e minuziosi, soprattutto nei campi totali delle scene più statiche. Di ottima fattura il character design dei nuovi arrivati, esagerato quello del Majin Squalo, terrificante quello del Diavolo Ragno, intrigante quello del Diavolo Futuro, nell'aspetto una creatura boschiva dalle influenze fantasy.

Chainsaw Man (anime) Il penultimo episodio di Chainsaw Man ci trascina deciso verso la resa dei conti, lasciandoci con un Aki pronto a compiere la sua vendetta, introducendo personaggi bizzarri che rinnovano la serie appena un episodio prima di concludersi. Chainsaw Man si riscopre corale e affida ad Aki e Makima le redini dell'episodio, regalandoci da un lato l'evoluzione migliore tra i personaggi della prima stagione, dall'altro il mistero più intrigante riguardante la natura e gli intenti della devil hunter più pericolosa.